Lagazuoi Piccolo e lago omonimo - Dolomiti de Anpezo - 18/06/2023

subsahara

Coldest Ice
La mattina di domenica dieciotto giugno mi viene un'improvvisa voglia di Lagazuoi.
Do un'occhiata alla cartina e opto per un itinerario anelloso, il quale secondo me ha il pregio di legare nodi frequentatissimi con aste quasi sempre scariche.
Un giro facile, ma che richiede per buona parte del suo sviluppo, come dire, un attento mantenimento o addirittura un’attiva costruzione della traccia. Insomma, penso sia un gran bel giro, che merita di essere descritto.

Alle 11 a.m. parcheggio l'autovettura accanto al forte Intra i Sass, in prossimità del Passo Valparola, e mi dispongo alla salita
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Il passo Valparola, e i Sett Sass
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Proseguo a mezza costa lungo la parte iniziale del sentiero dei Cacciatori del Kaiser.
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Giù in fondo il passo Falzarego
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Il sentiero dei Kaiserjaeger, che con un dislivello di seicento metri porta dal Valparola (o dal Falzarego) alla cima del Lagazuoi Piccolo, non è che sia poi così frequentato… sì, gente un po’ ce n’è ma chiaramente la stragrande maggioranza delle persone sale su direttamente con la funivia
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Finiscono i pendii detritici, e comincia il duro sasso
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Il canale d’accesso alla parte più “pepata” dell’ascesa (si fa per dire: è un percorso facile con un paio di passaggi un po’ esposti)
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Panoramica asse che funge da panca. Dietro i Sett Sass, und die Sellagruppe ancor più dietro
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Si avvicina il caratteristico ponticello sospeso
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Dopo il ponte c’è un tratto di cengia un po’ esposto, che conduce ai piedi dell’edificio sommitale del Lagazuoi
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Non resta che virare a sinistra e percorrere in moderata salita l’incisione raffigurata in foto
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La pendenza diminuisce; ultimi passi e poi…
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… la cresta del Lagazuoi è raggiunta. Sbucano improvvise le Conturines…
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… il vasto catino interno, Fanes, le Tofane…
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Sulla destra l’affollata vetta
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In cima al Lagazuoi Piccolo, alle 12.20
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Rimango in cima quaranta minuti: mangio un panino, riposo, osservo il panorama. La folla non è particolarmente molesta, ma ora ho bisogno di un po’ solitudine: mi metto quindi in moto camminando lungo la cresta, in direzione diametralmente opposta a quella del vicino rifugio
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Sguardo all’indietro
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Verso sinistra il percorso è decisamente aereo: si aprono salti di centinaia di metri
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Dietro di me forcella Lagazuoi.
Ecco, credo che la massima parte di chi sale al Lagazuoi parta dal Falzarego e lì ritorni, passando all’andata (o più normalmente al ritorno) per la forcella.
Ma anche coloro diretti al (o provenienti dal) rifugio Scotoni e/o lago Lagazuoi passano di default dalla forcella.
La traccia che sto seguendo io invece, che segue il crinale e poi piega a destra per scendere verso il catino, è quasi negletta
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Bassi ometti, non sempre ben visibili, guidano il viandante
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Arriva il momento di abbandonare l’edificio sommitale del Lagazuoi piccolo, scendendo lungo uno stretto canalino verticale ingombro di neve (lo si vede chiaramente in foto sulla sinistra).
E’ un passaggio delicato, l’unico passaggio veramente delicato dell’escursione. Sono presenti un cavo e delle staffe agevolanti, ma bisogna comunque stà in campana
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Dopo avere abbandonato il canalino procedo un po’ a sentimento lungo il crinale roccioso perché la traccia - vista anche la presenza di vaste chiazze di neve - non è pù visibile. Non che ciò rappresenti un problema dato che un po’ più avanti si scorge chiaramente la prosecuzione del sentiero che piega a destra e che, tagliando i primi prati, plana verso il catino (in foto)
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Altra vista retrospettiva
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Ormai sono quasi arrivato al fondo. Data la perdita di quota il laghetto, fino a quel momento perfettamente visibile, scompare dietro una gibbosità del catino
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Bene, saluto alle mie spalle il Lagazuoi Piccolo (che è un balcone panoramico ineguagliabile, ma di per sé - diciamoci la verità - è piuttosto bruttarello)…
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… e metto finalmente piede sulla mitica celebratissima pista Armentarola, la quale in estate si chiama più sommessamente “sentiero 20A”
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Vedo il Piz La Ila con le due piste servite dalla Bamby, e poi dietro il Sassongher con Puez e Odle… le suggestioni sciistiche potrebbero spingere a percorrere direttamente l’Armentarola fino a forcella Salares, e da lì virare a sinistra per tornare al Valparola.
Sarebbe chiaramente il modo più semplice e diretto per chiudere l’anello
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Io però ho altri programmi, e cioè raggiungere il lago Lagazuoi, scendere allo Scotoni, e solo dopo aver fatto ciò risalire a forcella Salares.
Quindi attraverso la pista e proseguo dritto per dritto, a vista, verso il lago
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Il “fuori pista” non presenta ovviamente problemi di orientamento dato che è sempre ben visibile la forcella del lago tra Piza dl Lech e Cima Scotoni, sotto la quale si trova appunto la mia prossima meta
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Questo però non vuol dire che non ci sia bisogno di “guardare dove si mettono i piedi”. L’intero catino del Lagazuoi è solcato da incisioni più o meno profonde che devono essere aggirate o superate per continuare la marcia.
Come per esempio questa in foto
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Il fuoripista è quasi terminato: sto per immettermi nel sentiero 20, il quale proviene (come il 20A) da Forcella Lagazuoi e poi scende “tenendo la destra” verso il lago e lo Scotoni
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L’impressionante antro a destra della parete di cima Scotoni
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Sono ormai quasi arrivato al lago, che si trova a una quota di circa 2200 m.
Compaiono i primi mughi e anche, sul frequentato sentiero 20, improbabili gruppi di giapponesi, inglesi, slavi, etc. che attestano la fama internazionale dei luoghi
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La discesa verso il rifugio Scotoni
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Prima però raggiungo lo stupendo specchio d’acqua, dopo un’ora e mezza di camminata completamente solitaria (a parte l’ultimissimo tratto), e mi concedo venti minuti di pausa durante la quale sbocconcello un altro panino.
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Intraprendo poi la discesa di circa duecento metri di dislivello…
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…e arrivato alla nota, bellissima spianata a duemila metri circa di quota sulla quale si trova il rifugio Scotoni
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Mentre mi bevo una birra osservo lo sperone roccioso (dovrebbe chiamarsi “Col de Bocia”) ai piedi del quale serpeggia la pista Armentarola nel suo tratto da forcella Salares al rifugio Scotoni
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Alpaca appena tosati
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Bene, rimettiamoci in marcia, direzione forcella Salares.
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Il sentiero taglia in qualche punto la pista, ma è ovviamente ben più diretto.
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La Torre del Lago, cima Scotoni, il gruppo di Fanes
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Proseguo solitario. L’ambiente (c’è bisogno di dirlo?) è bellissimo
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Forcella Salares. Se prima fossi sceso direttamente dall’Armentarola, senza passare per lago e rifugio, avrei risparmiato trecento metri buoni di salita
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Magnifica vista sulle caotiche Conturines, i cui elementi si affastellano disordinatamente dalla base alla vetta
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Ora bisogna scendere meandreggiando e tornanteggiando per il lungo e ripido canalino, alla base del quale corre il confine tra Alto Adige e Veneto
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Tornato in Veneto, proseguo in blanda salita a mezzacosta
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Alla mia destra l’Alta Badia
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Alla mia sinistra pareti verticali sulle quali si arrampicano un po’ di rocciatori (con cani al seguito)
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Arrivo all’asfalto di una strada dismessa, semisepolta dalla frane
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Furgoni con targhe bavaresi, probabilmente dei rocciatori-canari.
Un po’ mi ricordano quel gruppo di fortissimi ma squattrinati climbers, tra cui Mariacher, Iovine, ecc, che decenni fa bivaccavano di notte nei pressi della casa cantoniera del passo Sella, e di giorno affrontavano le pareti del Piz Ciavazes
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La strada dismessa porta al primo tornante della strada che dal Valparola porta a San Cassiano.
Mancano poche centinaia di metri ormai
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Lambisco il piccolo laghetto di Valparola…
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… e arrivo alfine al forte Intra I Sass.
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Il "Gran Portale", che progetto che ho (avevo?)... via aperta da un tuo conterraneo, accademico CAI e grande esploratore delle pareti dell'Appenino centrale, Paolo Consiglio.

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Via la cui difficoltà principale, oltre a un camino liscio di V-, è forse il rientro, un po' molesto, sulla cengia Veronesi...
 
Beh, un classicone l'anello chiuso con la Salares (che ho percorso al contrario tuo), ma l'allungamento l'ha reso un giro assai bello, lungo ed a tratti solitario.
Anche io ricordo quelle fenditure profonde, anzi credo proprio di avere la tua stessa foto.
Come al solito, e come sempre persino a ferragosto, basta deviare di 100 metri per ritrovarsi nelle nostre splendide Dolomiti invece che in spiaggia
 
Via la cui difficoltà principale, oltre a un camino liscio di V-, è forse il rientro, un po' molesto, sulla cengia Veronesi...
Mlesto sì, ma strepitoso, te lo assicuro. Credo però che tu possa tornare anche dalla forcella (urca non ricordo il nome eppure famosissima) che ti fa scendere in prossimità del lago. Forse è proprio la Forcella del Lago?
 

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Mlesto sì, ma strepitoso, te lo assicuro. Credo però che tu possa tornare anche dalla forcella (urca non ricordo il nome eppure famosissima) che ti fa scendere in prossimità del lago. Forse è proprio la Forcella del Lago?
sì, sì, è la forcella del lago!
 
Interessantissimo, Mad... quando puoi (se vuoi) dicci qualcosa in più sul Portale!

Quando ci andrò... :)
Dalle foto facilmente reperibili in rete, ci si rende conto di quanto sia grande realmente quell'antro nella montagna.

Mlesto sì, ma strepitoso, te lo assicuro. Credo però che tu possa tornare anche dalla forcella (urca non ricordo il nome eppure famosissima) che ti fa scendere in prossimità del lago. Forse è proprio la Forcella del Lago?

Vero giusto! Il rientro è per la Forcella del lago e sentiero
 
la stagione reportistica è partita col botto, quest'anno... :PPINK

grande subsahara, mai giri banali... che posti incredibili...

Il "Gran Portale", che progetto che ho (avevo?)... via aperta da un tuo conterraneo, accademico CAI e grande esploratore delle pareti dell'Appenino centrale, Paolo Consiglio.

è (era) anche uno dei tanti progetti miei e del mio compare/cugino... poi lui alla prima occasione ci è andato senza di me, il maledetto... :mad:
 
L'obiettivo dell'estate è rimettermi in forma (cioè prendere un po' di resistenza perché vivadio di come si arrampica non l'ho dimenticato) e tornare a fare qualche viuzza... forse 2024... chissà...
 
Bellissimo il Lagazuoi! Ci sono stato partendo dal Falzarego ma tanti anni fa... ho dei bei ricordi
 
Fantastico, zone mistiche...
Quest'anno sicuramente farò una parte di questi sentieri in qualche giro con la moglie.
Il giro come l'hai fatto tu quanto dislivello sarà? 1200/1300 metri?
 
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