[ALP] Sassolungo, Via Pichl - 1 agosto 2020

alfpaip

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Pochi modi di dire sanno essere più veritieri di “l’appetito vien mangiando”… La bella salita sul Sassopiatto di due settimane fa, anziché saziare la fame di croda, non ha fatto altro che aprire una gigantesca voragine nel mio stomaco alpinistico... Così, con un altro prezioso giorno libero concessomi dalla padrona di casa, non ho potuto non rispondere affermativamente alla proposta di una “viona” da parte del solito cugino…


Il Sassolungo era nella mia lista dei desideri da un bel po’, ma onestamente pensavo che lo avrei salito - prima o poi - per la via normale, che già di per sé rappresenta un itinerario tutt’altro che banale… Invece, mai dire mai (sempre a proposito di detti popolari HIHIHI)… Le previsioni meteo erano ideali per imbarcarsi in quell’autentico viaggio verticale che è la via Pichl…


Appuntamento dunque venerdì sera a Canazei per una pizza, poi su al passo per trascorrere un’altra notte in auto…


La nostra camera con vista


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Il mattino dopo la sveglia suona prestissimo perché la giornata sarà veramente luuuuuunga (si chiamerà Sassolungo per qualcosa :KEV)… Anzi, col senno di poi sarebbe stato meglio partire ancora prima… Preparati gli zaini, ci inoltriamo nel dedalo di massi erratici della città dei sassi e ne usciamo giusto in tempo per ammirare la nostra meta illuminata dall’enrosadira…


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Alle nostre spalle, la Regina ricambia il radioso saluto del suo possente alfiere…


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La grande muraglia del Sella resta nell’ombra, ma alle sue spalle sembra divampare un incendio…


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Nei pressi del Rif. Comici abbandoniamo il sentiero e risaliamo i verdissimi prati, puntando alla base della ciclopica parete est del Sassolungo… Sulla destra è ben evidente la riga nera della cascatella che occorre attraversare e che costituisce uno dei principali punti di riferimento per orientarsi in un mare piuttosto uniforme di placche grigie…


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Rimontate le ultime balze erbose, siamo finalmente all’attacco della via… Prima di concentrarci sulla salita, diamo un ultimo sguardo ammirato alla Marmolada…


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Dopodiché è ora di darsi da fare, che il sol magna le ore… Dopo un primo tiro interlocutorio tra caminetti e gradoni, ingombri d’erba ma comunque non fastidiosi, la via risale una serie di solidissime rampe…


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Aggirato uno spigolo, ci si ritrova in piena parete e l’arrampicata diventa entusiasmante… Roccia solidissima e clessidre a profusione fanno sì che ci si dimentichi della notevole esposizione… Certo che, per avventurarsi su certe placche nel 1918, Herr Pichl doveva avere un pelo sullo stomaco mica da ridere...


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Quasi senza accorgercene arriviamo così alla cascata, le cui fresche acque sono un’ottima fonte di approvvigionamento e ristoro, dato che il caldo si fa già sentire nonostante sia ancora mattino presto… :sudato:


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Oltre la cascata, la parete si impenna ma il piacere dell’arrampicata non ne risente affatto, anzi… Si fanno però più rade le possibilità di protezione, per cui per attrezzare un paio di soste siamo costretti a mettere mano al martello…


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Dopo un paio di tiri la via si infila in mezzo a torri e pilastri, e le placche lasciano il posto a una successione di camini e canali, con difficoltà via via crescenti pur restando su gradi molto classici… È giunto il momento di riporre le scarpe da avvicinamento e calzare quelle da arrampicata…


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Alle nostre spalle, il panorama è sempre maestoso…


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Giunti al “pulpito Pichl”, la stanchezza comincia a farsi sentire e il caldo non aiuta di certo… Purtroppo però non ci si può fermare troppo a rifiatare, la strada è ancora lunga e le maggiori difficoltà devono ancora arrivare… Gli ultimi 7-8 tiri, infatti, sono una via nella via… Il primo è una bellissima parete grigia di roccia magnifica…


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Segue un entusiasmante traverso in notevole esposizione, per fortuna ben protetto da due chiodi…


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Dopo il traverso, i due tiri chiave di tutta la salita: una serie di camini d’altri tempi, di quelli in cui ci si trasforma in friends umani e, incastra di qua, spingi di là, in qualche modo se ne viene fuori… Sono dati di IV grado, francamente io ho fatto dei quinti più facili… O forse ero semplicemente brasato, boh… :checepossofa:


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Seguono altre tre lunghezze più facili ma affatto banali e su roccia un po’ meno bella e, finalmente, usciamo dalla via…


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Ecco, dopo circa 28 tiri di corda (ho perso il conto HIHIHI) e oltre 1.200 metri di sviluppo, uno spera anche di essere arrivato in cima… E invece no… La via Pichl termina su un pilastro secondario e, per arrivare in vetta, bisogna sciropparsi altri 250 metri di roccette, canalini innevati e sfasciumi immondi… :KKO: Qui sotto, più o meno a centro foto, si riconosce lo stretto intaglio dove termina la via vera e propria…


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Ad ogni modo, arrancando e sacramentando, riusciamo a guadagnare la sospirata vetta ed è inutile dire che da lassù la vista è semplicemente meravigliosa…


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Tanta la soddisfazione per aver salito finalmente questa cima che guardo da sotto in sù sin da quando ero bambino, e di averlo fatto salendo una via che non pensavo fosse più nelle mie corde… Tanta però anche la stanchezza e la preoccupazione per una via di discesa lunga, complessa e sconosciuta a entrambi (il mio socio in realtà l'ha già fatta, ma all'epoca aveva 12 anni e va da sé che i ricordi siano pressoché nulli)… Anche perché i nuvoloni neri visibili in lontananza oltre lo Sciliar non promettono nulla di buono… Per questo della discesa ho pochissime foto… Eravamo troppo occupati a scapicollarci giù per mettere mano al cellulare… Giusto una sul grande anfiteatro ghiaioso a circa 2.900 m...


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E una nell’orrendo canalone ghiacciato che conduce a ciò che rimane del ghiacciaio del Sassolungo…


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Mettiamo piede sul sentiero che scendono le prime gocce ed è ora di mettere mano alle frontali, oltre che alla giacca da pioggia…

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Una lunghissima giornata e una bellissima avventura... Conclusasi con un’epocale lavata… :pioggia:


La mattina dopo ho appreso che, mentre noi salivamo la nostra montagna, ci lasciava una persona cui devo molto del mio odierno andare per monti... Nel mio piccolo, ci tengo a dedicare a lui questo mio report... Ciao Mauro!
 
Ultima modifica:
Che meraviglia gustarsi un report del genere :shock::shock: Chapeau!
Grazie per avere condiviso con il forum una stupenda ascensione!

PS1: avete fatto qualche corda doppia in discesa?

PS2: la foto in bianco e nero la trovo sensazionale
 
[ALP] Sassolungo - Via Pichl

Grazie mille!

PS1: avete fatto qualche corda doppia in discesa?

Sì... oltre a quella “obbligatoria” dalla torre gialla, ne abbiamo fatta una nella gola delle guide e qualcuna nel canale ghiacciato... scioccamente non abbiamo preso la nuova variante che evita il canale, probabilmente ci saremmo risparmiati qualche epiteto zooteistico di troppo... HIHIHI ma, per restare sempre in tema di detti popolari, “chi lascia la strada vecchia per la nuova...”



Come ti ha già risposto subsahara, è selva di val Gardena con sulla sinistra una parte di Santa Cristina... in basso al centro la stazione di monte del ciampinoi e l’inizio della sasslong (e della ben più famigerata pista 5 HIHIHI )...

Sulla destra ci sono le piste del dantercepies, mentre in alto a sinistra, sotto le odle, quelle del col raiser...
 

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Spettacolo... manco so contare fino a 10 che tu snoccioli 28 tiri di corda 😅😂

Non ho capito: la discesa è per la via normale?
 
Spettacolo di report e di cima!
Il Sassolungo mi manca e salire la Normale mi ispira parecchio!

Complimenti a voi che avete salito quel vione!! 28 tiri non sono bruscolini.. sono ore e ore in parete! Bravi!
 
La normale al Sassolungo è una di quelle vie che secondo me è a metà tra un sogno e un incubo.

Se uno guarda la relazione di salita ed è veloce e fa un po' di conserva, facile che in 3h la completi, nonostante sia trafficatissima.
La discesa dev'essere un pianto, fai in fretta a metterci il doppio del tempo.
Il racconto di Zorzi a introduzione della via, sul sito quartogrado è esilarante, per chi assiste ovviamente.


Per quello la mia domanda ad alfpaip era su che itinerario si è svolta la discesa e qualora fosse la normale, domanda successiva, quanto ci ha messo! HIHIHI
 
Conosco poche persone che son riuscite a fare la Pichl e scendere in giornata...

Molti preferiscono passare la notte al bivacco poco sotto la vetta del Sassolungo e fare la luuuunga normale di discesa il giorno dopo.

Adesso dovete fare anche il Gran Pilastro sulla Pala di San Martino! Con questa forma e attitudine al classico...
(anche lí c'é il bivacco in vetta)
 
Complimenti alpaip!!:clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:
Che avventura la Pichl!! E che ricordi mi hai fatto tornare in mente! La feci anch'io una decina di anni fa e ricordo che come voi anche noi non avevamo mai fatto neanche la normale :D

Comunque sicuramente una di quelle vie "avventura" che ti rimangono nel cuore per sempre!
 
Da ignorante in materia di alpinismo ti faccio i complimenti per le foto, veramente stupende.
 
Conosco poche persone che son riuscite a fare la Pichl e scendere in giornata...

Molti preferiscono passare la notte al bivacco poco sotto la vetta del Sassolungo e fare la luuuunga normale di discesa il giorno dopo.

Adesso dovete fare anche il Gran Pilastro sulla Pala di San Martino! Con questa forma e attitudine al classico...
(anche lí c'é il bivacco in vetta)


Sai che pensavo la stessa cosa?
Concettualmente è molto simile... anche se la normale alla Pala di San Martino, specie in discesa, è veramente da fare con 10 occhi... :PAAU

Ma secondo me l'ha già fatta... HIHIHI


Comunque la dimostrazione di come sono aleatori i gradi è proprio l'arrampicata in camino, che dal IV in su, al di là della tecnica che uno può padroneggiare più o meno bene (io avendo fatto tante vie alla Pietra di Bismantova ci ho preso abbastanza la mano... cioè piede), tendenzialmente è faticosa...
Se poi il camino strozza, sono spesso bestemmie.

Mi è capitato proprio a Bismantova di fare la via Oppio, un viaggione vecchio come il mondo lungo 150m di cui 135 almeno tutto in camino (i restanti 15 in diedro...), era una giornata di gennaio partita col sole e finita con nuvolo, ma sono arrivato in cima coi piedi bollenti, le chiappe che bruciavano e le mani GELATE, perché più liscio dei camini della Pietra non trovi niente, quindi solo spalmi di piede e mani in sostituzione.

Specie in Dolomiti poi, certi camini li fai più comodamente con gli scarponi che con le scarpette HIHIHI
 
Sai che pensavo la stessa cosa?
Concettualmente è molto simile... anche se la normale alla Pala di San Martino, specie in discesa, è veramente da fare con 10 occhi... :PAAU

Effettivamente sono simili. Belle entrambe ma secondo me la Pichl è un qualcosa più in là come impegno globale. La Pala la ricordo una discesa infinita fino a san martino!
 
Addirittura?

Pensavo fosse più sostenuta in termini di arrampicata la Pichl, ma non come impegno globale, proprio per la lontananza della Pala dal fondovalle, la discesa molto pericolosa e poco chiara.

Comunque tanta roba...

Io ho 3 vie "luuuuunghe" che ho messo nei sogni, per le quali vorrei allenarmi almeno un paio d'anni e poi trovare un socio con cui farne almeno una (purtroppo al momento l'unico nel mio gruppo che condividerebbe con me la voglia ha avuto un brutto trauma in montagna - non lui direttamente ed è in fase di lenta ripresa, ma intanto sta riprendendo!):
- lo spigolo nord del Sasso di Bosconero... facile ma abbastanza brigoso
- Il Gran Pilastro alla Pala di San Martino o la via Langes alla Cima Val di Roda - qui l'impegno globale è veramente top
- la Zecchini Melzi lungo lo spigolo Nord Ovest del Cimon della Pala... praticamente una via normale, in cui fai tiri per 150-200m, il resto è tutta ricerca, cengia, ricerca, conserva, pilastri etc... però è anche difficile trovare relazioni... questa è praticamente cassata! Ma mi piace il concetto di avventura legato a una linea di un profilo estetico e meraviglioso

In mezzo tante idee, poco tempo, compagni falesisti di merda oppure più impegnati di me da non trovare maiincastri
 
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