ste1258
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Un reportage ogni 6 mesi ci può stare, e così dopo l'apprezzatissimo Appennino bianco di dicembre vi propongo una gita nell'Appenino verde di primavera, attraverso zone insolite e irraggiungibili, a cavallo tra 4 province e 4 Regioni. Posti che sebbene non lontani in linea d'aria da importanti città e crocevia, sono letteralmente sperduti nel nulla. Posti che un piacentino raggiunge nello stesso tempo in cui va a Courmayeur, anche se il Lesima lo vede dalla finestra di casa. Posti tra i più isolati dell'Appennino intero, credo.
Si parte.
Dalla curva della cantoniera sull'appena riasfaltata SS45, poco dopo Marsaglia, le anse del nostro amato fiume e il Monte Lesima ci danno il benvenuto in alta Val Trebbia:
La deviazione a causa del ponte Lenzino crollato ci porta a costeggiare la Pieve di Montarsolo, a pochi metri dalla Lombardia:
Ritornati in Emilia dopo aver percorso la "viabilità alternativa", ecco la Madonnina della 45, in uno dei punti più impervi della statale:
Poco dopo Ottone si entra in Liguria, qui abbiamo un giovane Trebbia presso Montebruno:
A meno di 40 km da Genova si abbandona la fida 45 e si inizia a risalire su strette provinciali immerse nella boscaglia in direzione di questo muretto...
...che dà origine al lago del Brugneto, riserva d'acqua per la Superba, situato ai piedi del Monte Antola:
Ci si alza di quota vista lago superando alcuni piccoli borghi semideserti appartenenti al comune di Propata, sparsi sulle terrazze che contornano la valle del Brugneto:
Verso i 1000 mslm il bosco cede il passo ai prati, e alla quota di 1406 m si raggiunge la località Casa del Romano, dove si ha una bella vista sulle massime vette dell'Appennino Ligure (a sinistra il gruppo Bue-Maggiorasca, al centro Penna-Aiona, in basso l'alta Val Trebbia):
L'Osservatorio Regionale:
Si sconfina ora in Piemonte alle Capanne di Carrega (1367 mslm), iniziando la discesa in Val Borbera, e sullo sfondo appaiono le Alpi:
Un vecchio torrione dei Malaspina veglia...
...sul sottostante e semideserto abitato di Carrega Ligure:
Da Carrega ci si infila in un tunnel spazio-temporale di 10 km, su una strada sulla quale piovono sassi come non ci fosse un domani e dove non s'incrocia anima viva, e dalla quale non si vede nient'altro che verde, a parte qualche manciata di case che spunta qua e là tra la giungla:
Al termine della discesa nella foresta del Borneo ci accoglie un bel ponte ad archi sul Borbera:
La tregua pianeggiante dura poco perchè dopo il ponte si attacca la salita verso Montaldo di Cosola, che a differenza di Carrega si presenta meno decadente e più movimentato, con tanto di alberghetti:
Una vista verso ovest, poco prima di lasciare il Piemonte e tornare nell'amata Emilia scollinando ai 1493 mslm delle Capanne di Cosola, il più alto valico stradale dell'Appennino Ligure:
Sul versante est si apre la Val Boreca, dominata dal Lesima e dall'Alfeo, sullo sfondo ancora le cime tra Val Nure e Val d'Aveto (Maggiorasca & c.):
Fatta la tara "appenninica" ed evitando improbabili paragoni alpini, riconosco che questo valico regala delle viste di grande respiro che difficilmente offrono gli altri passi stradali della zona spesso incastrati tra i boschi e le montagne soprastanti. Guardando a nord si vedono le Orobie nella loro interezza:
Scendendo in Val Boreca, il primo paese che s'incontra è Pej, a quasi 1200 mslm, il più alto paese della provincia di Piacenza:
Sempre visibile da tutto il circondario, il pallone del Lesima veglia su di noi:
La chiesa di Vesimo, altro simpatico villaggio dove gli unici rumori sono il vento, l'acqua e qualche cane che abbaia. La Val Boreca è disseminata di questi piccoli paesi fermi a un'altra epoca, parte in comune di Zerba e parte di Ottone, raggiungibili in auto con precarie strade o a piedi su storiche mulattiere:
Dopo una curva ecco apparire Zerba, il comune meno popoloso dell'Emilia Romagna, abbarbicato sulle pendici meridionali del Lesima, qualche centinaio di metri sopra lo scrosciante Boreca:
Da Zerba una stretta ed esposta strada asfaltata porta al Brallo di Pregola, in provincia di Pavia, tagliando i fianchi orientali del Lesima e offrendo alcune viste vertiginose sulla val Trebbia:
Il fiume 1000 m più in basso, e il villaggio di Ponte Organasco:
Verso nord appaiono la Pietra Parcellara, la zona industriale di Piacenza, e la ex centrale di Caorso:
I verdi Piani del Lesima, a 1400 mslm, punto di partenza della via normale piacentina alla vetta (di là si arriva in cima con la strada asfaltata, ma il piacentino pur di non pestare il suolo lombardo sale col sentiero):
Come dimenticarsi di lui! Anche se ci copre la vista sulle retrostanti Alpi, il Penice è sempre il Penice
Dalla strada che dal Brallo porta al passo Penice ecco una vista su Ceci, frazione di Bobbio...
...mentre dall'altro lato appare Varzi:
Attraversando per la settima e ultima volta un confine regionale, si rientra definitivamente in Emilia al passo del Penice (1149 mslm), scendendo velocemente su Bobbio:
Fine. Spero, con queste foto, di aver completato una panoramica esaustiva delle montagne della mia zona, dopo averle ritratte in veste invernale. C'erano troppe Alpi nei miei report. Adesso però è ora di tornare di là.
Grazie per l'attenzione.
Si parte.
Dalla curva della cantoniera sull'appena riasfaltata SS45, poco dopo Marsaglia, le anse del nostro amato fiume e il Monte Lesima ci danno il benvenuto in alta Val Trebbia:
La deviazione a causa del ponte Lenzino crollato ci porta a costeggiare la Pieve di Montarsolo, a pochi metri dalla Lombardia:
Ritornati in Emilia dopo aver percorso la "viabilità alternativa", ecco la Madonnina della 45, in uno dei punti più impervi della statale:
Poco dopo Ottone si entra in Liguria, qui abbiamo un giovane Trebbia presso Montebruno:
A meno di 40 km da Genova si abbandona la fida 45 e si inizia a risalire su strette provinciali immerse nella boscaglia in direzione di questo muretto...
...che dà origine al lago del Brugneto, riserva d'acqua per la Superba, situato ai piedi del Monte Antola:
Ci si alza di quota vista lago superando alcuni piccoli borghi semideserti appartenenti al comune di Propata, sparsi sulle terrazze che contornano la valle del Brugneto:
Verso i 1000 mslm il bosco cede il passo ai prati, e alla quota di 1406 m si raggiunge la località Casa del Romano, dove si ha una bella vista sulle massime vette dell'Appennino Ligure (a sinistra il gruppo Bue-Maggiorasca, al centro Penna-Aiona, in basso l'alta Val Trebbia):
L'Osservatorio Regionale:
Si sconfina ora in Piemonte alle Capanne di Carrega (1367 mslm), iniziando la discesa in Val Borbera, e sullo sfondo appaiono le Alpi:
Un vecchio torrione dei Malaspina veglia...
...sul sottostante e semideserto abitato di Carrega Ligure:
Da Carrega ci si infila in un tunnel spazio-temporale di 10 km, su una strada sulla quale piovono sassi come non ci fosse un domani e dove non s'incrocia anima viva, e dalla quale non si vede nient'altro che verde, a parte qualche manciata di case che spunta qua e là tra la giungla:
Al termine della discesa nella foresta del Borneo ci accoglie un bel ponte ad archi sul Borbera:
La tregua pianeggiante dura poco perchè dopo il ponte si attacca la salita verso Montaldo di Cosola, che a differenza di Carrega si presenta meno decadente e più movimentato, con tanto di alberghetti:
Una vista verso ovest, poco prima di lasciare il Piemonte e tornare nell'amata Emilia scollinando ai 1493 mslm delle Capanne di Cosola, il più alto valico stradale dell'Appennino Ligure:
Sul versante est si apre la Val Boreca, dominata dal Lesima e dall'Alfeo, sullo sfondo ancora le cime tra Val Nure e Val d'Aveto (Maggiorasca & c.):
Fatta la tara "appenninica" ed evitando improbabili paragoni alpini, riconosco che questo valico regala delle viste di grande respiro che difficilmente offrono gli altri passi stradali della zona spesso incastrati tra i boschi e le montagne soprastanti. Guardando a nord si vedono le Orobie nella loro interezza:
Scendendo in Val Boreca, il primo paese che s'incontra è Pej, a quasi 1200 mslm, il più alto paese della provincia di Piacenza:
Sempre visibile da tutto il circondario, il pallone del Lesima veglia su di noi:
La chiesa di Vesimo, altro simpatico villaggio dove gli unici rumori sono il vento, l'acqua e qualche cane che abbaia. La Val Boreca è disseminata di questi piccoli paesi fermi a un'altra epoca, parte in comune di Zerba e parte di Ottone, raggiungibili in auto con precarie strade o a piedi su storiche mulattiere:
Dopo una curva ecco apparire Zerba, il comune meno popoloso dell'Emilia Romagna, abbarbicato sulle pendici meridionali del Lesima, qualche centinaio di metri sopra lo scrosciante Boreca:
Da Zerba una stretta ed esposta strada asfaltata porta al Brallo di Pregola, in provincia di Pavia, tagliando i fianchi orientali del Lesima e offrendo alcune viste vertiginose sulla val Trebbia:
Il fiume 1000 m più in basso, e il villaggio di Ponte Organasco:
Verso nord appaiono la Pietra Parcellara, la zona industriale di Piacenza, e la ex centrale di Caorso:
I verdi Piani del Lesima, a 1400 mslm, punto di partenza della via normale piacentina alla vetta (di là si arriva in cima con la strada asfaltata, ma il piacentino pur di non pestare il suolo lombardo sale col sentiero):
Come dimenticarsi di lui! Anche se ci copre la vista sulle retrostanti Alpi, il Penice è sempre il Penice
Dalla strada che dal Brallo porta al passo Penice ecco una vista su Ceci, frazione di Bobbio...
...mentre dall'altro lato appare Varzi:
Attraversando per la settima e ultima volta un confine regionale, si rientra definitivamente in Emilia al passo del Penice (1149 mslm), scendendo velocemente su Bobbio:
Fine. Spero, con queste foto, di aver completato una panoramica esaustiva delle montagne della mia zona, dopo averle ritratte in veste invernale. C'erano troppe Alpi nei miei report. Adesso però è ora di tornare di là.
Grazie per l'attenzione.