La Grande Guerra allo Stelvio: Il giro dello Scorluzzo 10/08/21

ste1258

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Ci provo. Qui, tra Grivole e Cenge Paoline, una facile camminata intorno al Passo dello Stelvio non è che faccia chissà quale figura. Tuttavia, sebbene questa non sia nè la più lunga, nè la più alta, nè la più difficile tra le mie camminate di queste ferie, è sicuramente quella che ricordo più volentieri in virtù delle testimonianze storiche che ho tastato con mano. Mi auguro interessino altrettanto anche al pubblico del Forum.

L'escursione è un bellissimo anello panoramico di circa 5 ore, 12 km di sviluppo, e 700 m di dislivello, di difficoltà E, con partenza e arrivo al Passo oppure in uno degli spiazzi sottostanti, lungo la strada da Bormio, se si vuole evitare la breve risalita pomeridiana fino al valico. Io ho scelto la prima soluzione in quanto volevo conquistarmi la cima dello Scorluzzo di buon'ora onde evitare di incappare nel principale pericolo di quelle zone. Le nuvole, direte voi. No, i milanesi: branchi di escursionisti che al grido di "UEEEEE, TE L'È VIST CHE GIPETO??" assaltano le più gettonate mete dell'Alta Valtellina.

Questo giro doveva andare in onda un anno fa. Purtroppo dopo mezz'ora di camminata ho trovato il segnale di sentiero chiuso per lo Scorluzzo causa lavori e ho dovuto ripiegare sull'opposta Punta Rosa, non meno panoramica come vetta, ma sicuramente meno interessante come giro. Un anno dopo ho ottenuto la giusta ricompensa per la bidonata del 2020.

Parto da Ponte di Legno alle 7 e alle 8:40 parcheggio davanti al Pirovano: strada di Donegani fatta da solo, gli sciatori son già passati e i turisti sono ancora in albergo. Poco prima delle 9 mi metto in cammino e sento già urla di escursionisti meneghini che appena parcheggiato il SUV bramano un caffettino prima di partire: devo assolutamente arrivare in vetta prima di loro. Altre grida provengono dai tralicci della linea 220 kV Glorenza-Cesano Maderno dove degli operai equilibristi stanno cambiando i conduttori:
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Per la prima mezz'ora si segue la sterrata per il Livrio, mentre dalla Venosta, come l'anno prima, salgono le nuvole che si estingueranno appena incontrato il vento caldo che spira da sud. A sinistra svetta la Punta Rosa (anche se da qui sembra nera) salita l'anno scorso:
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Al Passo delle Platigliole (2950) s'imbocca il sentiero vero e proprio. Qui l'anno scorso ho dovuto fare dietrofront ringraziando il Parco per non aver messo l'avviso 200 m più in basso, quest'anno mi metto il guscio per via del forte vento e proseguo:
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La salita dello Scorluzzo lato Stelvio è facilissima e si svolge sul tipico terreno del Cevedale, anche se qui siamo ufficialmente nel gruppo dell'Ortles:
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A 50 minuti esatti dalla partenza calpesto i 3095 m del Monte Scorluzzo, dove trovo un paio di taciturni camminatori. I milanesi urlanti stanno attaccando adesso la salita dalle Platigliole: ho giusto 20 minuti per godermi in pace la vetta prima di dileguarmi di là:
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Guardiamoci un po' intorno, qui mi sembra riconoscere un famigliare e granitico profilo:
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Qui invece ci si disseta con dell'acqua "altissima e purissima":
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Il Bernina si mostra in tutto il candore dei suoi 4000 metri:
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La stazione di Bormio 3000 è una sorta di faro, si vede un po' dappertutto in Alta Valtellina:
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350 m sotto di me, il Passo inizia a brulicare di moto, auto, camper, ciclisti:
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Il Piz Umbrail (altro giro interessante in zona che vorrei fare) e il passo omonimo che porta in Svizzera. In basso a destra si vede la parte finale della pista di Kilometro Lanciato che partiva proprio dalle pendici dello Scorluzzo:
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A nord, le Alpi Venoste:
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A est, invece, la vista migliore, col bestione dell'Ortler che domina la scena, seguito da Zebrù, Thurweiser, Gran Zebrù, cima di Trafoi, fino alla Punta degli Spiriti:
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Fatte le dovute foto, e ammirato il panorama che oggi è davvero esteso, inizio la discesa proprio mentre l'Armata di Cordusio mette piede in cima. La discesa si sviluppa lungo la cresta SW, chiamata Filone del Mot, che durante la Grande Guerra ospitava la postazione avanzata italiana, poichè la vetta dello Scorluzzo era occupata dagli austriaci. Su questo crinale, più basso e sotto il tiro diretto del nemico, costruimmo osservatori, trincee, postazioni di tiro, e un'intera città fortificata che andremo a visitare più tardi.
Ecco il Filone in tutta la sua estensione:
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La discesa dallo Scorluzzo è l'unico tratto impervio di tutto l'itinerario, ma niente di allarmante: il sentiero è sempre ben tracciato e ben segnato, e nei punti più critici ci sono le catene. Stiamo percorrendo la "terra di nessuno" che in tempo di guerra separava gli avamposti austriaco e italiano:
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A 2920 m incontriamo l'osservatorio italiano, la nostra opera più avanzata del fronte:
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Il Cristallo visto attraverso una feritoia, cima forse più nota dall'altro lato dove precipita in Val Zebrù con una parete dolomitica di centinaia di metri:
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A nord si stende la verde piana dello Scorluzzo con i suoi deliziosi laghetti che visiterò nel primo pomeriggio:
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Rocce colorate ne abbiamo?
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Gli impianti del ghiacciaio. Da oggi, magari, qualche forumista andrà allo Stelvio con un paio di scarponi da trekking nel baule, oltre che da sci...
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Un'altra postazione verso i 2900, guardando indietro verso lo Scorluzzo e il tratto di cresta già percorso:
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In basso, la III Cantoniera e la chiesetta di San Ranieri lungo la statale 38:
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Un curioso allineamento tra il rifugio Livrio e la cima dell'Ortles:
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Il ghiacciaio dei Vitelli e l'omonima valle, regno di ghiaioni calcarei:
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La Cima Reit, che domina Bormio, e sullo sfondo la Val Viola, mentre ormai iniziano le prime costruzioni della città fantasma:
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Ed eccola, a 2773 m, la città fortificata del Filone del Mot. In foto se ne vede solo una parte, ma è estesissima, recuperata in modo esemplare, e con una vista vertiginosa sulla sottostante valle del Braulio. Ovviamente costruita voltando le spalle allo Scorluzzo, giacchè dalla vetta non se ne intuisce affatto la presenza:
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800 m più sotto, i tornanti della statale e la centrale del Braulio:
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Mi fermo per la pausa pranzo, dopodichè inizio la discesa verso le praterie e la malga dello Scorluzzo:
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Il sentiero incontra un bivio da cui si può scendere alla III Cantoniera, io proseguo in falsopiano su un tracciato non sempre visibile ma indicato dai paletti, che costeggia i laghetti mantenendosi sui 2600 m circa:
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Anche qui si sprecano le trincee e le postazioni militari, lo Scorluzzo domina la scena:
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Sono quasi le 14 e la giornata si mantiene meravigliosamente serena e ventilata. Guardando verso sud si vedono ancora benissimo il Bernina e la Piazzi ancora sgombri dalle nuvole:
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Girato il costone delle Rese di Scorluzzo, si punta a NE percorrendo una bella strada militare con una biancheggiante presenza all'orizzonte. Il cartello indica lo Stelvio a 1h25, e minuto più minuto meno impiegherò quel tempo:
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Konig Ortler sembra spuntare direttamente dagli alberghi del Passo:
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Lo splendido Laghetto Alto, che il sentiero scende a costeggiare, e sullo sfondo la IV Cantoniera col bivio per il Pass Umbrail:
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Dalle sponde del lago, uno sfondo interessante: all'orizzonte il candido Ortles e sulla destra il nostro amico Scorluzzo:
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Percorso un comodo sentiero a mezzacosta tra i pascoli, si sbuca sulla statale a 2590 m. Mancano 150 m di salita. Per non farli sull'asfalto, seguo a destra i paletti biancorossi del sentiero tematico che risalgono un dosso erboso (forse una morena) fino ad arrivare alla pista da fondo, a circa 2700 m, ormai a pochi metri dagli alberghi. Qui per guadagnare il parcheggio bisogna purtroppo salire sulla terra di riporto, incontrando rifiuti di ogni genere, dagli skipass di 30 anni fa alle lattine di birra, ai paletti da slalom, ai bidoni seminterrati contenenti chissà cosa. Non un bel biglietto da visita per il Passo dello Stelvio e nemmeno per il Parco omonimo. Un laghetto artificiale si propone di rendere un po' meno sovietico il paesaggio del valico, ma purtroppo ci riesce solo in parte:
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Alle 15:30 raggiungo l'auto. Sono stato in giro 6h30 ma ne ho camminate circa 5, e con passo comodo. L'itinerario infatti costringe a frequenti soste per i panorami, le testimonianze storiche, gli interessanti pannelli informativi messi nei punti salienti.
 
Ma quindi c'è proprio allestito un percorso tematico! Non lo sapevo....
Addirittura il segnavia tricolore.. Colori al posto sbagliato però...

Bellissime inquadrature!!!
Grazie, molto interessante! :))
 
Sì i segnavia tricolori sono curiosi, poiché per fare la bandiera italiana bastava aggiungere il verde a un normalissimo segno biancorosso. Ma forse sono così apposta per non essere né italiani né austriaci!
In realtà il sentiero tematico è intitolato al cambiamento climatico (main sponsor Greta T.?), ci sono infatti anche pannelli informativi sui ghiacciai e la flora d'alta quota, oltre che sulla guerra. In ogni caso con quella camminata, se si leggono tutti i tabelloni (io li ho fotografati e li ho letti a casa) ci si fa una cultura non indifferente.

Sapevo che il giro ti avrebbe intrigato perché puoi farlo in giornata da casa tua...
 

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^ Sì, sarebbe da andarci insieme al figlio più grande, che, tra l'altro aveva più volte detto che gli sarebbe piaciuto tornare ancora al passo Stelvio. Lo avevo portato a sciare quando era molto più piccolo e dice di aver un bel ricordo :shock: :shock:
Gli ho detto più volte che a sciare non ci vado più nemmeno sotto tortura... HIHIHI
Però ecco una passeggiata culturale di questo genere potrebbe essere un'idea.. :)
 
L’itinerario seguito ha tratti in comune col sentiero del cambiamento climatico? Ci sono pannelli esplicativi con dati e foto sul ritiro dei ghiacciai?

PS: perché tanta acredine verso i milanesi? Sono un po’ i vostri fratelli maggiori :think:
 
L’itinerario seguito ha tratti in comune col sentiero del cambiamento climatico? Ci sono pannelli esplicativi con dati e foto sul ritiro dei ghiacciai?
Vedi:
In realtà il sentiero tematico è intitolato al cambiamento climatico (main sponsor Greta T.?), ci sono infatti anche pannelli informativi sui ghiacciai e la flora d'alta quota, oltre che sulla guerra.


Bel giro, bel racconto e belle foto! Chissà... magari un giorno ...
Scorluzzo A/R dal passo lo fai in meno di 2 ore, ci sta tranquillamente dopo una sciata in ghiacciaio.
 
Che belle foto, fantastiche!

Quella del Livrio con dietro il bestione e quella del Bernina, Roseg e Piz Palu sono da togliere il fiato!


Non ci ho mai capito nulla del fronte sullo Stelvio, sbaglio o è stato relativamente fermo come linea, senza troppi avanzamenti/arretramenti...?
 
grazie mille Ste!
meno pericoloso dei giri citati, ma i panorami sono più che top!:HIP:PPINK
Sono giri con nome quelli piu alti o piu lunghi?

che cima è quella bella punta a destra?

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Bellissimo, un bel report sulla zona ci voleva!

Ammetto la mia ignoranza sulle vette e i percorsi di questa zona ma sembra veramente interessante (magari se si alloggia al passo abbinandoci una sciata). Spettacolare lo stato di conservazione del fronte ancora in ottime condizioni.
A livello di fatica com'è? cioè 700 metri di dislivello non sono molti ma a 3000 metri immagino che siano abbastanza stancanti?
 
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