Tre partite e sei gol per entrare nella leggenda.
Questo, sintetizzando al massimo, è stato l'apice della carriera di Paolo Rossi: quei sei gol hanno permesso all'Italia di vincere i mondiali di Spagna '82 e a lui il pallone d'oro nello stesso anno,
ma soprattutto gli sono valsi eterna riconoscenza e un posto d'onore nel cuore dei tifosi italiani, e gli hanno regalato fama a livello mondiale.
Italia-Brasile 3-2 fu per noi, allora ragazzi o bambini più o meno grandi, quello che per i nostri genitori fu Italia-Germania 4-3 di Messico '70.
Anzi, fu meglio: perché poi quel mondiale lo vincemmo, e quei tre gol di Rossi - un po' di rapina, un po' di fortuna - ci fecero trionfare sugli strafavoriti brasiliani e fecero capire agli azzurri che avrebbero potuto compiere l'impresa.
Fisico gracile, tecnica non eccelsa, un promettente inizio nel Lanerossi Vicenza e a Perugia, poi lo scandalo scommesse, la squalifica, la rinascita e il trionfo mondiale.
Poi il proseguimento di carriera con Juve e Milan, un rendimento onesto ma non eccezionale, e qualche altro trofeo in bacheca.
Ma per tutti resterà sempre Pablito, grazie a quelle tre partite.