[alpinismo] Monte Disgrazia.... ma solo di nome!!

4 Dolomiti

Well-known member
Nel trastullarmi con le mie idee e progetti, devo anche fare i conti con il meteo, intoppi vari, rifugi dimezzati causa COVID (in alcune zone, pensare di prenotare per il weedend ormai è pura utopia) ecc.. ecc..
Quindi non rimane altro da fare che essere flessibili e disposti a farsi delle belle scammellate dalla valle alla cima! Usando una metafora "monopoliana", diremo dalla valle alla cima "senza passare dal via".. quindi senza manco pensare agli eventuali rifugi :D

Come scritto nel titolo, questa volta mi dirigo in Valtellina e più precisamente in Valmasino con l'intendo di salire insieme all'amico Leonardo la cresta Nord-Ovest del Monte Disgrazia (la via Normale diciamo).
Spendo subito 2 parole in merito alla Valmasino ed anche alla zona di Predarossa (la parte alta della valle).
La zona è di una bellezza sconvolgente! Non sto esagerando.. come sapete, la mia passione e il mio amore per gli sport di montagna mi portano a girare parecchio ma un ambiente che ti colpisce così dalla sua bellezza l'ho visto di rado!

tanto solo per darvi una piccola idea vi metto 2 foto del panorama che si vede direttamente dal park di Predarossa.. o poco sopra..





Tornando al Monte Disgrazia... volendo "scherzare" un pò con il nome sicuramente poco felice di questa montagna, direi che nel nostro caso è stata una "disgrazia" solamente nel nome appunto!
Tutto è andato benone (tranne il vento freddo che spazzava la zona del ghiacciaio) e ci siamo goduti la salita, discesa e la giornata in alta montagna!
Il Disgrazia 3678 mt è una montagna di un certo "prestigio" nell'ambiente montano/alpinistico e la sua salita è meno banale di quanto si potrebbe essere portati a pensare guardando solo ai numeri o alle classificazioni!
Nella realtà delle cose, la sua cresta a tratti è molto esposta e comunque bisogna avere un pò di dimestichezza e abitudine a camminare/scalare con i ramponi su roccia.
L'ambiente è spettacolare ed il ghiacciaio, almeno in questo periodo, non risulta essere crepacciato o pericoloso!

Dopo aver soggiornato nella mia macchina, alle 3.40 del mattino ci incamminiamo in direzione del Rifugio Ponti per poi proseguire sulla morena, raggiungere il ghiacciaio ed infine dirigerci verso la Sella Pioda dove, sulla dx inizia la bella, articolata e a tratti aerea cresta Nord-Ovest del Disgrazia!
La salita è classificata AD+ con passaggi fino al III° da fare con i ramponi (nel nostro caso) visto che poi c'erano anche alcuni tratti nevosi.
Io e Leonardo abbiamo optato di salire in conserva corta (la discesa siamo scesi slegati invece) in moda da essere veloci il giusto ed avere un minimo di sicurezza!
Come ho scritto altre volte, Leonardo è in piena fase di apprendimento quindi va benone così.. ma in ogni caso, andava bene anche per me salire in questo tipo di progressione!

Ecco alcune foto



il Rifugio Ponti ancora tutto "spento".. passiamo prima che il rifugio si svegli ed inizino con le colazioni


risaliamo il dorso della morena e ci godiamo il panorama con il sole che sta salendo.. uno spettacolo!!


uno sguardo indietro..


















foto sulla cima!! (PS: scusate la mia espressione ma mi sale un fottuto nervoso quando chiedo se gentilmente ci fanno una foto e le fanno con il culo.. su 3 foto ho tenuto solo questa.. le altre 2 eliminate..)


Leonardo che indica il gruppo del Bernina! Si possono vedere il Bernina, Cresta Aguzza e i Piz Palù








 
Ultima modifica:
alcune foto spettacolari fatte da Leonardo lungo il rientro.. quando stanchi, ma soddisfatti e rilassati stavamo rientrando al parcheggio nel fondovalle!

alla fine della fiera, anche sta volta siamo arrivati a circa 17km e oltre 1850mt D+

foto pazzesca (a mio parere)! uno sguardo verso valle con il vicino Rifugio Ponti


io che scendo la parte finale della morena (iniziale a salire ovviamente) con alle spalle il Disgrazia e il profilo della cresta percorsa


uno sguardo sulla piana di PredaRossa! Una lunga spianata a quota 1950mt circa posta nella zona appena sopra al parcheggio
 
Le Alpi di Bregaglia sono di una bellezza sconvolgente. Selvagge e difficilmente avvicinabili come solo forse le alpi Bernesi.

Ogni volta che vado o torno dall'Italia rischio sempre l'incidente in quei 10 secondi in cui é possibile osservare la nord del Pizzo Badile, a Bondo a valle della lunga galleria. E poi quando la vedo rischio l'infarto:

Badile.jpg



Mi piacerebbe vedere un report sulla parti più complicate del sentiero Roma che le avvicina tutte.

Forse il modo più semplice per osservarne una parte importante é raggiungere il Forno Hutte, che con un trekking lungo ma sempre facile offre una vista davvero spettacolare:

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La Val di Mello é 2000 metri appena sotto alle montagne in fondo
 
Io avevo fatto Predarossa -> Ponti (passando dal sentiero) -> morena (giusto per vedere il ghiacciaio da vicino)-> Predarossa (passando sul tratto finale della morena senza riprendere il sentiero). Condivido le opinioni sulla val di Predarossa o sulla stessa val di Mello.
Bellissime.

Mi mancano però i rifugi "in alto" tipo il Bonacossa e Omio.
 

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Le Alpi di Bregaglia sono di una bellezza sconvolgente. Selvagge e difficilmente avvicinabili come solo forse le alpi Bernesi.

Ogni volta che vado o torno dall'Italia rischio sempre l'incidente in quei 10 secondi in cui é possibile osservare la nord del Pizzo Badile, a Bondo a valle della lunga galleria. E poi quando la vedo rischio l'infarto:

Badile.jpg



Mi piacerebbe vedere un report sulla parti più complicate del sentiero Roma che le avvicina tutte.

Forse il modo più semplice per osservarne una parte importante é raggiungere il Forno Hutte, che con un trekking lungo ma sempre facile offre una vista davvero spettacolare:

05f27613e166b891624d9b69b2b109d3.jpg


La Val di Mello é 2000 metri appena sotto alle montagne in fondo

Eh infatti il Badile mi manca e sopratutto salire lo Spigolo Nord è un "pallino" che insieme al socio Roberto abbiamo già da un paio di stagioni!
Lui adesso questa estate è super impegnato con i moduli di formazione per Aspirante Guida Alpina ma forse riusciamo a ritagliare 2/3gg da farlo.. sarebbe una ficata!!
 
Lo spigolo del badile è anche un mio vecchio chiodo fisso... ma temo che resterà (in buona compagnia) nel cassetto dei sogni...
 
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Vabbè, è il minimo che ti puoi aspettare da uno che conquista il Nanga Parbat da solo... sotto anfetamine...
Una frase doppiamente irreale.

Tornando alle bici e ai monti di casa nostra, io trovo bellissime le pagine di Kurt Diemberger, pischelletto diciasettenne, che gira le Dolomiti in bicicletta e scala di qua e di là...
 
Per poi ritirarsi a 10km da casa mia a fare (bere) vino di discutibile qualità.

Non sono in pochi gli alpinisti degli anni 50-60 che facevano così... in bolletta, ma folli.
Ma è vero che a quei tempi andavate in Dolomite in bicicletta ?

Come no! Ma anche al mare e ai laghi: andata e ritorno in giornata.
Per le Dolomiti c'era il problema del carico. Tutto dietro: olio, sale, pasta, zucchero, candele, il petrolio per il fornellino che ti immerdava anche quello che non si può dire perché l'alcool costava troppo. S'andava sui trenta chili e passa, non c'era nulla di leggero. Ecco perché si partiva di notte. Come montavi sul sellino per le prime due ore la bicicletta andava dove voleva lei, avevamo bisogno della strada sgombera, poi piano piano ci prendevi la mano, lo zigzagare diminuiva, ed era fatta. Tenda senza fondo cucita in casa, due panni del letto di casa cuciti anche quelli, e una cerata al posto del materasso. Quando ci accampavamo, se avevamo la fortuna di trovar legna si accendeva un bel fuoco e quando era ora di andare a letto si ruzzolava i massi belli caldi sotto la tenda e... beh, non durava tanto.
Il problema vero erano i soldi. In quel periodo abitavo vicino a P. Aldrovandi, via Begatto. Tempi duri. Spesso il pane per Luigi lo portavo io, lui aveva altri 4 fratelli. Se il copertone della bici faceva il buco, si metteva il nastro isolante e... vai!
Quando mio padre mi regalò la bici nuova (a volte i miracoli fanno male) l'ho tenuta in casa per due settimane perché mi vergognavo rispetto a tutti gli altri che manco riuscivano a sognarla.
 
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