Due giorni sugli Spalti di Toro - 5/6 settembre 2020
i primi di settembre sono stato invitato da alcuni amici crodaioli ad una “zingarata” sugli spalti di toro, facendo base al rifugio giaf… un gruppo montuoso che mi ha sempre affascinato molto, anche per merito di numerosi report visti in rete, tra cui quelli insuperabili del Blitz… ma che, finora, ho esplorato pochissimo… pertanto, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione…
appuntamento sabato mattina di buon’ora – ma senza troppa fretta – con un paio di loro al parcheggio del rifugio, alla fine della rotabile che sale da forni di sopra… giusto il tempo di appesantire lo zaino con tutte le cose che tocca portarsi da casa per le restrizioni anti-covid e ci mettiamo in marcia lungo il bel sentiero 346, che sale con ottima pendenza costeggiando il torrente e offrendo subito suggestivi scorci sulle cime circostanti…
a centro foto forcella dei pecoli, con a destra l’omonima cima e a sinistra le cime urtisiel…
dopo una corroborante passeggiata, giungiamo ad una radura ai margini della quale sorge il bel rifugio giaf… se non bastasse l’anagramma del nome per decidere di recarvisi, aggiungo che il rifugio è gestito in modo abbastanza scanzonato da un manipolo di simpatici giovani… ... e, infatti, alla domenica è preso d’assalto da famiglie e gitanti vari, complice anche la vicinanza al fondovalle…
raggiunto il resto della truppa - salita il venerdì - e sistemate in stanza le carabattole, ci dividiamo in due gruppetti… quattro di noi, tra cui il sottoscritto, puntano alla cima del cridola mentre gli altri, che hanno già salito la massima elevazione degli spalti di toro, si daranno a ravanamenti esplorativi verso la più occidentale delle cime urtisiel…
eccoci quindi sulla prosecuzione del segnavia 346 in direzione di forcella scodavacca…
ci troviamo all’interno del parco naturale delle dolomiti friulane e l’ente gestore dell’area ha collocato delle interessanti tabelle con illustrata la tipologia di popolamento forestale che si sta attraversando…
salendo di quota, alle nostre spalle comincia ad aprirsi la visuale…
verso sud il sentiero è dominato dalle pareti del monfalcon di forni e del crodon di giaf… al centro, il canalone che scende da forcella las busas, qualche anno fa oggetto di un mio report e di confronto proprio con il Blitz, che amava veramente tantissimo queste cime e questi sentieri…
forcella scodavacca sembra vicina, ma non arriva mai…
allora tanto vale fermarsi a dare un'altra occhiata indietro… il tempo è splendido e non abbiamo fretta...
finalmente giunti al valico, che fa anche da confine tra il friuli e il veneto, lo sbadadam[SUP]©[/SUP] è d’obbligo…
in forcella ci imbattiamo in un altro amico comune, proveniente dal rif. padova e anche lui diretto alla cima del cridola… e, ovviamente, anche lui vecchio conoscente del Sior dei Giaroni… il mondo è proprio minuscolo…
quattro chiacchiere e altrettanti abbracci rigorosamente virtuali, ed è tempo di rimettersi in marcia… a nord, l’erto ghiaione da rimontare per raggiungere la tacca del cridola, da cui parte la via normale alla cima…
dall’altro lato di forcella scodavacca, le bellissime sagome del crodon di giaf e della torre berti…
il ghiaione è breve ma effettivamente ripido e a tratti parecchio instabile, per cui occorre fare attenzione a non mollare qualche blocco in testa a chi segue…
messo il naso oltre la tacca, altro sbadadam[SUP]©[/SUP]… croda dei toni e popera sono proprio lì di fronte…
come detto, la via normale del monte cridola inizia alla tacca del cridola e risale il suo versante orientale, alternando canalini franosi a paretine di roccia sorprendentemente solida o comunque ripulita dagli innumerevoli passaggi…
gli spalti di toro sono veramente il regno delle guglie e dei pinnacoli… ad ogni passo l’occhio è catturato da una forma particolare, da un gioco di prospettive…
o da un curioso portale…
problemi di orientamento non ce ne sono, stante la quasi eccessiva bollinatura…
ancora guglie, ancora pinnacoli… qui la torre del cridola…
giù in basso fa capolino il bivacco vaccari, dove faremo tappa di ritorno dalla cima…
dal versante opposto, cime a perdita d’occhio… non potevamo scegliere giornata migliore per salire quassù…
tra una risalita su ghiaie e qualche saltino più verticale, si guadagna quota rapidamente…
e si giunge in vista del singolare “uovo del cridola”…
subito dopo si incontra il primo dei due passaggi pepati del percorso, una placca abbastanza liscia alla cui sommità si trova però un chiodo per fare eventualmente sicura, o per calarsi in discesa…
il secondo passaggio delicato è una paretina un po’ esposta ma ben appigliata…
superato anche questo ostacolo, restano ancora poche decine di metri su terreno detritico e si sbuca finalmente in cima e… niente, mi sono auto-convinto che Blitz il suo celeberrimo sbadadam[SUP]© [/SUP]lo abbia coniato qui… a ovest svettano i colossi del cadore e dell’agordino…
a nord sono schierate le dolomiti di sesto…
in lontananza si distinguono il großglockner e il venediger…
se metto anche qualche panoramica non vi offendete, vero?
saremmo restati ore a goderci un simile spettacolo… e, in effetti, in cima ci siamo attardati a lungo… ma è giunto il momento di scendere e continuare il nostro giro… eccoci quindi a ripercorrere a ritroso la via di salita…
mentre attendo il mio turno per scendere la divertente paretina, vengo catturato da uno strano scherzo geologico… sembra che un gigante abbia tirato una riga di vernice lungo tutta la parete del crodon di giaf…
discesa lentissima, ogni momento è buono per estrarre dalla tasca il cellulare… :fotografo:
ad ogni modo, dopo altre innumerevoli pause foto che vi risparmio, ritorniamo alla tacca del cridola e cominciamo a scendere dal versante opposto rispetto a quello di salita, in direzione del bivacco vaccari… il ghiaione che cala da questo lato è ancora più impestato di quello affrontato in salita…
fortunatamente, la vista di fronte a noi allieta la progressione…
mentre io mi attardo ad accumulare gigabyte di scatti, a metà ghiaione quei marpioni dei miei compagni di cammino intercettano una bella giaf in difficoltà… ma la festa dura poco, il suo giovane compagno è in fondo ad aspettarla… :checepossofa:
finita la discesa, rimontiamo velocemente il dosso erboso sopra il quale sorge il bivacco vaccari, incastonato come un rubino in posizione idilliaca, al centro di un meraviglioso anello di cime argentee…
mentre ci rifocilliamo un po’, ne approfittiamo per goderci la vista sulla cima appena salita… e su qualche altra…
ovviamente, come sempre in questi casi, è anche l’occasione per pianificare o sognare uscite future, come ad esempio quella al sentiero olivato che dal passo della mauria conduce anch’esso al bivacco… per il momento, tuttavia, ci accontentiamo di imboccare il segnavia 340 e dirigerci alla forca del cridola, proprio alle spalle del ricovero…
la risalita è breve, ma resa un po’ faticosa dal sole che picchia sulla testa…
prima di valicare la forcella, un ultimo saluto al cridola, alla sua “cuna” e al versante veneto…
e ci riaffacciamo in friuli… il nostro sentiero si mantiene alla sinistra del vallone, per infilarsi tra il monte e quei pinnacoli giù in basso…
prima di arrivare all’imbocco del canale, alcuni smottamenti si sono portati via un tratto di sentiero :shock:, per cui ci tocca ingegnarci in qualche acrobazia imprevista…
manco a dirlo, anche questo canale è tutto fuorché comodo… non stento a comprendere perché al Sior dei Giaroni piaceva così tanto questa zona…
ma la ravanata è breve… presto usciamo dal canale e ci troviamo su un bellissimo tratto di sentiero che attraversa a mezzacosta le pareti del vallonut…
da qui si gode una bella vista sulle piste di forni di sopra…
uno sguardo indietro…
e uno avanti al sentiero che aggira il coston del boschet…
e ci riconduce nel lariceto, ma sul versante opposto del coston di giaf rispetto a dove ci trovavamo al mattino… qui ci imbattiamo in un curioso capitello…
ignoriamo la deviazione per il truoi di bianchi e continuiamo a scendere dritti fino a un bel punto panoramico, arricchito da un altro pannello botanico-forestale…
siamo ormai in vista del rifugio…
che raggiungiamo dopo un’ultima discesa nel bosco…
in attesa che ci raggiungesse il resto della congrega per la cena e l’escursione del giorno seguente, il resto del pomeriggio è trascorso tra birre, risate, ciacole in libertà, ma anche qualche momento di malinconia nel pensare a chi ci ha lasciato troppo presto … non lo avevo affatto programmato ma, evidentemente, il destino ha voluto comunque portarmi a compiere questo piccolo giro-tributo a colui senza il quale, probabilmente, non avrei mai iniziato a scrivere report di montagna… so long, Blitz…
i primi di settembre sono stato invitato da alcuni amici crodaioli ad una “zingarata” sugli spalti di toro, facendo base al rifugio giaf… un gruppo montuoso che mi ha sempre affascinato molto, anche per merito di numerosi report visti in rete, tra cui quelli insuperabili del Blitz… ma che, finora, ho esplorato pochissimo… pertanto, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione…
appuntamento sabato mattina di buon’ora – ma senza troppa fretta – con un paio di loro al parcheggio del rifugio, alla fine della rotabile che sale da forni di sopra… giusto il tempo di appesantire lo zaino con tutte le cose che tocca portarsi da casa per le restrizioni anti-covid e ci mettiamo in marcia lungo il bel sentiero 346, che sale con ottima pendenza costeggiando il torrente e offrendo subito suggestivi scorci sulle cime circostanti…
a centro foto forcella dei pecoli, con a destra l’omonima cima e a sinistra le cime urtisiel…
dopo una corroborante passeggiata, giungiamo ad una radura ai margini della quale sorge il bel rifugio giaf… se non bastasse l’anagramma del nome per decidere di recarvisi, aggiungo che il rifugio è gestito in modo abbastanza scanzonato da un manipolo di simpatici giovani… ... e, infatti, alla domenica è preso d’assalto da famiglie e gitanti vari, complice anche la vicinanza al fondovalle…
raggiunto il resto della truppa - salita il venerdì - e sistemate in stanza le carabattole, ci dividiamo in due gruppetti… quattro di noi, tra cui il sottoscritto, puntano alla cima del cridola mentre gli altri, che hanno già salito la massima elevazione degli spalti di toro, si daranno a ravanamenti esplorativi verso la più occidentale delle cime urtisiel…
eccoci quindi sulla prosecuzione del segnavia 346 in direzione di forcella scodavacca…
ci troviamo all’interno del parco naturale delle dolomiti friulane e l’ente gestore dell’area ha collocato delle interessanti tabelle con illustrata la tipologia di popolamento forestale che si sta attraversando…
salendo di quota, alle nostre spalle comincia ad aprirsi la visuale…
verso sud il sentiero è dominato dalle pareti del monfalcon di forni e del crodon di giaf… al centro, il canalone che scende da forcella las busas, qualche anno fa oggetto di un mio report e di confronto proprio con il Blitz, che amava veramente tantissimo queste cime e questi sentieri…
forcella scodavacca sembra vicina, ma non arriva mai…
allora tanto vale fermarsi a dare un'altra occhiata indietro… il tempo è splendido e non abbiamo fretta...
finalmente giunti al valico, che fa anche da confine tra il friuli e il veneto, lo sbadadam[SUP]©[/SUP] è d’obbligo…
in forcella ci imbattiamo in un altro amico comune, proveniente dal rif. padova e anche lui diretto alla cima del cridola… e, ovviamente, anche lui vecchio conoscente del Sior dei Giaroni… il mondo è proprio minuscolo…
quattro chiacchiere e altrettanti abbracci rigorosamente virtuali, ed è tempo di rimettersi in marcia… a nord, l’erto ghiaione da rimontare per raggiungere la tacca del cridola, da cui parte la via normale alla cima…
dall’altro lato di forcella scodavacca, le bellissime sagome del crodon di giaf e della torre berti…
il ghiaione è breve ma effettivamente ripido e a tratti parecchio instabile, per cui occorre fare attenzione a non mollare qualche blocco in testa a chi segue…
messo il naso oltre la tacca, altro sbadadam[SUP]©[/SUP]… croda dei toni e popera sono proprio lì di fronte…
come detto, la via normale del monte cridola inizia alla tacca del cridola e risale il suo versante orientale, alternando canalini franosi a paretine di roccia sorprendentemente solida o comunque ripulita dagli innumerevoli passaggi…
gli spalti di toro sono veramente il regno delle guglie e dei pinnacoli… ad ogni passo l’occhio è catturato da una forma particolare, da un gioco di prospettive…
o da un curioso portale…
problemi di orientamento non ce ne sono, stante la quasi eccessiva bollinatura…
ancora guglie, ancora pinnacoli… qui la torre del cridola…
giù in basso fa capolino il bivacco vaccari, dove faremo tappa di ritorno dalla cima…
dal versante opposto, cime a perdita d’occhio… non potevamo scegliere giornata migliore per salire quassù…
tra una risalita su ghiaie e qualche saltino più verticale, si guadagna quota rapidamente…
e si giunge in vista del singolare “uovo del cridola”…
subito dopo si incontra il primo dei due passaggi pepati del percorso, una placca abbastanza liscia alla cui sommità si trova però un chiodo per fare eventualmente sicura, o per calarsi in discesa…
il secondo passaggio delicato è una paretina un po’ esposta ma ben appigliata…
superato anche questo ostacolo, restano ancora poche decine di metri su terreno detritico e si sbuca finalmente in cima e… niente, mi sono auto-convinto che Blitz il suo celeberrimo sbadadam[SUP]© [/SUP]lo abbia coniato qui… a ovest svettano i colossi del cadore e dell’agordino…
a nord sono schierate le dolomiti di sesto…
in lontananza si distinguono il großglockner e il venediger…
se metto anche qualche panoramica non vi offendete, vero?
saremmo restati ore a goderci un simile spettacolo… e, in effetti, in cima ci siamo attardati a lungo… ma è giunto il momento di scendere e continuare il nostro giro… eccoci quindi a ripercorrere a ritroso la via di salita…
mentre attendo il mio turno per scendere la divertente paretina, vengo catturato da uno strano scherzo geologico… sembra che un gigante abbia tirato una riga di vernice lungo tutta la parete del crodon di giaf…
discesa lentissima, ogni momento è buono per estrarre dalla tasca il cellulare… :fotografo:
ad ogni modo, dopo altre innumerevoli pause foto che vi risparmio, ritorniamo alla tacca del cridola e cominciamo a scendere dal versante opposto rispetto a quello di salita, in direzione del bivacco vaccari… il ghiaione che cala da questo lato è ancora più impestato di quello affrontato in salita…
fortunatamente, la vista di fronte a noi allieta la progressione…
mentre io mi attardo ad accumulare gigabyte di scatti, a metà ghiaione quei marpioni dei miei compagni di cammino intercettano una bella giaf in difficoltà… ma la festa dura poco, il suo giovane compagno è in fondo ad aspettarla… :checepossofa:
finita la discesa, rimontiamo velocemente il dosso erboso sopra il quale sorge il bivacco vaccari, incastonato come un rubino in posizione idilliaca, al centro di un meraviglioso anello di cime argentee…
mentre ci rifocilliamo un po’, ne approfittiamo per goderci la vista sulla cima appena salita… e su qualche altra…
ovviamente, come sempre in questi casi, è anche l’occasione per pianificare o sognare uscite future, come ad esempio quella al sentiero olivato che dal passo della mauria conduce anch’esso al bivacco… per il momento, tuttavia, ci accontentiamo di imboccare il segnavia 340 e dirigerci alla forca del cridola, proprio alle spalle del ricovero…
la risalita è breve, ma resa un po’ faticosa dal sole che picchia sulla testa…
prima di valicare la forcella, un ultimo saluto al cridola, alla sua “cuna” e al versante veneto…
e ci riaffacciamo in friuli… il nostro sentiero si mantiene alla sinistra del vallone, per infilarsi tra il monte e quei pinnacoli giù in basso…
prima di arrivare all’imbocco del canale, alcuni smottamenti si sono portati via un tratto di sentiero :shock:, per cui ci tocca ingegnarci in qualche acrobazia imprevista…
manco a dirlo, anche questo canale è tutto fuorché comodo… non stento a comprendere perché al Sior dei Giaroni piaceva così tanto questa zona…
ma la ravanata è breve… presto usciamo dal canale e ci troviamo su un bellissimo tratto di sentiero che attraversa a mezzacosta le pareti del vallonut…
da qui si gode una bella vista sulle piste di forni di sopra…
uno sguardo indietro…
e uno avanti al sentiero che aggira il coston del boschet…
e ci riconduce nel lariceto, ma sul versante opposto del coston di giaf rispetto a dove ci trovavamo al mattino… qui ci imbattiamo in un curioso capitello…
ignoriamo la deviazione per il truoi di bianchi e continuiamo a scendere dritti fino a un bel punto panoramico, arricchito da un altro pannello botanico-forestale…
siamo ormai in vista del rifugio…
che raggiungiamo dopo un’ultima discesa nel bosco…
in attesa che ci raggiungesse il resto della congrega per la cena e l’escursione del giorno seguente, il resto del pomeriggio è trascorso tra birre, risate, ciacole in libertà, ma anche qualche momento di malinconia nel pensare a chi ci ha lasciato troppo presto … non lo avevo affatto programmato ma, evidentemente, il destino ha voluto comunque portarmi a compiere questo piccolo giro-tributo a colui senza il quale, probabilmente, non avrei mai iniziato a scrivere report di montagna… so long, Blitz…
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