Esplorazione casalinga - Col Cornon Canale Nord

maremonti

Well-known member
A costo di risultar banale, è proprio vero che l’infelice situazione pandemica e le relative limitazioni ci hanno costretti a guardare con occhi nuovi quello che abbiamo sempre avuto intorno e che abbiamo, per un motivo o per l’altro, ignorato fino a questo momento.

Escludendo le finte motivazioni lavorative che mi volevano modello di un photo shooting sciistico per un brand di occhiali e le altrettante fittizie visite dall’avvocato venostano che in realtà è il mio socio di gite, non giravo troppo volentieri con gli sci in macchina. Ne ho approfittato in compenso per far cose improbabili come salire a piedi da Bolzano fino al Renon con un amico per sciare 800m di pista vetrata, risultati in 40km, 2000m+ e un gran male ai piedi, o come farmi il Sellaronda in solitaria, sfruttando la seconda casa di famiglia rimasta fortunatamente accessibile.

292577-1.jpg



Ci sono poi cose che, indipendentemente da quanto ero costretto in Alto Adige, avrei dovuto notare ben prima. Una di queste è il canale di Col Cornon, nel massiccio del Latermar. Si tratta di una linea elegante e bellissima. Per quanto visibilissima dal Lago di Carezza, mi fa sorridere con un po’ di elitarismo il fatto che tutti quelli che si fermano a farsi i selfie in quel posto glorioso vedano quella meraviglia solo attraverso lo schermo di un telefono e ignorando come potremmo invece toccare con mano quei monumenti naturali che non sono poi così lontani. Me l’ha fatta notare per la prima volta Giacomino quando ci siamo fermati a fare una pisciata nel parcheggio al rientro da una giornata d'incredibile polvere autunnale in Marmolada.
Da quel giorno, ogni volta che ho salito il Costalunga sentendomi un po’ criminale per lo sconfinamento non troppo motivato verso il Trentino prima e il Veneto poi, mi son fermato a guardarla. Ho anche iniziato a tenere fisso in macchina un binocolo per studiarmela. Ho coccolato sempre più concretamente l’idea di sciarla.Venerdì scorso, dopo una giornata di polvere gloriosa in Sella, Franz e io abbiamo deciso che sabato saremmo andati a ficcarci in quel buio budello. Negli ultimi tempi si è aggiunto al team variamente soprannominato “solo cose belle” o “no stress” anche l’austriaco Daniel, neo collega, forte scalatore, tavolaro, appassionato di ravani verticali e gran preso bene.

Ci incontriamo, un austriaco appunto, un sudtirolese e un romagnolo, al Colle alle 7.45 di sabato. Non si sa bene per quale motivo, per forse la seconda volta in vita mia, sono il primo al ritrovo. Facciamo qualche ragionamento su quanta ferraglia infilar nei sacchi e partiamo di buon umore. Arrivati al Lago, scendiamo dalla furga e, binocoli alla mano, ci mettiamo a osservar la linea. Sembra piuttosto ovvia e, dopo una lunga chiacchierata con chi ha chiodato le soste, pensiamo di sapere dove siano i punti per le calate ma c’è tanta neve e vogliamo avere un’idea quanto più chiara possibile prima di ficcarci lì dentro.

292578-2.jpg


Arriviamo al passo. Franz non ci sta dentro e ci mette una vita a prepararsi. Faccio in tempo a fumarmi una sigaretta, a buttar ancora qualcosa sotto i denti e a far un paio di gocci per scaricar quella sana tensioncina che sentivo addosso. Lasciamo subito le piste di Pra di Tori sulla destra e saliamo sfruttando la traccia che ci porta sotto a Cima Pope. Siamo accanto alla strada ma, dopo qualche minuto appena, ci par di esser in mezzo al nulla. Saliamo col sorriso godendoci il sole. Franz, stranamente, è più lento del suo solito standard da macchina ma nessuno ha fretta. I pendi sono sì esposti a est e sotto a grosse rocce, ma ha già scaricato, tutto sembra stabile e siamo tranquilli.

292579-3.jpg

292580-4.jpg









Accompagnati da panorami mozzafiato, tra valli che rinascono in mezzo al verde e cime gonfie della stessa polvere sciata il giorno prima, arriviamo sulla cresta che ci porta verso il Latermar vero e proprio. Proviamo a scendere leggermente sui pendii a sud, prima che dei “whoom” di assestamento mi ricordino senza mezzi termini che è meglio tornare in cresta. Non ho mai battuto traccia tanto velocemente quanto per tirarmi fuori da lì.

292581-5.jpg


Dopo un po’ di sali e scendi, crediamo di aver raggiunto l’ultima cimetta prima dell’imbocco del canale. Ci prepariamo con attenzione, per la prima volta in silenzio da quando siamo partiti da Bolzano. Dobbiamo calzare i ramponi per l’ultima parte di cresta e disarrampicata.

292582-6.jpg

292583-7.jpg


Siamo finalmente all’ingresso. Siamo già grati del lusso di non trovar cornice e accumuli molesti. Blocco l’attacchino e salto dentro.

292585-img4852.jpg


L’imbocco è ripido ma spiana subito e mi rallegro del fatto che non si muove nulla. Franz e Daniel mi seguono e arriviamo in un attimo a una bellissima formazione rocciosa che taglia in due la prima parte del canale.
Nonostante la relazione, le chiacchiere con il Felicetti che per primo ha sceso questa chicca e i video, riusciamo a prender la direzione sbagliata. Mi avevano avvertito che la posizione della sosta non era particolarmente logica, ma non pensavo che avremmo imboccato la via sbagliata dopo due minuti di discesa. Ma questo ancora non lo sapevamo. Io non ero particolarmente entusiasta di andare sull’orlo del salto a cercar quei due maledetti spit. Pianto gli sci e assicuro Daniel che, esclamando “just give me a belay and I’ll go anywhere”, si affaccia al baratro e inizia a spalare. Passano dieci minuti. Niente. Passa mezz’ora. Ancora niente. Franz si mette a cercare più in alto. Passa un’ora. Inizio ad aver freddo, a sentire un certo malumore. Mi fumo l’ultima sigaretta rimasta. Passata un’ora e mezza, avevamo scandagliato ogni angolo possibile, logico o illogico ci paresse come piazzamento.


292634-photo5780513230496577314.jpg




Decidiamo di arrangiarci. La ricerca del posto e l’attrezzar una nostra sosta ci richiede almeno un’altra mezz’ora. La roccia è marcia ovunque e peculiarmente priva di fessure. Ne troviamo una sotto mezzo metro di neve ma esplode dopo qualche martellata sul chiodo. Ne troviamo un’altra ma non è sufficientemente profonda. Finalmente Daniel, l’unico con un’esperienza alpinistica pseudo solida, riesce a piantare un chiodo che ci par affidabile. Per fortuna avevo portato i nut e raddoppiamo il piazzamento. Nel dubbio, pianto gli sci e mi ci siedo sopra per far da backup.

292587-photo5780513230496577313.jpg


Mi rendo conto di quanto sia importante girare con gente con cui c’è feeling. Mentre faccio da corpo morto umano, scatto una foto e mi accordo che tutti e tre stiamo ridendo, non per venire meglio ma perché genuinamente presi bene dall’aver trovato una soluzione a una situazione poco simpatica e perché, nonostante le prime difficoltà, nessuno si era lasciato troppo turbare dai propri pensieri.

292586-photo5780513230496577312.jpg

292584-6-dsc01294.jpg







Daniel parte, io e Franz seguiamo a ruota. Arriviamo in un budello decisamente ripido e con neve pessima. Daniel scende a piedi e noi due, dopo due timide curve di Franz, decidiamo pavidamente di derapare in barba allo stile che di solito ci piace seguire. Usciti da lì, vediamo finalmente gli spezzoni di corda tagliati durante la prima discesa e capiamo d’esser scesi dalla parte sbagliata. Poco male, siamo finalmente dentro al canale vero e proprio e la neve, lontana dall’esser la polvere in cui confidavamo, è comunque piacevole. Dandoci il cambio al comando, ci godiamo gli spazi più ampi e una bella discesa in un ambiente glorioso. Stiamo attraversando il pieno inverno e scendiamo veloci verso la primavera sotto di noi.

292588-8-dsc01300.jpg

292589-10-dsc01303.jpg

292590-13-dsc01311.jpg


Arriviamo al secondo salto e, fortunatamente, la neve non ha coperto la sosta. Ultime belle curve prima di un traverso decisamente esposto per evitare i salti alla fine del canale, per poi sciare gli ultimi morbidi pendii.

292609-16-dsc01320.jpg

292610-19-dsc01334.jpg

292611-21-dsc01340.jpg

292612-22-dsc01345.jpg


Arrivati al bosco, ci aspetta del marcio e del piattume per rientrare al Lago. Non importa, siamo felici.

292615-photo5780513230496577311.jpg



Eli, la santa donna che sta con Franz e che ci guardava da sotto con il binocolo, ci accoglie con dei toast allo speck e della torta fatta in casa. Le birre erano già in fresco, e noi non possiamo chiedere di più.
Ci svacchiamo nel parcheggio, ci godiamo il sole finché dura mentre ci rilassiamo davanti alla bellezza che quel giorno si è concessa a noi. Chiacchieriamo con gli sconosciuti che non sanno il nome del canale che hanno sciato e che non credo abbiamo capito da dove siamo scesi noi. Ridiamo dei ragazzetti bolzanini che salgono in decappottabile per fare la sfilata al lago ora che i bar del centro son chiusi. Non è saggio passarsi le bombe ancora, ma ce n’è abbastanza perché chi ne vuole si rolli la sua. Stiamo bene.

292614-photo5780513230496577309.jpg


Son venuto a vivere in Alto Adige per la prima volta cinque anni fa. Ogni tanto mi chiedo perché sia qua, immerso in una realtà che non sempre sento mia. Poi vivo giornate del genere a mezz’ora da casa e mi ricordo del perché è così bello sentirsi turisti dove si vive. E sciare su linee tanto evidenti eppur raramente ripetute su montagne tanto iconiche, da scheiß Walschen come sono stato chiamato, ha un sapore tutto speciale.

292613-30-dsc01366.jpg


Grazie a Franz e Daniel per aver condiviso questo piccolo viaggio e a Mattia per l'entusiasmo nel far conoscere i "suoi" luoghi.


























 
Ultima modifica:
Super report! Ero stato qualche anno fa a caccia di canalini sul latemar (https://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=75629) ma questo è un Canale con la C maiuscola. Complimenti! Anche per la parte alpinistica, che a me manca e alla fine è quella che fa la differenza per potersi muovere in questi ambienti.

Molto bello anche il racconto. Magari fai qualche report in più, che gli unici due che hai fatto sono delle perle. :D
 
Gran bel report, grazie!

saluti

E de che?!
ahah
Grazie a te.

- - - Updated - - -

Super report! Ero stato qualche anno fa a caccia di canalini sul latemar (https://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=75629) ma questo è un Canale con la C maiuscola. Complimenti! Anche per la parte alpinistica, che a me manca e alla fine è quella che fa la differenza per potersi muovere in questi ambienti.

Molto bello anche il racconto. Magari fai qualche report in più, che gli unici due che hai fatto sono delle perle. :D

Grazie!
Relativamente alla parte alpinistica, anche io son abbastanza una chiavica. Scalicchio, ma non mi ero mai trovato a piantar chiodi. Andar via con chi ne sa di più ma che non ti serve la pappa pronta è secondo me il modo ideale per progredire, un passo alla volta.

Mi fa piacere ti siano piaciuti i due racconti.
Ma dovessi scrivere della maggior parte delle gite che faccio o far semplicemente report "vai a destra fino al pino poi a sinistra fino alla forcella" sarei decisamente meno motivato e leggereste un sacco di banalità. Mi piace improvvisar questi raccontini quando credo di aver qualcosa di bello da dire.
La stagione è ancora lunga e le idee per andar a incrodarsi son tante. Vediam cosa vien fuori.

- - - Updated - - -

grazie per aver condiviso...mi hai fatto sognare...

:)

Esagerato!
ahahah
Grazie

- - - Updated - - -

a me ha fatto venir la strizza, fermi due orette in un budello del genere ti tempra :shock:

grazie per il viaggio M&M:PPINK

'na gran tempra non direi. Basta star tranquilli e capire come arrangiarsi senza farsi prender dallo sconforto.
 
Top