Bella escursione nel gruppo del Sella che non avevo ancora mai visto dall'interno. Fanno veramente impressione le pareti rocciose tra le quali si cammina :SEEE
L'escursione si è tenuta in due giorni, è stata abbastanza leggera perchè in comitiva avevamo gente inesperta e non allenata, l'obiettivo principale era passare una notte al rifugio Pisciadù dato che con noi c'era un discendente del prode Cavazza.
Giorno 1
Da Passo Gardena (2121] alla Cima Pisciadù (2985)
Dislivello: 850 metri (di cui 450 per raggiungere il rifugio, i rimanenti per raggiungere la cima)
Tempi di percorrenza: 1.30 h da Passo Gardena al Rifugio Cavazza - 1 h per raggiungere cima Pisciadù
Altro: Carta tabacco 06 - Sentiero 666
Siamo partiti dal rifugio Frara a Passo Gardena alle 10.30 circa con tempo incerto, nuvole basse e qualche finissima goccia di pioggia ma nessuna minaccia di temporale quindi abbiamo deciso di raggiungere il rifugio e decidere in loco cosa fare il pomeriggio.
Giunti alla cima il cielo era quasi completamente azzurro, tranne per la zona verso il Piz Boè che ancora rimaneva coperta.
Giorno 2
Giro del Sas da Lech e Sas dai Ciamorces e discesa a Passo Gardena
Dislivello: 350 metri dal Rifugio Cavazza (2585) a Forcella dei Ciamorces (2923)
Tempi di percorrenza: 2 h per il giro, 1.15 h per la discesa
Altro: Carta tabacco 06 - Sentieri 666, 677, 649, 676 per il giro - Sentiero 666 per la discesa a Passo Gardena
Il mattino seguente, dato che le previsioni davano uno splendido sole il mattino ed un tempo pessimo il pomeriggio decidiamo di fare una breve passeggiata e scendere al passo prima del brutto tempo. Chiedendo informazioni al rifugio mi era stata molto sconsigliata la discesa della Val di Mesdì dal Rif. Boè con gente inesperta data la difficoltà del primo tratto molto mal attrezzato, quindi ho chiesto indicazioni per questo anello, indicazioni però incomplete che ci hanno fatto avere una grossa sorpresa.
Ed ora foto!
Sentiero attrezzato Val Setus
La salita per la Val Setus
Traffico in Val Setus
Il sentiero attrezzato è ben attrezzato e molto trafficato
Rifugio Cavazza al Pisciadù
Lech dl Pisciadù
Il lago Pisciadù ed il trenino di persone dirette verso il rifugio Boè
Lago Pisciadù e Rifugio Cavazza
Vista dal Valun dl Pisciadù
Parete della Cima Pisciadù
L'escursione si è tenuta in due giorni, è stata abbastanza leggera perchè in comitiva avevamo gente inesperta e non allenata, l'obiettivo principale era passare una notte al rifugio Pisciadù dato che con noi c'era un discendente del prode Cavazza.
Giorno 1
Da Passo Gardena (2121] alla Cima Pisciadù (2985)
Dislivello: 850 metri (di cui 450 per raggiungere il rifugio, i rimanenti per raggiungere la cima)
Tempi di percorrenza: 1.30 h da Passo Gardena al Rifugio Cavazza - 1 h per raggiungere cima Pisciadù
Altro: Carta tabacco 06 - Sentiero 666
Siamo partiti dal rifugio Frara a Passo Gardena alle 10.30 circa con tempo incerto, nuvole basse e qualche finissima goccia di pioggia ma nessuna minaccia di temporale quindi abbiamo deciso di raggiungere il rifugio e decidere in loco cosa fare il pomeriggio.
Giunti al rifugio le nuvole continuavano a sovrastarci, ma giusto il tempo di pranzare e il sole ha iniziato a fare capolino in qualche squarcio di azzurro, quindi ci siamo diretti verso la Cima Pisciadù.Si imbocca il sentiero 666 per il primo tratto su prato, dopodichè si inizia la risalita della Val Setus su ghiaione abbastanza faticoso per i non allenati. Gli ultimi 100 metri di dislivello si percorrono su sentiero attrezzato su roccia molto scalinata, solida e sicura. Nessun pericolo da segnalare, a tratti un po' umida ma non scivolosa. Questo percorso è molto gettonato e durante la salita si incontra mooooolta gente. Finito il tratto attrezzato, con due passi si raggiunge il rifugio.
Alla cima siamo arrivati solo in 3 su 6, gli altri non se la sentivano e a metà dell'ultimo tratto (quello su roccia gradinata) hanno preferito tornare indietro per non trovare sorprese più avanti. In realtà si sono resi conto anche loro che la discesa non era così difficile come poteva sembrare. La roccia è molto sicura, gli appigli e i gradini sono abbondanti. La croce è dotata di libro da firmare, cosa che naturalmente abbiamo fattoDal rifugio Cavazza si riprende il sentiero 666 aggirando in senso orario il Lech dl Pisciadù, e mantenendosi sulla sinistra del Valun dl Pisciadù. Dopo un primo tratto molto semplice si inizia un tratto di sentiero un po' più ripido che richiede l'appoggio di qualche mano, ma nulla di tremendo. Si seguono le indicazioni fino al bivio che, mantenendosi sulla sinistra, guida ai piedi della Cima Pisciadù. In questo punto c'è uno spiazzo con splendida vista sulla Val de Bosli verso il Sas il Bech e il Dente de Mesdì. Si intraprende l'ultimo tratto di salita verso la cima su roccia gradinata, in cui è necessario appoggiare spesso le mani, ma il sentiero nonostante la vista mozzafiato non è particolarmente esposto. Si raggiunge quindi la cima segnalata da una croce e da una stazione meteo. La discesa avviene per lo stesso sentiero.
Giunti alla cima il cielo era quasi completamente azzurro, tranne per la zona verso il Piz Boè che ancora rimaneva coperta.
Giorno 2
Giro del Sas da Lech e Sas dai Ciamorces e discesa a Passo Gardena
Dislivello: 350 metri dal Rifugio Cavazza (2585) a Forcella dei Ciamorces (2923)
Tempi di percorrenza: 2 h per il giro, 1.15 h per la discesa
Altro: Carta tabacco 06 - Sentieri 666, 677, 649, 676 per il giro - Sentiero 666 per la discesa a Passo Gardena
Il mattino seguente, dato che le previsioni davano uno splendido sole il mattino ed un tempo pessimo il pomeriggio decidiamo di fare una breve passeggiata e scendere al passo prima del brutto tempo. Chiedendo informazioni al rifugio mi era stata molto sconsigliata la discesa della Val di Mesdì dal Rif. Boè con gente inesperta data la difficoltà del primo tratto molto mal attrezzato, quindi ho chiesto indicazioni per questo anello, indicazioni però incomplete che ci hanno fatto avere una grossa sorpresa.
Anche qui il gruppo si divide in due, decisamente pericoloso far salire chi non se la sente o non è pratico. Io stesso che ho anche qualche mese di esperienza di arrampicata mi sono sentito poco sicuro a causa dell'acqua. Inoltre se non si sta attenti, appena superato l'ostacolo si rischia di buttare giù sassi verso chi sta sotto.Si prende il sentiero 666 ritornando verso l'imbocco della Val Setus e all'incrocio si prende il sentiero 677 che porta verso forcella dei Ciamorces su pietraia. Splendidi i paesaggi sul Cir, Passo Gardena e la Val Gardena. Si giunge quindi ad un canalino che sale ripido. Qui la sorpresa, molta neve rimasta rende più difficile la salita e come se non bastasse, si rende necessario salire un salto di roccia di circa 2 metri e mezzo con acqua corrente provocata dal disgelo e pioli arrugginiti e a volte piegati verso il basso.
Ci ricongiungiamo coi compagni al Rifugio Cavazza e ridiscendiamo subito per la Val Setus al Passo Gardena, dopodichè precisa come un orologio svizzero, arriva la pioggia.Si procede sempre su pietraia/ghiaione risalendo la Val Ciadin con alle spalle una spettacolare vista del Cir fino a Forcella dei Ciamorces, dopodichè si tiene sempre la destra per ridiscendere lungo il Valun dl Pisciadù al Rifugio Cavazza Segnalo anche qui all'imbocco della discesa al Valun dl Pisciadù un passaggio attrezzato in discesa molto ripido, sconsigliato a chi soffre di vertigini.
Ed ora foto!
Sentiero attrezzato Val Setus
La salita per la Val Setus
Traffico in Val Setus
Il sentiero attrezzato è ben attrezzato e molto trafficato
Rifugio Cavazza al Pisciadù
Lech dl Pisciadù
Il lago Pisciadù ed il trenino di persone dirette verso il rifugio Boè
Lago Pisciadù e Rifugio Cavazza
Vista dal Valun dl Pisciadù
Parete della Cima Pisciadù