dal compagno di mille avventure arriva la proposta di "fare qualcosa" nel fine settimana... il sabato ho già un impegno con l'altra metà del cielo, ma per domenica c'è il via libera... le previsioni meteo per la zona dolomitica, però, non sono entusiasmanti al contrario di quanto si prospetta più a ovest... il cugino allora mi propone di raggiungerlo a Milano e pensare a una meta da quelle parti... detto fatto, finalmente è l'occasione di uscire dalla dorata prigione dolomitica e vedere luoghi che finora ho colpevolmente disertato...
l'opzione più immediata è quella di andare in grigna... tuttavia, se devo cambiare aria vorrei approfittarne per cambiare anche roccia... vada allora per la val di mello, che sogno di visitare da almeno un quarto di secolo... serve però qualcosa di abbastanza facile e introduttivo al tipo di arrampicata... la scelta cade su "uomini e topi", via aperta in solitaria dal mitico popi miotti nel '77... arriviamo a san martino in tempo per accaparrarci uno dei pass per accedere in auto alla valle, perciò paghiamo, saliamo e parcheggiamo nei pressi del gatto rosso... scendo dalla macchina ed è subito sbadadam®...
prepariamo in fretta il materiale e ci avviamo a passo spedito lungo il sentiero di fondovalle... passo spedito che serve a compensare le continue pause fotografiche... dopo pochi minuti di cammino contorniamo il laghetto del qualido e la tentazione di sacrificare l'arrampicata sull'altare di un bagno nelle sue acque trasparenti è forte...
qualido che giganteggia sopra le nostra teste...
non facciamo molta strada che troviamo un secondo specchio d'acqua, noto con il curioso nome di bidet della contessa... a un passo dal sentiero, un grande masso attrezzato con due funi consente di salire e tuffarsi nel laghetto... che voglia!
resistiamo stoicamente e continuiamo il nostro percorso di avvicinamento alla via, che si trova nella parte alta della valle... impossibile però per me non bloccarmi ogni due per tre per scattare qualche foto... qui le baite di cascina piana...
saliamo ancora e raggiungiamo la località rasica... prima di inoltrarci nel bosco, un altro sguardo alle incredibili strutture rocciose che sovrastano la valle...
ora il sentiero si fa più ripido e, dopo aver costeggiato il torrente, ci conduce alla base delle placche su cui si snoda il nostro itinerario... l'attacco è a pochi passo dal sentiero... uno spuntino, ci imbraghiamo e si parte... come da tradizione, il primo tiro spetta al cugino...
una volta presa confidenza con la tecnica d'aderenza la progressione non è difficile, meno immediato è far pace con la distanza siderale a cui si riescono a piazzare protezioni dalla dubbia tenuta... ... il secondo tiro tocca a me... qualche metro in traverso su "comoda cengia", poi sù in diagonale lungo la placconata...
la relazione dice ora di piegare a destra in direzione del bosco...
mentre lo raggiungo in sosta, mio cugino chiede lumi sul prosieguo a una cordata che si sta calando in doppia... su dritti per lo spigolo, dicono... la relazione parla di un tiro di terzo e lo spigolo è effettivamente molto appoggiato... ok, vado... effettivamente, nei primi metri quasi si cammina... man mano che la corda sfila, però, questa bella prua arrotondata si impenna sempre più... raggiungo un vecchio chiodo, guardo sù... boh, c'è scritto terzo... proseguo ancora qualche metro, trovo una micro-fessurina in cui piazzare un friend... se questo è terzo, penso, non voglio sapere com'è il quarto... ... giungo ad un secondo, benedetto chiodo che lo spigolo è ormai quasi verticale... accarezzo l'idea di calarmi, ma non mi fa di farmi scornare così alla prima via in valle, perciò cerco di fare aderenza pure con la lingua e, confidando in san vitale (bramani), riesco a saltar fuori dal tratto più ripido... sopra la mia testa, un bel resinato fa l'effetto dell'oasi nel deserto ma per raggiungerlo mi devo sciroppare ancora una decina di metri non proprio elementari... non sarebbe neanche la vera e propria sosta, ma non ne ho veramente più, perciò mi assicuro e chiamo il socio... la lentezza con cui anche lui, nettamente più forte di me, sale il tratto ripido mi insospettisce... dopo un po' di sacramenti, anche lui sbuca fuori dallo spigolo...
solo una volta tornati a casa, controllando meglio su internet, abbiamo scoperto che quella da noi percorsa non è la via originale bensì la cosiddetta variante Baader, gradata V e VI... ... ah, il potere dell'inconsapevolezza...
il tiro successivo è decisamente più abbordabile... la distanza tra le protezioni resta notevole, ma l'arrampicata è entusiasmante, a picco sulla valle sottostante...
oltre la comoda sosta con alberello, la placca si raddrizza nuovamente... sono un po' scarico mentalmente, perciò lascio strada al cugino che si spara un bellissimo tiro tra lame e fessure da tempestare di friend e dadi... col senno di poi, mi sono pentito di averglielo lasciato...
per concludere la via mancherebbero ancora due tiri, ma nel frattempo si è fatto tardi e speravamo di evitare il consueto mega traffico di rientro della domenica sera... un po' a malincuore perché ci stavamo divertendo un mondo, ma decidiamo di accontentarci e calarci...
lungo il sentiero di rientro, c'è ancora spazio per qualche foto alla bellezza della valle...
e a qualche progetto futuro... la voglia di tornare al più presto, infatti, è tanta...
dopo l'estate, però... ora è il momento di spostarsi più in alta quota...
l'opzione più immediata è quella di andare in grigna... tuttavia, se devo cambiare aria vorrei approfittarne per cambiare anche roccia... vada allora per la val di mello, che sogno di visitare da almeno un quarto di secolo... serve però qualcosa di abbastanza facile e introduttivo al tipo di arrampicata... la scelta cade su "uomini e topi", via aperta in solitaria dal mitico popi miotti nel '77... arriviamo a san martino in tempo per accaparrarci uno dei pass per accedere in auto alla valle, perciò paghiamo, saliamo e parcheggiamo nei pressi del gatto rosso... scendo dalla macchina ed è subito sbadadam®...
prepariamo in fretta il materiale e ci avviamo a passo spedito lungo il sentiero di fondovalle... passo spedito che serve a compensare le continue pause fotografiche... dopo pochi minuti di cammino contorniamo il laghetto del qualido e la tentazione di sacrificare l'arrampicata sull'altare di un bagno nelle sue acque trasparenti è forte...
qualido che giganteggia sopra le nostra teste...
non facciamo molta strada che troviamo un secondo specchio d'acqua, noto con il curioso nome di bidet della contessa... a un passo dal sentiero, un grande masso attrezzato con due funi consente di salire e tuffarsi nel laghetto... che voglia!
resistiamo stoicamente e continuiamo il nostro percorso di avvicinamento alla via, che si trova nella parte alta della valle... impossibile però per me non bloccarmi ogni due per tre per scattare qualche foto... qui le baite di cascina piana...
saliamo ancora e raggiungiamo la località rasica... prima di inoltrarci nel bosco, un altro sguardo alle incredibili strutture rocciose che sovrastano la valle...
ora il sentiero si fa più ripido e, dopo aver costeggiato il torrente, ci conduce alla base delle placche su cui si snoda il nostro itinerario... l'attacco è a pochi passo dal sentiero... uno spuntino, ci imbraghiamo e si parte... come da tradizione, il primo tiro spetta al cugino...
una volta presa confidenza con la tecnica d'aderenza la progressione non è difficile, meno immediato è far pace con la distanza siderale a cui si riescono a piazzare protezioni dalla dubbia tenuta... ... il secondo tiro tocca a me... qualche metro in traverso su "comoda cengia", poi sù in diagonale lungo la placconata...
la relazione dice ora di piegare a destra in direzione del bosco...
mentre lo raggiungo in sosta, mio cugino chiede lumi sul prosieguo a una cordata che si sta calando in doppia... su dritti per lo spigolo, dicono... la relazione parla di un tiro di terzo e lo spigolo è effettivamente molto appoggiato... ok, vado... effettivamente, nei primi metri quasi si cammina... man mano che la corda sfila, però, questa bella prua arrotondata si impenna sempre più... raggiungo un vecchio chiodo, guardo sù... boh, c'è scritto terzo... proseguo ancora qualche metro, trovo una micro-fessurina in cui piazzare un friend... se questo è terzo, penso, non voglio sapere com'è il quarto... ... giungo ad un secondo, benedetto chiodo che lo spigolo è ormai quasi verticale... accarezzo l'idea di calarmi, ma non mi fa di farmi scornare così alla prima via in valle, perciò cerco di fare aderenza pure con la lingua e, confidando in san vitale (bramani), riesco a saltar fuori dal tratto più ripido... sopra la mia testa, un bel resinato fa l'effetto dell'oasi nel deserto ma per raggiungerlo mi devo sciroppare ancora una decina di metri non proprio elementari... non sarebbe neanche la vera e propria sosta, ma non ne ho veramente più, perciò mi assicuro e chiamo il socio... la lentezza con cui anche lui, nettamente più forte di me, sale il tratto ripido mi insospettisce... dopo un po' di sacramenti, anche lui sbuca fuori dallo spigolo...
solo una volta tornati a casa, controllando meglio su internet, abbiamo scoperto che quella da noi percorsa non è la via originale bensì la cosiddetta variante Baader, gradata V e VI... ... ah, il potere dell'inconsapevolezza...
il tiro successivo è decisamente più abbordabile... la distanza tra le protezioni resta notevole, ma l'arrampicata è entusiasmante, a picco sulla valle sottostante...
oltre la comoda sosta con alberello, la placca si raddrizza nuovamente... sono un po' scarico mentalmente, perciò lascio strada al cugino che si spara un bellissimo tiro tra lame e fessure da tempestare di friend e dadi... col senno di poi, mi sono pentito di averglielo lasciato...
per concludere la via mancherebbero ancora due tiri, ma nel frattempo si è fatto tardi e speravamo di evitare il consueto mega traffico di rientro della domenica sera... un po' a malincuore perché ci stavamo divertendo un mondo, ma decidiamo di accontentarci e calarci...
lungo il sentiero di rientro, c'è ancora spazio per qualche foto alla bellezza della valle...
e a qualche progetto futuro... la voglia di tornare al più presto, infatti, è tanta...
dopo l'estate, però... ora è il momento di spostarsi più in alta quota...