ho avuto la tentazione di intitolare anche questo report "due giorni su" e inaugurare una serie tematica, se non fosse che, per il sottoscritto, compiere più di un'uscita di più giorni in una stessa stagione è un evento più unico ghe raro...
ad ogni modo, altro weekend settembrino di bel tempo in quel delle dolomiti, altri due giorni a caccia di qualche cima da salire… dopo i solitari e fascinosi spalti di toro, questa volta tocca alle più blasonate pale di san martino… il programma è salire al rif. mulaz dalla val venegia, pernottare e, il giorno dopo, salire la cima (e anticima) di valgrande e le ziroccole…
arriviamo a pian dei casoni in tarda mattinata, paghiamo i 7 euro di obolo per parcheggiare sotto la malga e ci incamminiamo senza fretta lungo la carrareccia dell’incantevole val venegia…
con una breve quanto piacevole passeggiata giungiamo a malga venegiota, dove i profumi che escono dalla cucina e il formidabile paesaggio di cui si gode inviterebbero a una sosta mangereccia… :sbavsbav:
purtroppo, noi ci siamo portati i panini :MMe, comunque, preferiamo non indugiare troppo dato che per il tardo pomeriggio è prevista l’eventualità di un po’ di pioggia… pertanto tiriamo dritto e in pochi minuti incontriamo il bivio con il sentiero quinto scalet che, da un po’ di anni, ha soppiantato il vecchio sentiero per il rif. mulaz, soggetto a continui smottamenti…
percorsi pochi metri, ci separiamo… il mio vecchio proseguirà con calma lungo il tragitto classico, mentre io mi sono prefisso di andare a curiosare la fantomatica ferrata del canalino, percorso attrezzato di cui si legge qualche resoconto ogni tanto ma che non è segnalato – almeno ufficialmente – pressoché da nessuna parte… imbocco, dunque, il segnavia 749 in direzione di forcella venegia… nel primo tratto di sentiero, che costeggia le pendici del monte mulaz, si possono osservare stratificazioni simili a quelle presenti sotto la roda di vael (vedi mio recente wlf), anche se meno variopinte…
la prima parte corre nel bosco, tuttavia abbastanza rado da consentire begli scorci verso il campigol della vezzana e passo costazza, dove sorge la baita segantini… e sul cimon, ça va sans dire…
giunto all’incirca sulla verticale di malga venegiota, trovo le indicazioni per l’omonimo passo…. abbandono, quindi, il sentiero principale e comincio a seguire la labile ma ben segnalata traccia che sale tra i prati…
presto il sentierino comincia a salire dritto verso l’imponente parete occidentale del mulaz, con al centro lo splendido pilastro grigio da cui giunge l’inconfondibile vociare di alpinisti impegnati in manovre di corda… sulla destra, dove la muraglia offre meno resistenza, si intuisce il canale da risalire per raggiungere il tratto attrezzato…
mentre osservo una piccola mandria di cavalli al pascolo, ne approfitto per gettare lo sguardo su una delle mete del giorno seguente… la cima di valgrande, infatti, è quella che si vede in alto a sinistra della foto, separata dalla più possente cima dei bureloni dall’omonimo passo…
ma il re di questo angolo di mondo resta sempre e soltanto lui…
quando il sentiero comincia a piegare decisamente a sinistra in direzione di passo venegiota, scelgo di abbandonarlo per salire direttamente in cerca della traccia che dovrebbe tagliare orizzontalmente ai piedi del mulaz e condurre alla ferrata…
dopo aver navigato un po’ a vista fra peste di animali selvatici e parvenze di sentierini, finalmente mi imbatto nei primi, sbiaditi segni rossi…
da qui in poi non ci sono problemi di orientamento e, anzi, la traccia diviene più evidente man mano che si aggira la parete ci si inoltra nel canale…
alle mie spalle, il panorama verso cima bocche…
ancora un ultimo tratto su terreno franoso e raggiungo finalmente il fondo della gola, chiusa da una serie di articolati gradoni rocciosi…
con le narici ancora cariche dei profumi di salsicce e funghi mi siedo a mangiare il mio triste panino , dopodiché indosso il kit da ferrata e mi dirigo verso la fune metallica… le attrezzature sono parecchio datate e alquanto lasche… se non ricordo male, la ferrata era stata approntata dal precedente gestore del rifugio mulaz perciò è possibile che, con il cambio di gestione avvenuto poche stagioni fa, sia venuto a mancare la manutenzione del percorso... :checepossofa:
il percorso alterna tratti più verticali – per quanto semplici – a brevi trasferimenti su terreno appoggiato e misto roccia-erba…
l’ambiente è molto suggestivo, con le repulsive pareti del mulaz che incombono sulla testa e i vasti spazi verdeggianti alle spalle…
ancora un divertente risalto verticale, poi un facile traverso verso destra conduce alla sella erbosa dove si conclude la breve ferratina... peccato sia lasciata andare, il percorso è simpatico e offre un'alternativa interessante per non salire e/o scendere al passo sempre dallo stesso sentiero...
sono ormai in vista della teleferica del rifugio e delle cime che sovrastano il passo del mulaz e il sentiero scalet: da sinistra campanile del focobon, torre quattro dita, campanile di valgrande, cima di valgrande e cima dei bureloni…
i bolli rossi ora seguono abbastanza fedelmente il tracciato della teleferica e mi conducono velocemente al passo, dove è previsto il rendez-vous con il babbo…
giacché il genitore è un po’ indietro sulla tabella di marcia, decido di approfittarne per fare una scappata sulla panoramicissima cima del mulaz… del resto, la tradizione vuole che chi suona la campana posta sulla sua vetta, sia solennemente impegnato a farvi ritorno… e, in occasione della mia ultima visita, io non avevo mancato di far riecheggiare i suoi rintocchi sulla valle sottostante… la via normale alla cima risale per sentierino e facili roccette il versante meridionale del monte…
rimontate le ghiaie rossastre e raggiunto un intaglio di cresta, imbocco la bella cengia verso destra che contorna la cima, con splendida visione sulla trinità del focobon… non prima, però, di aver indicato la retta via a un altro escursionista che stava andando a cercar rogne nella direzione opposta… :??:
approdo così al versante orientale, dove si apre la vista su falcade e la valle del biois… purtroppo il cielo si sta rapidamente coprendo, per cui affretto il passo e affronto di corsa gli ultimi metri che mi separano dalla cima…
ho perso il conto delle volte in cui sono salito quassù, eppure rimango ogni volta sbalordito dall’incredibile panorama che offre questa cima…
chissà se l’aroma di grigliata arriva fin qui…
… un paio di giorni dopo, scoprirò che i compagni di merende con cui ho salito il cridola, quello stesso giorno erano sulla dirimpettaia cima di campido… il mondo è proprio piccolo… :ciaociao:
un’ultima panoramica…
e me ne torno rapidamente al passo, per vedere se nel frattempo il mio irriducibile babbo è arrivato… lo scorgo che sta affrontando le ultime rampe…
una meritata pausa e assieme scendiamo al bel rifugio intitolato al conte volpi di misurata, imprenditore e politico veneziano noto, tra le altre cose, per essere il fondatore della sade nonché ideatore del polo industriale di porto marghera… lì ci attendono le birre di rito rosit: e, come previsto dai servizi meteo, qualche goccia di pioggia…
poiché al rifugio il mio telefono non prende, prima di cena faccio un salto al sasso arduini, un bel pulpito panoramico poco distante… purtroppo, le nubi ostacolano la vista su gran parte delle montagne circostanti…
tuttavia, rientrato al rifugio il cielo ci fa un regalo e ci consente un breve scorcio sulla civetta illuminata dalla luce del tramonto… :fotografo:
delle serate in rifugio, adoro l'atmosfera che si respira a cena, tra chiacchiere con sconosciuti cui però ci accomuna una grande passione, cene a base di piatti caserecci e qualche immancabile giro di grappe... che però non aiuta mai ad evitare lunghe notti in bianco... anche questa non farà eccezione, ma per vivere stupende giornate di montagna come quella dell'indomani, si sopporta volentieri un po' di insonnia...
continua…
ad ogni modo, altro weekend settembrino di bel tempo in quel delle dolomiti, altri due giorni a caccia di qualche cima da salire… dopo i solitari e fascinosi spalti di toro, questa volta tocca alle più blasonate pale di san martino… il programma è salire al rif. mulaz dalla val venegia, pernottare e, il giorno dopo, salire la cima (e anticima) di valgrande e le ziroccole…
arriviamo a pian dei casoni in tarda mattinata, paghiamo i 7 euro di obolo per parcheggiare sotto la malga e ci incamminiamo senza fretta lungo la carrareccia dell’incantevole val venegia…
con una breve quanto piacevole passeggiata giungiamo a malga venegiota, dove i profumi che escono dalla cucina e il formidabile paesaggio di cui si gode inviterebbero a una sosta mangereccia… :sbavsbav:
purtroppo, noi ci siamo portati i panini :MMe, comunque, preferiamo non indugiare troppo dato che per il tardo pomeriggio è prevista l’eventualità di un po’ di pioggia… pertanto tiriamo dritto e in pochi minuti incontriamo il bivio con il sentiero quinto scalet che, da un po’ di anni, ha soppiantato il vecchio sentiero per il rif. mulaz, soggetto a continui smottamenti…
percorsi pochi metri, ci separiamo… il mio vecchio proseguirà con calma lungo il tragitto classico, mentre io mi sono prefisso di andare a curiosare la fantomatica ferrata del canalino, percorso attrezzato di cui si legge qualche resoconto ogni tanto ma che non è segnalato – almeno ufficialmente – pressoché da nessuna parte… imbocco, dunque, il segnavia 749 in direzione di forcella venegia… nel primo tratto di sentiero, che costeggia le pendici del monte mulaz, si possono osservare stratificazioni simili a quelle presenti sotto la roda di vael (vedi mio recente wlf), anche se meno variopinte…
la prima parte corre nel bosco, tuttavia abbastanza rado da consentire begli scorci verso il campigol della vezzana e passo costazza, dove sorge la baita segantini… e sul cimon, ça va sans dire…
giunto all’incirca sulla verticale di malga venegiota, trovo le indicazioni per l’omonimo passo…. abbandono, quindi, il sentiero principale e comincio a seguire la labile ma ben segnalata traccia che sale tra i prati…
presto il sentierino comincia a salire dritto verso l’imponente parete occidentale del mulaz, con al centro lo splendido pilastro grigio da cui giunge l’inconfondibile vociare di alpinisti impegnati in manovre di corda… sulla destra, dove la muraglia offre meno resistenza, si intuisce il canale da risalire per raggiungere il tratto attrezzato…
mentre osservo una piccola mandria di cavalli al pascolo, ne approfitto per gettare lo sguardo su una delle mete del giorno seguente… la cima di valgrande, infatti, è quella che si vede in alto a sinistra della foto, separata dalla più possente cima dei bureloni dall’omonimo passo…
ma il re di questo angolo di mondo resta sempre e soltanto lui…
quando il sentiero comincia a piegare decisamente a sinistra in direzione di passo venegiota, scelgo di abbandonarlo per salire direttamente in cerca della traccia che dovrebbe tagliare orizzontalmente ai piedi del mulaz e condurre alla ferrata…
dopo aver navigato un po’ a vista fra peste di animali selvatici e parvenze di sentierini, finalmente mi imbatto nei primi, sbiaditi segni rossi…
da qui in poi non ci sono problemi di orientamento e, anzi, la traccia diviene più evidente man mano che si aggira la parete ci si inoltra nel canale…
alle mie spalle, il panorama verso cima bocche…
ancora un ultimo tratto su terreno franoso e raggiungo finalmente il fondo della gola, chiusa da una serie di articolati gradoni rocciosi…
con le narici ancora cariche dei profumi di salsicce e funghi mi siedo a mangiare il mio triste panino , dopodiché indosso il kit da ferrata e mi dirigo verso la fune metallica… le attrezzature sono parecchio datate e alquanto lasche… se non ricordo male, la ferrata era stata approntata dal precedente gestore del rifugio mulaz perciò è possibile che, con il cambio di gestione avvenuto poche stagioni fa, sia venuto a mancare la manutenzione del percorso... :checepossofa:
il percorso alterna tratti più verticali – per quanto semplici – a brevi trasferimenti su terreno appoggiato e misto roccia-erba…
l’ambiente è molto suggestivo, con le repulsive pareti del mulaz che incombono sulla testa e i vasti spazi verdeggianti alle spalle…
ancora un divertente risalto verticale, poi un facile traverso verso destra conduce alla sella erbosa dove si conclude la breve ferratina... peccato sia lasciata andare, il percorso è simpatico e offre un'alternativa interessante per non salire e/o scendere al passo sempre dallo stesso sentiero...
sono ormai in vista della teleferica del rifugio e delle cime che sovrastano il passo del mulaz e il sentiero scalet: da sinistra campanile del focobon, torre quattro dita, campanile di valgrande, cima di valgrande e cima dei bureloni…
i bolli rossi ora seguono abbastanza fedelmente il tracciato della teleferica e mi conducono velocemente al passo, dove è previsto il rendez-vous con il babbo…
giacché il genitore è un po’ indietro sulla tabella di marcia, decido di approfittarne per fare una scappata sulla panoramicissima cima del mulaz… del resto, la tradizione vuole che chi suona la campana posta sulla sua vetta, sia solennemente impegnato a farvi ritorno… e, in occasione della mia ultima visita, io non avevo mancato di far riecheggiare i suoi rintocchi sulla valle sottostante… la via normale alla cima risale per sentierino e facili roccette il versante meridionale del monte…
rimontate le ghiaie rossastre e raggiunto un intaglio di cresta, imbocco la bella cengia verso destra che contorna la cima, con splendida visione sulla trinità del focobon… non prima, però, di aver indicato la retta via a un altro escursionista che stava andando a cercar rogne nella direzione opposta… :??:
approdo così al versante orientale, dove si apre la vista su falcade e la valle del biois… purtroppo il cielo si sta rapidamente coprendo, per cui affretto il passo e affronto di corsa gli ultimi metri che mi separano dalla cima…
ho perso il conto delle volte in cui sono salito quassù, eppure rimango ogni volta sbalordito dall’incredibile panorama che offre questa cima…
chissà se l’aroma di grigliata arriva fin qui…
… un paio di giorni dopo, scoprirò che i compagni di merende con cui ho salito il cridola, quello stesso giorno erano sulla dirimpettaia cima di campido… il mondo è proprio piccolo… :ciaociao:
un’ultima panoramica…
e me ne torno rapidamente al passo, per vedere se nel frattempo il mio irriducibile babbo è arrivato… lo scorgo che sta affrontando le ultime rampe…
una meritata pausa e assieme scendiamo al bel rifugio intitolato al conte volpi di misurata, imprenditore e politico veneziano noto, tra le altre cose, per essere il fondatore della sade nonché ideatore del polo industriale di porto marghera… lì ci attendono le birre di rito rosit: e, come previsto dai servizi meteo, qualche goccia di pioggia…
poiché al rifugio il mio telefono non prende, prima di cena faccio un salto al sasso arduini, un bel pulpito panoramico poco distante… purtroppo, le nubi ostacolano la vista su gran parte delle montagne circostanti…
tuttavia, rientrato al rifugio il cielo ci fa un regalo e ci consente un breve scorcio sulla civetta illuminata dalla luce del tramonto… :fotografo:
delle serate in rifugio, adoro l'atmosfera che si respira a cena, tra chiacchiere con sconosciuti cui però ci accomuna una grande passione, cene a base di piatti caserecci e qualche immancabile giro di grappe... che però non aiuta mai ad evitare lunghe notti in bianco... anche questa non farà eccezione, ma per vivere stupende giornate di montagna come quella dell'indomani, si sopporta volentieri un po' di insonnia...
continua…
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