Concordo in tutto .
Purtroppo eravamo abituati a fare ciò che più ci piace nel modo che volevamo .
Non è più possibile ok , ma non tollero si raccontino amenità balle e luoghi comuni sul comportamento che si teneva ,quando era tra l'altro consentito .
Regole sono state scritte e sarebbero state applicate senza molti problemi .
Non ci è stata , erroneamente , data fiducia.
Ne prendiamo atto .
Un giorno si riapriranno impianti e piste al publico e lo dimostreremo .
Che sia un grande o un piccolo comprensorio,ne sono certo .
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Ti ripeto, ti sbagli della grossa.
Saranno lo 0,01% di chi ama lo slow ski.
Qui dentro ne siamo pieni di gente che fa report di Gardena Ronda e la settimana dopo di qualche posto inculato con 3 impianti in croce.
Chi ama lo slow ski, che lo abbracci ogni volta che scia o una volta ogni tanto, lo fa per chiamarsi fuori da altre zone.
Secondo me bisogna distinguere dall'atteggiamento tra fanatici o comunque integralisti dell'ambiente e del by fair means come si usa dire oggi, dal nervosismo legato al covid dei tempi attuali.
I primi ci sono e sempre ci saranno con consensi a volte in espansione oppure in contrazione a seconda anche della moda e dello stile di vita che tira di più nel periodo.
L'isterismo da Covid è contingente e legato solo a questo periodo che contrappone le categorie in difficoltà e se non finiremo oltre il baratro del default, sarà destinato a rientrare quando un giorno ci lasceremo alle spalle la malattia..
Io credo che sia importante per ognuno di noi prima di dare di matto per le libertà o anche il reddito perso, comprendere e calarsi nei panni di chi sta vivendo situazioni peggiori di noi, gradino per gradino, fino a chi sta morendo da solo intubato in ospedale.
Se riusciamo a capire questo riusciremo a reagire meglio a qualunque sacrificio si debba affrontare...
Guarda che lo slow ski é una classificazione totalmente fuorviante.
Racines ha solo impianti automatici.
É capace di gestire flussi abominevoli di persone. La seggiovia piú sgrausa é una CD4 e fa 2000pp/h. E verrá cambiata in tempi non lunghissimi.
Perché il comprensorio piccolo, se é supportato da una buona offerta ricettiva, vien preso immediatamente d'assalto e deve ri-strutturarsi per non affogare. Non é che la gente é scema e quando un comprensorio é bello, curato e in un bel contesto non ci va, ANZI.
Il problema é un altro, e qui si che la coda di paglia qua su SF é consistente.
I comprensori a Ovest, nelle zone facilmente raggiungibili dalle grandi cittá, non possono semplicemente sostituire impianti all'aumentare della domanda. Perché non ci starebbero coi costi. Devono aumentare l'area sciabile.
E il motivo ha un nome e cognome: seconde case.
Volete lo slow ski, o meglio, il comprensorio poco esteso che da da vivere ai valligiani senza devastare l'ambiente?
Rinunciate al mattone.
Quoto anche gli spazi vuoti
Integor prendendo le ultime 3 righe della tua analisi: e allora ti accorgi che sono gli enti locali stessi a non voler rimodulare l'offerta turistica, invece che creare benessere con strutture alberghiere, incentivano le seconde case e le tasse su di esse.
Per carità, in parte quella IMU serve per pagare servizi essenziali che spesso i comuni così piccoli farebbero fatica a erogare ai propri cittadini, ma è miope pensare che non ci sia una via di mezzo tra il deserto della val di Zoldo e gli hotel e garnì in ogni angolo della val Gardena o val di Fassa!
Ultima modifica di madflyhalf; 15-01-2021 alle 10:33 AM.
sono d'accordissimo Mad, anche se noi di skiforum non siamo rappresentativi, sia perchè amiamo troppo lo sci e la montagna, sia perchè facendo parte di questa comunità abbiamo la fortuna di poter osservare le diverse facce della medaglia, da chi fa slow ski, a chi fa speed ski (missouri), a chi si lamenta dei sedili riscaldati (io, mi danno un fastidio enorme sia fisico che mentale), a chi sale con le pelli per il gusto di perdersi nella natura a chi lo fa per il piacere della discesa in prima traccia (ed un buon millerighe di prima mattina nessuno di noi poi lo disdegna).
Personalmente non potrei fare a meno di nessuno di questi aspetti (sedili riscaldati ed eccesso di cabinovie a parte), e forse anche tu e forse anche ... tutti noi.
Non amo i megacollegamenti a tutti i costi, ma riconosco il diritto ai valligiani (o ad altre parti interessate) di provarci per sostenere l'economia. Poi ci pensarà la politica o l'opinione contro di qualcuno o le autorità competenti a bocciarli se non sostenibili.
Dove ho casa io Già solo le ingenti entrate dell'IMU delle seconde case, per altro poco utilizzate, permette ai locali di godere di buoni servizi, opportunità di lavoretti, se non di spartizioni od aiuti non troppo trasparenti, in modo di permettere una vita abbastanza agiata e tutt'altro che faticosa..
Quindi se qualcuno, purtroppo, sta male, anch'io devo essere solidale e rinunciare a divertirmi? NON CI STO, sarò egoista menefreghista quel che volete, ma a la mia vita e come viverla voglio deciderlo io non il cts o chi per esso. Non sto in lutto perchè muore qualcuno da qualche parte, ne vorrei che lo fosse per altri se morisse qualcuno a me caro. A ognuno i propri lutti e i propri piaceri, non siamo comunitari e solidali, non dobbiamo.
sono d'accordo con qualcosa che proponi, MA osservo delle contraddizioni.
nessuno obbliga qualcuno a skiare sul sellaronda (libere scelte personali), oppure a seguire con i figli i ritmi del fast ski dei grandi caroselli ski; nessuno vieta ad alcuno di skiare nelle piccole stazioni ski (slow-ski).
dunque se le piccole stazioni ski (slow) hanno poco appeal molto probabilmente ci saranno dei motivi, ci saranno delle delle ragioni (non credo che le persone debbano necessariamente essere 'educate' ed 'indirizzate' ad apprezzare anche le zone e valli meno note....).
poi nel caso in cui si promuovessero le piccole stazioni ski slow (e si riuscisse davvero nell'operazione, io dubito per molti motivi) le stesse piccole stazioni ski di fatto NON sarebbe più slow (aumento delle persone presenti e problemi conseguenti e necessità dei Locals di 'ottimizzare'....), dunque probabilmente si andrebbe punto e capo.
sembra il paradosso del turismo contemporaneo: cerchi luoghi belli, ma quelli sono pieni di persone che come te cercano luoghi belli e rendono lo stesso luogo 'non più tanto bello'......(vedi noto sketch di claudio bisio su una spiaggia solitaria della grecia).
questo aspetto delle Regioni o Provincia Autonome di finanziare-sovvenzionare (con le risorse economiche pubbliche) il turismo, il territorio, anche le valli di basso appeal, a me non sta mica tanto bene.
comprendo benissimo che il turismo è un settore industriale di 'servizi', con un grande indotto economico diretto ed indiretto (so bene inoltre che lo spopolamento di valli montane può costate caro sia termini idro-geologici, che economico e sociali), ma io non gradisco risorse economiche pubbliche destinate a settori, comparti di 'nicchia' che non si possono sostenere autonomamente in maniera economica-finanziaria.
ahimè lo ski alpino sembra, in alcuni casi, essere uno di questi settori.
per il costo degli impianti di risalita, per i costi delle cogenti manutenzioni periodiche, per i costi diretti ed indiretti (vs incassi) - dunque alcuni impianti ski (anche in note zone con evidente appeal), sono in pareggio e/o in perdita.
il business per lo ski alpino (non sono i costi-ricavi degli impianti ski) è l'indotto: hotel, appartamenti, baite, rifugi, negozi, nolo, maestri ski, etc
l'approccio slow ski (ahimè) non favorisce particolarmente tale indotto (ovvero lo favorisce molto-molto meno dei noti caroselli frequentati nelle settimane bianche...).
invece la scommessa potrebbe essere quella del cambiamento di approccio:
di una buona percentuale di appassionati di montagna e di ski che frequentano anche i noti comprensori ski
di una buona percentuale di Locals che gestiscono il sistema ski nei grandi comprensori
sostanzialmente sarebbe un: meno quantità più qualità.
MA la vedo molto-molto difficile, ciascuno ha diritto di andare e di skiare dove e come gli aggrada e non sono certo io che voglio 'educare' ed 'indirizzare' le maggioranze ....
MAH
Permettimi di dubitare che Vipiteno, paese di 7000 abitanti RESIDENTI potrebbe vivere di IMU da seconde case. Nemmeno se edificassero ogni singolo terreno in piano.
Ma in effetti, se edificassero, parleremmo di scempio peggiore di quello relativo alla costruzione di un impianto.
Come la mettete, le seconde case sono un ostacolo allo sviluppo economico sostenibile, per il semplice motivo che tolgono una fonte di reddito potenziale ben maggiore, quella relativa al settore "para"alberghiero basato sugli edifici esistenti. Modello vincente di AA e Austria. Dove ti giri, c'é un bel gasthof alla base della gita skialp dove pernottare.
Poi siamo in un paese libero (EDIT: o meglio, dovremmo esserlo). Ognuno é libero di comprarsi una casetta in montagna. Basta poi che abbia l'onestà intellettuale di non fare il MW (EDIT: o come gran parte degli iscritti al CAI che hanno una casa in motagna) di turno che "che schifo fanno altri impianti vicino al mio chalet".
La posizione ufficiale di MW è contro lo sci. Io ho letto, sul sito ufficiale, l'espressione "cancro delle montagne" relativa agli impianti di risalita. Poi, certamente, i singoli simpatizzanti possono avere opinioni variegate e di buon senso.
Nessuna mentalità da assediato, perché la capacità di MW di mobilitare l'opinione pubblica, è tutto sommato contenuta (nel bene, e nel male, non sempre questo fatto è un vantaggio), ma solo mentalità oggettiva.
Come per tante cose, in medio stat virtus.
A me pare che l'approccio altoatesino, fuori dai grandi giri dolomitici sia esattamente così: Poche seconde case (per chi desidera averla), tanti alberghi, e la consapevolezza che non si può vivere di solo turismo (nel senso, anche tante attività produttive e di buona imprenditoria: mi viene in mente, sempre a Vipiteno, Prinoth/Leitner, la latteria, Rubner più sotto (è a Freienfeld, giusto?) ). E non ci vivono per niente male, mi sembra
(Baso le mie analisi su una breve parentesi di vita a Vipiteno, e una frequentazione abbastanza assidua della Val Sarentino)
Io ti ho raccontato la mia esperienza che era in controtendenza, il paese vive seppur con difficoltà perchè ci sono seconde case, in quanto gli alberghi finito il boom anni 80 hanno chiuso.. solo per dire che ogni realtà ha una storia sua, un modello unico di successo non esiste secondo me
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