julianross
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Uniti nella passione per le Dolomiti, io e alfpaip decidiamo di fare un “giretto” assieme.
Abbiamo ben due giorni liberi, domenica 5 e lunedì 6 settembre e le previsioni già dalla settimana precedente sembrano favorevoli.
Ognuno tira fuori le proprie proposte e alla fine si converge su una zona a lui abbastanza “ignota” e su un giro che io avevo fatto solo a tratti, mai concluso completamente a causa delle avverse condizioni atmosferiche: il classico Giro del Monte Popera con Ferrate Roghel e Cengia Gabriella il primo giorno, pernottamento al Rifugio Carducci, Strada degli Alpini il secondo giorno.
Non contento del poco chilometraggio e dislivello, alfpaip propone anche la salita al Monte Popera per aggiungere un 3mila dolomitico alla collezione. Non sapevo manco della possibilità di salire lassù ma se lo dice lui mi fido, quindi ok… giro approvato.
Le previsioni sono ottime per lunedì ma mettono piogge e temporali per domenica pomeriggio, quindi sarà il caso di partire presto e fare veloce. Quindi ritrovo alle 6.15 a Santo Stefano di Cadore e prima delle 7 siamo già in movimento al Rifugio Lunelli in direzione Rifugio Berti.
Siamo soli e il posto alla fioca luce del mattino è magico
Si inizia a salire e alle nostre spalle si iniziano a vedere le Creste di Confine, dove ero stato la settimana precedente: Monte Cavallino, Crode dei Longerin, Monte Palombino
Eccoci già all’altezza del Rifugio Berti (sovrastato dal Passo della Sentinella e dalla Croda Rossa)
dove però non ci fermiamo tirando dritto fino al bivio sul sentiero 152
Il nostro obiettivo è proprio lassù, alla base delle rocce dei Campanili del Popera, dove c’è l’attacco della Ferrata Roghel.
Si inizia a ravanare (son 400 metri veramente faticosi) su per il ghiaione
fino a 2350 metri, dove troviamo la prima corda fissa.
Inutile parlare della ferrata visto che trovate mille relazioni sul web. Metto solo qualche foto di me e di alfpaip in azione sui 250 metri di dislivello che conducono alla Forcella delle Guglie o dei Campanili a 2565m.
Affacciati sulla forcella… sbadabam (cit.) ci accoglie il Cadin di Stallata dove è posto il Bivacco Battaglione Cadore (in ombra, sulla sinistra)
Alfpaip in estasi studia già la Cengia Gabriella sullo sfondo
Prima bisogna scendere in fondo al Cadin, però… e non è per niente banale, praticamente bisogna fare un’altra ferrata in discesa…
Dopo una prima possibilità di scendere in un canalino ghiaioso verso il Bivacco, si scavalca un’altra fascia rocciosa fino a giungere alla vera conclusione della Ferrata Roghel.
Qui si svolta a destra (ulteriore possibilità di scendere al Bivacco) e si inizia a risalire il circo ghiaioso che poi si traversa in diagonale fino a raggiungere l’attacco della Ferrata Cengia Gabriella. Anche per questa trovate le descrizioni online. Sappiate solo che è bella lunga e dopo 4 ore di cammino la fatica in qualche risalita (i tratti in piano sono minori di quelli che ci si potrebbe aspettare) si farà sentire…
Ecco qualche foto
Dopo un lungo aggiramento della montagna finalmente si inizia a vedere in lontananza il Rifugio Carducci…
Adesso il tratto orizzontale è finito e bisogna solo scendere
utilizzando anche una bella e caratteristica cengiona inclinata
alla fine della quale finiscono le attrezzature e si prende il sentiero che porta alla via di accesso del Rifugio Carducci da Auronzo (sentiero 103).
Uno sguardo indietro al cengione obliquo
E poi resta solo la risalita al Rifugio Carducci, raggiunto dopo 7 ore e mezza dalla partenza, comprensive delle (poche) pause.
Il tempo aveva retto bene, col senno di poi avremmo potuto anche prendercela più comoda.
La pioggia è arrivata solo nel tardo pomeriggio seguita da un bel temporalone con lampi che illuminavano a giorno proprio mentre ci stavamo gustando i famosi canederli del rifugio per cena.
Una grappetta e poi in sacco con la (vana) speranza di dormire un po’ in due minuscole camerate attigue con letti a castello stile bivacco.
Lascio ora la parola al compagno di avventura Alpaip per la seconda giornata.
Abbiamo ben due giorni liberi, domenica 5 e lunedì 6 settembre e le previsioni già dalla settimana precedente sembrano favorevoli.
Ognuno tira fuori le proprie proposte e alla fine si converge su una zona a lui abbastanza “ignota” e su un giro che io avevo fatto solo a tratti, mai concluso completamente a causa delle avverse condizioni atmosferiche: il classico Giro del Monte Popera con Ferrate Roghel e Cengia Gabriella il primo giorno, pernottamento al Rifugio Carducci, Strada degli Alpini il secondo giorno.
Non contento del poco chilometraggio e dislivello, alfpaip propone anche la salita al Monte Popera per aggiungere un 3mila dolomitico alla collezione. Non sapevo manco della possibilità di salire lassù ma se lo dice lui mi fido, quindi ok… giro approvato.
Le previsioni sono ottime per lunedì ma mettono piogge e temporali per domenica pomeriggio, quindi sarà il caso di partire presto e fare veloce. Quindi ritrovo alle 6.15 a Santo Stefano di Cadore e prima delle 7 siamo già in movimento al Rifugio Lunelli in direzione Rifugio Berti.
Siamo soli e il posto alla fioca luce del mattino è magico
Si inizia a salire e alle nostre spalle si iniziano a vedere le Creste di Confine, dove ero stato la settimana precedente: Monte Cavallino, Crode dei Longerin, Monte Palombino
Eccoci già all’altezza del Rifugio Berti (sovrastato dal Passo della Sentinella e dalla Croda Rossa)
dove però non ci fermiamo tirando dritto fino al bivio sul sentiero 152
Il nostro obiettivo è proprio lassù, alla base delle rocce dei Campanili del Popera, dove c’è l’attacco della Ferrata Roghel.
Si inizia a ravanare (son 400 metri veramente faticosi) su per il ghiaione
fino a 2350 metri, dove troviamo la prima corda fissa.
Inutile parlare della ferrata visto che trovate mille relazioni sul web. Metto solo qualche foto di me e di alfpaip in azione sui 250 metri di dislivello che conducono alla Forcella delle Guglie o dei Campanili a 2565m.
Affacciati sulla forcella… sbadabam (cit.) ci accoglie il Cadin di Stallata dove è posto il Bivacco Battaglione Cadore (in ombra, sulla sinistra)
Alfpaip in estasi studia già la Cengia Gabriella sullo sfondo
Prima bisogna scendere in fondo al Cadin, però… e non è per niente banale, praticamente bisogna fare un’altra ferrata in discesa…
Dopo una prima possibilità di scendere in un canalino ghiaioso verso il Bivacco, si scavalca un’altra fascia rocciosa fino a giungere alla vera conclusione della Ferrata Roghel.
Qui si svolta a destra (ulteriore possibilità di scendere al Bivacco) e si inizia a risalire il circo ghiaioso che poi si traversa in diagonale fino a raggiungere l’attacco della Ferrata Cengia Gabriella. Anche per questa trovate le descrizioni online. Sappiate solo che è bella lunga e dopo 4 ore di cammino la fatica in qualche risalita (i tratti in piano sono minori di quelli che ci si potrebbe aspettare) si farà sentire…
Ecco qualche foto
Dopo un lungo aggiramento della montagna finalmente si inizia a vedere in lontananza il Rifugio Carducci…
Adesso il tratto orizzontale è finito e bisogna solo scendere
utilizzando anche una bella e caratteristica cengiona inclinata
alla fine della quale finiscono le attrezzature e si prende il sentiero che porta alla via di accesso del Rifugio Carducci da Auronzo (sentiero 103).
Uno sguardo indietro al cengione obliquo
E poi resta solo la risalita al Rifugio Carducci, raggiunto dopo 7 ore e mezza dalla partenza, comprensive delle (poche) pause.
Il tempo aveva retto bene, col senno di poi avremmo potuto anche prendercela più comoda.
La pioggia è arrivata solo nel tardo pomeriggio seguita da un bel temporalone con lampi che illuminavano a giorno proprio mentre ci stavamo gustando i famosi canederli del rifugio per cena.
Una grappetta e poi in sacco con la (vana) speranza di dormire un po’ in due minuscole camerate attigue con letti a castello stile bivacco.
Lascio ora la parola al compagno di avventura Alpaip per la seconda giornata.