julianross
Well-known member
Prima volta che scrivo un report (tranne uno un po' particolare che magari qualcuno avrà letto sull'Half Dome a Yosemite (https://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=88461&highlight=half+dome) nonostante sia un appassionato di trekking e ogni estate faccia decine di gite tra Alpi Giulie, Carniche e Dolomiti.
Stavolta invece ho deciso di scriverlo forse in omaggio al mitico Blitz, visto che è un percorso che aveva fatto anche lui qualche anno fa (c'è il report, purtroppo senza foto per il problema tecnico al server che speriamo si risolva).
Ovviamente avendo infinitamente meno gambe e voglia di ravanare rispetto a lui, la gita ha una forcella e qualche centinaio di metri di dislivello in meno anche se resta comunque un giro impegnativo con quasi 1600D+
Si trova online parecchio materiale su questo sentiero e quindi non ne farò una descrizione dettagliata... metterò solo qualche informazione generale aggiornata e una trentina di foto soprattutto perchè normalmente viene descritto in senso orario (come in effetti lo aveva fatto Blitz) mentre io, corroborato anche dal consiglio del simpatico gestore del Rifugio Fonda Savio, l'ho fatto in senso antiorario, cosa che consiglio per i motivi che scriverò in fondo.
Finalmente le previsioni mettono una bella giornata, sole garantito, qualche nuvola e bassissimo rischio di temporali. Si va.
Ovviamente come sempre non riesco a trovare nessuno che voglia venire con me, vuoi perchè è un giorno infrasettimanale vuoi perchè non conosco quasi nessuno così pazzo da partire da Trieste alle 4 di mattina per andare a farsi 1600 metri di dislivello a Misurina...
La giornata in effetti sembra stupenda e alle 6.15, fermatomi in un bar ad Auronzo per fare colazione, le 3 Cime mi accolgono così
Arrivo al Lago d'Antorno alle 7, c'è già un po' di movimento di gente che ha dormito al parcheggio ma in ogni caso quando mi incammino sono solo ed è sempre una piacevole sensazione.
Inizio a salire decisamente, ma piacevolmente all'ombra, per il sentiero 115 e alle mie spalle mi controllano il Cristallo assolato
nonchè le postazioni di guerra del Monte Piano/a e la Croda Rossa.
Il sentiero spiana un po' e si entra nel meraviglioso Vallone dei Tocci
già in vista del panoramicissimo Rifugio Fonda Savio (tra l'altro di proprietà della mia sezione del CAI di Trieste)
A destra si vedono le tracce scendere dalla Forcella del Diavolo dove passa il Sentiero Bonacossa (già fatto in passato), sopra il rifugio invece arriva qualche immancabile nube sulla Cima del Cadin NE dove, proprio in mezzo alla parete, salgono le scalette della Ferrata Merlone, detta anche la Ferrata dei Pompieri (fatta una ventina di anni fa completamente nella nebbia, prima o poi dovrò rifarla più per il panorama che per per altro visto che aborro questo tipo di ferrate che vanno su per un muro).
Il tempo di un the caldo e di una veloce chiacchierata col gestore che mi consiglia di fare il giro in senso antiorario puntando subito all'elevazione maggiore dell'intero itinerario e cioè la Forcella del Nevaio, e si riparte.
Sono le 8.30, c'è ancora pochissima gente in giro e anche la faticosa ascesa per il sentiero 112 la compio nel silenzio più assoluto (occhio ai segni nel primo tratto, in tutto il primo tratto di salita bisogna tenersi sulla destra).
Voltandomi indietro ecco il solito scatto che c'è in tutte le cartoline del Rifugio,
davanti invece si vede il primo obiettivo di giornata, ghiaioso e nevoso. Bivio per la Ferrata Merlone con cartello delirante (siamo in realtà a 2460m circa).
Poco sopra inizia ufficialmente il Sentiero Durissini.
Si risale per ghiaia e neve seguendo una specie di traccia e qualche segno (non moltissimi per dir la verità, ma qui il terreno è instabile e comunque la via di salita è logica a meno che non ci sia nebbia) e lo spettacolo lo si vede soprattutto girandosi indietro con le Tre Cime che salutano lontane.
.
Il nevaio è duro, orme ce ne sono poche e nemmeno profonde... bisogna fare attenzione perchè volare giù non sarebbe simpatico. Non servono ramponi ma i bastoncini danno un buon aiuto.
Adesso bisogna puntare a sinistra, voltandosi indietro si capisce che il peggio è passato
anche perchè a 70 metri dalla Forcella iniziano le assicurazioni (solo corda fissa, si vede sulla sinistra della foto, in passato c'erano delle scalette che sono state dismesse)
e velocemente si arriva a Forcella del Nevaio, 2620m dice il cartello, il mio altimetro e il GPS propendono più per 2640m circa ma vabbè...
Panorama stellare e dietro al Cristallo fanno capolino anche le Tofane.
Voltarsi indietro ha sempre il suo perchè
davanti invece si prospetta una discesa nebbiosa verso la Forcella Verzi
raggiunta in 10 minuti anche grazie a qualche provvidenziale corda fissa ancorata sulla poca roccia solida.
Nel vallone 300 metri più in basso, il Ciadin de le Pere, il tempo sembra migliore e spuntano anche le mie amate Marmarole.
Inizio velocemente la discesa (questo per me è il tratto più impegnativo e si tratta di una vera e propria mini ferratina perchè cavi, pioli e scalette sono quasi continui).
Il tratto più esposto forse è questo salto di 15 metri superabile solo con 3 scalette consecutive (prime due persone incontrate sul percorso)
A metà discesa si vedono già bene i massoni in fondo alla vallata dove più o meno c'è l'innesto col sv 118 che dal Rifugio Città di Carpi sale alla Forcella della Neve.
In questa fase bisogna stare attenti a non scendere troppo a destra seguendo tracce su ghiaie ma puntare decisamente a sinistra (si vede bene la traccia che scende a tornanti che si raggiunge dopo un altro saltino attrezzato in salita (indicazione per Forcella Verzi su un masso).
Voltandosi indietro ci si chiede come sia possibile essere scesi di là, ma è una cosa che mi capita praticamente in ogni gita...
Non occorre scendere proprio fino in fondo al vallone perchè prima del bivio (ammesso che ci sia un bivio evidente, cosa di cui non sono certo visto che tutte le persone incontrate lì in zona erano parecchio indecise sul da farsi, per chi viene in salita non è facile orientarsi su quale sia la forcella giusta e i segni qui non sono molto evidenti) perchè si prende una traccia che resta leggermente in quota traversando verso sinistra e che inizia a girare alla base del monte.
Occhio quindi per chi inizia il Durissini qui, sia che arrivi in discesa dalla Forcella della Neve sia che arrivi in salita dal Rifugio Città di Carpi. Se avete una mappa con la traccia GPS sul cellulare questo è il momento di guardarla per imboccare il canalone giusto e dal lato giusto (in salita bisogna tenersi decisamente a destra, per non finire in un ramo sbagliato.... cosa che fanno in tanti, specie se la visibilità non è delle migliori).
In ogni caso per chi fa il giro in senso antiorario il problema non si pone e dopo una decina di minuti su comodo sentiero pianeggiante (da qui molto più frequentato, anche se in totale avrò incontrato al massimo una trentina di persone) si inizia a vedere in lontananza la terza asperità di giornata, la Forcella Cristina
Dietro ecco spuntare Corno del Doge, Torre Sabbioni, Forcella Grande e un Sorapiss che non vuole saperne di farsi vedere sgombro da nuvole...
Una veloce ascesa di 100 metri ed eccomi ai 2390m di Forcella Cristina e subito dopo alla dirimpettaia Forcella del Ciadin Deserto (dalla qui la foto è fatta a ritroso verso la prima, in basso a sinistra il Rifugio Città di Carpi)
Davanti ora mi aspettano una discesa e una risalita un po' più lunghe ma appare anche la Croda de Toni a farmi compagnia
Sembra tutto più lungo e lontano di quel che è in realtà... un paio di minuti minuti di discesa tranquilla (attraversamento di un piccolo nevaio), un breve tratto in piano, mi giro per vedere Forcella del Ciadin Deserto da dove sono sceso
e su per i 14 tornanti che portano ai 2440m di Forcella Sabbiosa. La fatica viene subito premiata dalla visione delle Tre Cime che avevo già visto all'inizio del giro e mi fanno capire che siamo in dirittura d'arrivo...
Una panoramica cengia attrezzata
e via di nuovo in discesa con l'ultima forcella del Sentiero Durissini bene in vista sullo sfondo
Che la discesa da Forcella Sabbiosa sia la più rognosa lo si capisce anche voltandosi indietro
Non ci sono tornantini ma si va giù per traccia disagevole e roccette aiutati da qualche cavo, maniglia e piolo.
La risalita finale a Forcella della Torre (2400m) invece si fa rapidamente e spostandosi solo di qualche metro si vede già il Rifugio Fonda Savio.
Ultimo trattino attrezzato in salita, con vista sulla ormai attraversata forcella
e giù in discesa a picco nel Vallone attraversato dal Sentiero Bonacossa che porta a Forcella Rimbianco.
Qui bisogna attraversare una zona un po' franata ma senza grosse difficoltà si raggiunge la fine "ufficiale" del sentiero con la targa
e si gode della superba vista delle Tre Cime
prima dei 50 metri finali di salita (qualche cavo e passerella di legno) che permettono di riguadagnare la terrazza del Rifugio Fonda Savio, ora strapieno.
Da qui come in mattinata discesa al Lago d'Antorno per il sentiero 115.
Che dire...
Per me è un giro magnifico in ambiente maestoso e relativamente solitario (considerato che in zona ci sono posti dove ogni giorno ci sono migliaia di persone).
Da macchina a macchina io ci ho messo circa 7 ore. Per l'anello del Durissini da Rifugio a Rifugio 4h e 15 prendendomela abbastanza comoda, facendo centinaia di foto e un paio di pause.
Io consiglio di farlo in senso antiorario per vari motivi:
1) Lo scavallamento di Forcella del Nevaio, che rappresenta le due orette nevraligiche dell'escursione, si fa subito e ancora "freschi"
2) Il tratto più nevoso si fa in salita, personalmente lo preferisco
3) Ci sono meno problemi di orientamento perchè una volta terminata la discesa da Forcella Verzi non si può sbagliare mentre, facendola al contrario, ho letto di tante persone che si sono incasinate.
4) Le 4 forcelline finali richiedono discese e risalite di amssimo 120-130 metri e si fanno abbastanza di slancio anche se si è stanchi.
Su 30 persone che avrò visto, 20 avevano l'imbrago. Per me non serve.... cioè, sarò magari un po' tranchant ma è un sentiero tosto, di alta montagna, lungo, per 4 ore senza punti di appoggio e senza rete cellulare...
Se hai bisogno di assicurarti sulle 5-6 scalette e sui 100 metri di cavo che si incontrano secondo me non dovresti proprio essere là...
Poi, per carità, libertà assoluta.... se uno si sente più sicuro così lo faccia pure con l'attrezzatura.
Io avevo il caschetto, in un paio di punti (in discesa da Forcella Verzi e in discesa da Forcella Sabbiosa) in effetti c'è il rischio che qualcuno dall'alto ti molli qualche sasso... però, insomma, ho fatto escursioni dove è più fondamentale, ecco.
Utili guantini da ferrata anche se le attrezzature sono PERFETTE e attualmente non c'è manco un cavo sfilacciato.
Io uso i bastoncini da trekking e li ritengo utili su buona parte del percorso, specie per gli attraversamenti nella neve e nelle discese più franose. Li ho chiusi e messi in zaino solo dall'inizio delle assicurazioni sotto Forcella del Nevaio fino alla fine delle assicurazioni una volta sceso da Forcella Verzi.
Ciao Blitz, sono fondamentalmente ateo ma in ogni forcella attraversata ho pregato e pensato almeno un attimo a te.
Stavolta invece ho deciso di scriverlo forse in omaggio al mitico Blitz, visto che è un percorso che aveva fatto anche lui qualche anno fa (c'è il report, purtroppo senza foto per il problema tecnico al server che speriamo si risolva).
Ovviamente avendo infinitamente meno gambe e voglia di ravanare rispetto a lui, la gita ha una forcella e qualche centinaio di metri di dislivello in meno anche se resta comunque un giro impegnativo con quasi 1600D+
Si trova online parecchio materiale su questo sentiero e quindi non ne farò una descrizione dettagliata... metterò solo qualche informazione generale aggiornata e una trentina di foto soprattutto perchè normalmente viene descritto in senso orario (come in effetti lo aveva fatto Blitz) mentre io, corroborato anche dal consiglio del simpatico gestore del Rifugio Fonda Savio, l'ho fatto in senso antiorario, cosa che consiglio per i motivi che scriverò in fondo.
Finalmente le previsioni mettono una bella giornata, sole garantito, qualche nuvola e bassissimo rischio di temporali. Si va.
Ovviamente come sempre non riesco a trovare nessuno che voglia venire con me, vuoi perchè è un giorno infrasettimanale vuoi perchè non conosco quasi nessuno così pazzo da partire da Trieste alle 4 di mattina per andare a farsi 1600 metri di dislivello a Misurina...
La giornata in effetti sembra stupenda e alle 6.15, fermatomi in un bar ad Auronzo per fare colazione, le 3 Cime mi accolgono così
Arrivo al Lago d'Antorno alle 7, c'è già un po' di movimento di gente che ha dormito al parcheggio ma in ogni caso quando mi incammino sono solo ed è sempre una piacevole sensazione.
Inizio a salire decisamente, ma piacevolmente all'ombra, per il sentiero 115 e alle mie spalle mi controllano il Cristallo assolato
nonchè le postazioni di guerra del Monte Piano/a e la Croda Rossa.
Il sentiero spiana un po' e si entra nel meraviglioso Vallone dei Tocci
già in vista del panoramicissimo Rifugio Fonda Savio (tra l'altro di proprietà della mia sezione del CAI di Trieste)
A destra si vedono le tracce scendere dalla Forcella del Diavolo dove passa il Sentiero Bonacossa (già fatto in passato), sopra il rifugio invece arriva qualche immancabile nube sulla Cima del Cadin NE dove, proprio in mezzo alla parete, salgono le scalette della Ferrata Merlone, detta anche la Ferrata dei Pompieri (fatta una ventina di anni fa completamente nella nebbia, prima o poi dovrò rifarla più per il panorama che per per altro visto che aborro questo tipo di ferrate che vanno su per un muro).
Il tempo di un the caldo e di una veloce chiacchierata col gestore che mi consiglia di fare il giro in senso antiorario puntando subito all'elevazione maggiore dell'intero itinerario e cioè la Forcella del Nevaio, e si riparte.
Sono le 8.30, c'è ancora pochissima gente in giro e anche la faticosa ascesa per il sentiero 112 la compio nel silenzio più assoluto (occhio ai segni nel primo tratto, in tutto il primo tratto di salita bisogna tenersi sulla destra).
Voltandomi indietro ecco il solito scatto che c'è in tutte le cartoline del Rifugio,
davanti invece si vede il primo obiettivo di giornata, ghiaioso e nevoso. Bivio per la Ferrata Merlone con cartello delirante (siamo in realtà a 2460m circa).
Poco sopra inizia ufficialmente il Sentiero Durissini.
Si risale per ghiaia e neve seguendo una specie di traccia e qualche segno (non moltissimi per dir la verità, ma qui il terreno è instabile e comunque la via di salita è logica a meno che non ci sia nebbia) e lo spettacolo lo si vede soprattutto girandosi indietro con le Tre Cime che salutano lontane.
Il nevaio è duro, orme ce ne sono poche e nemmeno profonde... bisogna fare attenzione perchè volare giù non sarebbe simpatico. Non servono ramponi ma i bastoncini danno un buon aiuto.
Adesso bisogna puntare a sinistra, voltandosi indietro si capisce che il peggio è passato
anche perchè a 70 metri dalla Forcella iniziano le assicurazioni (solo corda fissa, si vede sulla sinistra della foto, in passato c'erano delle scalette che sono state dismesse)
e velocemente si arriva a Forcella del Nevaio, 2620m dice il cartello, il mio altimetro e il GPS propendono più per 2640m circa ma vabbè...
Panorama stellare e dietro al Cristallo fanno capolino anche le Tofane.
Voltarsi indietro ha sempre il suo perchè
davanti invece si prospetta una discesa nebbiosa verso la Forcella Verzi
raggiunta in 10 minuti anche grazie a qualche provvidenziale corda fissa ancorata sulla poca roccia solida.
Nel vallone 300 metri più in basso, il Ciadin de le Pere, il tempo sembra migliore e spuntano anche le mie amate Marmarole.
Inizio velocemente la discesa (questo per me è il tratto più impegnativo e si tratta di una vera e propria mini ferratina perchè cavi, pioli e scalette sono quasi continui).
Il tratto più esposto forse è questo salto di 15 metri superabile solo con 3 scalette consecutive (prime due persone incontrate sul percorso)
A metà discesa si vedono già bene i massoni in fondo alla vallata dove più o meno c'è l'innesto col sv 118 che dal Rifugio Città di Carpi sale alla Forcella della Neve.
In questa fase bisogna stare attenti a non scendere troppo a destra seguendo tracce su ghiaie ma puntare decisamente a sinistra (si vede bene la traccia che scende a tornanti che si raggiunge dopo un altro saltino attrezzato in salita (indicazione per Forcella Verzi su un masso).
Voltandosi indietro ci si chiede come sia possibile essere scesi di là, ma è una cosa che mi capita praticamente in ogni gita...
Non occorre scendere proprio fino in fondo al vallone perchè prima del bivio (ammesso che ci sia un bivio evidente, cosa di cui non sono certo visto che tutte le persone incontrate lì in zona erano parecchio indecise sul da farsi, per chi viene in salita non è facile orientarsi su quale sia la forcella giusta e i segni qui non sono molto evidenti) perchè si prende una traccia che resta leggermente in quota traversando verso sinistra e che inizia a girare alla base del monte.
Occhio quindi per chi inizia il Durissini qui, sia che arrivi in discesa dalla Forcella della Neve sia che arrivi in salita dal Rifugio Città di Carpi. Se avete una mappa con la traccia GPS sul cellulare questo è il momento di guardarla per imboccare il canalone giusto e dal lato giusto (in salita bisogna tenersi decisamente a destra, per non finire in un ramo sbagliato.... cosa che fanno in tanti, specie se la visibilità non è delle migliori).
In ogni caso per chi fa il giro in senso antiorario il problema non si pone e dopo una decina di minuti su comodo sentiero pianeggiante (da qui molto più frequentato, anche se in totale avrò incontrato al massimo una trentina di persone) si inizia a vedere in lontananza la terza asperità di giornata, la Forcella Cristina
Dietro ecco spuntare Corno del Doge, Torre Sabbioni, Forcella Grande e un Sorapiss che non vuole saperne di farsi vedere sgombro da nuvole...
Una veloce ascesa di 100 metri ed eccomi ai 2390m di Forcella Cristina e subito dopo alla dirimpettaia Forcella del Ciadin Deserto (dalla qui la foto è fatta a ritroso verso la prima, in basso a sinistra il Rifugio Città di Carpi)
Davanti ora mi aspettano una discesa e una risalita un po' più lunghe ma appare anche la Croda de Toni a farmi compagnia
Sembra tutto più lungo e lontano di quel che è in realtà... un paio di minuti minuti di discesa tranquilla (attraversamento di un piccolo nevaio), un breve tratto in piano, mi giro per vedere Forcella del Ciadin Deserto da dove sono sceso
e su per i 14 tornanti che portano ai 2440m di Forcella Sabbiosa. La fatica viene subito premiata dalla visione delle Tre Cime che avevo già visto all'inizio del giro e mi fanno capire che siamo in dirittura d'arrivo...
Una panoramica cengia attrezzata
e via di nuovo in discesa con l'ultima forcella del Sentiero Durissini bene in vista sullo sfondo
Che la discesa da Forcella Sabbiosa sia la più rognosa lo si capisce anche voltandosi indietro
Non ci sono tornantini ma si va giù per traccia disagevole e roccette aiutati da qualche cavo, maniglia e piolo.
La risalita finale a Forcella della Torre (2400m) invece si fa rapidamente e spostandosi solo di qualche metro si vede già il Rifugio Fonda Savio.
Ultimo trattino attrezzato in salita, con vista sulla ormai attraversata forcella
e giù in discesa a picco nel Vallone attraversato dal Sentiero Bonacossa che porta a Forcella Rimbianco.
Qui bisogna attraversare una zona un po' franata ma senza grosse difficoltà si raggiunge la fine "ufficiale" del sentiero con la targa
e si gode della superba vista delle Tre Cime
prima dei 50 metri finali di salita (qualche cavo e passerella di legno) che permettono di riguadagnare la terrazza del Rifugio Fonda Savio, ora strapieno.
Da qui come in mattinata discesa al Lago d'Antorno per il sentiero 115.
Che dire...
Per me è un giro magnifico in ambiente maestoso e relativamente solitario (considerato che in zona ci sono posti dove ogni giorno ci sono migliaia di persone).
Da macchina a macchina io ci ho messo circa 7 ore. Per l'anello del Durissini da Rifugio a Rifugio 4h e 15 prendendomela abbastanza comoda, facendo centinaia di foto e un paio di pause.
Io consiglio di farlo in senso antiorario per vari motivi:
1) Lo scavallamento di Forcella del Nevaio, che rappresenta le due orette nevraligiche dell'escursione, si fa subito e ancora "freschi"
2) Il tratto più nevoso si fa in salita, personalmente lo preferisco
3) Ci sono meno problemi di orientamento perchè una volta terminata la discesa da Forcella Verzi non si può sbagliare mentre, facendola al contrario, ho letto di tante persone che si sono incasinate.
4) Le 4 forcelline finali richiedono discese e risalite di amssimo 120-130 metri e si fanno abbastanza di slancio anche se si è stanchi.
Su 30 persone che avrò visto, 20 avevano l'imbrago. Per me non serve.... cioè, sarò magari un po' tranchant ma è un sentiero tosto, di alta montagna, lungo, per 4 ore senza punti di appoggio e senza rete cellulare...
Se hai bisogno di assicurarti sulle 5-6 scalette e sui 100 metri di cavo che si incontrano secondo me non dovresti proprio essere là...
Poi, per carità, libertà assoluta.... se uno si sente più sicuro così lo faccia pure con l'attrezzatura.
Io avevo il caschetto, in un paio di punti (in discesa da Forcella Verzi e in discesa da Forcella Sabbiosa) in effetti c'è il rischio che qualcuno dall'alto ti molli qualche sasso... però, insomma, ho fatto escursioni dove è più fondamentale, ecco.
Utili guantini da ferrata anche se le attrezzature sono PERFETTE e attualmente non c'è manco un cavo sfilacciato.
Io uso i bastoncini da trekking e li ritengo utili su buona parte del percorso, specie per gli attraversamenti nella neve e nelle discese più franose. Li ho chiusi e messi in zaino solo dall'inizio delle assicurazioni sotto Forcella del Nevaio fino alla fine delle assicurazioni una volta sceso da Forcella Verzi.
Ciao Blitz, sono fondamentalmente ateo ma in ogni forcella attraversata ho pregato e pensato almeno un attimo a te.