Italia vs il resto del mondo

gao92

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Ciao a tutti!
secondo voi perché in Italia, o perlomeno a Cortina, si tende sempre di più a disincentivare tutto ciò che è "fuori pista"? A differenza dell'estero?
Nella mia esperienza a whistler ho visto di come invece sia tutto pubblicizzato ed utilizzato, non come da noi che credo sia quasi vietato sciare fuori pista...

Mi è venuta questa domanda vedendo una foto su Facebook, di una cartolina degli anni 60 (che vi allego) che ritraeva il mitico bus de tofana...
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E allora mi chiedo: abbiamo dei capolavori come il bus, le creste bianche, la valle orita, la 18 - parlando di cortina- e suppongo ce ne siano molti altri in giro per il resto d'italia...

Perché non pubblicizzarli come alternativa allo sci di pista? Magari metterli in sicurezza come succede in Canada che sono si fuori pista, ma "monitorati"?

Ma basti pensare anche al differente approccio che hanno i maestri di sci, mia madre classe '65 veniva portata sempre sui più disparati fuori pista, io classe '92 già ho avuto meno "fortuna", in quanto venivano portati in fuoripista ma non così tanto "impegnativi", e invece i ragazzi di oggi proprio non vengono portati, come se ci fosse sempre più "terrore" da parte dei maestri...
 

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La mia risposta è applicabile più o meno a qualsiasi cosa purtroppo:

una volta secondo me era più lineare la questione:
vai fuori pista -> ti fai male -> problemi tuoi

ora si parte sempre con ricerca di responsabilità, denuncia, avvocati, soldi... chi te lo fa fare di imbarcarti a promuovere il fuoripista XYZ se poi succede qualcosa vengono da te a dire "eh ma il comune lo pubblicizza, è responsabilità loro!"

Parlavo tempo fa con la mia maestra di sci, e qualche anno fa c'era una zona freeride "ufficiale" su a Col Margherita (Falcade), alla fine c'erano talmente tante spese di assicurazione e menate varie che han tolto via tutto.

Come detto questo ragionamento purtroppo è sempre più applicabile a tantissimi ambiti (montani o anche no) ed è un modo di ragionare che a me fa estremamente tristezza... nessuno si prende più le proprie responsabilità... faccio solo un esempio che non c'entra niente ma che rende bene il concetto: ai miei tempi (sempre sognato di iniziare così una frase) se andavi male a scuola, a casa le sentivi dai genitori, ora invece i genitori vanno ai colloqui e sempre più spesso danno la colpa ai professori se il figlio va male / non fa niente / ha brutti voti...

Secondo me la logica è esattamente la stessa "è sempre colpa degli altri", e quindi si torna a "chi me lo fa fare? faccio una cosa che mi porta più rogne che altro.."
 
Senza contare anche la normativa vigente che regola le attività dello sci fuoripista/alpinismo, che rendono anche i cosiddetti "percorsi controllabili" di difficile fattibilità , con secondo me , gran felicità per i gestori delle stazioni sciistiche . Poi concordo anche con Rebelott : manca una mentalità alternativa all omologazione attuale della cultura sciistica.Senza quella fai fatica anche solo a proporre qualcosa: esempio lampante fu anni fá la possibile riqualificazione del passo Rolle in outdoor paradise con la completa eliminazione degli impianti . Ci fu una tale reazione della " casta " impianti a fune che il più talebano degli ecologisti a confronto era Cetto la qualunque per capirsi.Tant è che non se ne fece più di nulla, e ancora dopo anni del collegamento Rolle/SMDC non esiste
 
Ultima modifica:
Non solamente una regressione della cultura sciistica ma come scrive @FrancescoQ siamo arrivati alla peggior forma di ipergarantismo esistente!
Se accade qualche cosa di sfavorevole si va a cercare a tutti i costi un colpevole! Non esiste più la propria responsabilità e la casualità ma è sempre colpa di qualcun altro.

Da qui le ordinanze di Sindaci, il rifiuto a portare a fare un fuoripista anche semplice, etc. etc.
 

.

Vado a memoria , sicuramente non ad esperienza personale: in Giappone credo sia un po’ simile all’Italia … come divieti tout court o erro?

Che poi al di là dei divieti , quel che peggio è la “percezione” conseguente della società tutta nei confronti di queste attività.

Mah
 
Sentivo parlare in seggiovia delle signore che si ricordavano di quando da bambine i loro genitori le portarono a Forcella Sassolungo.
Da come parlavano era normale portare i bambini a fare cose rischiose e secondo me era utile per iniziare a capire che non si vive in un mondo ricoperto di spugna e ovattato al 100 per cento.

Poi c era anche forcella Pordoi segnalata. E molti altri
 
Sentivo parlare in seggiovia delle signore che si ricordavano di quando da bambine i loro genitori le portarono a Forcella Sassolungo.
Da come parlavano era normale portare i bambini a fare cose rischiose e secondo me era utile per iniziare a capire che non si vive in un mondo ricoperto di spugna e ovattato al 100 per cento.

Poi c era anche forcella Pordoi segnalata. E molti altri
..confermo fatte entrambe (Sassolungo e Pordoi) nel lontano 1990. La Sassolungo (reinseriso qui di seguito foto di quel giorno) era addirittura considerata pista e c'era solo il cartello "per sciatori esperti". Il Pordoi era considerato fuoripista ma assolutamente aperto "a tuo rischio e pericolo"
..mala tempora currunt.... :(

Forcella Sassolungo 1990

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Sentivo parlare in seggiovia delle signore che si ricordavano di quando da bambine i loro genitori le portarono a Forcella Sassolungo.
Da come parlavano era normale portare i bambini a fare cose rischiose e secondo me era utile per iniziare a capire che non si vive in un mondo ricoperto di spugna e ovattato al 100 per cento.

Poi c era anche forcella Pordoi segnalata. E molti altri
be' insomma, portare bambini lassù proprio normale non era, se devo dire...
 
Sentivo parlare in seggiovia delle signore che si ricordavano di quando da bambine i loro genitori le portarono a Forcella Sassolungo.
Da come parlavano era normale portare i bambini a fare cose rischiose e secondo me era utile per iniziare a capire che non si vive in un mondo ricoperto di spugna e ovattato al 100 per cento.

Poi c era anche forcella Pordoi segnalata. E molti altri
ma, credo fosse normale all'epoca. ora non più ...

tarvisio, anni 70 ed 80. il mio maestro di sci ci portava ovunque. se ho imparato a sciare in ogni situazione, non solo sulle mille rughe, è perchè ho fatto discese di ogni tipo e genere. neve fresca, boschi e boschetti di valbruna e dintorni, lussari e preisnig, e tante gobbe ...

oggi pom sul civetta, sulla fernazza, sentivo dei ragazzi lamentarsi per i grumi/cumuli sulla pista. tenerezza infinita.
 
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La cosa incredibile, che davvero non mi spiego, è quante seghe ci siano in giro a sciare. Col carve, con le piste a biliardo, il grosso va in giro a cazz... Altro che fuoripista, quelli han bisogno della balia sulle azzurre
 
ma, credo fosse normale all'epoca. ora non più ...
In Francia è ancora piuttosto normale.

Ma anche in Svizzera quando ci sono in maggioranza (presumo) svizzeri a sciare ho in più occasioni notato che il livello tecnico è imparagonabile a quando ci sono le invasioni barbariche (che ci sono eccome anche in Francia perché sebbene la mentalità sciistica sia molto differente a quella italiana la maggior parte dei francesi abita lontano dalle montagne e scia una settimana all'anno o poco più).....
 
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