Dossier tematico “ “ interessante “ “

Vettore2480

VETTORE
Premesso che in questi giorni ho già gli “ammennicoli” parecchio girati “di mio”, oggi mi arriva un msg da parte di un “conoscente”, che mi invita a riflettere, proponendomi una raccolta di 18 articoli tematici: :shock:

https://valori.it/dossier/febbraio2...U_6Qm1IRfFBG5Pp8XNXOTO6Vbj2NdunbbYPbnITb6qR0I

Mi piacerebbe potervi dire, per mia risposta, a cosa ho “invitato” questo caro conoscente, che aveva avuto questo gentilissimo pensiero nei mie confronti! :evil: Ma non posso poiché sarebbe vietato ai minori! :evil::evil::evil::evil::evil::evil::evil:
 
Questo è il nuovo mantra dell' ambientalismo militante, chiedere in continuo di non erogare più fondi pubblici per lo sci alpino che è ( secondo loro ) destinato ad avere vita breve, logicamente questi fondi andrebbero destinati a finanziare progetti sostenibili ( quali ? ) e rispettosi dell' ambiente.
Quali siano questi progetti non è dato saperlo, la creazione di cooperative sociali di ciaspolatori etici? gruppi di fondisti equi e solidali ? ..... è sempre la solita storia, tutti ti dicono che un mondo migliore è possibile ma nessuno sa dirti quale sia.
Spero che tu abbia insultato a sufficienza il tuo " conoscente "
 
Premesso che in questi giorni ho già gli “ammennicoli” parecchio girati “di mio”, oggi mi arriva un msg da parte di un “conoscente”, che mi invita a riflettere, proponendomi una raccolta di 18 articoli tematici: :shock:

https://valori.it/dossier/febbraio2...U_6Qm1IRfFBG5Pp8XNXOTO6Vbj2NdunbbYPbnITb6qR0I

Mi piacerebbe potervi dire, per mia risposta, a cosa ho “invitato” questo caro conoscente, che aveva avuto questo gentilissimo pensiero nei mie confronti! :evil: Ma non posso poiché sarebbe vietato ai minori! :evil::evil::evil::evil::evil::evil::evil:

Beh… per quest'inverno la sfanghiamo ancora, pare. Marzo pazzerello con l'ombrello dicono, ma non in quel sito.
 
Ragazzi voi siete sulle Alpi e siete più schermati da sta rottura de cogl...i del “Modello di sviluppo superato... bla... bla.. bla”. Noi non ne possiamo più di questa menata, veramente farebbero armare di bazooka anche un santo.
Noi appenninici abbiamo veramente le gonadi gonfie di questi gufi menagrami, gente che scrive trattati infarciti di boiate, riempendosi la bocca delle solite tre parole vuote:
1 -Modello di sviluppo
2- Sostenibile
3 - Responsabile
Ripetendo a ruota ste tre cxzzate si ergono a sedicenti dotti economisti accademici, che al confronto Keynes impallidisce, senza portare un numero, senza fornire un dato, non proponendo ALCUN “modello” alternativo, ma smenando sempre e solo a ruota libera la medesima cazzata: che lo sci alpino verrà sostituito da “turismo lento”, che sarebbe, in pratica, la marcia dei pellegrini!
Mi fanno uscire dai gangheri, mi fanno saltare le coronarie
Solo per il fatto di riempirsi la bocca con “sostenibile e responsabile”, di fronte alla pubblica opinione avranno sempre e comunque ragione loro, anche se affermano che due pellegrini scalzi che camminano col saio da Solda allo Stelvio, certamente porteranno benessere e ricchezza ad intere regioni, rispettando le tradizioni locali e seguendo il ritmo della natura, cosa che lo sci alpino, predatore, non potrà mai e poi mai fare, poiché non farà altro che arricchire pochi ed inaridire l’indotto, con contestuale devastazione ambientale.
Allora io gli risponderei con una super*****la prematurata equa, solidale, responsabile, e sostenibile...così alla gara di chi spara più boiate vinco sicuramente io!

...scusate!
 

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Ragazzi voi siete sulle Alpi e siete più schermati da sta rottura de cogl...i del “Modello di sviluppo superato... bla... bla.. bla”. Noi non ne possiamo più di questa menata, veramente farebbero armare di bazooka anche un santo.
Noi appenninici abbiamo veramente le gonadi gonfie di questi gufi menagrami, gente che scrive trattati infarciti di boiate, riempendosi la bocca delle solite tre parole vuote:
1 -Modello di sviluppo
2- Sostenibile
3 - Responsabile
Ripetendo a ruota ste tre cxzzate si ergono a sedicenti dotti economisti accademici, che al confronto Keynes impallidisce, senza portare un numero, senza fornire un dato, non proponendo ALCUN “modello” alternativo, ma smenando sempre e solo a ruota libera la medesima cazzata: che lo sci alpino verrà sostituito da “turismo lento”, che sarebbe, in pratica, la marcia dei pellegrini!
Mi fanno uscire dai gangheri, mi fanno saltare le coronarie
Solo per il fatto di riempirsi la bocca con “sostenibile e responsabile”, di fronte alla pubblica opinione avranno sempre e comunque ragione loro, anche se affermano che due pellegrini scalzi che camminano col saio da Solda allo Stelvio, certamente porteranno benessere e ricchezza ad intere regioni, rispettando le tradizioni locali e seguendo il ritmo della natura, cosa che lo sci alpino, predatore, non potrà mai e poi mai fare, poiché non farà altro che arricchire pochi ed inaridire l’indotto, con contestuale devastazione ambientale.
Allora io gli risponderei con una super*****la prematurata equa, solidale, responsabile, e sostenibile...così alla gara di chi spara più boiate vinco sicuramente io!

...scusate!

Simpatizzo.

Parte del problema IMHO è che quei soloni probabilmente si ritagliano un bel vivere pontificando dagli scranni che noi paghiamo, soprattutto al Nord ma non solo ovviamente... Aggiungerei poi che spesso in Italia si privilegia il parlare a spese del fare, e di nuovo questo (no offesa) tiene più in zona appenninica che alpina (Sued Tirol docet).

Non credo vi sia via di uscita facile o indolore, purtroppo. A meno che le popolazioni stesse si muovano e "tirino fuori i forconi", per così dire - come ad esempio stanno facendo a Padola nel Comelico vis a vis il redditizio collegamento (?) prospettico ma incerto con la 3 Cime.
 
Il troppo stroppia in tutti i campi, in questo caso anche nelle idee ma anche, purtroppo, in quello fatto in ambito turistico montano in Italia. Un economia montana basata esclusivamente su un settore turistico come lo sci ( da discesa) è deleteria, una comunità intelligente e/o una politica intelligente diversifica i campi di intervento economico. Lo stesso ricco Veneto ora non può più supportare e sopportare le aree montane della regione per scelte sbagliate : intere zone dedite ad una sola attività economica che adesso risentono di una crisi che perdura da troppi anni e che ha portato a perdere quasi la ricchezza accumulata. In montagna bisogna ragionare ad ampio spettro e aumentare impianti, cannoni non è l’unica soluzione e forse neanche la Soluzione.Bisogna trovare, ragionando a medio-lungo-lunghissimo periodo un mix di attività che qualora una venga a diminuire / mancare non infici e non aggravi più di tanto l’economia della zona. Che si voglia o no il mordi e fuggi giornaliero, le attività ludico motorio in ambiente montano ( ciaspole, fondo, camminate, fat bike, scialpinismo, trekking invernali/ estivi , parchi avventura, ecc.ecc.) ed anche culturale/ eno-gastronomico saranno il leit motive del futuro e contrastarlo o denigrarlo non porta a nulla se non ad impoverire sempre più determinante zone.
 
Che si voglia o no il mordi e fuggi giornaliero, le attività ludico motorio in ambiente montano ( ciaspole, fondo, camminate, fat bike, scialpinismo, trekking invernali/ estivi , parchi avventura, ecc.ecc.) ed anche culturale/ eno-gastronomico saranno il leit motive del futuro e contrastarlo o denigrarlo non porta a nulla se non ad impoverire sempre più determinante zone.

Mi spieghi quanta gente, plausibilmente, credi davvero che lascerà le proprie "comode" abitudini cittadine per salire in zone montane, d'inverno, a farsi una settimana bianca di camminate/ciaspolate/scialpinismo/fat bike??

E mi spieghi... se poi davvero non nevicasse più.... come lo produciamo quel contorno bianco che serve ??

La mia opinione? Questo è turismo da zero virgola. Con il qualche chiudono gli alberghi e le attività ricettive e resta solo un turimo mordi e fuggi che lascia zero sul territorio (se non un costante smog da traffico veicolare di gente che pratica l'andirivieni).

Tolti gli impianti, per la stragrande maggioranza delle località, finisce il turismo di massa. E non sarà qualche ciaspolatore o qualche radical chic a sostenere l'economia montana, quindi il 90% delle zone sarebbero condannate a povertà e spopolamento.

Detto questo: c'è l'altro lato della medaglia. Forse, in alcune zone, si sta davvero esagerando e ci si potrebbe anche fermare a ragionare un pochino di più. Quando vedo foreste di impianti che si incrociano su un unica pista e/o versante mi domando sempre se non era possibile razionalizzare facendo due impianti invece che cinque. A prescindere dai micro interessi per i quali accade che, per far passare una data linea, ognuno vuole anche il suo impiantino in cambio.
 
L'Appennino per estensione é molto piú vasto delle Alpi. I territori non antropizzati (abbandonati é meglio) son talmente tanti che vien da chiedersi perché gli ambientalisti si incaponiscano sull'1% coperrto dai comprensori sciistici.

Ma fosse solo quello...
Provate a parlare con chi pratica enduro. Sia in moto che, ahimé, in bici. Intere vallate che non vedon mai un escursionista, senza tipicità ambientale alcuna, boschi uguali ai km e km di boschi della vallata prima e di quella successiva, abbandonati ai cinghiali e ai bracconieri...
...eppure se organizzi una motocavalcata per le mulattiere levate di scudi da parte di Verdi, TAM, CAIani, ...
 
Il troppo stroppia in tutti i campi, in questo caso anche nelle idee ma anche, purtroppo, in quello fatto in ambito turistico montano in Italia. Un economia montana basata esclusivamente su un settore turistico come lo sci ( da discesa) è deleteria, una comunità intelligente e/o una politica intelligente diversifica i campi di intervento economico. Lo stesso ricco Veneto ora non può più supportare e sopportare le aree montane della regione per scelte sbagliate : intere zone dedite ad una sola attività economica che adesso risentono di una crisi che perdura da troppi anni e che ha portato a perdere quasi la ricchezza accumulata. In montagna bisogna ragionare ad ampio spettro e aumentare impianti, cannoni non è l’unica soluzione e forse neanche la Soluzione.Bisogna trovare, ragionando a medio-lungo-lunghissimo periodo un mix di attività che qualora una venga a diminuire / mancare non infici e non aggravi più di tanto l’economia della zona. Che si voglia o no il mordi e fuggi giornaliero, le attività ludico motorio in ambiente montano ( ciaspole, fondo, camminate, fat bike, scialpinismo, trekking invernali/ estivi , parchi avventura, ecc.ecc.) ed anche culturale/ eno-gastronomico saranno il leit motive del futuro e contrastarlo o denigrarlo non porta a nulla se non ad impoverire sempre più determinante zone.

Mi pare chiaro che il turismo montano si stia evolvendo, ma...
Una raccolta del genere, come quella segnalata sopra, non è un punto di vista moderato ragionevole ed aperto, che mette a confronto opinioni ed accetta compromessi. Questa è talebaneria pura, non certo un approccio scientifico, altro che caiani. Qui siamo a livelli veramente ...da centro sociale occupato, da woodstock...
 
Mi spieghi quanta gente, plausibilmente, credi davvero che lascerà le proprie "comode" abitudini cittadine per salire in zone montane, d'inverno, a farsi una settimana bianca di camminate/ciaspolate/scialpinismo/fat bike??

E mi spieghi... se poi davvero non nevicasse più.... come lo produciamo quel contorno bianco che serve ??

La mia opinione? Questo è turismo da zero virgola. Con il qualche chiudono gli alberghi e le attività ricettive e resta solo un turimo mordi e fuggi che lascia zero sul territorio (se non un costante smog da traffico veicolare di gente che pratica l'andirivieni).

Tolti gli impianti, per la stragrande maggioranza delle località, finisce il turismo di massa. E non sarà qualche ciaspolatore o qualche radical chic a sostenere l'economia montana, quindi il 90% delle zone sarebbero condannate a povertà e spopolamento.

Detto questo: c'è l'altro lato della medaglia. Forse, in alcune zone, si sta davvero esagerando e ci si potrebbe anche fermare a ragionare un pochino di più. Quando vedo foreste di impianti che si incrociano su un unica pista e/o versante mi domando sempre se non era possibile razionalizzare facendo due impianti invece che cinque. A prescindere dai micro interessi per i quali accade che, per far passare una data linea, ognuno vuole anche il suo impiantino in cambio.

Hai sottolineato tu il vero problema : la settimana bianca non esiste più, esiste solo se si guarda ad un turismo estero che per il momento regge ancora ma l’italiano medio la settimana bianca non la fa per mille motivi. Io non sto dicendo che bisogna vivere di altro ma vivere anche di altro. Questa settimana ho parlato spesso con ragazzi dello Slovacchia, della Polonia, dell’Ungheria che erano in vacanza in Val Zoldana ebbene per quasi tutti lo sci non è ragion di vita e non è ragione della vacanza tant’è che sono stati a Tarvisio, Piancavallo, Sappada, Padola, Auronzo negli scorsi anni e 25 pullman di persone che arrivano in una valle si sentono sull’economia. Tutti ma proprio tutti non sapevano che fare oltre sciare...Stiamo ragionando da maniaci infoiati di sci, da gente che non vede l’ora che scenda la temperatura perché così si può sparare....Mia figlia è in una classe al liceo da 24 alunni: 1 scia costantemente ( lei HIHIHI ) 2 sciano circa 10 giorni l’anno gli altri 21 non fanno nulla e stiamo parlando di una zona che ha le Dolomiti a poco più di un’ora. Dobbiamo riconoscerlo siamo ormai una minoranza ed il nostro turismo invernale va avanti grazie agli altri che non hanno montagne ma sino a quando? Ecco perché penso che bisogna sviluppare anche altri comparti turistici complementari.


Mi pare chiaro che il turismo montano si stia evolvendo, ma...
Una raccolta del genere, come quella segnalata sopra, non è un punto di vista moderato ragionevole ed aperto, che mette a confronto opinioni ed accetta compromessi. Questa è talebaneria pura, non certo un approccio scientifico, altro che caiani. Qui siamo a livelli veramente ...da centro sociale occupato, da woodstock...

Come già scritto, capisco in parte il loro punto di vista ma non capisco il loro modo di porsi: il troppo stroppia.
 
In AA si integra lo sci con una miriade di attivitá collaterali. La slittata in baita con salita con le ciaspole, il wellness, qualche museo stile "Messner", tanta enogastronomia. Ma ció che sfugge a quei soloni della "finanza etica" (che suona come "porno casto") é che:
1) sono attivitá altrettanto invasive, basti pensare a strutture come le terme di Merano;
2) senza il polo di attrazione degli impianti non decollano;
3) certamente non sono "slow" e non vi si dedicano alpinisti, escursionisti e caiani ma danarosi desiderosi di esser coccolati e vezzeggiati.

Sabato scorso, Val di Fleres. Hanno contato una 80ina di auto per un 200 skialper. Considerando che ho visto molti banchettamenti con panino da casa e che il 90% era salito in giornata, realisticamente il loro ritorno economico medio era poco superiore alla classica birra.
Facciamo 200*5 = 1000 euro ?

200 persone che sciano nella vicina Racines portano:
200 * 43 (skipass)
200 * 15 (pranzo)
200 * 8 (aperitivo e passeggiata in centro)
200 * 55 (albergo *** in mp)
...

Fatto il calcolo?


Di cosa stiamo parlando?
 
Basta che ci sia una sciroccata, oppure una stagione con poca neve... ed eccoli qua, come rapaci a rilanciare il mantra dell'alternativa allo sci,
della insostenibilità del modello e tante varie amenità.
Ché poi ricordo come se fosse adesso, nonostante fossi giovincello, un 1 Gennaio 1986 o 87 non ricordo, in cui si passeggiava sui prati. All'epoca l'innevamento artificiale era poco diffuso e non efficiente.
Un paio di osservazioni a margine:
perché non fanno loro proposte di investimento per i comprensori che ormai sono già dismessi... pare che quelli non interessino a nessuno. Quando potrebbero
essere un ottimo esperimento per verificare la profittabilità (in senso lato) delle loro idee.
Seconda cosa, nella valle che frequento più spesso, ci sono accaniti ambientalisti (beh parliamone... diciamo contrari allo sci alpino, perché per il resto potremmo parlarne) che però vivono di commercio e turismo... non certo di quello sostenibile.
 
Attenzione però a non diventare "noi" i talebani...

Adoro sciare, lo faccio da 40 anni e spero di farlo fino a quando non ci lascerò le penne, spero di infarto dietro a un bel culo di donna in coda in seggiovia...
Detto questo, che continuare a sperperare soldi per cercare di tenere in vita stazioni medio piccole sotto i 1600-1800 m a forza di soldi pubblici, è una cosa senza senso.

La neve artificiale va bene, ma deve fare freddo e deve esserci acqua, perchè se spendo un milione di euro tra bacino e impianto e lo uso 1 anno si e tre no, allora sto buttando soldi.
Lo vedo da me, Artesina e Prato Nevoso che stanno tra i 1500 e i 2000 riescono ad avere neve tutto l'anno anche in anni difficili come questo, contando sull'artificiale, Frabosa che parte da 1200 quest'anno a 1 pista aperta, e han fatto girare i cannoni ogni gg di freddo senza riuscire ad aprire in basso. Stazioni come Caldirola, in un'anno così possono avere anche l'azoto liquido, ma non riuscirebbero ad aprire una sola pista da sci... sono però aperti da tutto l'inverno, e fan girare le bici, non fa i passaggi dello sci, ma i loro 200 giornalieri al gg nei weekend li fanno e gli permette di tenere viva la seggiovia monoposto e il baretto, dando lavoro a 5-6 persone.

Quindi a mi avviso bisognerà sempre più scindere le due cose, comprensori ad altezze compatibili con il cambiamento climatico potranno e dovranno investire sullo sviluppo sciistico, mentre le stazioni più sfortunate climaticamente, se sapranno reinventarsi con il tursimo estivo sopravviveranno, altrimenti diventeranno pozzi mangiasoldi.

Molte stazioni francesi di bassa quota già l'han capito e sono avanti a noi di almeno 10 anni quanto a turismo estivo.
Solo così si potrà tirare avanti e mantenere gli impianti, così da aprire quando l'inverno lo consente, o essere pronti con attività alternative, sia d'inverno che d'estate.
 
Io credo che nessuno di noi sia contrario allo sviluppo di attività alternative allo sci ma mi sembra assurdo pensare che queste attività possano " sostituire " lo sci, il ritorno economico di uno sciatore non potrà mai essere eguagliato da un ciaspolatore, uno skialper od un ciclista, i conti fatti da Matteo mi sembrano più che eloquenti.
Dobbiamo sempre tenere presente che in alcuni ambienti sociali e politici lo sci è sempre stato considerato come un utilizzo speculativo e capitalistico del territorio, se fate una piccola ricerca in rete sul direttore di quella rivista vedrete che è una persona molto vicina agli ambienti di Rifondazione Comunista, partito da sempre sensibile ai temi ambientali sia per un discorso di salvaguardia del pianeta sia ( o meglio sopratutto ) per un discorso di contestazione di un modello economico di sviluppo che loro non condividono, tali personaggi continuano oggi la loro battaglia cavalcando l'onda ambientalista ripetendo sempre che esistono modelli di sviluppo migliori e facendo finta di non vedere che dove questi modelli di sviluppo " alternativi " sono stati applicati non hanno funzionato un granchè, ci sono diverse località alpine che hanno puntato più sullo sci da fondo che su quello alpino ( per tanti motivi ) e non mi sembra che abbiano avuto un grande successo.
Il continuo ripetere che è inutile destinare fondi pubblici allo sviluppo degli impianti sciistici in questo periodo ha in realtà una motivazione ben precisa, in molte regioni nel 2020 scade il quinquennio di utilizzo dei fondi PAR FASC e si dovranno quindi riassegnare le somme non spese, si tratta di molti milioni di € e, logicamente, è iniziato l' assalto alla diligenza da parte di amministratori locali, aziende, associazioni, che sperano di vedersi finanziati i loro progetti.
Purtroppo il non inverno appenninico viene ampiamente strumentalizzato dalle varie associazioni ambientaliste che gongolano nel dire che è oramai evidente che non nevica più e che lo sci è morto continuando così ad opporsi ad ogni progetto di sviluppo, basta vedere cosa sta succedendo ad Ovindoli o al Gran Sasso, il problema è che, proponendosi come i salvatori dell' ambiente, come i cavalieri del bene che lottano contro l' impero del male e della speculazione, riescono ad avere appeal sull' opinione pubblica e grande risonanza mediatica, anche se dicono delle sonore idiozie.
 
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