Val Veny (Courmayeur) 8 agosto 2021, al cospetto del gigante Bianco

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Ieri sono partito verso la Valle d'Aosta, senza una meta esatta: prima pensavo alla Valgrisenche (rif. Chalet Epee) o alla val di Rhemes (rif. Benevolo), poi ho deciso che la mia curiosità di visitare due rifugi nuovi poteva ben esser messa in secondo piano rispetto al gusto di vedermi il Monte Bianco completamente sgombro di nuvole per tutta la giornata, così mi son messo in testa di ritornare in Val Veny, in cui ero già stato almeno tre volte negli ultimi anni.

Ogni volta, quando poco prima di Morgex si vede prepotentemente il Bianco, mi assale un senso di meraviglia assoluta, come se fosse la prima volta.
Il Rosa è diverso, lo vedo dalla Pianura...
Il Cervino è diverso, già se ne gusta la visione della vetta da Antey St. Andrè...
Ma il Bianco rimane celato fino all'ultimo, agli occhi del visitatore della pianura, e poi appare in tutta la imponenza da cima a fondo e con buona parte dei suoi "satelliti" e comprimari, abbondantemente sopra i 4000m cioè 3000m sopra la vallata di Courmayeur... e poi, se le Grandes Jorasses, l'Aiguille Noire, il Dente del Gigante e tutto quello che vi sta in mezzo si possono chiamare "comprimari"... parliamone...

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Notre Dame de la Guerison (io mi commuovo quando ci entro!)
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Dopo aver scoperto che la reflex aveva le batterie scariche e dopo aver vanificato le mie preghiere alla Madonnina incontrata poco prima, mi arrangio come posso... cioè con il cellulare.

Dal parcheggio loc. LA VISAILLE verso Grandes Jorasses e val Ferret
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Da La Visaille la strada è sbarrata, ma si può salire a piedi seguendo lo stesso nastro d'asfalto, che termina poco prima della piana di Combal, sede del famoso laghetto che via via diventa più ridotto nelle dimensioni; in alternativa si possono raggiungere gli ultimi tornanti della strada carrozzabile anche passando nel bosco, soluzione preferibile quando il sole cuoce come ieri. La temperatura era comunque gradevole (circa 17 gradi a mezzogiorno).

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All'inizio della strada sterrata, ampia e regolare e molto apprezzata dalle bici, si intravedono già i cocuzzoli bianchi tra il Bianco e le Piramidi Calcaree
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Piana di Combal e Piramidi Calcaree (quelle in fondo, a forma di forcella)
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Sotto, c'è il rifugio Elisabetta Soldini (già visitato da me in precedenti occasioni) e poco oltre c'è la Francia. Le "Pyramides Calcaires" sembrano piccole, ma le loro vette quasi gemelle si aggirano a quote intorno ai 2600-2700, come molte vette dolomitiche di rilievo. Giusto per dare un'idea delle dimensioni di tutto il resto...

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Alla piana di Combal adesso (da pochi anni) c'è un bar-ristoro confortevole, ma io preferivo il vecchio casotto squadrato e bruttino, rendeva più l'idea di "avamposto umano in ambiente ostile".

Intanto salgo sulla grande morena del Miage a vedere cosa è rimasto del famoso laghetto glaciale, che già sapevo essersi molto ridotto rispetto ai fasti di un passato che lo ha reso celebre e che non tornerà più.

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Il cuore del Bianco batte ancora ...

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I due laghi son separati da un cordone di detriti morenici
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Dovete immaginare la seconda foto come un prolungamento a sinistra dellla prima.

Svetta l'Aiguille Noire de Peuterey, già 3773m...

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Il coltello e il pandoro con lo zucchero a velo...

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La parte candida del Miage non esiste quasi più, se n'è accorto anche il satellite. Il cursore è puntato nella zona del lago del Miage
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Sul posto, sembra di guardare un giaciglio da cui si è appena alzato un gigante.

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Quel che resta del bianco del Miage
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Ramo con acqua biancastra e ramo con acqua trasparente
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Panorama dalla morena del Miage
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Cabane de Combal, nuova versione
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I colori dell'acqua eran proprio così (all'andata pensavo fosse un effetto della polarizzazione delle lenti):

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Dato che si era fatto abbastanza tardi per raggiungere il rif. ELISABETTA SOLDINI e dato che avevo già mangiato le cose che avevo portato da casa, decido di scendere, invece di salire, perchè avevo notato un'indicazione che mi aveva incuriosito: "Lago del giardino del Miage" ... non ne avevo mai sentito parlare. Avevo cercato su internet (intanto che il cellulare ancora prendeva) e avevo fatto in tempo a vederne un paio di foto e a leggere che si trovava al centro della zona morenica finale del Miage, dove i due rami del ghiacciaio si sono separati e ora cresce una fitta vegetazione boschiva. Dalla strada asfaltata, secondo il cartello, sarebbero 45 minuti... praticamente si scende un po' (illusione effimera!) e poi si risale tutta la morena facendo slalom tra fitti pini e pietroni più grossi. Alla fine si vede un piccolo laghetto, che si chiama anche Lac Vert (verde). Non so se ne valga la pena andarci apposta, alla fine è piccolino, ma sicuramente ne è valsa la pena per il solo fatto di aver soddisfatto la mia curiosità e per aver avuto qualcosa da esplorare proprio in una zona che credevo ei conoscere abbastanza bene.

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Il filo della morena
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Che lama!
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Lì in mezzo dovrebbe esserci il rif. MONZINO
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Il piccolo "Lago del Giardino del Miage" o "Lac Vert"
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Ancora ghiaccio affiorante sotto la grande morena del Miage
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Il ghiacciaio della Brenva e l'Aiguille Noire dal Santuario
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A fine giornata ho preso 53 euro di souvenirs gastronomici a La Fromagerie du Mont Blanc, zona Morgex. Segnalo in particolare la squsitezza del burro (anche perchè è l'unico latticino che ho assaggiato subito:


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Fine .
 

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Non me ne vogliano i dolomitici, ma quelli che sostengono che le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo denotano tutto il loro provincialismo….

Bellissimo report Pat di posti fantastici, gran ricordo dell’hotel di Belfrond in Val Ferret.
 
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Non me ne vogliano i dolomitici, ma quello di loro che sostengono che le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo denotano tutto il loro provincialismo….

Bellissimo report Pat di posti fantastici, gran ricordo dell’hotel di Belfrond in Val Ferret.

Il problema é la gente.
Il mese scorso ho fatto 4 giorni in val di Fassa da un amico. In 5 minuti in centro a Moena si vedono più persone che in val di Rhemes in un'intera estate, ed é una valle ugualmente bella.

Il lago di Carezza, che mi aspettavo molto pittoresco, per frequentazione sembrava il Colosseo.
 
Il fatto è che in Dolomiti sono bravi a vendere il prodotto meglio di Silvio.

In Dolomiti anche un larice centenario diventa un'attrazione con tanto di sito internet, pubblicità sui social, parcheggio a pagamento, bus navetta, percorso di accesso per disabili, punto ristoro, punto ricarica e-bike, punto selfie ecc. Intorno a un caxxo di larice ci campano 100 residenti e ci gravitano 10.000 turisti l'anno.

In Valle d'Aosta, in Piemonte, in Lombardia, il larice centenario lo usano per accendere il camino. La differenza tra Dolomiti (ma mettiamoci pure il TAA intero, anche fuori dalla maggica D) e Resto delle Alpi è questa. Se le Dolomiti fossero in provincia di Cuneo, o di Bergamo, o di Piacenza, non le conoscerebbero nemmeno gli stessi abitanti. Figuriamoci attrarre turisti.
 
Basti pensare che riescono a riempire di turisti Folgaria in estate, per avere un termine di paragone. Un luogo che dal mio modesto punto di vista ha meno attrattive estive dei Piani Resinelli.
Se gliele vendi bene, la gente va a vedere anche quattro palle di cannone incollate ad un muro (attrazione realmente esistente in Estonia).
 
Quello che hanno è anche molto bello. Non tutto (il Lagorai è paragonabile a delle Orobie qualunque), ma certe valli e certi gruppi montuosi sono davvero stupendi. Gli Skyline che puoi avere all'Alpe di Siusi, o a San Martino di Castrozza sono davvero unici, così come sciare sotto le pareti del Sassolungo non lascia indifferenti.
Ciò che infastidisce l'appassionato di montagna, secondo me, è il turista dolomitico medio, in genere non appassionato di montagna, più interessato alla spa e alle navette per i rifugi, che non ai sentieri, il quale, quando parla, crede che esistano solo le Dolomiti e che il resto dell'arco alpino sia merda.
 
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