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Matteo Harlock
Guest
Itinerario di ciclo-alpinismo di grande soddisfazione attraverso uno dei passi ciclabili più alti delle Alpi, il passo Madriccio.
Grossomodo l'itinerario è questo:
https://www.sentres.com/it/sentieri-mountain-bike/passo-madriccio-madritschjoch/mappa
Sommariamente: si sale da Prati allo Stelvio verso Trafoi e poi in direzione Solda all'Ortles. Si prende la funivia e si guadagna il pianoro del rifugio Madriccio. A quel punto spingendo e spalleggiando, anche pestando neve, si raggiunge il passo Madriccio a quota 3123m. Da lì inizia una lunga discesa, lungo la Val Martello, percorribile montati al 99% fino ai 650m di Morter, il paese alla confluenza tra la Val Martello e la Val Venosta.
Si può partire dal fondo della Val Venosta in qualsiasi punto tra Morter e Prati allo Stelvio. La famosa ciclabile Merano-Passo Resia permette di muoversi agevolmente senza correre il rischio di essere stirati dalle macchine.
Decidiamo di partire da Morter, il giro è molto lungo e dopo 70km (circa) e 2000m D+ (circa, usando la funivia) la voglia di pedalare ancora sarà poca.
Qui siamo sulla ciclabile, in direzione Prati.
Da Prati bisogna sopravvivere al traffico di auto-moto-camper fino poco prima di Ponte Stelvio. Da lì, una ripida sterrata, permette di saltare Trafoi e raggiungere la statale per Solda. Poi, purtroppo, c'è poca scelta. Si deve seguire la strada asfaltata fino alla partenza della funivia.
Qui siamo sulla funivia semi-deserta. Ricordatevi di arrivare prima delle 12:45, l'ultima corsa prima della pausa pranzo. Poi dovreste aspettare le 14:00
Qui ci siamo rimessi in marcia verso il Rifugio Madriccio, lungo il sentiero pedonale. Soluzione possibile solo se c'è poca gente in giro. Altrimenti meglio salire lungo le strade di servizio degli impianti (più ripide e sfasciumose)
Pedalare in questo ambiente, con il Gran Zebrù e l'Ortler come sfondo, è abbastanza unico.
Ma poco dopo il rifugio, a meno di non avere parecchia gamba e ottima tecnica, si smette di pedalare...
Gli ultimi metri (o le ultime decine di metri) prima del Passo. Quella macchia di neve c'è anche a estate inoltrata.
Arrivati in cima al Passo, a 3123m, foto di rito e si inizia la discesa.
Il carattere della discesa è inizialmente un trail a tratti molto tecnico (chi è pratico di nose-press si divertirà) e a tratti molto flowoso e divertente su un fondo misto sabbioso/terroso e sasso piantato. Alcune foto sparse lungo la discesa...
Qui siamo in vista del Rifugio Corsi, poi raggiunto per un'ottima coppa di fragole della Val Martello (molto famose e rinomate in AA).
Spuntino con vista sulla Cima Cevedale e sul Monte Cevedale
Dal Rifugio Corsi ci sono due opzioni. Una lungo l'itinerario segnato, molto flowoso e divertentissimo, l'altro lungo il sentiero 36, molto più tecnico con molto sasso piantato e passaggi obbligati. Qualsiasi sia l'opzione che scegliete, occhio che sono MOLTO affollati.
La parte fastidiosa del giro è il lungo-lago, lungo il Lago del Gioveretto. Sulla carta si legge "piano", ma poi è tutto un saliscendi.
Dalla diga in poi si alternano tratti obbligati su asfalto, tratti lungo una pista da slittino (strada forestale sterrata) e infine un single-trail nel bosco negli ultimi 300m di dislivello prima di Morter. Dalla diga si pensa "ok, la gita è finita". In realtà ci sono ancora circa 1000m di dislivello negativo da scendere. Qui la navigazione è semplice, basta seguire il "Marteltal Talweg" (sentiero di fondovalle della Val Martello).
Ultima foto lungo l'interminabile discesa, alla fine di una lunga giornata...
NOTA: dalla diga è possibile questa variante, segnalata sull'itinerario pubblicato da Nonnocarb sul forum marrone. Sulle openMTB è segnato S3, quindi è da valutare in base alle proprie capacità. Noi non l'abbiamo provato.
- - - Updated - - -
Alcune note aggiuntive.
1) Le guide MTB della Val Venosta organizzano questo giro con gli shuttle proponendo una bella combo. Caricano uomini e bici da Laces fino al Passo Stelvio. Da lì si scende per il trail "Goldsee" fino a Trafoi. Una premunta: il Goldsee è percorribile solo PRIMA delle 10:00. Poi è vietato alle bici e riservato ai pedoni.
Gli shuttle recuperano i danarosi enduristi a Trafoi e li trasportano a Solda, alla partenza della funivia. A quel punto restano i 500m D+ dai 2600 dell'arrivo della funivia fino al Passo Madriccio per godersi "solo" la discesa senza l'onere della salita.
2) Pedalare anche il dislivello della funivia è possibile (sono altri 800m D+), la strada c'è. La pendenza media però è da infarto. Chi è molto allenato potrà aggiungere anche questo tassello ad una gita già piuttosto impegnativa. A loro tutta la mia stima, ma io non ce l'avrei fatta.
3) La quota e l'impegno della gita richiede un minimo di esperienza di montagna. Programmare SOLO con meteo stabile (non oso pensare cosa vorrebbe dire prendere un temporale a 3100m), portare con se l'attrezzatura di emergenza che portereste per un giro in quota, assolutamente almeno un capo caldo e un guscio anche in piena estate. Non si deve sottovalutare cosa può succedere lassù.
4) Sul forum marrone il semprepresente Nonnocarb ha postato un giro che elimina tutte le salite asfaltate, passando per il Rifugio Valnerina. La prima volta che ho fatto questo giro (sì, è la terza volta che scendo per la Val Martello) ho seguito quel giro. Secondo me non ne vale la pena.
5) E' anche una gita di scialpinismo ed è usata per chiudere le traversate e i giri ad anello attorno al Cevedale. Il rifugio Corsi è aperto durante la stagione scialpinistica.
6) Esiste ANCHE il giro ad anello in MTB del Cevedale. Prevede un tratto su ghiacciaio con imbrago, corda, ramponi, e bici in spalla (la salita al rifugio Casati). Roba epica o da malati. Vedete voi.
Grossomodo l'itinerario è questo:
https://www.sentres.com/it/sentieri-mountain-bike/passo-madriccio-madritschjoch/mappa
Sommariamente: si sale da Prati allo Stelvio verso Trafoi e poi in direzione Solda all'Ortles. Si prende la funivia e si guadagna il pianoro del rifugio Madriccio. A quel punto spingendo e spalleggiando, anche pestando neve, si raggiunge il passo Madriccio a quota 3123m. Da lì inizia una lunga discesa, lungo la Val Martello, percorribile montati al 99% fino ai 650m di Morter, il paese alla confluenza tra la Val Martello e la Val Venosta.
Si può partire dal fondo della Val Venosta in qualsiasi punto tra Morter e Prati allo Stelvio. La famosa ciclabile Merano-Passo Resia permette di muoversi agevolmente senza correre il rischio di essere stirati dalle macchine.
Decidiamo di partire da Morter, il giro è molto lungo e dopo 70km (circa) e 2000m D+ (circa, usando la funivia) la voglia di pedalare ancora sarà poca.
Qui siamo sulla ciclabile, in direzione Prati.
Da Prati bisogna sopravvivere al traffico di auto-moto-camper fino poco prima di Ponte Stelvio. Da lì, una ripida sterrata, permette di saltare Trafoi e raggiungere la statale per Solda. Poi, purtroppo, c'è poca scelta. Si deve seguire la strada asfaltata fino alla partenza della funivia.
Qui siamo sulla funivia semi-deserta. Ricordatevi di arrivare prima delle 12:45, l'ultima corsa prima della pausa pranzo. Poi dovreste aspettare le 14:00
Qui ci siamo rimessi in marcia verso il Rifugio Madriccio, lungo il sentiero pedonale. Soluzione possibile solo se c'è poca gente in giro. Altrimenti meglio salire lungo le strade di servizio degli impianti (più ripide e sfasciumose)
Pedalare in questo ambiente, con il Gran Zebrù e l'Ortler come sfondo, è abbastanza unico.
Ma poco dopo il rifugio, a meno di non avere parecchia gamba e ottima tecnica, si smette di pedalare...
Gli ultimi metri (o le ultime decine di metri) prima del Passo. Quella macchia di neve c'è anche a estate inoltrata.
Arrivati in cima al Passo, a 3123m, foto di rito e si inizia la discesa.
Il carattere della discesa è inizialmente un trail a tratti molto tecnico (chi è pratico di nose-press si divertirà) e a tratti molto flowoso e divertente su un fondo misto sabbioso/terroso e sasso piantato. Alcune foto sparse lungo la discesa...
Qui siamo in vista del Rifugio Corsi, poi raggiunto per un'ottima coppa di fragole della Val Martello (molto famose e rinomate in AA).
Spuntino con vista sulla Cima Cevedale e sul Monte Cevedale
Dal Rifugio Corsi ci sono due opzioni. Una lungo l'itinerario segnato, molto flowoso e divertentissimo, l'altro lungo il sentiero 36, molto più tecnico con molto sasso piantato e passaggi obbligati. Qualsiasi sia l'opzione che scegliete, occhio che sono MOLTO affollati.
La parte fastidiosa del giro è il lungo-lago, lungo il Lago del Gioveretto. Sulla carta si legge "piano", ma poi è tutto un saliscendi.
Dalla diga in poi si alternano tratti obbligati su asfalto, tratti lungo una pista da slittino (strada forestale sterrata) e infine un single-trail nel bosco negli ultimi 300m di dislivello prima di Morter. Dalla diga si pensa "ok, la gita è finita". In realtà ci sono ancora circa 1000m di dislivello negativo da scendere. Qui la navigazione è semplice, basta seguire il "Marteltal Talweg" (sentiero di fondovalle della Val Martello).
Ultima foto lungo l'interminabile discesa, alla fine di una lunga giornata...
NOTA: dalla diga è possibile questa variante, segnalata sull'itinerario pubblicato da Nonnocarb sul forum marrone. Sulle openMTB è segnato S3, quindi è da valutare in base alle proprie capacità. Noi non l'abbiamo provato.
- - - Updated - - -
Alcune note aggiuntive.
1) Le guide MTB della Val Venosta organizzano questo giro con gli shuttle proponendo una bella combo. Caricano uomini e bici da Laces fino al Passo Stelvio. Da lì si scende per il trail "Goldsee" fino a Trafoi. Una premunta: il Goldsee è percorribile solo PRIMA delle 10:00. Poi è vietato alle bici e riservato ai pedoni.
Gli shuttle recuperano i danarosi enduristi a Trafoi e li trasportano a Solda, alla partenza della funivia. A quel punto restano i 500m D+ dai 2600 dell'arrivo della funivia fino al Passo Madriccio per godersi "solo" la discesa senza l'onere della salita.
2) Pedalare anche il dislivello della funivia è possibile (sono altri 800m D+), la strada c'è. La pendenza media però è da infarto. Chi è molto allenato potrà aggiungere anche questo tassello ad una gita già piuttosto impegnativa. A loro tutta la mia stima, ma io non ce l'avrei fatta.
3) La quota e l'impegno della gita richiede un minimo di esperienza di montagna. Programmare SOLO con meteo stabile (non oso pensare cosa vorrebbe dire prendere un temporale a 3100m), portare con se l'attrezzatura di emergenza che portereste per un giro in quota, assolutamente almeno un capo caldo e un guscio anche in piena estate. Non si deve sottovalutare cosa può succedere lassù.
4) Sul forum marrone il semprepresente Nonnocarb ha postato un giro che elimina tutte le salite asfaltate, passando per il Rifugio Valnerina. La prima volta che ho fatto questo giro (sì, è la terza volta che scendo per la Val Martello) ho seguito quel giro. Secondo me non ne vale la pena.
5) E' anche una gita di scialpinismo ed è usata per chiudere le traversate e i giri ad anello attorno al Cevedale. Il rifugio Corsi è aperto durante la stagione scialpinistica.
6) Esiste ANCHE il giro ad anello in MTB del Cevedale. Prevede un tratto su ghiacciaio con imbrago, corda, ramponi, e bici in spalla (la salita al rifugio Casati). Roba epica o da malati. Vedete voi.