La Fantastica Fessura - 7 agosto 2020

alfpaip

Well-known member
Lo so cosa state pensando, branco di skifosi allupati! :SSEX

Eh, no… 🇳🇴 Quella cosa il cui villo tira più di un carro di buoi, nulla centra con l’oggetto di questo report (purtroppo HIHIHI)… La “fessura” in questione non è l’origine del mondo come Gustave Courbet ce l’ha rappresentata, bensì una profonda spaccatura che incide lo zoccolo del Polenton, caratteristica elevazione delle Crepe di Lausa che domina gli abitati di Mazzin e Campestrin di Fassa… A definirla “fantastica” fu il suo scopritore, il mitico Don Tita Soraruf, parroco di Mazzin - appunto - nonché instancabile esploratore del gruppo del Catinaccio...[/FONT]

[FONT=&quot]Questo orrido canale, che mette in comunicazione il Pian dei Ciavai con la Busa di Lausa (ove transita il Sentiero Paola), è uno di quei percorsi perduti - ma non dimenticati - di cui il Catinaccio è un autentico scrigno per l’escursionista evoluto e curioso di spirito…

Una pallida enrosadira sulle Crepe di Lausa al mattino presto… Sulla destra si staglia il Polenton con il suo caratteristico zoccolo…[/FONT]
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Come per il sentiero Paola, al cui report vi rimando per dettagli più precisi, la partenza dell’itinerario è la frazione di Muncion, da cui si imbocca il segnavia 579 per la Val Udai... Prima di incamminarci però, buttiamo uno sguardo all’alta Val di Fassa ancora in attesa dei primi raggi di sole…


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La prima parte del percorso è una piacevole passeggiata su comoda strada forestale…

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Un’apertura del bosco ci permette di individuare fin da subito il nostro primo obiettivo, la bancata che cinge lo zoccolo del Polenton e la cascata di Soscorza che gli scorre di fianco…

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Ci permette anche di constatare una volta di più, purtroppo, che neanche questo angolo di Dolomiti è stato risparmiato da Vaia e che a quasi due anni dal tragico evento è ancora tanto il legname in terra…


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Quasi senza accorgersene si è ormai prossimi alla parete da cui precipita la cascata… LE cascate, per la verità, anche se quella che più ci interessa è alla nostra sinistra…


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Poco dopo aver oltrepassato la colata detritica generata dalla grande frana del 1993, si abbandona la forestale per rimontare a sinistra un canalino in mezzo al bosco…


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Alcuni alberi schiantati costringono a brevi, disagevoli deviazioni ma ad ogni modo il fanalino conduce direttamente alla base dello zoccolo… La presenza di numerosi spit suggerisce che la parete sia stata recentemente adibita a falesia… Zigred sbod!!! :wath:


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Individuata sulla sinistra una traccia che costeggia la parete, la si segue confortati anche dalla presenza di un grosso ometto…


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Fino a quando si nota sulla destra una corda (poco) fissa che aiuta a superare il breve ma non banale salto roccioso che separa la base dello zoccolo dalla bancata superiore…


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Superato l’ostacolo, ci si ritrova sull’ampia cengia erbosa, che va risalita verso la parete soprastante fino a rinvenire un’evidente traccia che la percorre verso nord…

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Ci si trova ormai alti sulla Val Udai e l’abitato di Mazzin… In lontananza spunta Cima Uomo…
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Anche qui qualche schianto sbarra la strada, ma alcuni recenti ometti aiutano a capire come superare l’ostacolo… Con un po’ di fatica si raggiunge così il margine del torrente che dà origine alla cascata di Soscorza…

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Purtroppo, le recenti deviazioni conducono sì al torrente, ma più in alto rispetto alla traccia originaria… Per cui, per raggiungere il punto più idoneo ad attraversare il corso d’acqua, occorre calarsi per alcuni metri tra mughi e roccette abbastanza delicate… Tuttavia, con un po' di attenzione si raggiunge un punto in cui la corrente è meno impetuosa ed è possibile attraversare l'alveo con relativa sicurezza, anche se è comunque da mettere in conto di rinfrescarsi i piedi…

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Si risale ora la sponda opposta con piacevole progressione tra roccette e risalti erbosi, prestando sempre attenzione ai punti instabili e, ben presto, si giunge in vista della mitica fessura…

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Sopra di noi i prati proseguono verso il suggestivo Pian dei Ciavai… Per raggiungere la fessura, invece, occorre attraversare nuovamente il torrente alla base di un’altra cascata… Questa volta, però, il passaggio è molto più semplice…


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Il getto della cascata con il sole forma un piccolo, curioso arcobaleno…


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Eccoci finalmente all’imbocco dell'orrida spaccatura…

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Dopo una breve pausa ristoro e, soprattutto, dopo aver indossato il caschetto, si segue un ometto che invita a imboccare il sinistro (in tutti i sensi :roll: ) dei due rami iniziali della fessura… Superato un breve salto, i due rami confluiscono e in pochi passi ci si trova all’ingresso di un altro mondo… Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate... HIHIHI

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Il fondo del canale è instabile, ma la pendenza sorprendentemente modesta consente di procedere abbastanza agevolmente… Ben presto, le pareti sembrano richiudersi alle nostre spalle…


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Si avanza percorrendo sempre il fondo della profonda gola, superando ogni tanto qualche salto o blocco incastrato con passaggi di I e II grado…

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Più si avanza, più la fessura si restringe…


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Sopra la nostra testa, la volta sembra quasi chudersi... Tuttavia, la luce che filtra dall’alto è sempre sufficiente per vedere dove andare senza bisogno di torce…


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Verso la fine, un salto un po’ più alto costringe a qualche acrobazia aggiuntiva, anche per via della roccia resa viscida dall’umidità…


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Ancora pochi metri delicati su detriti instabili…


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E si raggiunge il termine della fessura…


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Quindi uscimmo a riveder le stelle… alpine, di cui è costellata la Busa di Lausa… :fiore:

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Di fronte a noi, oltre la conca prativa, l’Aut da Muncion e la Torre Rizzi, separati dalla Forcia Larga… Ai piedi dell’Aut da Muncion è ben visibile la traccia del Sentiero Paola… Per intercettarlo, è necessario attraversare la conca puntando alla sella erbosa a centro foto…

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Sui prati sottostanti, pascola un gruppetto di camosci…

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Poco oltre mi sono imbattuto in un branco di una trentina di esemplari, talmente veloci nella loro corsa che non ho fatto in tempo a prendere il telefono dalla tasca prima di vederli scomparire oltre il pendio…


Dalla selletta, uno sguardo a ritroso verso l’uscita della fessura e i bastioni del Sella in lontananza tra le nubi…

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Raggiunto il Sentiero Paola, si può scegliere se proseguire per il Rif. Antermoia (altamente consigliato) o se, come ho fatto io per mancanza di tempo, rientrare subito a Muncion…
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Dai margini della frana, un'altra occhiata all’uscita della fessura, dietro la quale sbuca il Sassopiatto…

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Oltre la frana, la bellissima visuale sulla Val di Fassa (e il terrazzo di casa :D)…

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Il Sentiero Paola è anche un punto d’osservazione privilegiato del percorso seguito in salita, lungo la bancata e verso la cascata…

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Raggiunto il famoso cartello di caduta massi (il quale, rispetto alla mia ultima visita, ha trovato una collocazione decisamente più stabile HIHIHI), si piega a sinistra per scendere nuovamente in Val Udai…


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Ancora verso lo zoccolo del Polenton, la cascata di Soscorza e il Mantel… Sulla destra la ripida parte terminale della Val Udai…

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Osservando il percorso fatto, scorgo un gruppetto di persone intento ad attraversare il torrente… Come detto, questi vecchi percorsi sono perduti sì, ma affatto abbandonati… :D
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Ripresa la marcia e persa rapidamente quota, ci si ritrova sulla forestale, poco più a valle di dove la si era abbandonata all’andata e con essa si torna al punto di partenza…

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Un itinerario tutto sommato breve ma incredibilmente affascinante e insolito… Un percorso non difficile ma da affrontare solo se in possesso di un minimo di confidenza nel muoversi su certi tipi di terreno…

Per me personalmente, un altro tassello aggiunto al mosaico di (ri)scoperta di questo gruppo montuoso a cui sono profondamente legato…
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ho fatto click sul reportage, attirato dal titolo acchiappa-click...
Mi aspettavo altro HIHIHI, ma non sono rimasto deluso, anzi: un resoconto coinvolgente di un’escursione molto suggestiva :clap:

Certo che “orrido” è l’aggettivo giusto per quella fessura... la foto del suo sbocco a monte però non lascia presagire nulla di quello che c’è sotto!
 
Ma che figata!!!

A me un po’ sti orridi molto stretti mi danno fastidio.. soffro leggermente di clausura, non so se avrei il coraggio di andarci, per quanto BELLISSIMO!
 
Ho fatto click sul reportage, attirato dal titolo acchiappa-click...

Alfonso signorini mi spiccia casa HIHIHI


soffro leggermente di clausura

si chiama monogamia, ahimè ne so qualcosa... HIHIHI

scherzi a parte, a vederla fa più impressione che a trovarcisi dentro... sicuramente la percezione di claustrofobia è molto soggettiva, ma questa fessura non è mai realmente stretta al punto dal generare un senso di oppressione... non ci strove mai a dover strisciare o cose del genere...
 
posto magnifico e gran belle foto, grazie :D:D

hai ragione, speravamo tutti in un pornazzo con una bella malgara valligiana......
 

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Sono andato Domenica :YIGO

Intanto grazie per avermi fatto scoprire questo FANTASTICO giro.

Io però ho fatto 2 varianti:

1) Come letto in altre relazioni ho risalito la colata detritica per una decina di minuti fino ad un enorme masso sulla destra dietro il quale vi è un ometto con palo. Lì si entra nel bosco e si segue la traccia, ci sono anche bolli rossi, che sale dritta ma senza difficoltà, fino alla parete rocciosa dove piega a destra. Si arriva ad un ometto con appesa una targhetta indicante "falesia" a destra verso il basso. Forse Alfpaip è arrivato da qui. Si sale a sinistra verso un'altra parete che stanno spittando dove un cordone aiuta a salire i passaggi più ripidi, poi nuovamente verso destra su pendenza via via minore.

2) Raggiunto il torrente sono sceso per cercare il vecchio passaggio, suppongo una ventina di metri più in basso dove c'è un pianoro. Però a metà strada mi sono fermato e ho guardato verso l'alto e ho visto altri pianori.. che si passi anche più sopra? Quindi sono risalito, ho circumnavigato i mughi verso sinistra salendo fino ala parete rocciosa dove c'è una traccetta che riporta al torrente. Qui è presente una traccia che sale, quindi non sono stato l'unico a pensarlo! Si sale dritti arrampicando su terreno misto zolle/rocce con passaggi di I+, eventualmente aiutandosi con i mughi, poi la pendenza cala. Effettivamente ci sono due pianori, il primo sembrerebbe quello più facile. Però guardando ancora su ho visto che il passaggio con cascata era ormai vicino, pertanto ho proseguito dritto arrivando all'imbocco del canale.


Il canale, a tratti umido o bagnato, per me ha passaggi di III, quattro mi sembra, anche se in un paio di questi ho appoggiato il ginocchio e quindi il mio ego ferito li valuterebbe anche IV- umidi e strapiombanti..

Se per arrivare al canale c'è un'evidente traccia, ometti e anche segni rossi fino alle falesie, dopo la fessura non ho trovato più nulla! :shock: Io ho camminato un po' a vanvera, comunque la direzione da prendere è chiara (almeno in assenza di nuvole) e alla fine si arriva al sentiero Paola. Con sorpresa ho scoperto che è stato recentemente ribollato con segni rossi, sembra non sia mai stato chiuso! Nessuno da queste parti se non i camosci :MULLET

Infine ho chiuso l'anello salendo al passo Laussa e scendendo per il sentiero delle scalette.
 
beh, innanzitutto mi fa molto piacere che tu sia andato e che ti sia piaciuto... :D

sulle varianti:
1) io avevo una relazione che diceva di seguire il canale dritto per dritto fino alla parete e così ho fatto, al netto di un paio di deviazioni per evitare gli schianti... ammetto di non aver neanche notato l'enorme masso di cui parli... a meno che tu per colata detritica non intenda quella della frana, dato che dici che poi sei andato a destra...

2) avevo intuito anch'io che si potesse passare direttamente dall'alto senza attraversare il torrente... probabilmente allo stato attuale risulta anche più comodo, dato che gli schianti ti portano più in alto del punto comodo per attraversare... che è appunto una ventina di metri più in basso, dove il ruscello fa una specie di vasca...

dopo la fessura effettivamente bisogna navigare un po' a vista... io ero facilitato dal fatto di esserci già stato, ad ogni modo non ci sono grossi pericoli, solo lo sbatti di andare un po' di qua e di là per evitare i canalini... se non si vuole proseguire per l'antermoia o il passo di lausa, comunque, si può anche scendere direttamente a sinistra per una lunga rampa erbosa che porta direttamente alla frana...
 
beh, innanzitutto mi fa molto piacere che tu sia andato e che ti sia piaciuto... :D

sulle varianti:
1) io avevo una relazione che diceva di seguire il canale dritto per dritto fino alla parete e così ho fatto, al netto di un paio di deviazioni per evitare gli schianti... ammetto di non aver neanche notato l'enorme masso di cui parli... a meno che tu per colata detritica non intenda quella della frana, dato che dici che poi sei andato a destra...

Sì parlo del canalone della frana.
Ho fatto un ometto pochi passi dopo la partenza
 
Azz si è “sminchiata” la
Formattazione del testo, stanotte metto a posto.
Sto cercando una gita particolare e questa mi è subito venuta in mente.
Non posso rileggere tutto ora, circa che dislivello e lunghezza ha? Riempie bene una giornata intera per gente che “ha fame” di montagna e sport? 🤪 grazie.

Ci sono altre gite selvagge e fuori dagli schemi raggiungibili velocemente da Bolzano cittĂ ? Grqzie
 
Ultima modifica:
Non posso rileggere tutto ora, circa che dislivello e lunghezza ha? Riempie bene una giornata intera per gente che “ha fame” di montagna e sport? 🤪 grazie.

solo la fessura e ritorno, come ho fatto io, è una cosa da mezza giornata (scarsa)... sono 800-900 metri di dislivello circa, a seconda che tu parta da muncion o da mazzin... se invece ci abbini la salita per il sentiero paola fino alla crepa di lausa e il ritorno e qualcos'altro, allora riesci a fare un bel giro... purtroppo, il sentiero paola è stato orrendamente ribollinato la scorsa estate, perciò è possibile trovare un po' più di gente rispetto al passato...

se vuoi fare una gita bella piena, puoi concatenare la salita alla fessura con un altro giro che avevo fatto in zona qualche anno fa, c'è sempre il report qui sul forum... dalla crepa di lausa scendi al passo di lausa, poi sali la cima di lausa sul versante opposto del passo, poitraversi verso punta di larsech e cima scalieret, scendi a passo delle pope e giù per il vallon di larsech fino a passo delle scalette, giù ancora a gardeccia e ritorni a muncion/mazzin...
 
Io da Bolzano Bozen andrei verso le alpi Sarentinesi (forcella Sarentina oppure Corno Bianco di Pennes...)
Metto in chiaro: non sono Dolomiti...
 
Può essere che cima Scalieret non abbia nessun sentiero ufficiale che arriva in vetta?
E per la fessura non ci sia traccia sulle tabacco? Si trova segnata sulle openstreetmap?

Ps: preferisco le Dolomiti ma un giorno esplorerò anche Sarentino e Tessa.
 
se per ufficiale intendi numerato cai, allora no... non c'è un sentiero "ufficiale"... però il percorso di salita è segnato con bolli, sia dal versante del passo delle pope sia da quello di passo antermoia... è una cima piuttosto frequentata, anzi direi l'unica veramente frequentata nel sottogruppo del larsech... mi pare che su openstreetmap ci siano le tracce per tutte le cime: scalieret, larsech, lausa, anche il sentiero paola...

per la fessura no, non c'è nulla... e per fortuna! è un percorso fuori traccia e mi auguro che tale rimanga... però tranquillo, l'orientamento è abbastanza semplice...
 
Grazie a questo report di Alfpaip ieri sono riuscito a fare la Fantastica Fessura. Pochi giri di parole: uno degli itinerari piĂą incredibili, tetri, inquietanti, affascinanti ed essendo la prima volta che lo facevo anche "paurosi".
Paurosi sia per l'ambiente assolutamente angosciante che per il non sapere se si riesce a sbucare in alto.
Ci sono diversi passaggi che potrebbero essere "a senso unico" ovvero una volta fatti in salita non li riesci a fare in discesa senza corde.
La salita è "magica" e ci sono dei punti in cui le pareti sono talmente alte e strette che quasi manca la luce.
L'itinerario non è assolutamente facile! Bisogna essere un po' agili e abituati a qualche piccolo imprevisto. Per il resto, con la dovuta preparazione è un itinerario tra i "più strani" delle Dolomiti.

Ringrazio ancora Alfpaip per il report e soprattutto per il supporto GPS. Senza la traccia non avrei mai raggiungo la "corda fissa - poco fissa". Secondo me ci deve essere un'altra traccia che porta fino a quel passaggio. Noi abbiamo risalito il canalino con il torrente di rocce ma penso che gli arrampicatori che vanno a fare le vie non passano per di li.

Ed ora alcune foto.

Questa è la traccia fino al Rifugio Antermoia.
La fessura è dove c'è la linea dritta (in quel trtatto il gps ovviemente è impazzito).
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Primi metri verso la Val Udai
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Primi panorami
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La grande frana: probabilmente risalendola si riesce a trovare una traccia comoda
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Il canalino "fuoripista".
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Eccoci alla base della parete con gli spit. Qui si trova la traccia.
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Dove si vede sulla destra la corda fissa "poco fissa". Passaggi non banali.
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Si va verso destra fino alla cascata. Anche qui il percorso è da interpretare.
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Occhio a non scivolare.
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A differenza del giro fatto da Alfpaip noi abbiamo incontrato delle corde che permettono di non attraversare la cascata arrivando alla fessura senza aver mai messo piede nell'acqua.
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Corde che dopo il tratto difficile iniziale potrebbero anche non esserci.
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Ecco l'attacco alla fessura!
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Fin da subito si capisce che non è banale...
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e fin da subito ci si chiede se si riesce ad arrivarne fuori.
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Non banale
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Niente affatto banale soprattutto con la roccia umida.
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Ultimi metri.
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Ed eccola vista dall'alto.
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Si attraversa in qualche modo questa conca prativa fino a incrociare il sentiero Paola.
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Vista sulla Val di Fassa.
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Eccoci sul rinnovato sentiero Paola.
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Saliamo verso le Crepe de Laussa.
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Le piste del Ciampedie.
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Dopo un bel panino scendiamo verso il Rifugio Antermoia.
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Passando per lo straordinario Laghetto.
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Ed infine via per il Pian delle Gialine (wow) e poi ritorno per il sentiero 580 della Val Udai.
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E questa è la vista da G-earth.
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