Contrafforte Pliocenico (BO) - Alla ricerca di sentieri nascosti

madflyhalf

Skifoso assolato che fa l'aperitivo
Sabato ho fatto un giretto a caccia di un "viaz" sul Contrafforte Pliocenico, partendo dai Prati di Mugnano, un ridente parco sopra Sasso Marconi, e accedendo alle pareti di arenaria tra Fosso Raibano e Monte Mario, dal versante nord, con più sviluppo ma più godevole del sentiero che dalla strada di Badolo, dalla frazione Battedizzo, ti strapazza in 200m verticali di sabbia sdrucciolevole.

Dalla comoda "mulattiera" frequentata da bikers elettrificati e non, che percorrono gli itinerari in zona, si arriva alla Commenda, una sorta di "passo" che mette in comunicazione il morbido versante nord con quello decisamente più verticale che guarda verso sud.
Pensavo di dilungarmi nel fosso di Rio Raibano, a vedere i faggi a quota più bassa documentati in Italia (in realtà uno l'ho già visto, ma so che ce ne sono tanti e di enormi), a 180m slm, in un microclima freddo e umido incredibile, ma poi penso che in 30'-40' farei tutto, che ci sarebbe una fanga mostruosa e che la risalita, al ritorno, sarebbe appunto quei 200m verticali e soffocanti di cui accennavo prima, caldi torridi già in questa stagione.

Decido quindi per andare a caccia del sentiero nascosto (in realtà lo conoscono in molti ed è abbastanza frequentato), rimanendo in "quota"HIHIHI per boschi mesofili e xerofili, ma nella speranza di restare su una traccia pulita...

Dalla Commenda quindi si precipita verso il basso in un tratto di sentiero boscoso che collega la parte alta a quella bassa del mio "viaz"; io però per ragioni logistiche sabato ho svolto solo la parte alta, meno suggestiva ma più panoramica, quella bassa passa a ridosso delle pareti basse, ma molto coperta dalla boscaglia.

Ci si muove tra cenge boscose, pareti di roccia, pulpiti, ma sempre avvolti in un bel bosco collinare, misto di querce (roverelle e cerri; aceri campestri, ginepri, e nel versante settentrionale anche boschi misti di castagno)

Ne va che i segnavia sono particolari
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a volte qualche fascetta annodata
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Da un primo pulpito verso l'appennino innevato
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A volte la traccia, specialmente sui tableau non è chiarissima ma la direzione è unica e a naso procedo

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A volte i granelli di "roccia" indicano la strada meglio
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L'ambiente per me è molto bello, ci arrampico poco più sotto, qui si esplora una zona poco battuta
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Incisioni rupestri
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Ricostruisco un ometto a forma di fungo
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Per l'appunto poco battuta: gli unici cristiani incontrati, con un cucciolone che mi salta addosso sull'orlo del dirupo...
Sono inglesi
:shock:
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Lungo questa traccia 3 caprioli 1 cinghialotto 1 cane 3 persone incontrate. Top.

Segnavia
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Altro segnavia. Che tra l'altro ci ricorda la conformazione tipica dell'arenaria qui di queste falesie: piena di ciottoli cementati, utili per arrampicate particolari
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Ometto su arenaria scura
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diversamente ometto
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Un altro pulpito panoramico
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Cimone e Corno innevati
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La traccia indicata da bolli rossi anche su alberi

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Si prosegue a picco sopra l'abitato di Battedizzo.
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L'esposizione non si sente, si è immersi tra le querce, ma la traccia è sottile e il bosco ripidissimo, un passo falso significa quasi sempre infrattarsi in un dedalo di rami appuntiti e piuttosto verticali, da cui difficilmente ci si districherebbe in autonomiaHIHIHI


Si arriva a una selletta dove si ritrovano i segnavia CAI per la cima di Monte Mario, per La Piazza e Prati di Mugnano (da dove provengo... ci vorrà 20-30' da qui)
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Mi sembra strano che il mio viaz finisca qui... infatti poi noto i segnavia proseguire sempre sul versante sud, a picco sotto le pareti

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Qui il sentiero diventa più caratteristico. Infatti ci sono 2-3 alberi abbattuti, in cui a volte si passa sotto, trasicnandosi lo zaino, magari pure evitando di rotolare giù per il bosco, oppure come questo, che è alto più dei 110cm canonici degli ostacoli, ma anche la luce da terra è molto meno di 50cm.
Un provvidenziale alberello dal lato opposto permette di trascinarmi oltre.
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Dietro il mio dito, quercus pubescens e gli altri del contrafforte Pliocenico: La Rocca di Badolo, dietro a sinistra Monte del Frate e più lontano e accuminato Monte Adone...
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Un po' attaccato alla roccia
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Un po' sotto

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Roccia poi...
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Arrampicare qui torni a casa con più sabbia nelle mutande che a Rimini, ma va bene così
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Occhio ai segnavia
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Sì sì sabbia ma un po' roccia, vedete? Il filone di fossili della formazione del Pliocenico, eccoli! Talmente giovani che sono ancora bianchi e lasciano giù colore
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Si torna verso il bosco e verso l'ombra (al sole si schiumava già...)
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Sono alla sella di Monte Mario, con l'indicazione per la cima e... un presepe:shock:
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Andiamo a fare sta "cima" HIHIHI

Sembra finto
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Fiori bianchi
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Ora il versante nord è terribile, sebbene la traccia sia netta, qui la sabbia diventa argilla terribile che ti si aggrappa alle scarpe facendoti fare mezzo passo indietro per ogni passo avanti.


Insomma il 70% dei sentieri che mi restano sono quelli che sono uguali tutto l'anno, indipendentemente dalla stagione in cui sei.
Brutti.
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La possente siderale cima, Monte Mario, 466m e il suo presepe
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Libro di vetta... assente; la prossima settimana ne porto su uno.
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A picco sotto di me, nell'ordine:
Il cimitero di Battedizzo
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Le "anse" del fiume Setta con relativo acquedotto di Bologna, sormontato dal monte Pero e dietro in fondo l'Appennino Innevato
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Tornato alla selletta di prima mi dirigo dritto verso un cucuzzolo che sta a est di Monte Mario
Altro sentiero agghiacciante: farlo in discesa puoi pure sciare sulla fanghiglia credo
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Un buco nella roccia
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Bellissimo querceto (cerri direi) con sentiero di cresta
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L'ultima sella, di qui mi dirigo definitivamente verso la macchina, tagliando verso La Piazza e non tornando verso la Commenda (il cui sentiero di "arroccamento" dal lato di Mugnano è tipo una via di mezzo tra le sabbie mobili di Mont-Saint-Michel e il Twickenham dei tempi d'oro)
Davanti a me un sentiero che man mano spiana... nel fango
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E' pieno di sti cedri qui e di fanga
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Là in fondo in bianco il mio parcheggio
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davanti fanga
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e una panoramicissima panchina all'ombra di una farnia.
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Ma soprattutto fanga
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Colori d'inverno collinare appenninico, cipressi, cedri dell'Himalaya, e rose canine a perdita d'occhio.
Mi sa che ad aprile faccio un salto a caccia di prugnoli...
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e fanga.
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E' tutto.

Tornerò a fare la parte bassa del sentiero e cercherò di proseguire il filo di arianna... ora è che il trade-off è tra fanga sul versante nord, e caldo fotonico sul versante sud.
Ci andrò un giorno nuvoloso.

Bei posticini, consigliati ai bolognesi a zonzo... nulla di difficile, un po' di esposizione ma spesso mitigata dal bosco; traccia sottile a volte, ma con un po' di passo sicuro la si svanga senza batter ciglio.
Scusate la marea di foto, ma son state 3-4h d'aria dopo un po' di tempo che ero costretto in casa con la bimba un po' gnolosa e cose da fare.
Ho fatto 130 foto in 3h scarse di cammino
 
Ultima modifica:
La prossima volta allora vai a vedere quei faggi e metti qualche foto!

PS: ma una decina di giorni fa ha nevicato sul sentiero che hai fatto?
 
Si si, fino giù a Bologna città! Una farinosa diecina (al ribasso...) in pedecollina... forse qualcosa più li su.

Mah quei faggi una foto ce l'ho da qualche parte... vediamo se la ravano
 

.

si si, è proprio lui. E' il viaz in cui mi incrodai in bici qualche anno fa.

Visto che mi vantavo di essere conoscitore della zona (negli anni 80 sono stato fidanzato con una ragazza che aveva casa a Battedizzo proprio in fondo alla strada del cimitero) mi sono detto: mi pare che di qui si possa proseguire in bic, al massimo scenderò ed andrò a mano.

Ad un cert punto la cengia era così stretta che ho deciso di tornare indietro (non sapendo cosa mi sarei trovato andando avanti): peccato che non c'era più spazio per girare la bici e mi sono dovuto fare tutto il pezzo con bici in retro non sapendo più dove mettere i piedi.
E già mi vedevo sui giornali: esperto escursionista ecc....

Vabbè, che bei ricordi quei posti.

Piuttosto mad: spiega ai non bolognesi - o ai bolognesi che non lo conoscono - cos'è e come si è formato il contrafforte pliocenico, una delle bellezze che abbiamo dietro Bologna.
 
Il contrafforte Pliocenico altro non è che un gigantesco castello di sabbia! (cit.) :D

Affioramenti di arenarie plioceniche (...), quindi piuttosto giovani intorno ai 3-4 milioni di anni, ricche di fossili (la cengiona di Badolo alto è un museo geologico a cielo aperto, pieno di congiglie e gasteropodi fossili, ancora bianchi di calcite che ti colorano le dita), formatisi per via dell'innalzamento e abbassamento piuttosto repentino del livello del mare in quei periodi...
Con lo stesso procedimento, 3-4 milioni di anni prima durante la crisi di salinità del Messinano, si è formata la vena del Gesso Romagnola.
Queste bastionate si aprono a picco su 2 valli solcate dal torrente Setta (con direzione sud-nord) e Savena (Sudovest-Nordest) e a est del fiume Reno (=no Parmigiano Reggiano)

Si tratta davvero di contrafforte, in quanto i dolci pendii dei colli Bolognesi che si estendono a sud della città, da Paderno verso Pieve del Pino, improvvisamente precipitano in corrispondenza dell solco della valle del Setta, dapprima con appunto le pareti rocciose di Monte Mario, Fosso Raibano, Badolo, Monte dei Frati, Monte Adone, e poi più a sudest di Monterumici, l'abitato di Brento, Livergnano, monte Rosso fino a monte delle Formiche

Da questa zona poi prende il nome la via degli Dei, che ripercorre l'antica Flaminia Militare (la Direttissima di epoca Romana), che transita nella sua seconda tappa proprio in prossimità di questi dirupi.
Perché Dei?
Perché nei toponimi si riscontrano i nomi di divinità o pseudo tali del periodo romano:
- Monte Adone
- Monte Venere
- Monzuno (si dice derivi da Mons Junonis)


Uno degli ultimi comuni sul contrafforte è Monghidoro, crocevia d'Europa, il cui nome deriva da Mons Gothorum in quanto era presente un accampamento fisso di Goti e il cui nome bolognese è Dschergalèsan, ovvero scarica l'asino, in quanto si trattava in antichi tempi della dogana tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana).
Ivi si scaricavano gli asini per il controllo della merce e la sostituzione della bestia un po' affaticata



Breve excursus arrampicatorio

Le pareti di roccia sono da manuale, nel senso che come le migliori montagne, più si sta in alto e più la roccia è friabile, più si sta in basso e più è compatta.
Ovviamente parliamo di arenaria, una roccia che di per sè non ha QUASI APPIGLI, se non un po' di fessure e diedri, quindi la palestra di Badolo è interamente scavata: la difficoltà spesso è dovuta alle dimensioni di chi ha letteralmente "disegnato" la via.
Arenaria: dunque se una via non viene percorsa per 1 anno (e capita), le prese sono piene disabbia, letteralmente e se fai un 4b ok, ma se fai un 6a o più, capite anche voi che l'unica mano buona è conciata così, auguri.
Ma se le vie sono ripetute molto, gli appigli son puliti ma gli appoggi si consumano, quindi ne guadagna comunque di grado.
Un curioso cartello del CAI di Bologna recita più o meno così: "E' importante prestare attenzione, in particolare chi ha poca esperienza in quanto gli agenti atmosferici, ma anche la frequentazione o la non frequentazione delle vie, possono cambiare radicalmente (innalzandone) il grado di difficoltà delle stesse"

Leggenda vuole che noti apritori di 7c/8a di Lumignano, portati a Badolo e soprattutto Fosso Raibano da locals, su un paio di 6a+ tosti non fecero più di 1m da terra.
Che sia leggenda o no, per puro caso un paio di estati fa ho avuto il piacere di averne conferma da un famoso diretto interessato, che ancora se la ride della figura che fece... per non piangere.


Badolo basso e nuovo ha una roccia accettabile, la parte alta è terrbile secondo me, ma le vie belle e caratteristiche non mancano.
A Fosso invece, ormai interdetta (...) all'arrampicata, c'è l'arenaria più bella, ma è davvero una roccia bella in senso assoluto, qui: molto simile al gritstone britannico, ha una grana grossa e molto ruvida, è solida e poco sabbiosa, lo chiamiamo granito dei poveri, c'è un grip pazzesco in numerose vie.
Inoltre la conformazione delle pareti presentaun po' di ciottolini cementati naturalmente e solidissimi, nonché intere sezioni di alabastro (gesso) su cui si sviluppano appigli naturali e poco lavorati artificialmente, ma attenzione che ogni tanto qualcuno rimane in mano.
Quelli che non rimangono in mano, se obbligati, si lucidano alla velocità della luce... del restro l'alabastro era il vetro dei poveri romani.


Credo di avervi tediato abbastanza
 
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Da questa zona poi prende il nome la via degli Dei, che ripercorre l'antica Flaminia Militare (la Direttissima di epoca Romana).
Perché Dei?
Perché nei toponimi si riscontrano i nomi di divinità o pseudo tali del periodo romano:
- Monte Adone
- Monte Venere
- Monzuno (si dice derivi da Mons Junonis)

Vedi che c'è sempre da imparare?
Non sapevo che il nome del Sentiero degli Deivenisse da questi toponimi ...

Monte Adone in effetti è davvero bello come un Adone, sia visto da valle che da su, dove le formazioni di pinnacoli lo rendono davvero caratteristiche.
Il Monte Venere, senza essere troppo maliziosi, è molto rotondeggiante e dolce, si insomma .... ci siamo capiti.HIHIHI
Di Monzuno proprio non sapevo
 
E' una delle teorie, poi chissà...

Io sono innamorato del mio territorio, mi piace conoscerlo, mi intrippo nei momenti liberi leggendomi la sua storia e frequentando di persona certe zone.
Si ha modo di scoprire certe piccole perle che, nei periodi di reclusione, mi son tornate parecchio utili per "sfogare" il desiderio di libertà e tranquillità...

L'Appennino Bolognese (ma direi tutto il territorio Italiano) ne è pieno, basta volerli conoscere, ché meritano!
 
E' una delle teorie, poi chissà...

Io sono innamorato del mio territorio, mi piace conoscerlo, mi intrippo nei momenti liberi leggendomi la sua storia e frequentando di persona certe zone.
Si ha modo di scoprire certe piccole perle che, nei periodi di reclusione, mi son tornate parecchio utili per "sfogare" il desiderio di libertà e tranquillità...

L'Appennino Bolognese (ma direi tutto il territorio Italiano) ne è pieno, basta volerli conoscere, ché meritano!

ma quanto 6 brutto in foto...:TTTT
 
Bel report potresti fare la guida.
Fra le altre cose pensavo che quei posti e località ho cominciato a frequentarli all'iniziono con il cinquantino da cross, poi con la moto via via più potente, adesso in bdc.......a sàn vec
 
Bel report potresti fare la guida.
Fra le altre cose pensavo che quei posti e località ho cominciato a frequentarli all'iniziono con il cinquantino da cross, poi con la moto via via più potente, adesso in bdc.......a sàn vec

HIHIHI
Beh ma pr'andèr in biziclàtta al vòl al fìsic

Mej acsè
 
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