A me sto giochino dei confini e controlli sanitari (più o meno supposti) fa veramente tristezza in una Europa unita e in cui fondamentale per sta epidemia siamo tutti sulla stessa barca. Fare l’eventuale pelo a chi va a sciare, a zoccole o (cosa ben più grave) a mangiare formaggio in Svizzera, Austria o Andorra stride, ma tanto, con le centinaia di migliaia di frontalieri giornalieri, di trasporti, di scambi Erasmus (che hanno sospeso, dopo che erano già partiti tutti per il semestre).
Ma se qui siamo a guardare sulla mappa il confine della regione stile carovana del Rinascimento o del comune stile gabella medioevale siamo veramente al ridicolo.
E non prendiamoci in giro con questioni sanitarie, perché in Italia il tampone di rientro da paesi a rischio non è mai stato messo in discussione finché non si è parlato di sci, è solo allora che si è inserita la minaccia di quarantena.
Al più sarebbe lo zuccherino ad un settore incaz.zato a cui il governo non ha saputo dare risposte.
Ma avete mai sentito parlare di quarantena per chi va a cena al ristorante a San Marino o in Svizzera perché in Italia è vietato (a differenza del pranzo)?
Visto che già si legge che molto voglio fare i furbi la soluzione e’ co e quella austriaca. Gli italiani non lasciano il paese. Punto e basta. Solo gli stranieri, ma poi non possono rientrare fino al termine della crisi epidemica, e solo con quarantena.
Se lo sci e’ pericoloso come gli esperti dicono, questa e’ la soluzione. Dopo tutte le sofferenze causate a chi in montagna ci lavora e ci campa il rispetto di quanto previsto dovrebbe essere assoluto.
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Se solo non fosse che gli stessi esperti dicono che non è lo sci il problema se ben regolato (porto ad esempio gli impianti aperti in Vallese, che hanno continuato a funzionare durante il picco della seconda ondata e i contagi, come nel resto della Svizzera, sono in diminuzione da ormai 3 settimane) ma “il contorno delle relazioni sociali collegato alle vacanze invernali” come ama ribadire continuamente Speranza.
Che è una boiata bella e buona, punto e stop. Gli alberghi di montagna chiusi e quelli di città no? Il coronavirus si diffonde solo in quota?
Ormai lo sci è diventata una battaglia ideologica che i giornali rinforzano da settimane e l’opinione pubblica ha già deciso, per un qualche strano senso di solidarietà nell sofferenza, che se qualcuno soffre allora devono soffrire tutti.
Stato di solidarietà della sofferenza che non si ritrova per i centri commerciali e shopping in generale perché finché tocco interessi che non mi riguardano siamo "solidali" ma se per caso la cosa mi riguarda direttamente allora possiamo "fare i distinguo"- Solita ipocrisia dell'italiano medio.
Alberto 2, pat, skicentral, Wester, wow
L cose sono due.
O bloccare lo sci e’ una cretinata, e posso essere anche d’accordo, ed allora si può riaprire tutto senza causare 120.000 disoccupati e migliaia di aziende sul lastrico, oppure lo sci va davvero fermato, ed in tal caso lasciare che gli italiani vadano ad ammalarsi all’estero per poi tornare e riempire ospedali ed infettare altri italiani e’ la cretinata più assurda che si possa fare.
Ma lo sci non centra un bel nulla. Il blocco delle frontiere tra Svizzera ed Italia è un problema relativamente ai frontalieri Italiani che ogni giorno vanno (o andavano) a lavorare nella Confederazione. Se blocchi le frontiere per coloro che sciano allora fai fuori tutti i lavoratori italiani specialmente in un momento in cui molte aziende con sede in Svizzera stanno rinegoziando con le Autorità elvetiche il nuovo contrato di lavoro per appunto i frontalieri. Non è un problema di "lana caprina" e presenta delle problematiche sia per l'Italia che la Svizzera.....meglio non risvegliare il "cane che dorme"....
Vuol,dire che le aziende, gli ospedali e tutto quanto funziona in Ticino grazie ai frontalieri dovrà fare a meno di loro per 20 giorni, che sono poi 20 giorni di vacanza. Si impone a 120.000 lavoratori del settore turistico invernale pane e acqua per tutto l’inverno, si potrà imporre a qualche migliaio di frontalieri di stare a casa 20 giorni, di cui la metà sarebbe comunque vacanza. O se vogliono si prendono alloggio in svizzera e li restano. Così se si ammalano vanno a riempire gli ospedali svizzeri , e non quelli italiani.
Sinceramente non vedo questo come un problema. I frontalieri sono sempre stati esenti da eventuali requisiti di quarantena e sicuramente lo saranno anche nel prossimo decreto, con le stesse regole attuali (ossia possono andare e tornare solo per motivi di lavoro, non restare oltre confine a fare altro e tornare in un secondo momento)
Che poi quella dei frontalieri e’ una vera fregatura. Il loro stipendio e’ tassato in svizzera, ma le spese sanitarie, scolastiche e tutto il resto lo paga l’Italia. Vorrei tanto vedere come farebbero in Ticino a restare competitivo pagando gli svizzeri a prezzi svizzeri, invece che pagare frontalieri a meno o i loro ospedali senza medici ed infermieri italiani.
La trattenuta per il frontaliere è alla fonte, che non è propriamente la stessa cosa di è "tassato in Svizzera"; poi ci sono i ristorni a fine anno, ossia quota parte delle trattenute vengono versate dalla Svizzera all'Italia, quindi anche il frontaliere paga.
Che poi questi ristorni siano più o meno sufficienti a coprire i servizi di cui il lavoratore usufruisce in Italia è un altro annoso problema, poco sentito a Roma causa l'esiguo numero di frontalieri rispetto alla popolazione totale.
Secondo me è sensato , tengono gli impianti e le attività turistiche chiuse in montagna on perdita di introiti e relativi problemi socio-economici e devono permettere al popolo di andare bellamente a sciare o fare turismo all estero? Non è che han posto dei divieti e dei blocchi in Italia così, tanto per creare problemi e difficolta dandosi la zappa sui piedi , hanno deciso per questa misura per evitare eventuali situazioni poco gestibili che già hanno nelle grandi e medie città.
E perché dovrebbe restare anche un solo centesimo di tasse in svizzera, dato che i servizi alla persona sono erogati in Italia? La svizzera già gode della tassazione sul valore aggiunto dei prodotti o servizi fatti dai transfontalieri, perché deve godere anche della tassazione sul loro lavoro, dato che i servizi sono pagati dall’Italia?
Penso che il ragionamento sia semplice: il frontaliere lavora in Svizzera e vive (quindi spende) in Italia, l'Italia prende due piccioni con una fava: ha una persona in meno a cui trovare un lavoro e ha un rientro di capitali dall'estero è come un '"esportazione"
Perché ad esempio riceveranno una pensione pagata dalla Svizzera, perché ad esempio godono un'assicurazione infortunio (valida sia sul lavoro e sia nel tempo libero) pagata dalla svizzera (che tra l'altro copre anche il recupero con elicottero), perchè (facendo i dovuti scongiuri) può godere di eventuali invalidità....perché in definitiva sono patti bilaterali (quindi firmati da entrambe le controparti) e validi in entrambi i sensi (anche se è difficile trovare uno svizzero che venga a lavorare in italia), poi se proprio proprio non piacciano basta fare una campagna a Roma per chiedere di rivedere questi accordi Italia-Svizzera.
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