Stamattina facendo pulizia sul desktop ho ritrovato il report che avevo scritto dell'ultima sciata della scorsa stagione (20-21 giugno). Non avevo ancora sistemato le foto e pochi giorni dopo ero entrato in un mare di merda a lavoro per un buon mese abbondante: poco male, le foto ora ci sono e il testo...già c'era . Con un po' di nostalgia, visto le incertezze per la stagione a venire (a parte che tanto non nevica), ecco a voi:
L’ultimo ballo di Jordan e i Bulls nell’omonima docu-serie Netflix è il coronamento e la fine di una dinastia. Il nostro ultimo ballo è semplicemente il calo del sipario su questa stagione. Se l’inizio è stato da bava alla bocca (metri di neve a novembre fino a bassa quota), il proseguo non è stato proprio il massimo. Ma il finale (sempre se finale è: i titoli di coda nascondono spesso scene extra), siore e siori, è un vero capolavoro della natura. Nelle ultime due settimane tra video e foto sui social ho visto più polvere che negli ultimi due anni. Roba che per scegliere dove andare sarebbe bastato appendere una cartina delle Alpi al muro e scegliere la destinazione tirando una freccetta bendati.
Ma veniamo a noi: settimana scorsa alla Capanna Margherita, causa impegni lavorativi, mancava la fanciulla. Diciamo che al rientro a casa son dovuto stare attento a pronunciare parole come “polvere”, “figata”, “sciata dell’anno”, “tip”, “top” e via dicendo, pena schiaffoni alla Cannavacciuolo DD Ma con la riapertura della frontiera con la Svizzera, le promisi che il weekend a venire (lo scorso) avremmo sciato il miglior Fletschhorn di sempre (la mia mente intanto si faceva il segno della croce tre volte di file per scongiurare maltempo o neve demmerda, altrimenti altro che schiaffoni DD).
Ovviamente per Fletschhorn intendo la parete Ovest (la Nord la lasciamo ai ripidisti della domenica DD), che come ambiente secondo me le è pure superiore (da questo lato della Saastal si gode forse della più bella vista in assoluto su tutto il versante nord-orientale del Massiccio del Mischabel). Per me sarebbe la terza volta: la considero la gita di fine stagione per eutanasia [.auto cit].
Tra il dire e il fare però ci sono di mezzo zaini da portatori d’alta quota Himalayani. Perché se è vero che c’è una strada che ti porta fino a 2300m (una sbarra chiusa con lucchetto blocca l’acceso al lago Gruebusee a quota 2800, anche se ormai è diventata al limite anche con un 4x4), è anche vero che è o ti spari 1700d+ in giornata oppure la spezzi in due giorni facendo un po’ di avvicinamento e dormendo in tenda (e poi diciamocelo, la tendata a 2800 con la fanciulla rende il tutto molto più romantico .
E così venerdì sera prepariamo gli zaini: quello di Mell pesa 24kg (il mio non ho avuto il coraggio di pesarlo): dopo averlo provato a sollevare ho visto il terrore nei suoi occhi DD Ma la ragazza è motivatissima e non si lascia demordere da qualche chiletto sulle spalle. E quindi sabato si parte: recuperato le ultime cose necessarie, in tarda mattinata siamo in direzione di Saas Balen, con tappa obbligatoria a Simplon Dorf per andare alla toilette (in realtà tutta una scusa per godersi il Fletschhorngletscher.
Ripreso il viaggio, altra tappa obbligatoria al Passo del Sempione (5 minuti di macchina dopo la pausa Toilette ). Il motivo? Beh…
Ahhh, prima o poi la split sulla Nord ce la butto (zoomando si vedono tracce fresche di giornata). Il Sempione comunque in questo periodo dell’anno offre dei contrasti stupendi (peace and love).
Raggiunta Saas Balen e quota 2300m di Grubenalp, parcheggiamo la macchina nell’unico posto rimasto (qualche altra macchina tra chi aveva sciato in giornata e chi sarebbe salito il giorno seguente). Ci aspetta un bel portage di 500d+ carichi come dei muli e con un bel venticello che comincia ad alzarsi.
“Ma chi ***** me l’ha fatto fare?”
Neanche il paesello di Saas Fee e i suoi 4000m riescono a distogliere lo sguardo dal lungo portage che ci attende DD
Si sale moooolto faticosamente ma finalmente dopo un oretta e mezza arriviamo alla nostra bella piazzola tenda e si spruzza felicità!
Il tramonto in genere da questa piazzola è veramente exclusive, ma il cielo coperto ci toglie un po’ di panorama sui giganti del Mischabel.
Beh, non che così faccia proprio schifo eh…
Montiamo velocemente la tenda per ripararci dal vento e bere qualcosa di caldo (aria frizzantina).
Mentre Mell si riscalda, ne approfitto per recuperare un po’ di acqua dai ruscelli vari e dare un’occhiata da più vicino alla parete
Torno in tenda anche io per riscaldarmi un po’ e cucinare qualcosa, il tutto accompagnato da un’ottima bottiglia di vino. Ecco perché gli zaini pesavano
Questa sera siamo dei privilegiati
La cosa più bella di tutte è stata vedere la Mell emozionata come una bambina a godersi il momento e la bellezza della natura che ci circonda.
Passato il tramonto (che in questo periodo dell’anno è praticamente a mezzanotte a queste quote ) ci mettiamo a dormire o quantomeno ci proviamo. Complice soprattutto il vento non è stata proprio una notte delle migliori, ma poco male. La sveglia alle 5 ci regala altri momenti magici.
Oggi è stato abbastanza semplice sbatterla giù dal “letto”
Intanto la brezza mattutina comincia a spazzare via un po’ di nuvole e lascia spazio al “vedo non vedo”.
Alphubel
Dom e Lenzspitze
Ed eccolo, il versante nord-orientale del Massicio del Mischabel, in tutto il suo splendore. Da sinistra verso destra: Taschorn, Dom, Lenzspitze, Nadelhorn, Durrenhorn, Hobgraghorn.
Dopo colazione siamo pronti per il breve portage fino alla fine del ghiacciaio dove calziamo gli sci.
J’adore
La parte bassa del ghiacciaio, con due concorrenti che ci precedono DD Quelli del giorno prima penso abbiano sciato tutta la parete in polvere.
Un po’ di buchi qua e là.
Superato il lago, la pendenza non molla un metro: questa la rampetta prima di cominciare il bellissimo corridoio centrale tra i seracchi (e crepacci).
Una penna millecolori ha meno tonalità.
Qualche imprecazione nei pezzi più ripidi nell’affrontare alcune inversioni, ma la ragazza si comporta molto bene in salita.
Salendo le nuvole basse vanno e vengono: speriamo non arrivi la nebbia totale perché i buchi son minacciosi.
Ambiente
Ultimi sforzi prima di arrivare al colle dove si esce dalla Nord.
Giunti al colle, abbandoniamo l’idea di salire gli ultimi 100m per la vetta perché parecchio detonati entrambi e cominciava a fare tardi. Ma anche dal colle, il panorama toglie il fiato.
Ci fermiamo un 10min a fare cambio assetto, riposare un po’ e siamo pronti per la discesa.
Il guado del ruscello.
Siamo fuori dal ghiacciaio!!! Siori e siore, decima uscita assoluta di scialpinismo per Mell!!!
P.S. Ci sono anche io!
Le famose Maldive del Grubesee
Sani e salvi alla macchina!
Semplicemente un’esperienza i-n-d-i-m-e-n-t-i-c-a-b-i-l-e- !
The Last Dance
L’ultimo ballo di Jordan e i Bulls nell’omonima docu-serie Netflix è il coronamento e la fine di una dinastia. Il nostro ultimo ballo è semplicemente il calo del sipario su questa stagione. Se l’inizio è stato da bava alla bocca (metri di neve a novembre fino a bassa quota), il proseguo non è stato proprio il massimo. Ma il finale (sempre se finale è: i titoli di coda nascondono spesso scene extra), siore e siori, è un vero capolavoro della natura. Nelle ultime due settimane tra video e foto sui social ho visto più polvere che negli ultimi due anni. Roba che per scegliere dove andare sarebbe bastato appendere una cartina delle Alpi al muro e scegliere la destinazione tirando una freccetta bendati.
Ma veniamo a noi: settimana scorsa alla Capanna Margherita, causa impegni lavorativi, mancava la fanciulla. Diciamo che al rientro a casa son dovuto stare attento a pronunciare parole come “polvere”, “figata”, “sciata dell’anno”, “tip”, “top” e via dicendo, pena schiaffoni alla Cannavacciuolo DD Ma con la riapertura della frontiera con la Svizzera, le promisi che il weekend a venire (lo scorso) avremmo sciato il miglior Fletschhorn di sempre (la mia mente intanto si faceva il segno della croce tre volte di file per scongiurare maltempo o neve demmerda, altrimenti altro che schiaffoni DD).
Ovviamente per Fletschhorn intendo la parete Ovest (la Nord la lasciamo ai ripidisti della domenica DD), che come ambiente secondo me le è pure superiore (da questo lato della Saastal si gode forse della più bella vista in assoluto su tutto il versante nord-orientale del Massiccio del Mischabel). Per me sarebbe la terza volta: la considero la gita di fine stagione per eutanasia [.auto cit].
Tra il dire e il fare però ci sono di mezzo zaini da portatori d’alta quota Himalayani. Perché se è vero che c’è una strada che ti porta fino a 2300m (una sbarra chiusa con lucchetto blocca l’acceso al lago Gruebusee a quota 2800, anche se ormai è diventata al limite anche con un 4x4), è anche vero che è o ti spari 1700d+ in giornata oppure la spezzi in due giorni facendo un po’ di avvicinamento e dormendo in tenda (e poi diciamocelo, la tendata a 2800 con la fanciulla rende il tutto molto più romantico .
E così venerdì sera prepariamo gli zaini: quello di Mell pesa 24kg (il mio non ho avuto il coraggio di pesarlo): dopo averlo provato a sollevare ho visto il terrore nei suoi occhi DD Ma la ragazza è motivatissima e non si lascia demordere da qualche chiletto sulle spalle. E quindi sabato si parte: recuperato le ultime cose necessarie, in tarda mattinata siamo in direzione di Saas Balen, con tappa obbligatoria a Simplon Dorf per andare alla toilette (in realtà tutta una scusa per godersi il Fletschhorngletscher.
Ripreso il viaggio, altra tappa obbligatoria al Passo del Sempione (5 minuti di macchina dopo la pausa Toilette ). Il motivo? Beh…
Ahhh, prima o poi la split sulla Nord ce la butto (zoomando si vedono tracce fresche di giornata). Il Sempione comunque in questo periodo dell’anno offre dei contrasti stupendi (peace and love).
Raggiunta Saas Balen e quota 2300m di Grubenalp, parcheggiamo la macchina nell’unico posto rimasto (qualche altra macchina tra chi aveva sciato in giornata e chi sarebbe salito il giorno seguente). Ci aspetta un bel portage di 500d+ carichi come dei muli e con un bel venticello che comincia ad alzarsi.
“Ma chi ***** me l’ha fatto fare?”
Neanche il paesello di Saas Fee e i suoi 4000m riescono a distogliere lo sguardo dal lungo portage che ci attende DD
Si sale moooolto faticosamente ma finalmente dopo un oretta e mezza arriviamo alla nostra bella piazzola tenda e si spruzza felicità!
Il tramonto in genere da questa piazzola è veramente exclusive, ma il cielo coperto ci toglie un po’ di panorama sui giganti del Mischabel.
Beh, non che così faccia proprio schifo eh…
Montiamo velocemente la tenda per ripararci dal vento e bere qualcosa di caldo (aria frizzantina).
Mentre Mell si riscalda, ne approfitto per recuperare un po’ di acqua dai ruscelli vari e dare un’occhiata da più vicino alla parete
Torno in tenda anche io per riscaldarmi un po’ e cucinare qualcosa, il tutto accompagnato da un’ottima bottiglia di vino. Ecco perché gli zaini pesavano
Questa sera siamo dei privilegiati
La cosa più bella di tutte è stata vedere la Mell emozionata come una bambina a godersi il momento e la bellezza della natura che ci circonda.
Passato il tramonto (che in questo periodo dell’anno è praticamente a mezzanotte a queste quote ) ci mettiamo a dormire o quantomeno ci proviamo. Complice soprattutto il vento non è stata proprio una notte delle migliori, ma poco male. La sveglia alle 5 ci regala altri momenti magici.
Oggi è stato abbastanza semplice sbatterla giù dal “letto”
Intanto la brezza mattutina comincia a spazzare via un po’ di nuvole e lascia spazio al “vedo non vedo”.
Alphubel
Dom e Lenzspitze
Ed eccolo, il versante nord-orientale del Massicio del Mischabel, in tutto il suo splendore. Da sinistra verso destra: Taschorn, Dom, Lenzspitze, Nadelhorn, Durrenhorn, Hobgraghorn.
Dopo colazione siamo pronti per il breve portage fino alla fine del ghiacciaio dove calziamo gli sci.
J’adore
La parte bassa del ghiacciaio, con due concorrenti che ci precedono DD Quelli del giorno prima penso abbiano sciato tutta la parete in polvere.
Un po’ di buchi qua e là.
Superato il lago, la pendenza non molla un metro: questa la rampetta prima di cominciare il bellissimo corridoio centrale tra i seracchi (e crepacci).
Una penna millecolori ha meno tonalità.
Qualche imprecazione nei pezzi più ripidi nell’affrontare alcune inversioni, ma la ragazza si comporta molto bene in salita.
Salendo le nuvole basse vanno e vengono: speriamo non arrivi la nebbia totale perché i buchi son minacciosi.
Ambiente
Ultimi sforzi prima di arrivare al colle dove si esce dalla Nord.
Giunti al colle, abbandoniamo l’idea di salire gli ultimi 100m per la vetta perché parecchio detonati entrambi e cominciava a fare tardi. Ma anche dal colle, il panorama toglie il fiato.
Ci fermiamo un 10min a fare cambio assetto, riposare un po’ e siamo pronti per la discesa.
Il guado del ruscello.
Siamo fuori dal ghiacciaio!!! Siori e siore, decima uscita assoluta di scialpinismo per Mell!!!
P.S. Ci sono anche io!
Le famose Maldive del Grubesee
Sani e salvi alla macchina!
Semplicemente un’esperienza i-n-d-i-m-e-n-t-i-c-a-b-i-l-e- !