Edo
???
Ci troviamo nel profondo centro della Svizzera, laddove ha origine il nome dell'ineffabile confederazione:
Questa volta l'ineffabile fotocronista si è diretto non principalmente verso una skiarea ma verso un impianto. Trattasi di una funicolare, che nuovamente non aveva mai sentito nominare fino a qualche tempo prima. Tuttavia egli aveva letto che si trattava di un impianto detentore di un record, e precisamente siffatto impianto viene pubblicizzato come il più ripido al mondo. Dovendo compiere il secondo spostamento stagionale verso est, per visitare qualche skiarea che durante la precedente escursione non aveva potuto visitare, si è reso conto che l'ubicazione della funicolare sarebbe stata favorevole per permettere una fugace visita all'attrazione secondo i suoi tempi piuttosto lunghi, ed è questo il motivo principe della scelta di questa località:
Acquistata la quotidiana carta pomeridiana, con trepidante attesa si è potuto imbarcare sulla vettura che in pochi minuti permette di raggiungere la così denominata località (nome che tra l'altro al forestiero che non mastica pressoché nulla dell'idioma germanico parlato in loco viene naturale da pronunciare erroneamente come si farebbe con quell'altra lingua germanica, ma molto più diffusa nel mondo):
Secondo alcune fonti, questa potrebbe essere una pubblicità ingannevole - benché si faccia un po' fatica a crederlo che sia comunicata dagli uffici stampa di questa nazione famosa per la precisione - perché esse indicano una funicolare presente in Australia, essere ancora più ripida di questa, che in tal caso arretrerebbe in seconda posizione. In ogni caso, non avendo modo di verificare di persona le caratteristiche tecniche del tracciato, e prendendo per buono il fatto che questo impianto sia comunque ai vertici delle classifiche (sempre sul gradino del podio dovrebbe esserci tra l'altro un'altra funicolare sempre in terra elvetica), non posso fornire un giudizio obbiettivo sulla questione:
In ogni caso la sensazione è contrastante. Se da un lato se ne percepisce l'inclinazione sostenuta dalla pendenza del binario, dall'altro il fatto che le cabine siano studiate per viaggiare sempre orizzontali e che l'impianto abbia una scarsa velocità percepita (forse dettata appunto dal fatto che l'impianto è molto ripido, anche se i dati tecnici indicano invece una velocità nella norma per questo tipo di impianto, o forse è semplicemente stata fatta funzionare a velocità ridotta) di risalita, fa sì che essa non sia particolarmente emozionante, così come lo è appunto in altri impianti di risalita degni di nota per qualche caratteristica particolare, così come potrebbe essere ad esempio l'ascesa meccanizzataal Piccolo Cervino o all'Aiguille du Midi.
In ogni caso ci troviamo pur sempre non tra le vette più alte ed imponenti della catena alpina, bensì piuttosto su montagne di elevazione piuttosto modesta:
Dicevo, una volta usciti dall'edificio che ospita la stazione di arrivo dell'impianto, ci si trova in mezzo ad un cantiere, dove nuovamente si è accolti da questo inquietante marchingegno:
Superati i lavori in corso, si arriva sulla neve. Forse non ho ancora scritto che questa località, oltre ad ospitare questo impianto che probabilmente si fregia di un titolo che non gli appartiene, ospita anche qualche pista da sci. In effetti due linee di risalita poste agli estremi del centro abitato permettono di raggiungere le due vette che sovrastano l'alpeggio di Stoos. La località è piuttosto piccola, c'è tutto il tempo di esplorarla con calma nelle tre ore e mezza più o meno che rimangono, e bisogna innanzitutto decidere se andare a sciare prima sulla parte di destra (guardando a monte) o su quella di sinistra. Trovandomi proprio davanti l'impianto che porta in quest'ultima, è lì che decido di dirigermi inizialmente:
Una breve sciovia ad ancora permette di scollinare e di raggiungere con una stradina una seggiovia che sembra avere piste piuttosto invitanti anche guardata da sotto:
Risalita:
Una volta arrivati in vetta c'è un bel panorama, ed una serie di piste abbastanza ripide per la prima metà del percorso per ritornare a valle, obbligatoriamente alla partenza della seggiovia, a meno che uno non voglia cimentarsi in un fuoripista che è segnato a destra della seggiovia come itinerario "giallo":
Il panorama è carino ma da questo lato non presenta nessuna caratteristica che possa scolpirlo nella memoria. Il lago che si dovrebbe trovare nei pressi della località tra l'altro da questa parte quasi non si vede, e quindi non è il caso di trattenersi più di tanto quassù ma piuttosto è meglio iniziare a sciare:
Ho apprezzato molto questa prima pista, ma la variabilità del meteo - temendo una copertura nuvolosa che avrebbe rovinato le fotografie sulla presunta vista sul lago che si dovrebbe aprire dal culmine dell'altra linea di risalita - fatto che poi fortunatamente non si è verificato - mi ha fatto decidere di spostarmi subito dall'altra parte della skiarea, per poi eventualmente ritornare a provare le altre discese più avanti nel pomeriggio:
Un vecchio skilift non più in funzione permetteva di risalire in questa zona, ma l'impianto parrebbe arrestarsi qualche centinaio di metri più in alto, e quindi non essere una grande perdita il fatto che non lo si possa utilizzare:
Una vista sul classico centro abitato in altitudine raggiungibile solo con gli impianti da risalita. Utilizzo la forma plurale non a caso, sicché dovrebbe essere possibile accedere alla skiarea non solo con la funicolare, ma anche con una funivia a bassissima portata oraria (così è sottolineato sulla skimap, che invita gli sciatori a dirigersi proprio verso l'altro impianto più performante). Tuttavia io ho scelto questa pista per spostarmi dall'altra parte perché sembrerebbe che passando da qua non bisogna racchettare più di tanto, ma la stazione d'arrivo della funivia, pur avendola cercata non sono riuscito a vederla:
Triplo scatto architettonico, ma purtroppo non c'è l'ombra di un palazzone degno di menzione in questo luogo:
Ci siamo quasi. Per fortuna che gli svizzeri pensano a tutto e questa manovia permette di non dover racchettare per cinque minuti. Questa frase in realtà è un po' ironica perché non è affatto detto che ci sia un impiantino del genere, perché non siamo in Francia, nel bene e nel male, e spesso mi è capitato di dover utilizzare numerose stradine di collegamento con tratti in salita durante le sciate di questa stagione, ad esempio per effettuare il cambio di versante durante la sciata del giorno prima. Per questi motivi la salita con questa manovia è stata ancor più apprezzata dal sottoscritto:
Ci siamo quasi.....
Il versante a destra si presenta con due seggiovie automatiche consecutive. La lunghezza della linea complessivamente è maggiore che nell'altro versante, ma solamente le piste che scendono a fianco della seconda seggiovia sono meritevole d'essere menzionate; quelle sotto sono un po' anonime:
In ogni caso, finalmente posso ammirare il panorama che mi aspettavo. Proprio sotto alla vetta si trova il Lago dei quattro cantoni, o Lago di Lucerna più comunemente detto. Sebbene questa località si veda solamente un po' in lontananza ed è coperta da una montagna, la vista da quassù a mio avviso merita la deviazione verso questa località:
Quella zona verde più o meno sulla riva del lago, sull'altra sponda, dovrebbe essere il famoso praticello del Grütli. Un prato appunto, secondo le recensioni di chi l'ha visitato nemmeno poi tanto diverso da come ci si può aspettare un prato svizzero. Si suppone verde ed erboso, soprattutto con l'avanzare della bella stagione. Ma non è per questo motivo che è menzionato in più fonti poiché di prati da pic nic la nazione alpina ne è letteralmente piena da nord a sud e da est ad ovest, bensì perché gli storici farebbero risalire proprio a quel luogo la stipula del trattato che oltre sette secoli fa avrebbe fatto nascere la prima alleanza tra territori che poi successivamente avrebbe portato alla nascita della Svizzera:
Il prato, che si dovrebbe trovare nel cantone Uri, ma molto vicino al territorio di altre quattro unità amministrative (come dice appunto il nome, anche se ancora una volta risulta impreciso perché i cantoni che si affacciano sul lago al giorno d'oggi dovrebbero essere cinque, può darsi perché in origine due entità oggi unite erano indipendenti, ma ci si potrebbe aspettare un cambio di denominazione con la scissione, che invece non è avvenuta) purtroppo non può essere perscrutato a distanza tramite un teleobbiettivo perché a questo giro il sottoscritto non ne è fornito. Il panorama è bello ma una volta ammirato e scattate le foto di rito, è il momento di provare le discese che si snodano su questo versante:
Anche oggi le condizioni di sciata sono ideali: c'è così poca gente in pista (ma nuovamente i parcheggi in fondovalle erano piuttosto pieni; si vede che la maggior parte dei visitatori è salito per dedicarsi ad altre attività) che la neve non si è rovinata con il passaggio degli sciatori ma si è mantenuta in quella condizione perfetta tra la neve invernale e quella primaverile che solitamente, quando ci sono le stesse temperature miti ma molto più affollamento di sciatori, si trovano solamente per un breve periodo di tempo a metà mattinata, prima di cedere il posto ai classici mucchi di neve che tanto incutono timore agli sciatori della domenica e che comunque non sono apprezzati dai più (e a dire il vero nemmeno dal sottoscritto, che adora la neve primaverile, ma entro un limite accettabile di neve cosiddetta "sfatta", come tra l'altro avevo già affermato nel report di Savognino):
Dopo aver esaurito le piste di questo versante, mi sposto nuovamente sull'altro:
Attraversando il centro abitato in direzione opposta e prendendo nuovamente lo skiliffino di collegamento:
E scio, ripetendo le belle piste della seggiovia a sei, su questo versante fino all'orario di chiusura dell'impianto:
Incredibilmente l'incredibile strafalcione si ripresenta:shock::
Ma questa volta, avendolo già incontrato in precedenza non mi ha turbato eccessivamente e mi ha permesso di terminare serenamente la sciata:
Questa è stata quella che pensavo trattarsi dell'ultima risalita, e la discesa l'ho effettuata con molta calma, pensando di andare verso la funicolare:
E' sempre bizzarro ammirare gli sciatori impegnati nello stile "spazzauovo", anche se in questo caso la mancanza degli sci che formano un angolo acuto maggiormente pronunciato è supportata da un abbigliamento démodé che rimanda la mente del sottoscritto ai cari bassifondi transalpini, ma dall'altro lato delle Alpi; quest'anno e si spera non anche il prossimo, tristemente off limits per le note motivazioni:
Scendendo mi sono reso conto invece che la seggiovia del versante di destra girava ancora con gli sciatori in linea. Mi è allora sovvenuto di aver letto un orario di chiusura più tardivo, non ricordandolo in ogni caso in modo preciso. Decido allora di recarmi per l'ultima volta lì per vedere se mi fanno ancora salire, essendo che tra l'altro a me piace fare con calma la mattina ma al contrario mi trattengo sempre fino all'ultimo sulle piste:
Per fortuna la seggiovia è ancora aperta:
Anche se solamente il primo tratto. Pazienza, questo vorrà dire che le foto che seguono immortalano l'ultima discesa:
E quella verso il fondovalle. Quassù l'ambiente è carino e si sta bene ma non c'è molto fa fare per un visitatore di passaggio, sicché dopo avere fatto una sosta nei nuovi servizi appena costruiti e che si trovano nei pressi dell'arrivo della funicolare, mi dirigo verso di essa per la discesa in fondovalle:
La presenza di altri passeggeri forniti di apparecchi fotografici che immortalano visioni dal o registrano il tragitto potrebbe indicare che non sono l'unico che si è recato qua attirato da questo particolare impianto a fune:
La giornata sciistica è finita, mi aspettano un po' di chilometri da percorrere, e ci metterò una vita ad arrivare a destinazione per via del traffico. Tuttavia un amante del brutalismo architettonico non può esimersi dal fotografare il disinvolto autosilo che fa bella mostra di sé nei pressi della stazione di partenza della nuova funicolare; stile architettonico che quando gli sguizzeri si mettono d'impegno può regalare dei veri e propri capolavori:
Scatti impreziositi dal passaggio di un'autovettura d'epoca e piuttosto rara al giorno d'oggi ed in questa parte di mondo:
A qualche centinaio di metri la stazione di partenza della vecchia Stoosbahn giace in stato di abbandono e comunica un deciso senso di desolazione all'appassionato di impianti di risalita, con le vecchie cabine, immortalate in precedenza, abbandonate al lato della strada:
Grazie dell'attenzione:
Conclusione: una piccola skiarea che dalla skimap potrebbe non dire granché, ma tuttavia data la presenza della funicolare, del bel panorama sul lago e del fatto che le poche piste che sono presenti sono pressoché tutte belle, mi permetto di consigliare una visita a questa località a chi si dovesse trovare a transitare nei paraggi, anche solo per qualche ora lungo la giornata (tanto più che lo skipass dovrebbe essere valido per quattro ore, utilizzabili volendo anche al mattino o a metà giornata) come ho fatto io.
E' tutto per il momento, e fino alla prossima puntata della serie!
:skiciao:
Questa volta l'ineffabile fotocronista si è diretto non principalmente verso una skiarea ma verso un impianto. Trattasi di una funicolare, che nuovamente non aveva mai sentito nominare fino a qualche tempo prima. Tuttavia egli aveva letto che si trattava di un impianto detentore di un record, e precisamente siffatto impianto viene pubblicizzato come il più ripido al mondo. Dovendo compiere il secondo spostamento stagionale verso est, per visitare qualche skiarea che durante la precedente escursione non aveva potuto visitare, si è reso conto che l'ubicazione della funicolare sarebbe stata favorevole per permettere una fugace visita all'attrazione secondo i suoi tempi piuttosto lunghi, ed è questo il motivo principe della scelta di questa località:
Acquistata la quotidiana carta pomeridiana, con trepidante attesa si è potuto imbarcare sulla vettura che in pochi minuti permette di raggiungere la così denominata località (nome che tra l'altro al forestiero che non mastica pressoché nulla dell'idioma germanico parlato in loco viene naturale da pronunciare erroneamente come si farebbe con quell'altra lingua germanica, ma molto più diffusa nel mondo):
Secondo alcune fonti, questa potrebbe essere una pubblicità ingannevole - benché si faccia un po' fatica a crederlo che sia comunicata dagli uffici stampa di questa nazione famosa per la precisione - perché esse indicano una funicolare presente in Australia, essere ancora più ripida di questa, che in tal caso arretrerebbe in seconda posizione. In ogni caso, non avendo modo di verificare di persona le caratteristiche tecniche del tracciato, e prendendo per buono il fatto che questo impianto sia comunque ai vertici delle classifiche (sempre sul gradino del podio dovrebbe esserci tra l'altro un'altra funicolare sempre in terra elvetica), non posso fornire un giudizio obbiettivo sulla questione:
In ogni caso la sensazione è contrastante. Se da un lato se ne percepisce l'inclinazione sostenuta dalla pendenza del binario, dall'altro il fatto che le cabine siano studiate per viaggiare sempre orizzontali e che l'impianto abbia una scarsa velocità percepita (forse dettata appunto dal fatto che l'impianto è molto ripido, anche se i dati tecnici indicano invece una velocità nella norma per questo tipo di impianto, o forse è semplicemente stata fatta funzionare a velocità ridotta) di risalita, fa sì che essa non sia particolarmente emozionante, così come lo è appunto in altri impianti di risalita degni di nota per qualche caratteristica particolare, così come potrebbe essere ad esempio l'ascesa meccanizzataal Piccolo Cervino o all'Aiguille du Midi.
In ogni caso ci troviamo pur sempre non tra le vette più alte ed imponenti della catena alpina, bensì piuttosto su montagne di elevazione piuttosto modesta:
Dicevo, una volta usciti dall'edificio che ospita la stazione di arrivo dell'impianto, ci si trova in mezzo ad un cantiere, dove nuovamente si è accolti da questo inquietante marchingegno:
Superati i lavori in corso, si arriva sulla neve. Forse non ho ancora scritto che questa località, oltre ad ospitare questo impianto che probabilmente si fregia di un titolo che non gli appartiene, ospita anche qualche pista da sci. In effetti due linee di risalita poste agli estremi del centro abitato permettono di raggiungere le due vette che sovrastano l'alpeggio di Stoos. La località è piuttosto piccola, c'è tutto il tempo di esplorarla con calma nelle tre ore e mezza più o meno che rimangono, e bisogna innanzitutto decidere se andare a sciare prima sulla parte di destra (guardando a monte) o su quella di sinistra. Trovandomi proprio davanti l'impianto che porta in quest'ultima, è lì che decido di dirigermi inizialmente:
Una breve sciovia ad ancora permette di scollinare e di raggiungere con una stradina una seggiovia che sembra avere piste piuttosto invitanti anche guardata da sotto:
Risalita:
Una volta arrivati in vetta c'è un bel panorama, ed una serie di piste abbastanza ripide per la prima metà del percorso per ritornare a valle, obbligatoriamente alla partenza della seggiovia, a meno che uno non voglia cimentarsi in un fuoripista che è segnato a destra della seggiovia come itinerario "giallo":
Il panorama è carino ma da questo lato non presenta nessuna caratteristica che possa scolpirlo nella memoria. Il lago che si dovrebbe trovare nei pressi della località tra l'altro da questa parte quasi non si vede, e quindi non è il caso di trattenersi più di tanto quassù ma piuttosto è meglio iniziare a sciare:
Ho apprezzato molto questa prima pista, ma la variabilità del meteo - temendo una copertura nuvolosa che avrebbe rovinato le fotografie sulla presunta vista sul lago che si dovrebbe aprire dal culmine dell'altra linea di risalita - fatto che poi fortunatamente non si è verificato - mi ha fatto decidere di spostarmi subito dall'altra parte della skiarea, per poi eventualmente ritornare a provare le altre discese più avanti nel pomeriggio:
Un vecchio skilift non più in funzione permetteva di risalire in questa zona, ma l'impianto parrebbe arrestarsi qualche centinaio di metri più in alto, e quindi non essere una grande perdita il fatto che non lo si possa utilizzare:
Una vista sul classico centro abitato in altitudine raggiungibile solo con gli impianti da risalita. Utilizzo la forma plurale non a caso, sicché dovrebbe essere possibile accedere alla skiarea non solo con la funicolare, ma anche con una funivia a bassissima portata oraria (così è sottolineato sulla skimap, che invita gli sciatori a dirigersi proprio verso l'altro impianto più performante). Tuttavia io ho scelto questa pista per spostarmi dall'altra parte perché sembrerebbe che passando da qua non bisogna racchettare più di tanto, ma la stazione d'arrivo della funivia, pur avendola cercata non sono riuscito a vederla:
Triplo scatto architettonico, ma purtroppo non c'è l'ombra di un palazzone degno di menzione in questo luogo:
Ci siamo quasi. Per fortuna che gli svizzeri pensano a tutto e questa manovia permette di non dover racchettare per cinque minuti. Questa frase in realtà è un po' ironica perché non è affatto detto che ci sia un impiantino del genere, perché non siamo in Francia, nel bene e nel male, e spesso mi è capitato di dover utilizzare numerose stradine di collegamento con tratti in salita durante le sciate di questa stagione, ad esempio per effettuare il cambio di versante durante la sciata del giorno prima. Per questi motivi la salita con questa manovia è stata ancor più apprezzata dal sottoscritto:
Ci siamo quasi.....
Il versante a destra si presenta con due seggiovie automatiche consecutive. La lunghezza della linea complessivamente è maggiore che nell'altro versante, ma solamente le piste che scendono a fianco della seconda seggiovia sono meritevole d'essere menzionate; quelle sotto sono un po' anonime:
In ogni caso, finalmente posso ammirare il panorama che mi aspettavo. Proprio sotto alla vetta si trova il Lago dei quattro cantoni, o Lago di Lucerna più comunemente detto. Sebbene questa località si veda solamente un po' in lontananza ed è coperta da una montagna, la vista da quassù a mio avviso merita la deviazione verso questa località:
Quella zona verde più o meno sulla riva del lago, sull'altra sponda, dovrebbe essere il famoso praticello del Grütli. Un prato appunto, secondo le recensioni di chi l'ha visitato nemmeno poi tanto diverso da come ci si può aspettare un prato svizzero. Si suppone verde ed erboso, soprattutto con l'avanzare della bella stagione. Ma non è per questo motivo che è menzionato in più fonti poiché di prati da pic nic la nazione alpina ne è letteralmente piena da nord a sud e da est ad ovest, bensì perché gli storici farebbero risalire proprio a quel luogo la stipula del trattato che oltre sette secoli fa avrebbe fatto nascere la prima alleanza tra territori che poi successivamente avrebbe portato alla nascita della Svizzera:
Il prato, che si dovrebbe trovare nel cantone Uri, ma molto vicino al territorio di altre quattro unità amministrative (come dice appunto il nome, anche se ancora una volta risulta impreciso perché i cantoni che si affacciano sul lago al giorno d'oggi dovrebbero essere cinque, può darsi perché in origine due entità oggi unite erano indipendenti, ma ci si potrebbe aspettare un cambio di denominazione con la scissione, che invece non è avvenuta) purtroppo non può essere perscrutato a distanza tramite un teleobbiettivo perché a questo giro il sottoscritto non ne è fornito. Il panorama è bello ma una volta ammirato e scattate le foto di rito, è il momento di provare le discese che si snodano su questo versante:
Anche oggi le condizioni di sciata sono ideali: c'è così poca gente in pista (ma nuovamente i parcheggi in fondovalle erano piuttosto pieni; si vede che la maggior parte dei visitatori è salito per dedicarsi ad altre attività) che la neve non si è rovinata con il passaggio degli sciatori ma si è mantenuta in quella condizione perfetta tra la neve invernale e quella primaverile che solitamente, quando ci sono le stesse temperature miti ma molto più affollamento di sciatori, si trovano solamente per un breve periodo di tempo a metà mattinata, prima di cedere il posto ai classici mucchi di neve che tanto incutono timore agli sciatori della domenica e che comunque non sono apprezzati dai più (e a dire il vero nemmeno dal sottoscritto, che adora la neve primaverile, ma entro un limite accettabile di neve cosiddetta "sfatta", come tra l'altro avevo già affermato nel report di Savognino):
Dopo aver esaurito le piste di questo versante, mi sposto nuovamente sull'altro:
Attraversando il centro abitato in direzione opposta e prendendo nuovamente lo skiliffino di collegamento:
E scio, ripetendo le belle piste della seggiovia a sei, su questo versante fino all'orario di chiusura dell'impianto:
Incredibilmente l'incredibile strafalcione si ripresenta:shock::
Ma questa volta, avendolo già incontrato in precedenza non mi ha turbato eccessivamente e mi ha permesso di terminare serenamente la sciata:
Questa è stata quella che pensavo trattarsi dell'ultima risalita, e la discesa l'ho effettuata con molta calma, pensando di andare verso la funicolare:
E' sempre bizzarro ammirare gli sciatori impegnati nello stile "spazzauovo", anche se in questo caso la mancanza degli sci che formano un angolo acuto maggiormente pronunciato è supportata da un abbigliamento démodé che rimanda la mente del sottoscritto ai cari bassifondi transalpini, ma dall'altro lato delle Alpi; quest'anno e si spera non anche il prossimo, tristemente off limits per le note motivazioni:
Scendendo mi sono reso conto invece che la seggiovia del versante di destra girava ancora con gli sciatori in linea. Mi è allora sovvenuto di aver letto un orario di chiusura più tardivo, non ricordandolo in ogni caso in modo preciso. Decido allora di recarmi per l'ultima volta lì per vedere se mi fanno ancora salire, essendo che tra l'altro a me piace fare con calma la mattina ma al contrario mi trattengo sempre fino all'ultimo sulle piste:
Per fortuna la seggiovia è ancora aperta:
Anche se solamente il primo tratto. Pazienza, questo vorrà dire che le foto che seguono immortalano l'ultima discesa:
E quella verso il fondovalle. Quassù l'ambiente è carino e si sta bene ma non c'è molto fa fare per un visitatore di passaggio, sicché dopo avere fatto una sosta nei nuovi servizi appena costruiti e che si trovano nei pressi dell'arrivo della funicolare, mi dirigo verso di essa per la discesa in fondovalle:
La presenza di altri passeggeri forniti di apparecchi fotografici che immortalano visioni dal o registrano il tragitto potrebbe indicare che non sono l'unico che si è recato qua attirato da questo particolare impianto a fune:
La giornata sciistica è finita, mi aspettano un po' di chilometri da percorrere, e ci metterò una vita ad arrivare a destinazione per via del traffico. Tuttavia un amante del brutalismo architettonico non può esimersi dal fotografare il disinvolto autosilo che fa bella mostra di sé nei pressi della stazione di partenza della nuova funicolare; stile architettonico che quando gli sguizzeri si mettono d'impegno può regalare dei veri e propri capolavori:
Scatti impreziositi dal passaggio di un'autovettura d'epoca e piuttosto rara al giorno d'oggi ed in questa parte di mondo:
A qualche centinaio di metri la stazione di partenza della vecchia Stoosbahn giace in stato di abbandono e comunica un deciso senso di desolazione all'appassionato di impianti di risalita, con le vecchie cabine, immortalate in precedenza, abbandonate al lato della strada:
Grazie dell'attenzione:
Conclusione: una piccola skiarea che dalla skimap potrebbe non dire granché, ma tuttavia data la presenza della funicolare, del bel panorama sul lago e del fatto che le poche piste che sono presenti sono pressoché tutte belle, mi permetto di consigliare una visita a questa località a chi si dovesse trovare a transitare nei paraggi, anche solo per qualche ora lungo la giornata (tanto più che lo skipass dovrebbe essere valido per quattro ore, utilizzabili volendo anche al mattino o a metà giornata) come ho fatto io.
E' tutto per il momento, e fino alla prossima puntata della serie!
:skiciao:
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