Edo
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Quinta giornata di sci a Belalp, la perla nascosta del Vallese. Scrivo così non perché sia stato finanziato da un'associazione di promozione turistica bensì poiché questa località, a me nota fino più o meno al giorno prima della mia visita solo per nome - ma erroneamente sempre trascurata poiché dalla skimap non mi pareva particolarmente interessante e degna di una visita entro brevi tempistiche (specifico: per me qualsiasi località ne è meritevole, solamente che come ho già affermato, la Svizzera è più costosa dei paesi limitrofi per l'italiano medio e probabilmente, se non ci fosse stata questa situazione di necessità, avrei rimandato questa visita a parecchi anni a venire, sicché le località elvetiche mi interessano sì ma ho sempre dedicato alla loro esplorazione non più di un week end lungo per ogni anno e questa località, come appena spiegato, sbagliando di grosso, era situata nella mia lista dei desideri piuttosto in giù di posizione) ma un solo pomeriggio (d'altronde la skiarea è piuttosto ridotta come dimensioni, perlomeno per lo standard alpino) è stato sufficiente per cambiare totalmente la mia opinione a riguardo. Ringrazio quindi del consiglio e, poiché nuovamente non c'è molto da aggiungere alle informazioni che si possono reperire in rete di una località che non è esotica per la maggior parte degli utenti del forum, passo subito alle foto:
La prima serie di immagini rappresenta una partenza tardiva - poiché il giorno precedente ero rincasato tardi ed avevo dovuto occuparmi della questione che mi aveva costretto al rientro - da casa. L'idea di ripartire mi è venuta pensando che il test Covid preso la mattina precedente a Sierre, anche se la legislazione a tal riguardo non era chiarissima, sarebbe stato valido per un altro rientro in Italia. Fortunatamente ho potuto spostare l'impegno che avevo, ed il mancato controllo al sinistro varco doganale dell'Alto Piemonte durante il rientro in Italia mi ha convinto ancora di più che sarebbe stata questa la cosa giusta da fare:
Ogni volta che mi reco a prendere l'autostrada a Vercelli, via da me prescelta per non essere rapinato dai gestori dell'A4 nel tratto piemontese, non posso fare a meno di transitare davanti ad uno degli edifici con il più alto pregio architettonico dello stivale, che si staglia orgoglioso e solitario in mezzo ai campi della periferia di un'anonima cittadina del vercellese, a dimostrazione di un passato meritevole di essere ricordato (se con orrore o con rimpianto starà alla sensibilità ed alla percezione personale):
Ma la strada continua.....
Passato il suggestivo momento del levarsi del sole, momento che fortunatamente ho il privilegio di non vedere per un lungo periodo dell'anno, sicché io sono una creatura notturna che si trova poco a suo agio in questo momento della giornata, qualcuno apprezzerà la scelta di non immortalare la restante parte di strada già adeguatamente descritta nella prima delle precedenti puntate di questa stagione tardiva di fotocronache:
Tuttavia non posso resistere al fascino di un certo tipo di architettura.....:
Se però adesso non mi sbrigo un po' smettendola di cazzeggiare rischio di non arrivare al parcheggio in tempo per acquistare lo skipass che parte dalle 12:
Arrivare a Blatten, l'anonimo (giudizio per non urtare la sensibilità di uno stimato utente del forum) villaggio che ospita la partenza della funivia/telecabina per il villaggio di Belalp, è molto semplice e veloce da Briga: probabilmente è la località più vicina dopo Rosswald per chi arriva dall'Italia, più o meno a parimerito con l'Aletsch, che infatti è il comprensorio dirimpettaio (benché questo termine non sia del tutto esatto sicché si trovano entrambi dallo stesso lato della valle):
Come si può vedere, una moderna telecabina parte dal fondovalle e permettere di raggiungere in meno di dieci minuti le piste da sci:
Da dove arriva la telecabina, una seggiovia quadriposto permette di spostarsi verso la zona più interessante della skiarea. Ma la stessa seggiovia che dalla cartina pare piuttosto insignificante in realtà è doppiata da un paio di piste più che discrete:
Prima di iniziare un giro sullo skilift del campo scuola è d'obbligo visto che il sottoscritto generalmente non vuole mancare nemmeno un impianto delle skiarea che visita (ed in questo caso, nonostante la relativa piccolezza della località invece così farà poiché l'altra seggiovia quadriposto non ho avuto la necessità di prenderla):
Seggiovia Kelchbach e relativa pista:
Questa è invece la seggiovia esaposto Sparrhorn, l'impianto centrale e che serve più per fare sci "di ricircolo" della skigebiet:
Come si è potuto notare, la skiarea, l'ambiente e l'incantevole centro abitato in altitudine ricordano molto quelli della vicina Aletscharena. E' abbastanza normale che un forestiero, analizzando entrambe le skimap sia più attratto dalla visita della prima, vista la maggiore estensione della skiarea (visita a mio avviso in ogni caso immancabile per ogni sciatore per l'unico motivo della visuale perfetta che si ha sul ghiacciaio dell'Aletsch) ma questa località, che come ho già scritto consideravo come la vicina povera e sfigatella, ha invece molte meno piste ma di qualità mediamente ben più alta:
Dalla cima della seggiovia a sei posti partono due skilift. Lo skilift a destra non è molto lungo ma permettere di accedere ad un paio di piste abbastanza tecniche che ne seguono la linea di risalita, oltre a fare accedere lo sciatore alle piste più "esterne" del comprensorio che poi si ricongiungono alla seggiovia a sei posti:
Lo skilift a sinistra permette invece di accedere a quella che è la "chicca" della skiarea nonché rappresenta esso stesso un motivo di visita per l'appassionato di impianti a fune, poiché é probabilmente l'unica sciovia (di quelle superstiti ho letto, evidentemente in passato ce n'erano altre, ma la cosa mi è e mi era fino a qualche settimana fa del tutto ignota) a doppia fune esistente sulle Alpi:
L'altro motivo di unicità di questa sciovia è la presenza di un pilone "volante" (sì, come quello che c'è poco oltre punta Helbronner sulla nota e vertiginosa cabinovia 2S pulsée che attraversa il Monte Bianco) nei pressi della stazione d'arrivo:
Questo simpatico tunnel permette di accedere alla parte "nascosta" di questa skiarea, che è come scrivevo poco fa uno degli highlights di questo comprensorio:
Una volta usciti dal tunnel, ancora non conscio della incredibile botta di culo che ho avuto nel decidere di attraversare subito il tunnel senza provare prima la pista nera che ritorna allo skilift (skilift che tra l'altro, sempre per la gioia dell'appassionato in materia perché in questo modo si può osservarlo con più calma ed attenzione, impiega almeno un quarto d'ora a salire per via delle continue e lunghe fermate), sia arriva in questa specie di suggestivo anfiteatro naturale da dove parte una pista nera (che ho letto essere spesso non battuta, soprattutto, immagino, dopo una nevicata) che rientra nella parte centrale della skiarea:
Belalp, anche se chi scrive non ha ancora capito come mai, è il comprensorio delle streghe che sono rappresentate in più occasioni:
Dicevo, la sopresa è che una volta ridisceso alla seggiovia a sei posti, noto (anche se la foto non è di sufficiente risoluzione per evidenziarlo) che la pista nera dopo il tunnel è segnata come chiusa. Subito penso ad un errore - anche se mi trovo nella supposta perfetta Confoederatio - sicché è piuttosto strano che una pista chiuda improvvisamente nel corso della giornata:
Nel mentre continuo a sciare:
Questa parte del comprensorio, che non è perspicacemente accessibile dallo sciatore forestiero, a meno che non sia appunto particolarmente perspicace (spero che si possa cogliere un filo di ironia e che non mi si possano attribuire aggettivi poco eleganti, perlomeno in questa occasione), poiché è un po' fuori mano rispetto alle piste centrale e non ci sono indicazioni a riguardo, permette di avvicinarsi il più possibile alla fine della lingua dell'Aletschgletscher e di ammirarne le ultime propaggini, che se non sbaglio non sono visibili neppure dall'Aletscharena stessa:
Incantevole alla vista, oltre al ghiacciaio, è anche questo gruppo di case che si vede dalla fine della pista:
E che bisogna attraversare per rientrare nella parte principale della skiarea, alla quale si accede tramite una stradina ed un successivo corto skilift a piattello:
Quando ritorno in cima al comprensorio ancora una volta, per provare la nera descritta in precedenza e che fortunatamente mi sono attardato a percorrere, noto che il tunnel è stato chiuso veramente e che quello segnato dalla skimap interattiva era tutt'altro che un errore (d'altronde nel paese della perfezione come mi poteva essere venuta un mente una cosa del genere?). Oltre al colpo di fortuna, leggendo il forum nei giorni successivi scoprirò che la pista dopo la galleria è rimasta inaccessibile per parecchi giorni, e questo fatto avrebbe fatto sì che questa sciata non sarebbe mai avvenuta e che questa località mi sarebbe ancora sconosciuta, sicché probabilmente avrei scelto un'altra destinazione vedendo che la parte presumibilmente più interessante di una piccola skiarea non è accessibile ed avrei rimandato la visita ad un futuro indeterminato:
In ogni caso, felice per il non-contrattempo accaduto, mi concentro a sciare per il resto del tempo che mi separa all'orario di chiusura degli impianti. Come ho già detto, e ciò che aveva tradito non solo me della skimap è il fatto che non si capisce da essa come le piste che scendono ad esempio dalla stazione superiore a quella inferiore della seggiovia esaposto o dallo skilift in alto a sinistra, siano tutte quante belle e piacevoli da percorrere da cima a fondo:
La presenza di seggiolini solo sul ramo discendente della seggiovia suggerisce che oramai i cancelletti sono stati ricoperti (se non proprio rimossi perché basculanti, come mi è capitato di vedere in qualche occasioni) e non è più possibile risalire. Mi concentrerò adesso, con tutta la calma del mondo, sulla discesa che mi riporterà alla macchina:
Una discesa che in perfetto (ed oramai noto) stile d'otralpe (a nord però, io di solito utilizz[av]o questo termine per riferirmi ad una differente sezione alpina) è poco più che una stradina - e che non ho potuto immortalare adeguatamente perché la batteria del telefono, come mi capiterà quasi durante ogni giornata sciistica successiva, sono stati necessari parecchi e qualche minuto al caldo riavvii per recuperare un paio di punti percentuali di carica per riuscire a scattare almeno un paio di istantanee, mi ha lasciato - ma che, d'accordo con l'opinione del noto utente che per motivi di lavoro gli è toccata la triste sorte di doversi trasferire nella noiosa e triste località dei Grigioni, ritengo la più bella tra quelle che abbia mai percorso per la bellezza e la "magia" dell'ambiente attraversato:
E' tutto, un lento ed ozioso viaggio di ritorno mi riporterà alla mia abitazione, e sono soddisfatto di aver optato per l'opzione di sfruttare al massimo il tampone rapido, anche per il fatto che nonostante il cazzeggio a Briga per perdere tempo, presso il cimentoso punto di confine da un (a dire il vero piuttosto svogliato per il lavoro che deve probabilmente compiere per ordini ricevuti da chi ha più potere di lui ed ai quali non può opporsi, e da me perfettamente capito) agente di polizia italiano sia stato adeguatamente controllato per farmi proseguire e permettermi di rientrare al domicilio (ovviamente non sono del tutto serio, però sicuramente non sarei tanto tranquillo a rientrare senza perché due settimane di quarantena senza nessun motivo le riterrei un'insopportabile e per nulla accettabile vessazione):
Fine della gita.
La prima serie di immagini rappresenta una partenza tardiva - poiché il giorno precedente ero rincasato tardi ed avevo dovuto occuparmi della questione che mi aveva costretto al rientro - da casa. L'idea di ripartire mi è venuta pensando che il test Covid preso la mattina precedente a Sierre, anche se la legislazione a tal riguardo non era chiarissima, sarebbe stato valido per un altro rientro in Italia. Fortunatamente ho potuto spostare l'impegno che avevo, ed il mancato controllo al sinistro varco doganale dell'Alto Piemonte durante il rientro in Italia mi ha convinto ancora di più che sarebbe stata questa la cosa giusta da fare:
Ogni volta che mi reco a prendere l'autostrada a Vercelli, via da me prescelta per non essere rapinato dai gestori dell'A4 nel tratto piemontese, non posso fare a meno di transitare davanti ad uno degli edifici con il più alto pregio architettonico dello stivale, che si staglia orgoglioso e solitario in mezzo ai campi della periferia di un'anonima cittadina del vercellese, a dimostrazione di un passato meritevole di essere ricordato (se con orrore o con rimpianto starà alla sensibilità ed alla percezione personale):
Ma la strada continua.....
Passato il suggestivo momento del levarsi del sole, momento che fortunatamente ho il privilegio di non vedere per un lungo periodo dell'anno, sicché io sono una creatura notturna che si trova poco a suo agio in questo momento della giornata, qualcuno apprezzerà la scelta di non immortalare la restante parte di strada già adeguatamente descritta nella prima delle precedenti puntate di questa stagione tardiva di fotocronache:
Tuttavia non posso resistere al fascino di un certo tipo di architettura.....:
Se però adesso non mi sbrigo un po' smettendola di cazzeggiare rischio di non arrivare al parcheggio in tempo per acquistare lo skipass che parte dalle 12:
Arrivare a Blatten, l'anonimo (giudizio per non urtare la sensibilità di uno stimato utente del forum) villaggio che ospita la partenza della funivia/telecabina per il villaggio di Belalp, è molto semplice e veloce da Briga: probabilmente è la località più vicina dopo Rosswald per chi arriva dall'Italia, più o meno a parimerito con l'Aletsch, che infatti è il comprensorio dirimpettaio (benché questo termine non sia del tutto esatto sicché si trovano entrambi dallo stesso lato della valle):
Come si può vedere, una moderna telecabina parte dal fondovalle e permettere di raggiungere in meno di dieci minuti le piste da sci:
Da dove arriva la telecabina, una seggiovia quadriposto permette di spostarsi verso la zona più interessante della skiarea. Ma la stessa seggiovia che dalla cartina pare piuttosto insignificante in realtà è doppiata da un paio di piste più che discrete:
Prima di iniziare un giro sullo skilift del campo scuola è d'obbligo visto che il sottoscritto generalmente non vuole mancare nemmeno un impianto delle skiarea che visita (ed in questo caso, nonostante la relativa piccolezza della località invece così farà poiché l'altra seggiovia quadriposto non ho avuto la necessità di prenderla):
Seggiovia Kelchbach e relativa pista:
Questa è invece la seggiovia esaposto Sparrhorn, l'impianto centrale e che serve più per fare sci "di ricircolo" della skigebiet:
Come si è potuto notare, la skiarea, l'ambiente e l'incantevole centro abitato in altitudine ricordano molto quelli della vicina Aletscharena. E' abbastanza normale che un forestiero, analizzando entrambe le skimap sia più attratto dalla visita della prima, vista la maggiore estensione della skiarea (visita a mio avviso in ogni caso immancabile per ogni sciatore per l'unico motivo della visuale perfetta che si ha sul ghiacciaio dell'Aletsch) ma questa località, che come ho già scritto consideravo come la vicina povera e sfigatella, ha invece molte meno piste ma di qualità mediamente ben più alta:
Dalla cima della seggiovia a sei posti partono due skilift. Lo skilift a destra non è molto lungo ma permettere di accedere ad un paio di piste abbastanza tecniche che ne seguono la linea di risalita, oltre a fare accedere lo sciatore alle piste più "esterne" del comprensorio che poi si ricongiungono alla seggiovia a sei posti:
Lo skilift a sinistra permette invece di accedere a quella che è la "chicca" della skiarea nonché rappresenta esso stesso un motivo di visita per l'appassionato di impianti a fune, poiché é probabilmente l'unica sciovia (di quelle superstiti ho letto, evidentemente in passato ce n'erano altre, ma la cosa mi è e mi era fino a qualche settimana fa del tutto ignota) a doppia fune esistente sulle Alpi:
L'altro motivo di unicità di questa sciovia è la presenza di un pilone "volante" (sì, come quello che c'è poco oltre punta Helbronner sulla nota e vertiginosa cabinovia 2S pulsée che attraversa il Monte Bianco) nei pressi della stazione d'arrivo:
Questo simpatico tunnel permette di accedere alla parte "nascosta" di questa skiarea, che è come scrivevo poco fa uno degli highlights di questo comprensorio:
Una volta usciti dal tunnel, ancora non conscio della incredibile botta di culo che ho avuto nel decidere di attraversare subito il tunnel senza provare prima la pista nera che ritorna allo skilift (skilift che tra l'altro, sempre per la gioia dell'appassionato in materia perché in questo modo si può osservarlo con più calma ed attenzione, impiega almeno un quarto d'ora a salire per via delle continue e lunghe fermate), sia arriva in questa specie di suggestivo anfiteatro naturale da dove parte una pista nera (che ho letto essere spesso non battuta, soprattutto, immagino, dopo una nevicata) che rientra nella parte centrale della skiarea:
Belalp, anche se chi scrive non ha ancora capito come mai, è il comprensorio delle streghe che sono rappresentate in più occasioni:
Dicevo, la sopresa è che una volta ridisceso alla seggiovia a sei posti, noto (anche se la foto non è di sufficiente risoluzione per evidenziarlo) che la pista nera dopo il tunnel è segnata come chiusa. Subito penso ad un errore - anche se mi trovo nella supposta perfetta Confoederatio - sicché è piuttosto strano che una pista chiuda improvvisamente nel corso della giornata:
Nel mentre continuo a sciare:
Questa parte del comprensorio, che non è perspicacemente accessibile dallo sciatore forestiero, a meno che non sia appunto particolarmente perspicace (spero che si possa cogliere un filo di ironia e che non mi si possano attribuire aggettivi poco eleganti, perlomeno in questa occasione), poiché è un po' fuori mano rispetto alle piste centrale e non ci sono indicazioni a riguardo, permette di avvicinarsi il più possibile alla fine della lingua dell'Aletschgletscher e di ammirarne le ultime propaggini, che se non sbaglio non sono visibili neppure dall'Aletscharena stessa:
Incantevole alla vista, oltre al ghiacciaio, è anche questo gruppo di case che si vede dalla fine della pista:
E che bisogna attraversare per rientrare nella parte principale della skiarea, alla quale si accede tramite una stradina ed un successivo corto skilift a piattello:
Quando ritorno in cima al comprensorio ancora una volta, per provare la nera descritta in precedenza e che fortunatamente mi sono attardato a percorrere, noto che il tunnel è stato chiuso veramente e che quello segnato dalla skimap interattiva era tutt'altro che un errore (d'altronde nel paese della perfezione come mi poteva essere venuta un mente una cosa del genere?). Oltre al colpo di fortuna, leggendo il forum nei giorni successivi scoprirò che la pista dopo la galleria è rimasta inaccessibile per parecchi giorni, e questo fatto avrebbe fatto sì che questa sciata non sarebbe mai avvenuta e che questa località mi sarebbe ancora sconosciuta, sicché probabilmente avrei scelto un'altra destinazione vedendo che la parte presumibilmente più interessante di una piccola skiarea non è accessibile ed avrei rimandato la visita ad un futuro indeterminato:
In ogni caso, felice per il non-contrattempo accaduto, mi concentro a sciare per il resto del tempo che mi separa all'orario di chiusura degli impianti. Come ho già detto, e ciò che aveva tradito non solo me della skimap è il fatto che non si capisce da essa come le piste che scendono ad esempio dalla stazione superiore a quella inferiore della seggiovia esaposto o dallo skilift in alto a sinistra, siano tutte quante belle e piacevoli da percorrere da cima a fondo:
La presenza di seggiolini solo sul ramo discendente della seggiovia suggerisce che oramai i cancelletti sono stati ricoperti (se non proprio rimossi perché basculanti, come mi è capitato di vedere in qualche occasioni) e non è più possibile risalire. Mi concentrerò adesso, con tutta la calma del mondo, sulla discesa che mi riporterà alla macchina:
Una discesa che in perfetto (ed oramai noto) stile d'otralpe (a nord però, io di solito utilizz[av]o questo termine per riferirmi ad una differente sezione alpina) è poco più che una stradina - e che non ho potuto immortalare adeguatamente perché la batteria del telefono, come mi capiterà quasi durante ogni giornata sciistica successiva, sono stati necessari parecchi e qualche minuto al caldo riavvii per recuperare un paio di punti percentuali di carica per riuscire a scattare almeno un paio di istantanee, mi ha lasciato - ma che, d'accordo con l'opinione del noto utente che per motivi di lavoro gli è toccata la triste sorte di doversi trasferire nella noiosa e triste località dei Grigioni, ritengo la più bella tra quelle che abbia mai percorso per la bellezza e la "magia" dell'ambiente attraversato:
E' tutto, un lento ed ozioso viaggio di ritorno mi riporterà alla mia abitazione, e sono soddisfatto di aver optato per l'opzione di sfruttare al massimo il tampone rapido, anche per il fatto che nonostante il cazzeggio a Briga per perdere tempo, presso il cimentoso punto di confine da un (a dire il vero piuttosto svogliato per il lavoro che deve probabilmente compiere per ordini ricevuti da chi ha più potere di lui ed ai quali non può opporsi, e da me perfettamente capito) agente di polizia italiano sia stato adeguatamente controllato per farmi proseguire e permettermi di rientrare al domicilio (ovviamente non sono del tutto serio, però sicuramente non sarei tanto tranquillo a rientrare senza perché due settimane di quarantena senza nessun motivo le riterrei un'insopportabile e per nulla accettabile vessazione):
Fine della gita.
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