Monte Cavallo - Prealpi bellunesi - Alta Via dei Rondoi, luglio 2020

subsahara

Coldest Ice
Il massiccio del monte Cavallo, culminante nella Cima Manera (2251 m slm), è un’emergenza del paesaggio di vasta parte della pianura veneto-friulana.
Si trova a cavallo delle provincie di Belluno e Pordenone, tra il Cansiglio a Ovest e Piancavallo a Est.


Un anello di grande interesse, l’Alta Via dei Rondoi, consente, salendo dal versante friulano, di toccare ben cinque cime del massiccio del Cavallo, rimanendo quasi costantemente in cresta.


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Foto scattata all’alba dalla campagna opitergina, patria del grande, grandissimo Gianfranco Zigoni.
Le tre punte più a destra sono il Cimon di Palantina, il Cimon del Cavallo (o Cima Manera) e il Cimon dei Furlani.
La “tenaglia” costituita da Cima Manera e Cimon dei Furlani è riconoscibilissima anche da grande distanza.
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Parcheggio a Piancavallo, davanti al tratto di faggeta che dovrò attraversare (sentiero 924), e mi metto in marcia.
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La faggeta
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Dopo non molto, si esce dal bosco
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Sto per entrare nella Val Sughet, la quale è contornata dalle cinque cime toccate dall’Alta Via dei Rondoi.
In senso antiorario, abbiamo:

  • Cimon dei Furlani (m 2183)
  • Cima Manera, detta anche Cimon del Cavallo (m 2251)
  • Cimon di Palantina (m 2190)
  • Monte Colombera (m 2066)
  • Monte Tremol (m 2007).
In questa foto si vedono Cima Manera e Cima Furlani al centro, e il Cimon di Palantina a sinistra (tagliato)
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Ruotando un po’ a sinistra si vedono il Cimon di Palantina (intero), il Colombera al centro e il Tremol, più vicino, a sinistra
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Arrivo a un crocevia di sentieri: andando a destra per il 918 si guadagna in breve la cresta che contorna tutta la Val Sughet (ovvero l’Alta Via dei Rondoi).
Andando dritto si attraversa la Val Sughet continuando con il 924.
A sinistra il sentiero Gerometta passa sotto il Tremol e porta a Baita Arneri.
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La “freccia” punta al Cimon dei Furlani, prima tappa.
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Bene, guadagno la cresta e comincio a salire.
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Mi volto all’indietro
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Vado avanti, per traccia piuttosto esile. La vetta del Cimon dei Furlani è invisibile, perché ci sono delle anticime davanti. Sul lato “interno”, alla mia sinistra, Val Sughet e Cimon di Palantina
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Sul lato “esterno”, verso la Valcellina e oltre
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Dietro di me ci sono il monte Colombera (a destra) e il monte Tremol (a sinistra), ovvero la quarta e la quinta cima che dovrò raggiungere
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E questo è invece il Cimon di Palantina, la cima “numero tre” del mio giro.
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Proseguo. In questa foto si vede la cima “numero due”, ovvero il Cimon del Cavallo, ma non la cima “numero uno”, Cima Furlani, ancora occultata dall’anticima
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Sempre in cresta…
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…e alla fine arrivo, quasi all’improvviso, in vetta al Cimon dei Furlani
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La Val Sughet con il Cimon di Palantina e il monte Colombera. Entrambi, come del resto il Cimon del Cavallo, sono sul confine regionale.
Dietro, il Cansiglio e il Lago di Santa Croce
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Vista verso NE. Quello in fondo dovrebbe essere il lago di Barcis
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La parete “esterna” del Cimon del Cavallo, che dà sulla Val Piccola.
Piuttosto impressionante.
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Comincio a scendere per la cresta, in buona parte attrezzata, del Cimon dei Furlani
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Arrivo alla forcella e mi volto per osservare il tratto appena disceso; anche il Cimon dei Furlani, dal lato della Val Piccola, mostra pareti di tutto rispetto
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Intraprendo la salita a Cima Manera. Qui l’Alta Via non segue in realtà la cresta. All’inizio ci si addentra con percorso quasi orizzontale lungo la parete interna…
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…fino a trovare un canalino ripido, che porta in breve alla calotta sommitale
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Il canalino è attrezzato, ma francamente in salita si può benissimo ignorare il cavo e procedere con divertente arrampicata mai esposta, con passaggi che non superano il I grado.
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Arrivo sulla calotta e vengo accolto da una bellissima vista del gruppo del Guslon, tagliato alla base da un evidente sentiero che si chiama appunto “anello del Guslon”
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Ma non distraiamoci, ché mancano pochi facili metri alla cima…
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Sul punto più alto di Cima Manera, detta anche Cimon del Cavallo. Verso nord la cresta che porta al vicino monte Laste, di altezza pressoché uguale (m 2247)
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Cimon dei Furlani
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Il monte Tremol, e dietro il Sauc con le sue piste. E dietro ancora, la pianura e il mare (ma c’è foschia e non si vede HIHIHI )
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Da sinistra a destra: Tremol (cima “cinque”), Colombera (cima “quattro”), Cimon di Palantina (cima “tre”)
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L’Alpago, il Visentin, Belluno
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Il massiccio del Guslon (costituito dai monti Cornor, Castelat, Guslon) in primo piano, con tanto di rifugio Semenza visibile nei pressi di forcella Laste la quale separa, appunto, il Cavallo dal Guslon.
Secondo me, partendo dall’Alpago, si può fare un giro di due giorni molto bello:

  • primo giorno: salita dall’Alpago al rifugio Semenza, facendo uno dei due rami dell’anello del Guslon (o anche, perché no, una bella traversata in cresta)
  • secondo giorno: dal Semenza al Cimon del Cavallo e quindi anello dei Rondoi fino a tornare al Cimon del Cavallo, poi Semenza, e poi giù per l’altro ramo dell’anello del Guslon. Per chiudere l’anello dei Rondoi sarebbe ovviamente inutile scendere fino a Piancavallo per poi risalire: si percorrerebbe dalla baita Arneri il sentiero Gerometta che ho citato prima
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L’aspra catena dei monti dell’Alpago continua, dopo il monte Laste, verso il Col Nudo. In secondo piano, noti colossi dolomitici.
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Bello, bello. Bellissimo panorama. Ora però cominciamo a scendere verso il Cimon di Palantina
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La discesa, attrezzata, è piuttosto ripida. Mi giro all’indietro e fotografo il Cimon del Cavallo: non riesco neanche a capire per dove sono passato…
E’ più “scena” che altro, comunque: si viene giù facilmente e rapidamente
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Un altro scatto dedicato al Guslon, al rifugio Semenza, alla cresta verso il Col Nudo
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Proseguo verso il Cimon di Palantina
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Parete “esterna” del Cimon di Palantina, precipite sull’Alpago.
Tutte le cime dell’Alta via dei Rondoi presentano un versante interno, quello che dà sulla Val Sughet, relativamente tranquillo.
I loro versanti esterni, però… hanno tutt’altro carattere
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Val Sughet (con Cimon dei Furlani)
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Altro crocevia di sentieri; qui, alla forcella Palantina (o del Cavallo) arriva anche il 924 attraversando il fondo della Val Sughet
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Vista retrospettiva (con Cima Manera)
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Val Sughet (con monte Tremol)
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La “tenaglia”, perfettamente visibile anche dai tetti di Venezia: Cima Manera e Cimon dei Furlani
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Salgo a mezza costa il versante interno del Cimon di Palantina e arrivo a un intaglio, oltre il quale l’alta Via dei Rondoi prosegue in cresta verso i visibili Colombera e Tremol.
Di sotto scende invece letteralmente a precipizio verso Casera Palantina il tratto finale dell’Alta Via n.7 (da Cima Manera fino a questo punto, il percorso delle due Vie è comune).
Effettivamente, da quello che ho sperimentato di persona e da quello che ho letto in giro, la n. 7 parrebbe di gran lunga la più cazzuta di tutte le Alte Vie Dolomitiche.
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Io però non posso proseguire per l’Alta Via dei Rondoi senza prima aver “conquistato” il Cimon di Palantina, che si raggiunge con breve deviazione dall’intaglio sopra descritto
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Anche la vetta del Cimon di Palantina si rivela molto panoramica. Qui bene in vista le pareti “esterne” del monte Colombera
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Lo stupendo Cansiglio, i borghi dell’Alpago, il lago...
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Verso la Val Belluna
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Ancora uno scatto verso nord. I picchi del massiccio del Guslon sono, da sinistra a destra: Guslon, Castelat, Cornor
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Cimon del Cavallo e Monte Laste
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Cimon dei Furlani
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Bene, torno indietro verso l’intaglio...
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...e continuo, rigorosamente in cresta, verso la quarta cima di giornata, il monte Colombera
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Parete “esterna” del Colombera
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Monte Tremol in centro foto
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Sono arrivato alla forcella Colombera. Per raggiungere la vetta del Colombera bisogna salirne la cresta attrezzata.
Se non ci fosse il cavo, che annulla le difficoltà, i primi metri sarebbero sul III grado; si tratta comunque del tratto più delicato dell’intera Alta Via dei Rondoi
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Ho già attaccato la cresta. Sguardo retrospettivo
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Altro sguardo retrospettivo dal sottile filo di cresta
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Ennesimo sguardo retrospettivo, questa volta dalla cima
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In direzione del Tremol, l’ultimo monte da salire percorrendo il giro in senso antiorario
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La Val di Sass, con stazione di monte della seggiovia Tremol 2
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Splendido scorcio su Alpago e Val Belluna
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Lascio la cima del Colombera e scendo alla forcella che lo separa dal monte Tremol. Vista retrospettiva su monte Colombera e Cimon della Palantina
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La Val Sughet, con Cima Manera e Cimon dei Furlani
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Guadagno la cresta sommitale del monte Tremol
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Raggiungo in breve la quinta e ultima cima, indicata semplicemente da un basso ometto di pietre e dal cilindro contenente timbro e inchiostro
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Seguendo immancabilmente il filo di cresta, comincio a scendere verso le piste di Piancavallo
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Abbandono la cresta sud del Tremol, interamente inquadrata nella foto, e sbarco in Val di Sass
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Seggiovia Tremol 2. A destra il monte Colombera
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Scendo per traccia verso baita Arneri, lasciandomi a destra la pista Nazionale Alta
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Lo schuss dell’Olimpia di Piancavallo HIHIHI
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Baita Arneri, con stazione di monte della seggiovia Tremol 1.
L’Alta Via dei Rondoi finisce qua.
Rimane da tornare però all’abitato di Piancavallo
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Basta seguire, più o meno dappresso, la pista Salomon...
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... e in breve si raggiunge il parcheggio
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Durante il percorso ho raccolto su una pagina del mio taccuino i timbri delle cinque cime toccate; ciò mi darebbe diritto a ritirare, non so bene dove, una spilletta ricordo.


Penso a una celeberrima scena di Blow Up: il protagonista finisce per caso in un locale dove gli Yardbirds, davanti a un pubblico ipnotizzato, stanno suonando Stroll On (che poi sarebbe una clamorosa versione di Train kept a-rolling). Succede però che l’amplificatore di Jeff Beck comincia a fare le bizze: il chitarrista si sfoga percuotendolo con la chitarra, fino a distruggere lo strumento.
E poi lancia il manico al pubblico, che lotta per impadronirsene.
La reliquia viene conquistata dal protagonista che però, non appena esce in strada, la guarda con aria interrogativa e finisce per sbarazzarsene...


Accantono l’idea della spilletta, e mi “accontento” del buon sapore lasciatomi dall’Alta Via dei Rondoi, il cui ricordo sicuramente mi accompagnerà a lungo.
 
Cazzarola quanto tempo è che ce l ho in lista, e ancora la mia auto drcide di puntare a nord... [emoji58]

Grazie per il racconto [emoji322][emoji322][emoji16]

Poi ora, oltre al ritorno di fiamma con la rondoi, ho gola dell alta via 7 [emoji43][emoji43]


Ma sei bravo a fotografare o eri da solo? [emoji848]
 
Innanzitutto complimenti, sono anni che voglio farla ma vuoi il tempo, vuoi il meteo e soprattutto impegni famigliari, per me resta al momento un sogno. Pura curiosità, qual'è il tuo stato di forma? E quanto tempo ci hai messo a completare il giro?
Intanto grazie, e ancora complimenti!
 
sontuoso! :clap:


purtroppo ho anch'io la stessa sindrome di cocojambo, la mia auto punta sempre zone più settentrionali... ma questo è uno di quei percorsi che si dovrebbero proprio fare...
 

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Che giornata, solitamente ci si va in Ottobre per non trovare nebbie o morire di caldo

Ho evitato il caldo partendo di buon’ora... del resto avevo solo la mattinata libera.

Cazzarola quanto tempo è che ce l ho in lista, e ancora la mia auto drcide di puntare a nord... [emoji58]

Grazie per il racconto [emoji322][emoji322][emoji16]

Poi ora, oltre al ritorno di fiamma con la rondoi, ho gola dell alta via 7 [emoji43][emoji43]


Ma sei bravo a fotografare o eri da solo? [emoji848]

L’alta via n. 7... piacerebbe anche a me.
Fatta però un pezzo alla volta!

Innanzitutto complimenti, sono anni che voglio farla ma vuoi il tempo, vuoi il meteo e soprattutto impegni famigliari, per me resta al momento un sogno. Pura curiosità, qual'è il tuo stato di forma? E quanto tempo ci hai messo a completare il giro?
Intanto grazie, e ancora complimenti!

Ciao, e grazie a te.
Il mio stato di forma :think: diciamo che è in miglioramento dopo una disastrosa primavera. Di base comunque sono abbastanza atletico.
Per il giro ci ho messo 5h 20’, compresa una pausa di mezz’ora sul Cimon del Cavallo e altre pause più brevi sulle altre cime.

sontuoso! :clap:


purtroppo ho anch'io la stessa sindrome di cocojambo, la mia auto punta sempre zone più settentrionali... ma questo è uno di quei percorsi che si dovrebbero proprio fare...

Ma tu e Cocojambo che macchina avete? Una Smartcar dotata di senno, tipo quella del buon David Hasselhoff? HIHIHI
 
Il kit supercar è fondamentale [emoji16]

Cmq visto che l altavia 7 è dedicata a Patera, la cosa mi intriga di piu
 
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In rete si trovano parecchie relazioni sull’Alta Via dei Rondoi.
Mi sembra di ricordare di aver letto:
- D+ = 1350 m
- Lunghezza = 10,5 km.

Sul dislivello sicuramente ci siamo;
quanto alla lunghezza, diamo per buona pure questa (io, a naso, avrei detto qualcosina di più)
 
Ultima modifica:
Bello questo su e giù, invece di salire, salire, salire, per poi scendere, scendere, scendere.

Più che altro, mi capita nele lunghe discese di provare dolore ad un ginocchio... soprattutto se scendo velocemente. :(
 
Ultima modifica:
Giornata quasi più unica che rara in luglio beccare un tempo così limpido lì:fotografo:!! Normalmente anche nelle belle giornate, da mezzogiorno in poi li cascasse il mondo arrivano le nuvole a coprire le cime fino al tramonto :evil:
 
Bel giro fatto diversi anni fa in senso inverso.
Il senso orario ha il vantaggio di poter prendere, se aperta, la seggiovia Tremol 1 e risparmiare un po di dislivello.

Le prealpi sono un ambiente molto diverso dalle Dolomiti: montagne poco note, sentieri quasi sempre deserti, talvolta in stato precario di manutenzione, dislivelli significativi e diffusa presenza di passaggi insidiosi e male attrezzati.
Quindi l'affermazione che la alta via numero 7 sia la più difficile non mi stupisce affatto. E' difficile da verificare perchè ha una scarsissima frequentazione.
Il gruppo del Cavallo ha, in aggiunta, la particolarità di essere un ambiente carsico quindi non c'e' quasi mai acqua nei percorsi e, se ci si muove fuori sentiero, ci sono diversi inghiottitoi molto pericolosi nascosti nel terreno.
 
Direi che in questi week end la wilderness nei rondoi è un miraggio..son salito in Manera qualche week end fa ed eravamo in una decina in vetta, e penso non siano saliti meno di 30 o 40 persone quel giorno...

L'anello è una gran bel giro, la manera è il battesimo delle vette per ogni pordenonese che si rispetti, e coi rondoi diventi "uomo"...una volta lo si faceva in assenza di cavi e senza imbraghi (forse il cavo era presente solo nel canalino del manera e in discesa se volevi raggiungere il semenza sui sassoni incastrati). Il punto critico rimane la discesa dal manera alla forcella verso il palantina e la cengia del colombera, come giustamente da te sottolineato. Anni fa era ancora peggio x frane che si erano verificate. Rimane comunque un giro x gente allenata e dal passo fermo.

Grazie per l'esaustivo report, ne mancava uno cosi completo nel forum!

P.s. ma la birra all'arneri almeno l'hai bevuta?

P.p.s. in discesa dall'arneri esiste un sentiero ufficiale che passa per il bosco e arriva al park camper, immagino tu lo abbia saltato xche il bordo pista è piu veloce, dato il tuo passo

P.p.p.s un po' mi lascia sempre perplesso vedere accostate le "nostre" montagne all'appellativo di prealpi bellunesi, ma tecnicamente ineccepibile essendo oltre i confini delle dolomiti friulane e per altri versi ai margini delle prealpi carniche, nelle quali forse piu correttamente le inserirei, data anche la morfologia e la geografia. Ma tant'e'.
 
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