Caro Diretur,
sapendo che sei un frequentatore del forum approfitto di questo potente mezzo per scrivere il mio parere su quello che sta accadendo al nostro piccolo mondo.
Mi fregio di essere un vostro e un tuo appassionato lettore. Conservo tutti i numeri di freerider, dal primo all'ultimo, comprato solo stamani e divorato sul divano.
Non sono di sicuro un esperto ne tantomeno un guru, solo un grande appassionato.
Uno di quelli che per grazia anagrafica ha potuto abbracciare la nobile arte della neve fresca quando ancora non era di moda, e non esistevano sci fat, gli arva erano grossi come televisori e se uscivi dai tracciati appena in cima agli impianti gli impiantisti ti guardavano con un sorriso beffardo e okkio invidioso, mica come ora che devono fare i cani da guardia!
Bando alle ciance.
Allora eravamo pochi pochi, io ero giovanissimo e non avevo dolori alle ginocchia.
Ricordo che subito dopo i primi numeri, di ritorno da un lungo weekend di sci primaverile scrissi una lunga mail nella quale ti chiedevo consigli tecnici sui primi sci larghi...oggi sono considerati roba da "finocchi". mi rispondesti dopo qualche giorno con una lunga e sentita lettera, con la quale mi spiegavi che la nostra passione era un qualcosa di nuovo, mai esistito prima, che non dovevo aver paura di comprarmi un paio di fat, non si chiamavano ancora così, e che essere un freerider voleva dire in fondo abbracciare nu nuovo modo di pensare, che bisognava lanciarsi nella avventura e godersi il viaggio. Chiudevi con un amichevole "stammi fluido", una simpatica pacca sulla spalla.
Beh, fu una iniezioni di fiducia... mi comprai gli sciettoni, che massacrai in pochi inverni e che ho sostituito con altri ancora più larghi. Solo un dettaglio commerciale... però al tempo stesso cominciai a guardarmi intorno e a pensare che per fare un po' di freeride non c'era bisogno di lunghi viaggi verso le alpi o verso emisferi lontani... Certo qui da me, Nella terra dei colli, in toscana, è molto più difficile...Devi aspettare che arrivi la nevicata grossa, che scarichi ben bene, poi devi telefonare all'amico, convincerlo che non nevicherà mai più così, che in fondo con l'amica ci andrà l'indomani, e alla fine parti, senza sapere se andrà bene, magari arrivi in cima al cocuzzolo e la neve è sparita, magari scii 800 metri e devi fare chilometri nel bosco impenetrabile, una tortura.. ma è una piccola avventura.
Ecco, caro direttore, ai tempi quello che uscì da quella bella mail era lo spirito pionieristico e da "conquistadores" dell'ignoto, eravamo pochi coraggiosi che si avventuravano in campo nuovo.
Che bello! ricordo quanto godevo all'arrivo delle prime nevicate, la contentezza di vedere che le ditte grandi, quelle serie, sfornavano anno dopo anno sci larghi, sci da polvere, attrezzarture finalmente adeguate... Però ora che sta succedendo??
Si sono accorti che lo snowboard aveva azzoppato il mercato delle vendite dopo i carving, ora i fat stanno iniziando a tirare una nuova fetta di mercato, a bordo pista trovi un sacco di gente coi fat, i fuoripista sono a volte popolati di individui dalla dubbia capacità...
Caro diretur, ci hanno fregato... mi sa che siamo stati il grimaldello, abbiamo detto che era bello e ci hanno creduto! si sono accorti che era vero...
Però le montagne sono tanto grandi che c'è posto per tutti, forse...
Però, caro diretur, se non chiedo troppo, si potrebbe tentare di recuperare un po' di quello spirito pionieristico, rivoluzionario e avanguardista???
Forse potrebbe risultare snob e un po' idiota... però ad esempio nella presentazione degli sci nuovi... perchè non ci sono i Line, perchè mancano alcuni dei modelli più CICCIONI??
Per ostacolare un po' la moda "stupida" del freeride, non dovremmo forse diventare un po' più radicali? Quelle discese vanno conquistate con la salita, sangue sudore e lacrime.
Mi spiego. Non intendo dire che dovremmo dare una immagine "estrema", ma dare una sterzata specialistica... lo sciettino che va bene per la pista e per il fuori a bordo pista... ma che ci frega?? Noi siamo freerider... insomma molti di noi della "vecchia guardia" forse non arriveranno mai in Canada o in Alaska per inseguire la powder, perchè non dare un po' più spazio anche a itinerari segreti, in Appennino, sulle alpi fuori dai circuiti "industriali"??
Ricordo i bellissimi articoli sul rosa e sul bianco, con Jimmi Sesana eroico, e anche quelli su appennini e... che ne so' su Champorcher... Insomma, non so se mi sono spiegato... So che la rivista ha un target ampio, che devi accontentare molti tipi di lettori, e ti dico sinceramente che freerider è per me una bellissima rivista, che in Italia ha tracciato una nuova via, e la sta tracciando ancora.
Non vorrei essere stato troppo duro o critico, caro diretur, il tuo lavoro lo fai bene e ci fa bene.
Insomma secondo te... Siamo ancora degli esploratori della polvere?? c'è ancora spazio per noi Pionieri dello spirito??? O dobbiamo rimpiangere quando non avevamo male alle ginocchia...
Grazie per la bella rivista e per la risposta.
Ciao.
Doc
sapendo che sei un frequentatore del forum approfitto di questo potente mezzo per scrivere il mio parere su quello che sta accadendo al nostro piccolo mondo.
Mi fregio di essere un vostro e un tuo appassionato lettore. Conservo tutti i numeri di freerider, dal primo all'ultimo, comprato solo stamani e divorato sul divano.
Non sono di sicuro un esperto ne tantomeno un guru, solo un grande appassionato.
Uno di quelli che per grazia anagrafica ha potuto abbracciare la nobile arte della neve fresca quando ancora non era di moda, e non esistevano sci fat, gli arva erano grossi come televisori e se uscivi dai tracciati appena in cima agli impianti gli impiantisti ti guardavano con un sorriso beffardo e okkio invidioso, mica come ora che devono fare i cani da guardia!
Bando alle ciance.
Allora eravamo pochi pochi, io ero giovanissimo e non avevo dolori alle ginocchia.
Ricordo che subito dopo i primi numeri, di ritorno da un lungo weekend di sci primaverile scrissi una lunga mail nella quale ti chiedevo consigli tecnici sui primi sci larghi...oggi sono considerati roba da "finocchi". mi rispondesti dopo qualche giorno con una lunga e sentita lettera, con la quale mi spiegavi che la nostra passione era un qualcosa di nuovo, mai esistito prima, che non dovevo aver paura di comprarmi un paio di fat, non si chiamavano ancora così, e che essere un freerider voleva dire in fondo abbracciare nu nuovo modo di pensare, che bisognava lanciarsi nella avventura e godersi il viaggio. Chiudevi con un amichevole "stammi fluido", una simpatica pacca sulla spalla.
Beh, fu una iniezioni di fiducia... mi comprai gli sciettoni, che massacrai in pochi inverni e che ho sostituito con altri ancora più larghi. Solo un dettaglio commerciale... però al tempo stesso cominciai a guardarmi intorno e a pensare che per fare un po' di freeride non c'era bisogno di lunghi viaggi verso le alpi o verso emisferi lontani... Certo qui da me, Nella terra dei colli, in toscana, è molto più difficile...Devi aspettare che arrivi la nevicata grossa, che scarichi ben bene, poi devi telefonare all'amico, convincerlo che non nevicherà mai più così, che in fondo con l'amica ci andrà l'indomani, e alla fine parti, senza sapere se andrà bene, magari arrivi in cima al cocuzzolo e la neve è sparita, magari scii 800 metri e devi fare chilometri nel bosco impenetrabile, una tortura.. ma è una piccola avventura.
Ecco, caro direttore, ai tempi quello che uscì da quella bella mail era lo spirito pionieristico e da "conquistadores" dell'ignoto, eravamo pochi coraggiosi che si avventuravano in campo nuovo.
Che bello! ricordo quanto godevo all'arrivo delle prime nevicate, la contentezza di vedere che le ditte grandi, quelle serie, sfornavano anno dopo anno sci larghi, sci da polvere, attrezzarture finalmente adeguate... Però ora che sta succedendo??
Si sono accorti che lo snowboard aveva azzoppato il mercato delle vendite dopo i carving, ora i fat stanno iniziando a tirare una nuova fetta di mercato, a bordo pista trovi un sacco di gente coi fat, i fuoripista sono a volte popolati di individui dalla dubbia capacità...
Caro diretur, ci hanno fregato... mi sa che siamo stati il grimaldello, abbiamo detto che era bello e ci hanno creduto! si sono accorti che era vero...
Però le montagne sono tanto grandi che c'è posto per tutti, forse...
Però, caro diretur, se non chiedo troppo, si potrebbe tentare di recuperare un po' di quello spirito pionieristico, rivoluzionario e avanguardista???
Forse potrebbe risultare snob e un po' idiota... però ad esempio nella presentazione degli sci nuovi... perchè non ci sono i Line, perchè mancano alcuni dei modelli più CICCIONI??
Per ostacolare un po' la moda "stupida" del freeride, non dovremmo forse diventare un po' più radicali? Quelle discese vanno conquistate con la salita, sangue sudore e lacrime.
Mi spiego. Non intendo dire che dovremmo dare una immagine "estrema", ma dare una sterzata specialistica... lo sciettino che va bene per la pista e per il fuori a bordo pista... ma che ci frega?? Noi siamo freerider... insomma molti di noi della "vecchia guardia" forse non arriveranno mai in Canada o in Alaska per inseguire la powder, perchè non dare un po' più spazio anche a itinerari segreti, in Appennino, sulle alpi fuori dai circuiti "industriali"??
Ricordo i bellissimi articoli sul rosa e sul bianco, con Jimmi Sesana eroico, e anche quelli su appennini e... che ne so' su Champorcher... Insomma, non so se mi sono spiegato... So che la rivista ha un target ampio, che devi accontentare molti tipi di lettori, e ti dico sinceramente che freerider è per me una bellissima rivista, che in Italia ha tracciato una nuova via, e la sta tracciando ancora.
Non vorrei essere stato troppo duro o critico, caro diretur, il tuo lavoro lo fai bene e ci fa bene.
Insomma secondo te... Siamo ancora degli esploratori della polvere?? c'è ancora spazio per noi Pionieri dello spirito??? O dobbiamo rimpiangere quando non avevamo male alle ginocchia...
Grazie per la bella rivista e per la risposta.
Ciao.
Doc