Se lo dici tu...l'area con più morti d'Europa per inquinamento è quella con più morti per covid. Ma è certamente un caso.
Infatti ci sono svariati studi che attestano che non c'entra niente, compreso il fatto che le polveri sottili non "trasportano" il virus.
Per beccarselo basta rimanere per un tot di tempo in ambienti chiusi nei quali c'è aerosol prodotto da una persona malata, non uscire all'aria aperta dove potrai di sicuro crepare per l'inquinamento ma non certo di covid.
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Tanto, per smorzare le polemiche, ci si mettono proprio tutti:
«Sbagliato il dato Rt»: così la Lombardia può tornare in arancione già domenica
Fontana: errore non nostro, bugie da Roma
https://www.corriere.it/politica/21_...49990f1d.shtml
Se lo dici tu...l'area con più morti d'Europa per inquinamento è quella con più morti per covid. Ma è certamente un caso.
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ALT, morti e contagiati sono correlati ma c'è di mezzo un fattore moltiplicativo.
Se l'inquinamento causa le famose "patologie pregresse" che tanto concorrono alla mortalità per covid ecco che si possono avere più morti senza che l'inquinamento sia correlato all'andamento epidemiologico.
Io non lo so se le patologie pregresse dovute all’inquinamento hanno agito da fattore moltiplicatore, non ho trivato niente al riguardo.
Di sicuro c’è che in alcune zone della Lombardia hanno fatto dei giganteschi errori negli ospedali e nelle case di riposo, ci dirà la magistratura se sono stati casuali o per incompetenza oppure c’è stata malafede.
Il lockdown stretto, visto con gli occhi di oggi, è stato un potente moltiplicatore, ma allora non si era coscienti pienamente di tutta una serie di cose che oggi sembrano lampanti.
Non sapevo dove postarlo...
https://www.quattroruote.it/news/ind...un_piano_.html
non è che mi stiano molto simpatiche ultimamente, certe parti sociali, eppure... non dice cagate.
Che l’industria sta abbandonando l’Italia non e’ un caso. E per primi sono da ringraziare i sindacati. Non capiscono che la competizione e’ globale anche per il posto di lavoro. Arroccarsi su diritti, tipo art 18, quando in altri paesi dell’Unione europea i lavoratori sono pagati molto meno, ed hanno assai meno garanzie, significa che chi può va a produrre li. Quasi tutta la produci auto italiane e’ ora fatta li.
Stellantis
Fiom: "Francesi attenti all'automotive, l'Italia non ha un piano"
Che novità. Noi non abbiamo un piano su nulla, non per cattiva volontà a volte, semplicemente perché già al governo il 99% di ministri, viceministri e sottosegretari non hanno la più pallida idea di come si faccia.
Alcune industrie stanno abbandonando l'Italia perché alcuni paesi dell'est tengono artificialmente basse le tasse utilizzando i fondi europei in sovrappiù.
Non li possono usare direttamente perché sarebbero aiuti di stato e quindi aggirano l'ostacolo fottendoci con i nostri soldi, tra l'altro.
L'unica soluzione è sbattere fuori dalla UE i paesi di Visegrad che fanno concorrenza sleale e in più non garantiscono neanche il minimo di diritti civili necessari per sedersi in UE.
Sì, ma un esempio pratico che ci riguarda te lo potrei fare con Embraco o industrie analoghe. Oltretutto con gli operai addestrati dai nostri ai quali poi hanno fottuto il lavoro.
Se vogliono rimanere un satellite tedesco lo facessero pure, ma senza gli euro nostri, forme di scambio commerciale agevolato si possono trovare, ma farsi imporre le scelte politiche da ungheresi, polacchi e slovacchi anche no.
https://www.ilcapoluogo.it/2021/01/2...ime-in-europa/
cmq ci sarebbe da capire come gli spagnoli son stati in grado di limitare la seconda ondata, anche se già ad agosto avevano dei dati preoccupanti
in che senso?
non mi sembra che i suoi istogrammi rileghino l'Italia agli ultimi posti, anziiiiiiiii sembra bello scritto come siamo i terzi peggiori (che poi magari è un antigovernativo, per quale motivo debba essere uno che distorce le cose, che poi non le distorce)
P.S: che ovviamente è scontato che sua maestà ha solo e sempre lui ragione
P.S2: uno prova a riportare dei dati per alcune valutazioni aggiuntive, ma c'è sempre il SUPERanalista del forum pronto a ........................
Perry Anderson è uno storico, sociologo, accademico e saggista britannico. Intellettuale afferente alla tradizione teorica del marxismo occidentale, si è specializzato nella storia culturale. Insegna storia e sociologia alla University of California [cit. wikipedia].
Sulla London Review of Books propone una distaccata e lucida analisi delle istituzioni europee sin dalle loro origini, molto distante dal dilagante e superficiale conformismo del politicamente corretto.
Lettura divisa in 3 parti.
In questa prima parte si prende in esame l'azione di uno degli organi più decisivi e meno trasparenti dell'Unione europea.
la Corte di Giustizia.
Verso una unione sempre più stretta? Prima parte - La Corte di Giustizia europea
di Perry Anderson, London Review of Books, gennaio 2021
L'Unione, come la conosciamo oggi, è una organizzazione complessa composta da cinque istituzioni principali: la Commissione europea, la Corte di giustizia europea, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo e la Banca centrale europea. Si può iniziare l’analisi prendendo in considerazione l’espressione che convenzionalmente definisce la storia del suo sviluppo, "integrazione europea". Questa espressione, come ha mostrato Patel, proviene dall’America ed è stata adottata per evitare un altro termine troppo caratterizzato dagli scopi tattici della politica degli anni '50. La parola che ha sostituito era "federazione", termine rifiutato dai governi e dai centri di interessi esistenti allora, anche se sostenuto con ardore da una piccola ma impegnata minoranza di attivisti. Per i governi e per i loro simpatizzanti accademici, "integrazione" era un termine più neutro per indicare il progresso verso un ideale, ...
Seconda parte
La Commissione
Verso una unione sempre più stretta? Seconda parte - La Commissione
di Perry Anderson, London Review of Books, gennaio 2021
La Commissione europea, la cui evoluzione è stata più tortuosa, è stata nei suoi primi anni il partner fondamentale della Corte. La sua storia può essere divisa approssimativamente in tre fasi, corrispondenti alle tre figure che terranno la sua presidenza per un intero decennio, ciascuna con due mandati: Walter Hallstein (1958-67), Jacques Delors (1985-95) e José Manuel Barroso (2004- 14). Hallstein, un avvocato e diplomatico tedesco - un democristiano noto soprattutto per la dottrina della Guerra Fredda a cui diede il suo nome, secondo la quale il riconoscimento della Germania occidentale da parte di qualsiasi stato era condizionata al rifiuto di riconoscere la Germania orientale ...
Terza parte
Parlamento europeo
... buona letturaVerso un'Unione sempre più stretta? Terza e ultima parte
di Perry Anderson, London Review of Books, gennaio 2021
E il Parlamento europeo? Composto ora da 705 deputati, ripartiti tra i 27 stati dell'Unione per ridurre un po' il peso dei paesi più grandi (Germania in particolare), e che fa la spola mensilmente tra Bruxelles e Strasburgo, con le sue aspirazioni a un futuro federalista per l'Europa è stato uno storico alleato della Commissione e della Corte. La Commissione avrebbe voluto diventare ciò che Hallstein si aspettava che fosse, l'esecutivo di governo dell'Europa, e l'Assemblea - è stata ufficialmente designata Parlamento solo negli anni '80 - ha cercato di diventare l’organo legislativo dell'Europa, verso cui questo esecutivo sarebbe stato responsabile: speranze che non si sono concretizzate.
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