pierl
white week
Premetto che non intervengo quasi mai in questa stanza perché non ne sono all'altezza.
Ho visto con molto interesse il video di Ski Bum* dedicato alla "Gamba Stinca".
Mi sembrava però dedicato a sciatori della domenica (molti amici con cui scio tengono l'esterna impalata come tecnica di base...).
Invece in questi due giorni, guardando le gare femminili di CdM, ho visto chiaramente che il 90% degli errori delle ragazze sono dovuti a momenti di "gamba stinca", cioè a quell'attimo di insicurezza o di ritardo in curva, in cui la sciatrice istintivamente allunga e irrigidisce la gamba esterna per avere più presa e invece finisce per perderla, poiché la gamba arretra.
I momenti di "gamba stinca" che sono riuscito a cogliere si sono conclusi con una rotazione di spalle, uno scivolamento a valle o una caduta.
Pochi momenti in verità, frazioni di secondo, ma sempre seguiti da un attimo di crisi con perdita di decimi.
Con la mia infinita pochezza sciistica, ne ho dedotto che non è un limite dello sciatore turistico mediocre come me, ma un errore fondamentale di cui possono essere vittime anche atleti di livello mondiale, se messi in condizione di difficoltà.
Quindi, da oggi in poi, vi farò molta più attenzione.
Thanks a lot, SkiBum.
*di cui apprezzo anche il soprannome che ricorda il bel romanzo di Romain Gary
Ho visto con molto interesse il video di Ski Bum* dedicato alla "Gamba Stinca".
Mi sembrava però dedicato a sciatori della domenica (molti amici con cui scio tengono l'esterna impalata come tecnica di base...).
Invece in questi due giorni, guardando le gare femminili di CdM, ho visto chiaramente che il 90% degli errori delle ragazze sono dovuti a momenti di "gamba stinca", cioè a quell'attimo di insicurezza o di ritardo in curva, in cui la sciatrice istintivamente allunga e irrigidisce la gamba esterna per avere più presa e invece finisce per perderla, poiché la gamba arretra.
I momenti di "gamba stinca" che sono riuscito a cogliere si sono conclusi con una rotazione di spalle, uno scivolamento a valle o una caduta.
Pochi momenti in verità, frazioni di secondo, ma sempre seguiti da un attimo di crisi con perdita di decimi.
Con la mia infinita pochezza sciistica, ne ho dedotto che non è un limite dello sciatore turistico mediocre come me, ma un errore fondamentale di cui possono essere vittime anche atleti di livello mondiale, se messi in condizione di difficoltà.
Quindi, da oggi in poi, vi farò molta più attenzione.
Thanks a lot, SkiBum.
*di cui apprezzo anche il soprannome che ricorda il bel romanzo di Romain Gary