La Fradusta - Pale di San Martino - 28/06/2020

subsahara

Coldest Ice
La Fradusta, per diversi motivi, è cima nevralgica nel gruppo delle Pale di San Martino.


Un giro ad anello molto remunerativo che consente di raggiungerne la vetta è il seguente:

  • risalita della Val Canali fino al passo Canali
  • entrata nell’altipiano e suo attraversamento verso Ovest fino alla Forcella alta del ghiacciaio
  • ascesa alla cima Fradusta per spalla NE e ritorno
  • Ripresa dell’attraversamento dell’altopiano verso Ovest lambendo il ghiacciaio, fino al passo della Fradusta
  • Entrata in Val Pradidali e discesa della stessa fino a chiusura dell’anello.
Insomma, ricapitolando: Val Canali, altopiano + Fradusta, Val Pradidali.
Escursione facile ma lunga; per l’attraversamento dell’altopiano e la salita alla vetta è bene che ci sia buona visibilità.




Ordunque, cominciamo. Parcheggio nei pressi di Malga Canali, a circa 1300 m slm, e mi accingo a risalire la Val Canali per la comoda forestale
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A sinistra c’è l’imponente Cima dei Lastei, a destra la Pala del Rifugio sormontata dall’elegante Sass d’Ortiga, dritto davanti a me - ancora lontani, alla testata della valle - Colle Canali, la bella piramide dell’Alberghetto (con tanto di slanciato “ditino”), le Cime del Coro
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Continuo per la forestale. A sinistra si apre una laterale della Val Canali, ovvero la Valle delle Lede. Oltre alla Cima dei Lastei si nota in centro foto la Cima del Conte dalla caratteristica forma a “dente di squalo”.
Si tratta ovviamente di un’elevazione del tutto secondaria nel contesto del vasto gruppo delle Pale, ma... anch’essa è stata oggetto d’attenzione di celebri alpinisti.
A sinistra della cima del Conte si scorge nitidamente la verticale parete sud della Fradusta (ma scomparirà ben presto dalla vista)
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La prima meta di giornata è il rifugio Canali o Treviso. Ignoro il bivio per il “sentiero consigliato” diretto al Treviso...
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... e vado avanti per la forestale che risale la destra orografica della Val Canali
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A un certo punto però bisogna attraversare il torrente Canali e portarsi alla sua sinistra. Dietro, da sinistra a destra, Sass d’Ortiga, Pala della Madonna, Torre Dresda.
Il nome di quest’ultima si spiega facilmente: l’attuale rifugio Treviso venne costruito alla fine dell’Ottocento dalla sezione di Dresda del DÖAV e, immagino, portava il nome di Dresdnerhütte (come quello nella valle di Stubai).
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Greto del torrente Canali e Cima dei Lastei
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Si sale a tornanti per il bosco fino al rifugio Canali “Treviso” (o “Dresda”)
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Sguardo verso Cima di Sedole, Sasso delle Lede, Cima Canali
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Cima dei Lastei
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La direzione da seguire però è un’altra: la testata della Val Canali, sorvegliata dall’Alberghetto e il suo simpatico “dito”
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Quindi vo dritto seguendo il sentiero 707, che passerà sotto le pareti del Coro, dell’Alberghetto e di Colle Canali prima di imboccare il breve canale che porta al passo
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Val Canali
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Pala del Rifugio
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Dietro Cima dei Lastei comincia a vedersi il bicefalo Manstorna
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Si continua a salire
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Deviazione per Vani Alti
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Sguardo retrospettivo con la parete della Pala del Rifugio
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Sotto Cima del Coro
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Si avvicina il passo
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La splendida Val Canali
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Da qui il bicefalo Manstorna pare monocefalo
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Il canalone innevato è il Vallone dei Vani Alti, percorso dall’omonimo delicato sentiero
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Manstorna
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Sto per lasciarmi la Val Canali alle spalle
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A pochi metri dal passo
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Passo Canali, 2469 m slm, confine tra Trentino e Veneto. Vi giungo alle dieci del mattino, due ore e mezza dopo aver parcheggiato. Non si può dire che mi sia mosso tardi, anche se generalmente preferisco cominciare ancora prima.
Posso finalmente scorgere ciò che era celato dietro l’Alberghetto e le Cime del Coro: l’imponente Croda Granda. A destra invece le poco più basse Cime dei Vani Alti.
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Vani Alti, Sass d’Ortiga, pala Madonna... sullo sfondo il Sass de Mura
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Entro in Veneto (ma non ci rimarrò per molto). Questo fatto amministrativo è però poco interessante; lascia invece atterriti il drammatico cambio d’ambiente: si accede letteralmente a un altro mondo
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Ora devo abbandonare il 707 e seguire il 708, che procede a saliscendi verso il cuore dell’altopiano
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Paesaggio lunare
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Civetta e Moiazza sullo sfondo, verso NE
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Io invece vado verso Ovest
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Sguardo retrospettivo. Chiaramente visibile il passo Canali. Dietro il passo, l’Alberghetto. Dietro l’Alberghetto, il Coro. Dietro il Coro, la Croda Granda.
A sinistra della Croda Granda, la profonda forcella della Beta e quindi il ciclopico sottogruppo dell’Agner.
Questo settore delle Pale, Croda Granda - Agner, è diametralmente opposto al settore più elevato del gruppo costituito da Cimon della Pala - Vezzana - Bureloni.
È più basso di ben 350 metri, ma è assolutamente alla pari in termini di spettacolarità, solennità, imponenza.
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Torno a vedere la Fradusta! Si può notare la modesta pendenza del crinale dove passa la normale.
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Posto incredibile... procedo sotto un sole cocente
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Conca delle Buse Alte
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Mi avvicino alla Forcella Alta del Ghiacciaio
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Sguardo all’indietro
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Sono alla forcella Alta del Ghiacciaio, 2716 m slm
(incidentalmente, rientro in Trentino).
Alla mia sinistra la docile schiena della Fradusta
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Davanti a me una visione spettacolare: il vastissimo altopiano, chiuso dal “retro” di Cimon della Pala, Vezzana, Bureloni...
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Bene, puntiamo alla vetta. Intanto però rimango un po’ stordito dalla comparsa sulla scena di una triade di monoliti di eccezionale eleganza e potenza: Pala di San Martino, Cima Immink, Cima Pradidali. Le potrò osservare da vicino più tardi, scendendo per la Val Pradidali
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Mi lascio alle spalle l’altipiano, e la parete sud della Marmolada
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Allora, il 708 risale il crinale della Fradusta fino a quest’altezza, poi devia a destra attraversando una prima lingua di neve (si vedono le orme) e prosegue quindi a saliscendi in direzione più o meno della Pala di San Martino. Se la neve non fosse stata calpestata avrei fatto fatica a individuarne la prosecuzione... “meno male che è una bella giornata!”, penso.
Abbandono il 708 e comincio la salita alla Fradusta, segnalata da abbondantissimi ometti e qualche segno rosso.
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Sono le 11:20, e alla cima mancherà si e no un quarto d’ora... rimango imbambolato in questa posizione per almeno dieci minuti. Guardo il cielo, le nuvole che salgono velocemente da valle, penso a possibili problemi d’orientamento... rimango in attesa di capire come evolverà la situazione. Un’attesa un po’ stupida, ovviamente...
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Finalmente mi rimetto in marcia
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Mmh... la visibilità tende a diminuire
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Meglio proseguire rapidi
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Sono già sulla create sommitale, guardando verso est
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Verso sud la Fradusta precipita sulla valle delle Lede. Visibile il rosso bivacco Minazio
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La cresta prosegue, facile, breve e divertente, verso ovest. Eccezionale la vista sul severo obelisco della Pala di San Martino.
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In corrispondenza della vetta, un vertice trigonometrico.
Panorama vasto ed emozionante
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Ghiacciaio superiore
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Laghetto ai piedi del ghiacciaio inferiore
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Rimango in vetta solo una decina di minuti... mi sarei mangiato volentieri un panino, ma preferisco scendere e imboccare senza troppi indugi la Val Pradidali, dove l’eventuale scarsa visibilità non mi preoccupa
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Quindi ripercorro la cresta sommitale in senso inverso...
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... poi giù per dove sono salito...
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... fino a riprendere il 708
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Si prosegue verso ovest lasciandosi il versante nord della Fradusta a sinistra
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Passo della Fradusta, 2680 m slm. Sono le 12:45 e le nuvole purtroppo avanzano. Mi lancio a capofitto in Val Pradidali per il 709A
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Un ultimo sguardo al ghiacciaio superiore della Fradusta, sormontato da brevi pareti verticali...
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... e scendo in “corto raggio” nella lunga e straordinaria Val Pradidali
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Mi fermo a circa 2550 m slm, poco a valle del ricongiungimento di 709 e 709A, in corrispondenza di un “semi-antro” che mi ripara dal sole (il quale, seppure in maniera intermittente, continua a picchiare).
Mi siedo e mangio un panino.
“Pradidali”: dovrebbe stare a significare “prati gialli”. Mi sembra ovvio che la d di dali stia a indicare una suono fricativo analogo a quello dei dialetti bellunesi, come il th nell’inglese this. Mi viene in mente la parola dambra (trascritta goffamente da Grohmann come zambra),
che presenta lo stesso suono e che indica il caratteristico zoccolo alla base sud del Pelmo. Dalla dambra ci deve essere una quarta cengia, semi-dimenticata, che permette l’accesso al cuore del Pelmo e che si aggiunge quindi alla cengia di Rutorto (Ball), alla cengia della fessura (Grohmann), alla cengia di Forca Rossa (Giacin - Cesaletti)
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Dopo avere abbandonato il mio antro ed essermi rimesso in marcia, torno ad essere assorbito completamente dal grandioso ambiente che mi circonda.
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Mi trovo in un vasto pianoro a 2500 metri di quota, al cospetto di tre giganteschi monoliti di altezza digradante: Pala di San Martino, Cima Immink, Cima Pradidali.
È uno scenario che non teme veramente confronti
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Attraverso il pianoro, che costituisce il tratto più alto della Val Pradidali.
È molto vasto... mi vengono in mente i mondiali del ‘70 e del ’86 in Messico, i problemi della quota, l’Azteca che è a più di 2000 m... all’improvviso ho un’idea geniale.
In questo posto si potrebbe benissimo approntare un campo da calcio (in erba sintetica, naturalmente), da destinarsi agli allenamenti in alta quota della nazionale.
Una ardita strada asfaltata da Cant del Gal garantirebbe un comodo accesso ad atleti, staff, tifosi e giornalisti
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Immagine della bastionata, aggirabile dalla sinistra orografica, che separa il pianoro alto dal pianoro medio della Val Pradidali
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Intanto scendendo, a sinistra, osservo un curioso “portone” attraversato da una lingua di neve
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Un po’ più a valle, sempre a sinistra
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La strada da fare per arrivare all’ormai visibile rifugio Pradidali
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La superba Cima Immink (e il campanile Giovanna alla sua sinistra)
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Intanto a sinistra, contrafforti di Cima del lago Pradidali
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Immagini della seconda bastionata, che separa il pianoro medio dal pianoro “basso” (quello del lago)
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Torre Pradidali
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Lago Pradidali secco
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Cima del Lago Pradidali
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Purtroppo la fantastica parete di Cima Canali è completamente avvolta dalle nuvole. Non si vede nulla
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Cima Pradidali e Cima Immink
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Alle 13:50 arrivo al rifugio Pradidali
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Mi fermo per una mezzoretta di relax, e bevo una birra. Non si vede un granché purtroppo, però il fatto che non ci sia più il sole non mi dispiace affatto: oggi ne ho preso fin troppo
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Incominciamo la non breve discesa (1000 metri di dislivello)
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Salutiamo il rifugio Pradidali
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Si scende piuttosto ripidamente verso la parte bassa della valle
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Pareti incombenti sulla destra orografica. Sass Maor non pervenuto
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In fondo lo sbocco del torrente Pradidali nella Val Canali (Cant del Gal)
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Vista retrospettiva
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Bivio per sentiero delle Sedole che, attraverso la valle delle Lede, porta al rifugio Treviso
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Altro sguardo all’indietro
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Ultimo tratto prima di raggiungere Pedemonte
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E alla fine tornammo a riveder l’erba
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Portela, 1640 m slm
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A circa 1430 m slm abbandono il sentiero 709 e imbocco a sinistra una larga traccia
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Questa supera un torrente e poi passa accanto ai ruderi di Malga Pradidali
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Appena oltre diventa una sterrata dal fondo liscio come il culetto di un neonato, che scende con dolcissima pendenza verso la Val Canali
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Si lascia infine la sterrata e si prosegue su fondo erboso verso l’amena Malga Canali.
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Mi accoglie alla Malga un coro festoso di mucche, galline e maiali rosa.


Cento metri più avanti il parcheggio, che raggiungo alle 16:10.
 
bellissimo! anzi, meraviglioso!

come sempre i tuoi report sono piacevolissimi da leggere, oltre ad assere corredati da foto fantastiche...

complice una stagione meno africana di quello a cui eravamo ormai abituati, mi fa piacere vedere che il ghiacciaio della fradusta ha un aspetto meno moribondo rispetto all'ltima volta che l'ho visto dal vivo...


p.s.
oltre alla cengia della dambra, ce n'è una quinta... la cengia dei zoldani, che corre parallela alla grohmann ma più bassa...
 
Praticamente con un report del genere avanzo di andarci perchè è come esserci già stato...
Sarei curioso quante ore è durato tutto il giro... hai fatto circa 1300mt di dislivello se non erro, erano piuttosto lineari o c'erano molti sali-scendi?
Comunque è un posto non molto conosciuto ma forse uno dei più spettacolari delle dolomiti a guardare le foto, c'è di tutto: grandi dislivelli, altipiani lunari, ghiacciaio, colossi dolomitici come sfondo e tante forme esuberanti.
 
La salita che hai fatto è anche una classica discesa scialpinistica che si fa in traversata dalla Rosetta.
 
Bella cima e sembra facile! Il gruppo delle Pale mi manca ancora. Grazie dell'idea...
Ma dimmi un po'... com'è che le tue foto verticali si caricano sempre in maniera corretta??
 

.

Atomico davvero!

Reputo le Pale il gruppo Più bello di tutte le Dolomiti: un vero e proprio castello dei sogni con un’ampia corte calma, circondata anzi protetta da severi torrioni, spesso dolci entro le mura ma a precipizio verso il mondo esterno a difenderne la purezza!


guardate poi se non è qui tra la Val Canali e la Val Pradidali, la Dolomia più bella del mondo, in questa foto ci saranno 6000 clessidre, puoi arrampicare con 15 cordini, neanche un chiodo o dado!
Ho i goccioloni agli occhi a vederla!

Pazzesco!


ci ero stato 3 anni fa sotto la Fradusta poi per caldo desistemmo dalla cima
un confronto di 15 anni di agonia:
https://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=88053

Quest’anno a guardarci bene c’è più neve del Luglio 2001!! nonostante un inverno brutto

Vorrei tornare a farci un giro, ma volevo passare da una zona mai fatta: salire dal lato di Gares o San Lucano...
 
Atomico davvero!.......Vorrei tornare a farci un giro, ma volevo passare da una zona mai fatta: salire dal lato di Gares o San Lucano...

Son salito all’altipiano sia da Gares, direttamente e con la variante con appoggio al Rifugio Mulaz , sia da Col di Pra : Tromba del Miel - Forcella del Miel. Direi che la salita alla Forcella del Miel con 1600 mt di dislivello e circa 4 ore impone una tappa ad un Rifugio per concludere il giro in maniera da poterne godere altrimenti diventa una corsa ed una sfacchinata tremenda . Attenzione che dopo il 2018 , Vaia ed incendio non so come sia messo il sentiero.
 
Son salito all’altipiano sia da Gares, direttamente e con la variante con appoggio al Rifugio Mulaz , sia da Col di Pra : Tromba del Miel - Forcella del Miel. Direi che la salita alla Forcella del Miel con 1600 mt di dislivello e circa 4 ore impone una tappa ad un Rifugio per concludere il giro in maniera da poterne godere altrimenti diventa una corsa ed una sfacchinata tremenda . Attenzione che dopo il 2018 , Vaia ed incendio non so come sia messo il sentiero.

In realtà volevo fare un giro da val Gares o verso il Marucòl, o verso la banca delle Fede (a proposito di discorsi passati......HIHIHI) e discesa da Malga Stia o poco prima, con in mezzo il rifugio Rosetta e, in un senso o nell'altro, il Pian delle Comelle.
Avevo pensato anche a fare Gares - Comelle - Rosetta - Farangole - Margherita - rif. Volpi - Falcade.

Ma credo che tornerei più leggero di 10kg di sudore e più basso di 30cm con i piedi consumati...

Continuo a ravanare la carta
 
Praticamente con un report del genere avanzo di andarci perchè è come esserci già stato...
Sarei curioso quante ore è durato tutto il giro... hai fatto circa 1300mt di dislivello se non erro, erano piuttosto lineari o c'erano molti sali-scendi?
Comunque è un posto non molto conosciuto ma forse uno dei più spettacolari delle dolomiti a guardare le foto, c'è di tutto: grandi dislivelli, altipiani lunari, ghiacciaio, colossi dolomitici come sfondo e tante forme esuberanti.

per il dislivello puoi arrivare a 2000 circa HIHIHI

il posto è assurdo, anni fa mi portarono a dormire al pradidali, ed ero molto scettico, visto che avrei voluto andare altrove, ma la zona è veramente stupenda, e mi sono ricreduto
 
per il dislivello puoi arrivare a 2000 circa HIHIHI

il posto è assurdo, anni fa mi portarono a dormire al pradidali, ed ero molto scettico, visto che avrei voluto andare altrove, ma la zona è veramente stupenda, e mi sono ricreduto


:mann::mann: ho fatto male i conti :mann::mann: escludendo vari sali e scendi sono almeno 1600... non male insomma

come mai eri scettico?
 
per il dislivello puoi arrivare a 2000 circa HIHIHI
:mann::mann: ho fatto male i conti :mann::mann: escludendo vari sali e scendi sono almeno 1600...

Facciamo una via di mezzo HIHIHI con i saliscendi sono circa 1800 m :wink:

Complimenti subsahara! Gran bel giro!!!

bellissimo! anzi, meraviglioso!

come sempre i tuoi report sono piacevolissimi da leggere, oltre ad assere corredati da foto fantastiche...

Grazie :D

p.s.
oltre alla cengia della dambra, ce n'è una quinta... la cengia dei zoldani, che corre parallela alla grohmann ma più bassa...

Cacchio, ce n'è un'altra ancora? :shock:
Vedrò di informarmi che non ne sapevo niente! Anche se l'unica che vorrei percorrere, a parte la Ball che ho già assaggiato tanti anni fa, è la Grohmann

Sarei curioso quante ore è durato tutto il giro...
Comunque è un posto non molto conosciuto ma forse uno dei più spettacolari delle dolomiti a guardare le foto, c'è di tutto: grandi dislivelli, altipiani lunari, ghiacciaio, colossi dolomitici come sfondo e tante forme esuberanti.

Otto ore e quaranta minuti, pause comprese. Quanto al giro... sì, è assolutamente meraviglioso.

Bella cima e sembra facile! Il gruppo delle Pale mi manca ancora. Grazie dell'idea...
Ma dimmi un po'... com'è che le tue foto verticali si caricano sempre in maniera corretta??

Sì, la salita alla cima non presenta nessuna difficoltà.
Quanto alle foto :think: non so, forse può entrarci qualcosa il fatto che le ridimensiono sempre io prima di caricarle

Sontuoso! Potresti farne, cortesemente, di più di queste gite?

Obrigado! Spero di poterne fare qualcun'altra, da qui a fine stagione

Reputo le Pale il gruppo Più bello di tutte le Dolomiti: un vero e proprio castello dei sogni con un’ampia corte calma, circondata anzi protetta da severi torrioni, spesso dolci entro le mura ma a precipizio verso il mondo esterno a difenderne la purezza!

Questa è una (bella) descrizione di un innamorato! :D

guardate poi se non è qui tra la Val Canali e la Val Pradidali, la Dolomia più bella del mondo, in questa foto ci saranno 6000 clessidre, puoi arrampicare con 15 cordini, neanche un chiodo o dado!
Ho i goccioloni agli occhi a vederla!

Pazzesco!

Anche queste sono parole di un innamorato. E Arrampicatore :MULLET:D

ci ero stato 3 anni fa sotto la Fradusta poi per caldo desistemmo dalla cima
un confronto di 15 anni di agonia:
https://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=88053

Quest’anno a guardarci bene c’è più neve del Luglio 2001!! nonostante un inverno brutto

Sì, c'è neve, ma quello spessore di ghiaccio che hai fotografato nel 2001 col cacchio che lo trovi ora :(
 
Ultima modifica:
Si sì ovviamente mi riferivo alla mera copertura nevosa stagionale....
Lo spessore del ghiacciaio già nel 2003 era dimezzato o quasi
 
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