Quella volta che...... (una brutta avventura o giù di lì)

lupoalberto.

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Tutti noi abbiamo vissuto un momento difficile o addirittura brutto durante le nostre giornate skifose.

Magari ci è capitato di rompere un attacco sulla GranRisa quando eravamo in hotel a Canazei,
o di perdere l'orientamento, soprattutto se in alta quota e nel whiteout,
oppure abbiamo fatto un brutto incontro, magari siamo finiti in mezzo a una rissa, se non addirittura da protagonisti.
Forse c'è qualcuno che, come me, scendendo ovviamente senza guida il MerDeGlace
è finito in un crepaccio profondo 30 metri (meno male che poi mi sono svegliato tutto sudato ed è finita lì :D).

Insomma, tralasciando eventuali nostri infortuni (sarebbe troppo banale, a meno che la causa non fosse stata altamente anomala o bizzarra), raccontiamoci una nostra esperienza difficile/brutta. Al limite, se molto particolare, anche se non dovesse riguardare noi in prima persona, ma alla quale abbiamo comunque assistito e abbiamo prestato aiuto.
Se disponibile è gradita anche documentazione fotografica, ovviamente fatta salva la privacy di eventuali terzi.
 
Inizio io. Ne avrei decine, ma quello che mi è rimasto più impresso è successo più di 40 anni fa. Ero un ragazzetto di 8-9 anni. Era ancora il tempo in cui gli skilift chiudevano dalle 12 alle 13 per pausa pranzo dello skiliffista (ebbene si, sembra impossibile, ma nel mesozoico era così :D).
Pista Rienza di Dobbiaco, c'era uno skilift lungo ed uno corto, che partiva una ventina di metri più a monte dell'altro. C'erano due file, una per gli skipass, che allora venivano esibiti al controllore, e una per chi aveva i punti. Quindi tre staccionate di legno che delimitavano le file.
Io per una settimana ho guardato con concupiscenza un mucchio di neve vicino alle tre staccionate, e ho fatto, nella mia mente di bimbo, i calcoli balistici di come avrei dovuto prenderlo per saltare le tre staccionate.... Poi è arrivato il momento. Alle 12 prendo lo skilift, e l'addetto mi dice: ultima corsa, ci vediamo oggi pomeriggio! Bene, è il momento giusto, in fila non c'è più nessuno, lo skilift chiude, e se ci penso, ancora oggi, sento la strizza al c***o che avevo durante tutta la discesa, ovviamente senza la minima curva, alla ricerca della velocità per saltarle tutte e tre....si avvicina, ho paura, ci ripenso...NO! mi dico: ora o mai più!!! Sento le grida di mia mamma, che aveva notato come guardavo il mucchio di neve, e mi teneva d'occhio dalla baita... "mamma, è troppo tardi, la procedura di lancio è avviata, il countdown non si ferma"...
Salto!
La prima, andata...la seconda, anche....la terza...quasi! La spatola dello sci destro inforca la staccionata, e BOOOM!!!!
Avevo 8 anni, ero di gomma, e sono rimbalzato sulla neve. Non mi sono fatto nulla. Ma proprio nulla!!! Ma da allora ci ripenso spesso. Quel giorno ho veramente rischiato di lasciarci le penne!
 
Avevo circa 10 anni, muro del Furggen, era la prima volta che lo vedevo, prendevi una telecabina da plan maison che oggi non esiteremmo a definire un trabiccolo, ero con mio padre e il gruppo di suoi amici con cui era solito sciare, io ero l'unico giovane, insistetti io per andarci, all'epoca era considerata tra le piste più impegnative dell'intero arco alpino
Già uscito dalla stazione, istintivamente mi appesi ai cavi che delimitavano la zona, niente ringhiere, solo dei miseri paletti collegati da cavi d'acciaio probabilmente di qualche vecchio skilift, dopo la prima parte c'era un pezzo tranquillo, poi iniziava il celebre muro pieno di gobbe mezze ghiacciate, ero giovane e sulle gobbe di norma me la cavavo bene, faccio le prime poi rimbalzo, cado e mi si sgancia uno sci... ho fatto l'intera rimanenza di pista terrorizzato, in lacrime, a piedi, con mio padre a fianco che cercava di darmi coraggio e sperava che a fine giornata mia madre non venisse a sapere di questa cosa, ma grazie all'incoraggiamento di tutto il gruppo, e a un passaggio sulla schiena del babbo finite le parti più difficile, come una scheggia mi riportò in paese, andammo a comprare un nuovo paio di sci stringendo un patto di omertà, e il giorno dopo andai a rifarla, finendola in piedi e con un sorriso a 72 denti!

E' stata tra le più traumatiche ma anche appaganti esperienze della mia vita da sciatore
 
Una risalita in telecabina con quattro tipi semiubriachi che volevano farmi bere a tutti i costi della grappa da una bottiglietta. Ovviamente non italiani, per cui immaginate i dialoghi. Un incubo.
 
2001 0 2002, limone piemonte, anzi limonetto, il mio primo vero big powder day, socio con i gotama e io con nordica da slalom, le premesse sono già buone....
due metri circa di neve, dopo aver bestemm ehm sciato in quota 1400 passiamo a limonetto, lui surfando e io capottandomi ogni due per tre, sotto la seggiovia, cambio di pendenza, affondo e viene tutto giù, il socio più avanti non si accorge di nulla, io in qualche modo riesco ad uscirne fuori, ho davvero pensato di lasciarci le piume, quasi soffocavo, avevo la neve in bocca, i piedi incastrati con gli sci in fondo a questo avvallamento, riuscire a liberare le mani e liberare la bocca è stato il momento più atroce, ci avrò messo trenta secondi, mi è parsa una vita... brutto ricordo, ma molto istruttivo...:shock:
 

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Una volta a Laax quando era in chiusura di pomeriggio c'era un tempo così pessimo (una sorta di whiteout, e avevo la maschera da sole) che mi orientavo solo vedendo le paline a lato della pista, ma non sapevo se la pista era a sinistra o a destra delle paline, di cui avevo ovviamente dimenticato il significato (alla partenza degli impianti era indicata quest'informazione). Anche se ero da solo non mi sono spaventato, però mi sono immaginato le bufere di neve dei film. :D

Invece l'ultima volta ad Alagna mi cade uno dei due bastoncini a metà seggiovia. Mi segno il numero del pilone, torno giù e chiedo all'impiantista se si può fare qualcosa (non so cosa) ma ovviamente nulla. Il bastoncino non valeva granchè (decathlon da 10€ la coppia), però mi scocciava farmi tutta la giornata senza, così decido di provare a recuperarlo. Riprendo l'impianto, prendo la pista che per un po' segue l'impianto ma poi si biforca in due e si allontana dall'impianto (quest'ultimo su una collinetta), ed esco dalla pista nel punto più vicino all'impianto; mi pare di ricordare che fossi più avanti di 6/7 piloni, rispetto a dove mi era caduto il bastoncino. Abbandono gli sci a bordo pista (era impossibile salire sulla collinetta, e neanche arrivarci da sopra) e inizio a inerpicarmi con gli scarponi nella neve fresca che arrivava il ginocchio. Vedo sfilare alcuni piloni ma il mio non arriva, dalla seggiovia mi fanno cenno che sono troppo lontano e di lasciar perdere, e la neve era così alta che dopo un po' non sono riuscito a procedere. Allora torno indietro, scendo giù con gli sci, riprendo l'impianto e scendo dall'altra pista e riprovo a salire con solo gli scarponi. Stavolta l'intuizione è giusta, la gente sulla seggiovia mi indica, capisce al volo che sono lì per i bastoncini e mi sprona urlando che manca poco, tipo giro d'Italia :D. Arrivo al bastoncino, mi butto per terra e rimango lì sdraiato una decina di minuti. Faccio un po' di foto e torno giù. La ricordo come una delle fatiche più disumane di sempre, non so se lo rifarei.
 
Vi racconto una delle cose piu’ esilaranti che mi e’ capitata in tanti anni di sci, primi anni 90, Montecampione, pista canalone, io e due amici ci fermiamo alla fine del muro, c’era una stazione intermedia della seggiovia, dove la pista gira decisamente a destra, mentre aspettiamo il resto del gruppo sentiamo un rumore e vediamo scendere come un razzo, lungo la pista, uno sci con sopra, regolarmente allacciato, uno scarpone, ci scansiamo e lo sci, non potendo logicamente fare la curva, tira dritto saltando nel bosco sottostante, dopo una manciata di secondi sentiamo gridare aiuto e vediamo un tizio che scende, a tutta velocita’, supino sulla pista con uno scarpone ed un calzettone, ci rendiamo conto che avrebbe fatto la fine dello sci, chiamiamo l’ omino dell’ intermedia ( che parlava come Bebo Storti quando urlava Isoldeeeeee ), e, in qualche modo, fermiamo il malcapitato.
Logicamente era un mio concittadino ( se famo sempre riconosce.....) che una volta bloccato ci disse : a rega’, so cascato!!, da quel giorno, ogni volta che lo incontravamo in giro per le piste birra gratis per tutti....
 
Una risalita in telecabina con quattro tipi semiubriachi che volevano farmi bere a tutti i costi della grappa da una bottiglietta. Ovviamente non italiani, per cui immaginate i dialoghi. Un incubo.

signora polacca sui 40-45 semiubriaca con alito misto aglio/grappa che in seggiovia ci prova spudoratamente invitandomi nella sua camera d'hotel.
tutti gli altri presenti nella sedia che ridevano...tranne la mia fidanzata 2 posti in là che rideva di meno...

e una volta scesi ho preso pure il cazziatone per avergli dato corda...

HIHIHIHIHIHI
 
All'arrivo della Piz Boè a Corvara, con mio fratellino, nella nebbia, con mezzo metro di neve fresca, avviandomi verso Arabba ho la bella idea di uscire fuoripista.

Dopo poco ci troviamo a 5 metri dalle punte degli alberi, col baratro sotto. Piano piano, in mezza giornata, usciamo camminando da quell'infognamento
 
Ultima modifica:
inverno 2019 La Thuile giornata affollata ad un certo punto scendendo su un tratto rosso pieno di gobbe a velocità bassa uno improvvisamente mi taglia la strada, io lo evito ma gli sci trovano un cumulo di neve a bordo pista, uno si sgancia ed io cado giu per una scarpata , fortuna che c'era tanta neve e le rocce non erano scoperte, non mi sono fatto nulla ma lo spavento è stato molto.
infine lo scorso Anno (cazzata mia) perdo un bastoncino in carbonio dalla seggiovia e da Cogl....e lo voglio recuperare,
lascio gli sci a bordo pista e vado sotto i piloni a cercarlo, però non ho valutato lo spessore del manto nevoso
e mi sono trovato immerso fino allo stomaco.
ho ravanato per almeno 150 metri col fiato corto ed una paura fottuta fino a trascinarmi sulla pista battuta.
per fortuna non mi sono fatto prendere dal panico. Fanc..o i bastoncini non oso pensare a chi rimane sotto una valanga. :PAAU:PAAU:PAAU
 
premesso che dal 1994 scio prevalentemente fuori pista...nel 2019 stavo facendo un piccolo bordopista, circa 50 cm di fresca...non so nè come nè perchè a un certo punto gli sci si impuntano e io faccio una mezza capriola e finisco a testa in giù nella neve e piedi per aria...la fresca era quella polverella impalpabile, quindi non riuscivo a fare leva con le braccia perchè affondavo a vuoto. per fortuna dietro avevo il mio socio che dopo aver riso per un pò ha capito che ero inguaiato e mi ha letterelmnte tirato fuori per i piedi.
Sarebbe stata una morte da Darwin Award
 
premesso che dal 1994 scio prevalentemente fuori pista...nel 2019 stavo facendo un piccolo bordopista, circa 50 cm di fresca...non so nè come nè perchè a un certo punto gli sci si impuntano e io faccio una mezza capriola e finisco a testa in giù nella neve e piedi per aria...la fresca era quella polverella impalpabile, quindi non riuscivo a fare leva con le braccia perchè affondavo a vuoto. per fortuna dietro avevo il mio socio che dopo aver riso per un pò ha capito che ero inguaiato e mi ha letterelmnte tirato fuori per i piedi.
Sarebbe stata una morte da Darwin Award


Sci alpinistica molto primaverile. 1000 di dislivello semi piatti poi canale. Tutto firn. In discesa sulla parte facile prendo cambio di pendenza e neve da dura a pappa.
Volo di faccia e mi infilo a tuffo. Non sono stati bei momenti.
 
Avoriaz, Alta Savoia, 1998. Stavamo al Club Med e il maestro porta la nostra classe a fare un fuoripista bellissimo, facile verso Morzine. C'era solo un pezzetto con poca, circa 3 metri, da fare a scaletta in discesa con qualche rametto sporgente.

Il pomeriggio ci ricongiungiamo con la classe dei ns genitori e io, cugino e cognato convinciamo il padre di due nostre amiche, che sciava benissimo, a venire sul fp fatto la mattina.

Nel pezzo a scaletta si incastra sul rametto e scivola di testa velocissimo verso un sasso poco più in basso. Si è fermato a 5 cm dal masso fermato da un cespuglio che si è impigliato sulla giacca. Ci siamo riguardati col terrore negli occhi. Lui tranquillissimo ci ha rassicurato. Ma ho i brividi ancora ora.
 
infine lo scorso Anno (cazzata mia) perdo un bastoncino in carbonio dalla seggiovia e da Cogl....e lo voglio recuperare,
lascio gli sci a bordo pista e vado sotto i piloni a cercarlo, però non ho valutato lo spessore del manto nevoso
e mi sono trovato immerso fino allo stomaco.

È successo anche a me ad Alagna per i bastoncini della decathlon, che ho ancora HIHIHI Però a me la neve arrivava al ginocchio.
 
L'anno esatto non lo ricordo, circa 1982/84 per risalire da Cervinia a Valtournanche c'era uno skilift, che chiudeva prestissimo (non ricordo l'ora ma sicuramente decisamente prima della chiusura degli impianti di Cervinia), per cui mia moglie ed io saliti da Valtournanche e andati a sciare a Cervinia arriviamo come due polli dopo la chiusura dell'impianto di collegamento. Per cui risalita a piedi (non che sia un gran dislivello, però fatto dopo una giornata di sci a manetta con in spalla due paia di sci, ovviamente portavo sia i miei che quelli della congiunta) ed arrivo a fiatone corto assai (perlomeno il mio, la signora non so...) Si ricalzano gli sci, arriva pure un'altro gruppo di persone col fiatone, tutti pronti, io come fossi il migliore conoscitore della zona (beh, ci avevo già sciato una volta dieci anni prima.... vuoi mettere! ) dico a tutti: mò si fà questa curva e si prende la pista di sinistra... detto fatto paro in scioltezza e curvo elegantemente verso destra: sci piantati in un cumulaccio di neve marcia, attacchi Salomon due molle verdi (uno dei must dell'epoca) che proprio se ne strafottono di aprirsi, rumore di legno spezzato e mi ritrovo a terra con la gamba ritorta.... Soccorso piste da lunga pezza già andato a dormire, mi stecco in qualche maniera la gamba con i bastoncini, arriva un battipista ci carica nel pianale, con mia moglie sull'orlo di una crisi di nervi controllata (ancora me ne ricordo) con ammirevole resistenza, alla partenza dell'ovovia si cambiano i bastoncini con due pezzi di legno, dopo controllo skipass ( ebbene si !! ) arriviamo a valle ed all'ambulanza. Veloce sistemazione con gesso provvisorio a Cervinia (bestemmie del medico verso chi mi aveva steccato con due pezzi di legno e conseguente valzer delle ossa, mica gli dico che prima mi ero sistemato da solo, magari mi prendeva a ceffoni ...) e via verso l'ospedale Maria Vittoria di Torino (ove già ero conosciuto come cliente affezionato) e dopo solo un mese dismesso con una placca e 23 viti nella gamba. Perso un anno di sci tra infortunio, rimozione placca e riabilitazione, però ancora scio !!!! Evva... ulo 11!:evil: alla scarogna !!
 
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