La stagione invernale nel Comprensorio sciistico di Plan de Corones
AGGIORNAMENTO: Alla luce dell’evoluzione della pandemia in corso, non ci è ancora possibile stabilire con certezza una data di apertura della stagione 2020/21. Sarà però nostra premura confermare la data di apertura o comunicare una nuova non appena possibile.
Molti si chiedono se quest’inverno ci saranno le condizioni per andare in vacanza. Ebbene, la nostra risposta è sì: anche nella stagione invernale 2020/21 sarà possibile trascorrere una splendida vacanza sulla neve ritrovando la qualità e l’ospitalità di sempre. Certo, quest’inverno ci sarà qualche piccolo cambiamento: abbiamo studiato a fondo la situazione e, applicando e integrando le disposizioni vigenti, abbiamo predisposto misure di protezione atte a tutelare la sicurezza e la salute dei nostri ospiti, ma anche quella dei nostri collaboratori e della popolazione locale.
Siamo certi che, con i suoi 476 ettari di piste preparate ogni giorno, il Comprensorio sciistico di Plan de Corones sia in grado di garantire distanze di sicurezza adeguate, permettendo alla nostra clientela di trascorrere anche quest’inverno una vacanza rilassante e sicura.
Naturalmente seguiamo costantemente l’evolversi della situazione, pronti ad adeguare le nostre misure qualora venissero varate nuove disposizioni in materia.
La base delle misure definite è costituita da regolamenti nazionali, provinciali e comunali (linee guida ANEF, linee guida EUREGIO, linee guida UNI/PdR).
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Comunque i tedeschi sono dei grandissimi PARAC#LI, hanno aderito con entusiasmo alla proposta di Conte di non aprire gli impianti sciistici, come se il Sud Africa proponesse all’Italia di non aprire quest’anno la caccia alle tigri!![]()
Se pensi così non hai la minima idea di cosa sia lo sci in Francia. Può darsi che noi abbiamo anche più località sciistiche* se conti anche quelle che hanno uno solo skilift che apre una volta ogni quattro anni, ma ma le statistiche con numeri non spiegati e contestualizzati spesso non dicono nulla della realtà.
*A me non sembra così senza dati, e comunque in Francia ci sono anche i Pirenei che si mangiano in insalata le località appenniniche in numero ed in grandezza, sebbene quelle più grandi siano in Spagna e ad Andorra.
bisogna anche definire cosa vuol dire avere più alpi
una volta che vai nella tarentaise ad esempio, ti fai una idea della grandeur française nello sci...
No, questo si chiama inferno. La mostruosa modernità che ha eliminato le separazioni fisiche tra i lavoratori, adducendo ipocrite e vomitevoli scuse del tipo che in un ambiente promiscuo si lavora più in contatto con i colleghi e si scambiano le idee con più facilità (sicuramente con i virus funziona bene) e cose di questo tipo, con postazioni le une vicine alle altre senza una minima separazione né distanza interpersonale, mi fa venire il voltastomaco ed ho sempre desiderato di notte poter cospargere di benzina tutti questi locali per dargli fuoco.
Da quando hanno deturpato anche le agenzie di banca con questi ambienti aperti ed ibridi che adesso ad esempio all'Unicredit del mio paese la coda si fa (si faceva, il Covid per queste cose per me è stato una manna dal cielo) in trenta persone mezze in piedi e mezze sedute in mezzo alle scrivanie degli impiegati che in tal modo non hanno più un momento di tranquillità ed un minimo di privacy e sono sotto l'occhio vigile del capo in ogni momento, la mia voglia di recarmi in tali luoghi da zero era scesa a meno infinito. Quanto mi piacerebbe che esistesse veramente un inferno nel quale possano bruciare per l'eternità le menti pensanti di queste abominevoli modifiche che sarebbero in grado di portare uno come me alla follia, se dovessi lavorare in ambienti del genere.
Vorrei capire come si possa avere voglia di lavorare (che è già un termine estremamente ipocrita di per sé perché lavorare per i più non è un piacere ma una necessità) in tal modo, a meno di non essere affetti da sadomasochismo.
io non ho detto che gli open space siano il bene, infatti in azienda ho sempre lottato per tenermi il mio ufficetto tranquillo, con ogni stratagemma
però dirmi che non si può ripartire con la didattica in presenza, perché in aula professori c'è rumore mi fa montare la carogna, altro che latte scaduto...
@ edo
Sono commosso .
Sei un po' all'antica per i miei gusti: sarebbe stato il mio sogno, così come lo è lo smart working nei settori nei quali è possibile farlo!
Quando io andavo a scuola era pieno di asini anche in presenza, sinceramente non capisco perché da casa se uno vuole impegnarsi non possa farlo. E di professori idioti che non si accorgono nemmeno se uno copia o no (adesso con lo smartphone come funzionerà che basta aprire Google per cercare le risposte?) ce n'erano a volontà anche nel passato.
Un disadattato come me è molto più produttivo a casa che non in un luogo che odia, e non capisco che male che sia a lavorare alle 3 di notte piuttosto che alle 8 di mattina se c'è un obiettivo da raggiungere (smart working); lo stesso dovrebbe essere valido a scuola, ed è la stessa cosa che succede già all'università*. Poi capisco che il suo lavono non possa essere svolto a distanza, per carità, ma da sempre sento estrema refrattarietà nel parlare di queste cose con alcuni che fanno dei lavori d'ufficio, e questa cosa mi ha sempre lasciato perplesso.
*l'Università italiana a mio avviso ha dei grossi problemi per questo motivo, perché c'è parecchia gente fuori corso e che non riesce a laurearsi per un solo esame, per problemi personali o per colpa di un professore particolarmente str.onzo, e che non può contare sull'aiuto di nessuno perché non c'è più la mamma dietro che va a parlare con i professori (i quali spesso abusano del proprio potere in modo tirannico e sfogano la propria repressione sugli studenti). E la scuola è contenta perché nel mentre gli anni passano l'iscritto paga le tasse universitarie. Ma a mio avviso bisognerebbe cercare di risolvere queste problematiche piuttosto che dire che sistema non funziona. È ben diverso uno che ha dato quattro esami in 10 anni rispetto a chi ha dato tutti gli esami in tempo utile tranne uno e poi l'ultimo se lo trascina dietro per anni, senza sapere che pesci pigliare.
E in ogni caso quando mi capita di guardare qualche quiz televisivo, a sentire alcune risposte di partecipanti giovani ed appena laureati (cosa che affermano con orgoglio al momento della presentazione) mi cascano le braccia e sprofondo io per la vergogna al posto loro che sono a casa. Questi non hanno probabilmente mai fatto un giorno di didattica a distanza nella loro vita, eppure sono degli asini, magari competenti in una data materia, ma asini nel resto viste le risposte che danno a domande di cultura generale che chiunque possa vantare un titolo di istruzione superiore dovrebbe sapere o perlomeno intuire. Ciò vale anche per la conoscenza della lingua madre.
Alberto 2, apo, ddski, delta2, honua, madflyhalf, Nuvola, ste1258, velvetgold
Lunedì apre il Senales... solo per atleti e maestri di sci che devono aggiornarsi o rinfrescarsi la sciata. Beati loro!
Il terribile "open space" è il miglior metodo per umiliare e demotivare gli impiegati...
Quando mi capita di vedere certi ambienti, provo sincera tristezza per quei poveri cristi costretti a lavorare come polli in batteria.
Chi lo ha inventato merita davvero tutto il peggio possibile.
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