subsahara
Coldest Ice
La sera del lunedì mi ritrovo a bighellonare per le strade di Fiera di Primiero. Fa freddo, il termometro segna quattro gradi sottozero, ma la passeggiata mi permette di scoprire un paese molto bello, che avevo lambito altre volte senza però mai fermarmi.
Un recente monumento risalente all’anno passato celebra un importante figlio di queste terre, l’ingegner Luigi Negrelli progettista del canale di Suez. La scalinata delimitata da ringhiere in acciaio corten avrebbe proprio il compito di rappresentare il taglio dell’istmo operato dal canale, secondo quanto spiegato in un pannello esplicativo.
———————
Il mattino dopo mi sveglio di buon’ora, impaziente di solcare le nevi di un comprensorio a me sconosciuto. Discendo la valle del Cismon per pochi km e poi giro a destra imboccando la lunga galleria sotto il monte Totoga che mi porta nella valle del Vanoi.
Appena uscito, un pannello a messaggi variabili mi avverte che la SP79 per Castello Tesino è interrotta al km 17 per una frana, prima quindi di Passo Brocon.
Porca miseria, mi tocca salire dall’altra parte!
Ripercorro nel senso opposto la galleria, poi scendo, salgo a Lamon, prendo la strada della Roa, mi ricollego sopra Castello Tesino alla SP79 e infine giungo a destinazione.
La lunga deviazione mi farà cominciare a sciare alle 9:40 invece che alle 9:00… pazienza.
Mi aspettavo un comprensorio un po’ scalcagnato, magari con un ufficio skipass costituito da un semplice gabbiotto a fianco della seggiovia di accesso.
E invece no: lo skipass si fa in un'ampia, moderna e pulitissima sala coperta che ospita anche noleggio attrezzature, bagni, spogliatoi e armadietti, collegata per mezzo di scale mobili al bar-ristoro sovrastante a bordo pista.
L’accesso ai campi da sci ricorda un po’, in piccolo, gli accessi al Plan da Riscone o da Valdaora: ammazza! E chi se lo aspettava?
Il comprensorio, come si evince dalla cartina, è servito da tre soli impianti:
Dunque, alle 9:40 salgo sulla Marande
Sotto, sentiero dedicato per pellatori
Arrivo a 1900 m. Parzialmente inquadrato lo chalet Paradiso. Bel colpo d’occhio su Pale e gruppo piz Sagron - Sass de Mura.
Dalla stessa posizione, ruotando verso destra, ora sono inquadrati Piz Sagron e Sass de Mura, il gruppo del Pavione (vette Feltrine), il monte Coppolo. Si vede anche l’arrivo della seggiovia Valfontane e due tratti di pista paralleli (Variante Paradiso e parte della Paradiso) che scendono verso la conca sottostante il monte Àgaro.
Arrivo seggiovia Marande; dietro il Lagorai.
Bene, facciamo la prima pista di giornata, la rossa Piloni.
Ora è la volta della rossa Del Bosco.
Prendo una terza volta la seggiovia Marande, e questa volta torno al via grazie alla concatenazione di nera Strafaiole + blu Matusa
Strafaiole
Sguardo all’indietro su incrocio tra Strafaiole e Matusa
Blu Matusa
Sono di nuovo allo chalet Paradiso dopo la quarta risalita consecutiva con la seggiovia Marande. Ora punto verso l’arrivo della seggiovia Valfontane. Sullo sfondo il monte Coppolo a destra, e più lontane al centro le Vette Feltrine culminanti nel monte Pavione. All'estrema sinistra Sass de Mura e Piz Sagron
La breve ma divertente rossa Valfontane
Seggiovia Valfontane
Parte terminale della breve pista Malga, in arrivo anch’essa ai piedi della seggiovia Valfontane
Dopo aver preso la seggiovia Valfontane, giro a destra seguendo parte della pista Paradiso
Nella “conca”. Inquadrata la rossa Prisco.
Tratto di Paradiso quasi pianeggiante. Sempre Coppolo e Pavione sullo sfondo
Ancora pista Paradiso. Ancora monte Coppolo sullo sfondo
Siamo quasi giunti al bivio tra pista Malga e Pista Paradiso
Bivio
Pista Paradiso a destra
Pista Malga (con le Pale sullo sfondo) a sinistra
Ancora pista Malga, con a vista la partenza della seggiovia Valfontane e il bacino per innevamento. Aguzzando un po’ la vista, si può notare come dietro il fianco del Cimon della Pala faccia capolino anche Cima Vezzana.
Invece non sono riuscito a riconoscere il Sass Maor, la più bella (a mio gusto) cima delle Pale, probabilmente perché il suo profilo caratteristico da questa posizione è “annegato” nello sfondo.
Dopo aver preso una seconda volta la seggiovia Valfontane, arrivo finalmente ai piedi della seggiovia Laresè. Inquadrato l’ultimo tratto della pista Paradiso
Seggiovia Laresè
Si arriva al punto più alto del comprensorio, a quota 2050 m
Cima d’Asta, massima elevazione della catena Lagorai-Cima d'Asta
Là dietro, a una ventina di km in linea d’aria, c’è il Cermis
La croce di vetta del monte Àgaro, a 2072 m slm.
Ma ora è tempo di scendere per la rossa Laresè. A sinistra delle Pale compare la parete sud della Marmolada.
All’inizio la pista Laresè è un placido stradello.
Lontano in centro, sullo sfondo, si nota la piccola piramide del monte Peurna con ai lati due montagne che paiono “piatte”: il Tomatico a sinistra e il Grappa a destra.
Tomatico, Peurna, Grappa: ovvero il massiccio del Grappa che curiosamente, dalla pianura veneta, ha praticamente la stessa forma con il piccolo Peurna che fa da “perno” al centro e Tomatico e Grappa ovviamente invertiti rispettivamente a destra e sinistra.
Tra il Tomatico e il monte Coppolo in primo piano, compare in bella mostra il monte Avena, un placido panettone di poco più di 1400 m che ospita un paio di ski-lift con relative piste
Più avanti la rossa Laresè si “movimenta”
Decido di ripetere una seconda volta la bella Laresè, poi torno nuovamente in cima e mi apparecchio a scendere per la blu Paradiso. Sullo sfondo la Valsugana verso Trento
Parte alta pista Paradiso, al sole, dominata da cima d’Asta
Scendo verso la “conca” con la variante Paradiso. Davanti a me la bella pista rossa Prisco…
… che decido subito di fare
Rimane da scendere solo la breve “Monte Rosso”, pista lasciata volutamente non battuta. Me la sarei anche potuta risparmiare: la neve è dura come il marmo e ho paura che mi si sganci da un momento all’altro uno sci, quindi a metà pendio taglio in diagonale e raggiungo la Prisco
Ripeto diverse piste di qua e di là; poi alle ore dodici, cinquantanove minuti e cinquantanove secondi, un secondo prima della scadenza del mio mattiniero, prendo per l’ottava e ultima volta la seggiovia Laresè che mi riporta in quota.
Mi tolgo gli sci e salgo velocemente a “conquistare” la vetta del monte Àgaro che, cento anni fa, era presidiata dalle truppe austro-ungariche. Via via più lontani si vedono il monte Coppolo, il monte Avena e il terzetto Tomatico-Peurna-Grappa.
Marmolada, Pale, Piz Sagron e Sass de Mura
Stazione di monte seggiovia Laresè. All’estrema sinistra cima d’Asta
Croce
In basso si vede Castello Tesino. Sullo sfondo l’altopiano di Asiago scintillante di neve che gradualmente si innalza a destra verso Ortigara, cima XII e altre vette ben note teatro di tanti accadimenti bellici
Ultima foto doverosa alla catena del Lagorai
——————-
Scendo fino alla Chalet Paradiso per un panino, una birra e un po’ di sole, poi faccio l’ultima pista e sono a base impianti alle due e mezza.
Mi riprendo la cauzione inserendo lo skipass nella macchinetta automatica, e mi accomiato contento dal piccolo e accogliente comprensorio di Passo Brocon.
Mi metto in macchina e plano distrattamente verso Castel Tesino, supero il paese e quindi imbocco la SP75 “del Murello” che scende verso Grigno. Sto guidando rilassato e soddisfatto senza pensare a niente, ma piano piano mi scuoto dal torpore… non ce ne sono mica tante di strade così! La strada corre sul fianco sinistro della stretta (e direi a tratti impressionante) valle del torrente Grigno, affluente di sinistra del Brenta.
Il percorso si sviluppa a mezza costa, anzi: a mezzaparete
Sopra e sotto la carreggiata incombono alte pareti verticali. E poi, curve cieche, tornanti in galleria… c’è di tutto.
Quando finalmente giungo sul fondovalle mi trovo ad attraversare un tratto di Valsugana, diciamo a cavallo di Primolano, che in inverno riceve ben poca luce e che mi offre uno spettacolo quasi “subartico”: prati, alberi… è tutto bianco di brina, di ghiaccio, di (poca) neve vecchia.
Sono circa le tre del pomeriggio e ci sono due gradi sottozero.
Una mezz’oretta dopo, a Bassano, il termometro della macchina segnerà +7°C.
Un recente monumento risalente all’anno passato celebra un importante figlio di queste terre, l’ingegner Luigi Negrelli progettista del canale di Suez. La scalinata delimitata da ringhiere in acciaio corten avrebbe proprio il compito di rappresentare il taglio dell’istmo operato dal canale, secondo quanto spiegato in un pannello esplicativo.
———————
Il mattino dopo mi sveglio di buon’ora, impaziente di solcare le nevi di un comprensorio a me sconosciuto. Discendo la valle del Cismon per pochi km e poi giro a destra imboccando la lunga galleria sotto il monte Totoga che mi porta nella valle del Vanoi.
Appena uscito, un pannello a messaggi variabili mi avverte che la SP79 per Castello Tesino è interrotta al km 17 per una frana, prima quindi di Passo Brocon.
Porca miseria, mi tocca salire dall’altra parte!
Ripercorro nel senso opposto la galleria, poi scendo, salgo a Lamon, prendo la strada della Roa, mi ricollego sopra Castello Tesino alla SP79 e infine giungo a destinazione.
La lunga deviazione mi farà cominciare a sciare alle 9:40 invece che alle 9:00… pazienza.
Mi aspettavo un comprensorio un po’ scalcagnato, magari con un ufficio skipass costituito da un semplice gabbiotto a fianco della seggiovia di accesso.
E invece no: lo skipass si fa in un'ampia, moderna e pulitissima sala coperta che ospita anche noleggio attrezzature, bagni, spogliatoi e armadietti, collegata per mezzo di scale mobili al bar-ristoro sovrastante a bordo pista.
L’accesso ai campi da sci ricorda un po’, in piccolo, gli accessi al Plan da Riscone o da Valdaora: ammazza! E chi se lo aspettava?
Il comprensorio, come si evince dalla cartina, è servito da tre soli impianti:
- la seggiovia di accesso Marande, da 1618 m a 1900 m, che porta allo chalet Paradiso (unico ristoro in quota)
- la breve seggiovia Valfontane, da 1710 m a 1857 m
- la seggiovia Laresè, da 1708 m a 2050 m,
Dunque, alle 9:40 salgo sulla Marande
Sotto, sentiero dedicato per pellatori
Arrivo a 1900 m. Parzialmente inquadrato lo chalet Paradiso. Bel colpo d’occhio su Pale e gruppo piz Sagron - Sass de Mura.
Dalla stessa posizione, ruotando verso destra, ora sono inquadrati Piz Sagron e Sass de Mura, il gruppo del Pavione (vette Feltrine), il monte Coppolo. Si vede anche l’arrivo della seggiovia Valfontane e due tratti di pista paralleli (Variante Paradiso e parte della Paradiso) che scendono verso la conca sottostante il monte Àgaro.
Arrivo seggiovia Marande; dietro il Lagorai.
Bene, facciamo la prima pista di giornata, la rossa Piloni.
Ora è la volta della rossa Del Bosco.
Prendo una terza volta la seggiovia Marande, e questa volta torno al via grazie alla concatenazione di nera Strafaiole + blu Matusa
Strafaiole
Sguardo all’indietro su incrocio tra Strafaiole e Matusa
Blu Matusa
Sono di nuovo allo chalet Paradiso dopo la quarta risalita consecutiva con la seggiovia Marande. Ora punto verso l’arrivo della seggiovia Valfontane. Sullo sfondo il monte Coppolo a destra, e più lontane al centro le Vette Feltrine culminanti nel monte Pavione. All'estrema sinistra Sass de Mura e Piz Sagron
La breve ma divertente rossa Valfontane
Seggiovia Valfontane
Parte terminale della breve pista Malga, in arrivo anch’essa ai piedi della seggiovia Valfontane
Dopo aver preso la seggiovia Valfontane, giro a destra seguendo parte della pista Paradiso
Nella “conca”. Inquadrata la rossa Prisco.
Tratto di Paradiso quasi pianeggiante. Sempre Coppolo e Pavione sullo sfondo
Ancora pista Paradiso. Ancora monte Coppolo sullo sfondo
Siamo quasi giunti al bivio tra pista Malga e Pista Paradiso
Bivio
Pista Paradiso a destra
Pista Malga (con le Pale sullo sfondo) a sinistra
Ancora pista Malga, con a vista la partenza della seggiovia Valfontane e il bacino per innevamento. Aguzzando un po’ la vista, si può notare come dietro il fianco del Cimon della Pala faccia capolino anche Cima Vezzana.
Invece non sono riuscito a riconoscere il Sass Maor, la più bella (a mio gusto) cima delle Pale, probabilmente perché il suo profilo caratteristico da questa posizione è “annegato” nello sfondo.
Dopo aver preso una seconda volta la seggiovia Valfontane, arrivo finalmente ai piedi della seggiovia Laresè. Inquadrato l’ultimo tratto della pista Paradiso
Seggiovia Laresè
Si arriva al punto più alto del comprensorio, a quota 2050 m
Cima d’Asta, massima elevazione della catena Lagorai-Cima d'Asta
Là dietro, a una ventina di km in linea d’aria, c’è il Cermis
La croce di vetta del monte Àgaro, a 2072 m slm.
Ma ora è tempo di scendere per la rossa Laresè. A sinistra delle Pale compare la parete sud della Marmolada.
All’inizio la pista Laresè è un placido stradello.
Lontano in centro, sullo sfondo, si nota la piccola piramide del monte Peurna con ai lati due montagne che paiono “piatte”: il Tomatico a sinistra e il Grappa a destra.
Tomatico, Peurna, Grappa: ovvero il massiccio del Grappa che curiosamente, dalla pianura veneta, ha praticamente la stessa forma con il piccolo Peurna che fa da “perno” al centro e Tomatico e Grappa ovviamente invertiti rispettivamente a destra e sinistra.
Tra il Tomatico e il monte Coppolo in primo piano, compare in bella mostra il monte Avena, un placido panettone di poco più di 1400 m che ospita un paio di ski-lift con relative piste
Più avanti la rossa Laresè si “movimenta”
Decido di ripetere una seconda volta la bella Laresè, poi torno nuovamente in cima e mi apparecchio a scendere per la blu Paradiso. Sullo sfondo la Valsugana verso Trento
Parte alta pista Paradiso, al sole, dominata da cima d’Asta
Scendo verso la “conca” con la variante Paradiso. Davanti a me la bella pista rossa Prisco…
… che decido subito di fare
Rimane da scendere solo la breve “Monte Rosso”, pista lasciata volutamente non battuta. Me la sarei anche potuta risparmiare: la neve è dura come il marmo e ho paura che mi si sganci da un momento all’altro uno sci, quindi a metà pendio taglio in diagonale e raggiungo la Prisco
Ripeto diverse piste di qua e di là; poi alle ore dodici, cinquantanove minuti e cinquantanove secondi, un secondo prima della scadenza del mio mattiniero, prendo per l’ottava e ultima volta la seggiovia Laresè che mi riporta in quota.
Mi tolgo gli sci e salgo velocemente a “conquistare” la vetta del monte Àgaro che, cento anni fa, era presidiata dalle truppe austro-ungariche. Via via più lontani si vedono il monte Coppolo, il monte Avena e il terzetto Tomatico-Peurna-Grappa.
Marmolada, Pale, Piz Sagron e Sass de Mura
Stazione di monte seggiovia Laresè. All’estrema sinistra cima d’Asta
Croce
In basso si vede Castello Tesino. Sullo sfondo l’altopiano di Asiago scintillante di neve che gradualmente si innalza a destra verso Ortigara, cima XII e altre vette ben note teatro di tanti accadimenti bellici
Ultima foto doverosa alla catena del Lagorai
——————-
Scendo fino alla Chalet Paradiso per un panino, una birra e un po’ di sole, poi faccio l’ultima pista e sono a base impianti alle due e mezza.
Mi riprendo la cauzione inserendo lo skipass nella macchinetta automatica, e mi accomiato contento dal piccolo e accogliente comprensorio di Passo Brocon.
Mi metto in macchina e plano distrattamente verso Castel Tesino, supero il paese e quindi imbocco la SP75 “del Murello” che scende verso Grigno. Sto guidando rilassato e soddisfatto senza pensare a niente, ma piano piano mi scuoto dal torpore… non ce ne sono mica tante di strade così! La strada corre sul fianco sinistro della stretta (e direi a tratti impressionante) valle del torrente Grigno, affluente di sinistra del Brenta.
Il percorso si sviluppa a mezza costa, anzi: a mezzaparete
Sopra e sotto la carreggiata incombono alte pareti verticali. E poi, curve cieche, tornanti in galleria… c’è di tutto.
Quando finalmente giungo sul fondovalle mi trovo ad attraversare un tratto di Valsugana, diciamo a cavallo di Primolano, che in inverno riceve ben poca luce e che mi offre uno spettacolo quasi “subartico”: prati, alberi… è tutto bianco di brina, di ghiaccio, di (poca) neve vecchia.
Sono circa le tre del pomeriggio e ci sono due gradi sottozero.
Una mezz’oretta dopo, a Bassano, il termometro della macchina segnerà +7°C.
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