I casi di chi parte da zero o quasi sono... zero.
Qualcuno c’era ancora fino a 20 anni fa, quando la precedente generazione ancora dava insegnamenti di lavoro e i giovani di quel momento non si trovavano terreno bruciato e crescita zero intorno.
Parlate più spesso con gente di 30-35 anni oggi, non con gente che aveva 30 anni... 20 anni fa. O anche solo 10...
L’Italia in questo senso è cambiata drammaticamente.
Ha lasciato senza speranza di crescita professionale e umana una generazione e mezza, grazie a immobilismo, a stagnazione economica, ad assenza di produttività e meritocrazia.
Il cancro di oggi sono i Dipartimenti HR del 90% delle aziende italiane, che promuovono poco, favorendo chi non fa un ***** ma è raccomadato o chi mette il coltello nella schiena al collega di turno.
Zero incentivi, zero responsabilità, finti job title, rimpiazzo delle ultime persone con esperienza con giovani sottopagati.
Questo è l’ambiente del lavoro oggi, dove gente di 25-40 anni passa ALMENO 8 ore al giorno.
E poi predichiamo che siamo un paese senza cultura, senza cultura del lavoro, con gente pronta a tutto pur di guadagnare?
Che storia si sentono raccontare durante il giorno?
Che non fai carriera, che non hai crescita, se vuoi averla devi comportarti come una merda.
Io di anni ne ho 35, sono felice della mia vita, un po’ meno professionale ma non mi lamento, particolarmente di sti tempi, però so cosa bene cosa vi racconto: chiunque conosco, nel lavoro in azienda, sono quasi tutti messi così, dalle multinazionali alle grandi industrie italiane e PMI. Tutti salvo RARISSIMI casi.
Ripeto i 35 enni di oggi fino almeno ai 40-43 anni (età di mio fratello).
E vi garantisco che non manca la voglia di lavorare, tutt’altro
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In linea di massima sono d'accordo che la nostra vita è ciò che abbiamo fatto. Che OGGI partendo da zero si riesca a fare la scalata di cui parli tu però, permettimi, mi lascia forti dubbi. Oggi lavorando sodo da condizioni di partenza non agiate ti scavi la tua piccola nicchia in cui vivi decentemente e poco più. Avrò frequentato una banda di mediocri, può essere, ma di gente ne conosco parecchia (anche e soprattutto per lavoro) e - credimi - esempi di persone diventate ricche dal niente non ne conosco nessuno. Qualche bel benestante sì, che tuttavia ha approffittato degli anni buoni (vale a dire quelli fino ai primissimi anni '90). In compenso conosco tantissimi che campano (o arrotondano) grazie ai patrimoni ed alle attività lasciate dalla famiglia.
A mio avviso in un paese che vuole definirsi civile anche chi non è un genio e/o non è nato in condizioni economiche favorevoli e/o in un ambiente, periodo o contesto familiare privilegiato, dovrebbe avere le possibilità di vivere dignitosamente senza fare la fame e venire sfruttato a vita.
Tra l'altro nel mondo a mio avviso ci sono probabilmente decine di migliaia di "geni" (che in ogni caso rappresentano una minima parte della popolazione perché è biologicamente un dato di fatto, e solo una società turbocapitalista vuole riservare solamente a loro -e a chi è nato ricco - una vita dignitosa a mio avviso) il cui talento non è mai potuto emergere per essere sfruttato appieno per la mancanza dei prerequisiti succitati.
Cortina. Cortina è stata l'ultima località importante delle Dolomiti, dove i miei sci hanno tracciato. La rifiutavo, non capivo cosa potesse dare allo sport sciistico. Alla fine ho ceduto, pressato dagli amici, attirati dalla fama e mondanità della cittadina. Ebbene, chiaramente, ho cambiato idea e ci sono tornato altre volte, sempre solo per sciarci e basta. La Cortina mondana è come una calamita, attira tante persone che della mondanità ne fanno un principio, anche dalla mia città, economicamente tra le più depresse d'Italia. Un giorno, dietro pressione di un amico, lasciammo le piste del Sella per andare a Cortina a sciare. Aveva fissato un appuntamento per altri compaesani, quella della borghesia buona. Arriviamo al solito orario per aprire gli impianti e chiediamo dove stanno. Risposta "a dormire è presto". Verso mezzoggiorno si ha l'incontro, alle 15 ci salutano devo rientrare, hanno già sciato assai.
Hai scritto delle inesattezze. Tanto per iniziare Courchevel non è più scomoda della maggior parte delle altre località francesi. Anzi; ce ne sono di molto più scomode da raggiungere.
Semplicemente la maggior parte dei francesi (come tra l'altro la maggior parte degli italiani, ma la demografia francese intesa come distribuzione della popolazione sul territorio in questo caso è a sfavore) vive lontano dalle montagne e non può andare a sciare sulle Alpi per il weekend. Quei fortunati che abitano abbastanza vicino alle Alpi d'oltreconfine hanno invece una scelta enormemente più varia rispetto a tutti gli italiani che non abitano in Trentino/Alto Adige per una sciata in giornata.
Per il resto non riesco nemmeno bene a commentare la frase che accomuna Courchevel a Lake Louise. Per quelli che sono i miei gusti, passi l'Engadina (che paesaggisticamente è più bella e ha delle bellissime piste, ma in numero molto più limitato), passi il Dolomiti Superski con il quale se la può giocare ma inserire la località canadese come paragone mi sembra una barzelletta. Ok sono i miei gusti, ma le skimap sono oggettive.
questo thread è bellissimo
ho imparato che:
le seconde case portano più ricchezza degli hotel
nei comprensori basati sulle seconde case c'è meno affollamento
Courchevel è più economico di Cortina
Courchevel è come Sestriere, solo più lussuosa
lake louis se la gioca col trois vallées
per favore, continuate a stupirmi!
Oltre al fatto che le medaglie di Albertone non hanno niente a che fare niente con Lake Louise, che praticamente oltre a quel mega castello (che sta a 7 km) c'e un paesotto da meno di mille abitanti in mezzo tra il resort e il castello, alla base degli impianti ci sono 4 strutture in croce e questo è uno ski resort da citare a livello internazionale?
Lake Louise sta a San martino di Castrozza, come Prali sta a Zermatt.(sorse esagero ma c'è un abisso)...
Nel raggio di 300km (che li sono veramente poco) di comprensori nettamente superiori c'è la fila. E solo parlando di comprensori.
Io ci ho sciato in giornata, rientrando verso Calgary, attirato dal nome, grazie alle gare di coppa del mondo, e anche come tappabuchi è stato veramente una delusione.
Se mi pagano il soggiorno al Fairmont Château Lake Louise un weekend a trattarsi bene ci sta, ma andando a sciare altrove...
Ripeto, se non ci facessero le gare di coppa nel mondo in Europa non se lo filerebbe nessuno, e chi va a Lake Louise aspettandosi di trovare un comprensorio di un certo livello, la delusione è assicurata.
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