Edo
???
Buonasera,
Anche per questa stagione prosegue la consueta esplorazione dei bassifondi (cit.) dello sci transalpino. Tra l'altro non è mia consuetudine trascorrere il periodo delle feste natalizie in montagna ma per via di una serie di contrattempi sopraggiunti, non ho potuto allontanarmi di molto dal mio domicilio. Motivo per questo più che valido per lanciarsi alla scoperta di una misconosciuta stazioncina piuttosto che finire a sciare tra la bolgia di questo periodo nelle più celebri località, più che unanimamente documentata da fotografie e descrizioni che si riscontrano in rete negli ultimi giorni.
Insomma, i duecentoventi chilometri che separano Torino dal massiccio del Beaufortain non sono particolarmente entusiasmanti da percorrere partendo la mattina presto ma il fatto che non c'è alcuna motivazione di avere una particolare fretta di raggiungere le piste da sci, mancando qualche elemento di particolare valore che possa attrarre da queste parti lo sciatore forestiero con particolare impazienza, unito al fatto che l'esperienza indica che solitamente in questo tipo di località d'oltralpe non c'è problema a trovare parcheggio nemmeno arrivando dopo la maggior parte degli avventori, suggerisce che non è poi il caso di farsi prendere dalla premura.
Finalmente a destinazione. La scelta di non correre si è rivelata corretta non solo perché la skiarea si presume di poter essere esplorata in qualche ora di sci ma bensì, ma io aggiungerei soprattutto, perché l'esposizione delle piste è così brutta (secondo il punto di vista di chi ama sciare con il sole che scalda la faccia e che illumina le piste) che arrivando prima ci sarebbe stata ancora meno luce e sarebbe stato ancora meno invitante prepararsi per sciare.
Prima di salire finalmente in altitudine è necessario premettere che i più accorti avranno già sentito il nome del paesino che ho attraversato, e che tra l'altro forma la seconda parte di quello del domaine skiable, in quanto trattasi di un celebre prodotto caseario francese. Purtroppo la repellenza che provoca al sottoscritto questo genere di latticini fa sì che egli non si possa fornire un giudizio credibile a riguardo. In ogni caso l'importante è comunicare al mondo che questo è anche l'appellativo non solo di un centro abitato bensì di un luogo dove si può praticare l'attività che permette a questo forum di esistere, e da quanto si legge in rete, si tratta altresì di una delle più antiche stazioni sciistiche francesi. Sapevatelo!
Comunque;
Il domaine è formato da due piccole skiarea distanti qualche chilometro in linea d'aria tra di loro, fortunatamente unite per gravità sci-ai-piedi, in un solo senso e tramite una pista standard da discesa all'andata ed una stradina in fondovalle al ritorno (o viceversa, naturalmente). Questo equilibrio potrebbe venire modificato per la prossima stagione grazie ad una telecabina che verrà costruita per permettere un collegamento più diretto. Collegamento del quale il sottoscritto non ha sicuramente sentito la mancanza, visto anche il modesto affollamento delle piste nonostante il periodo di alta stagione. E' in ogni caso possibile che con l'avanzare della stagione la stradina bassa non sia più praticabile per carenza d'innevamento e che, suppongo, venga istituito un servizio di skibus per ovviare a questo disguido. In questo caso un notevole investimento in termini economici in un modesto ambiente montano come quello in questione acquisterebbe un maggiore senso agli occhi del forestiero. In ogni caso, chi vivrà, vedrà. Probabilmente saranno i numerosi utenti del forum che si recheranno in questa località la prossima stagione, dopo aver visto la fotocronaca a riportare la loro opinione in merito perché lo scrivente non prevede un imminente ritorno, visto il numero di località concorrenti che ancora aspettano di essere esplorate.
Dunque;
Una volta arrivati al termine della seggiovia Piapolay non c'è granché da fare: o si ridiscende in fondovalle o si prende anche la seconda seggiovia per raggiungere la sommità di questo versante:
Una volta in cima, si può scendere alla partenza dello skilift presente su questo versante:
Per raggiungere la parte più esterna della skiarea dove si sviluppa una bella pista rossa con due varianti più difficili:
Prima di proseguire con l'esplorazione del demanio, qualche ingrandimento sulla skiarea di Les Saisies, presente a poca distanza ma che è parte di un comprensorio smisuratamente più grande di quello nel quale mi trovo:
Pista rossa "non mucche" (cit.):
Visto che effettivamente non è stata riscontrata la presenza di bovini, lo sciatore annoiato potrebbe disannoiarsi testando anche per questa volta le immancabili piste nere, senza le quali una sciata transalpina, tanto più nei succitati bassifondi, non si può dire completa.
Ordunque, tramite le due piste nere masochistiche immortalate nelle prossime fotografie:
Si ritorna in fondovalle:
Prima di spostarsi di skiarea è però d'uopo testare anche la pista principale della skiarea, che ritorna in fondovalle ma che scorre parallela alla seggiovia:
Come preannunciato, l'esplorazione della prima metà del comprensorio è terminata ed è ora di spostarsi verso l'altra metà, utilizzando la stradina in fondovalle:
L'attenzione dello sciatore curioso non può non essere attirata da questo curioso punto di ristoro sulle piste:
Anche su questo versante una seggiovia automatica, anche se parecchio più obsoleta e meno confortevole della sorella sull'altro, permette di raggiungere le piste in altitudine:
In questo caso però solamente una pista ripida e non battuta permette di ritornare in fondovalle, motivo per il quale la seggiovia è abilitata al trasporto in discesa degli sciatori:
Ritornato in altitudine è il momento di proseguire fino ai restanti angoli inesplorati della skiarea. L'affollamento presente alla seggiovia non sta ad indicare un improvviso risveglio degli sciatori, bensì che la seggiovia, in un primo momento data per guasta visto che non venivano fornite informazioni esaurienti a riguardo, è stata ferma per oltre venti minuti per permettere ad un elicottero di atterrare e ripartire in prossimità della stazione d'arrivo. Nemmeno il presunto incidente infine si è rivelato essere reale, in quanto informandosi successivamente è stato possibile capire che si trattava di una semplice esercitazione di soccorso:
Prima di tutto però, altri due ingrandimenti. Uno sull'inconfondibile altura che domina la vista di questa parte della catena alpina:
E poi, seggiovia dei berretti rossi:
Panorama alla vetta della seggiovia:
Un'immagine che avrebbe potuto essere proposta come indovinello, solamente che nemmeno il sottoscritto è riuscito a capire a quale impianto appartengano i due piloni..... Se fosse presente un esperto dei luoghi, si faccia avanti senza timore!
Di nuovo panorama ed ingrandimento sull'elicottero:
Le ultime piste della giornata sono quelle a parere del fotoreporter più belle, poiché egli apprezza particolarmente i pascoli d'altitudine, i pendii dolci, soprattutto quando essi sono attrezzati solamente di skilift che danno quel tocco vintage alla sciata, oramai sempre più difficile da trovare, e hanno una vista panoramica e molto aperta sulle montagne circostanti:
Con lo skilift Forclaz si raggiunge la sommità del comprensorio a 2320 metri d'altitudine. Una pista rossa, non battuta nel primo tratto e battuta nel secondo, permette di ritornare alla base degli skilift sulla parte più esterna della skiarea:
Bene, la giornata sciistica sta per terminare e non resta che ritornare in fondovalle, stando ben attenti a non farsi falciare da uno dei numerosi principianti che si avventurano sulla pista rossa che ritorna sull'altro versante. Ed anche in quest'ottica sì che la telecabina potrebbe avere un suo perché, anche se conoscendo un po' lo spirito degli sciatori locali, dubito fortemente che molti di essi possano coscienziosamente rinunciare all'ultima sciata ritornando in sicurezza in basso con l'impianto.....
La probabile linea di risalita del futuro nuovo impianto:
E l'ultima pista rossa di collegamento:
Bene, per il momento è tutto.
:skiciao:
Anche per questa stagione prosegue la consueta esplorazione dei bassifondi (cit.) dello sci transalpino. Tra l'altro non è mia consuetudine trascorrere il periodo delle feste natalizie in montagna ma per via di una serie di contrattempi sopraggiunti, non ho potuto allontanarmi di molto dal mio domicilio. Motivo per questo più che valido per lanciarsi alla scoperta di una misconosciuta stazioncina piuttosto che finire a sciare tra la bolgia di questo periodo nelle più celebri località, più che unanimamente documentata da fotografie e descrizioni che si riscontrano in rete negli ultimi giorni.
Insomma, i duecentoventi chilometri che separano Torino dal massiccio del Beaufortain non sono particolarmente entusiasmanti da percorrere partendo la mattina presto ma il fatto che non c'è alcuna motivazione di avere una particolare fretta di raggiungere le piste da sci, mancando qualche elemento di particolare valore che possa attrarre da queste parti lo sciatore forestiero con particolare impazienza, unito al fatto che l'esperienza indica che solitamente in questo tipo di località d'oltralpe non c'è problema a trovare parcheggio nemmeno arrivando dopo la maggior parte degli avventori, suggerisce che non è poi il caso di farsi prendere dalla premura.
Finalmente a destinazione. La scelta di non correre si è rivelata corretta non solo perché la skiarea si presume di poter essere esplorata in qualche ora di sci ma bensì, ma io aggiungerei soprattutto, perché l'esposizione delle piste è così brutta (secondo il punto di vista di chi ama sciare con il sole che scalda la faccia e che illumina le piste) che arrivando prima ci sarebbe stata ancora meno luce e sarebbe stato ancora meno invitante prepararsi per sciare.
Prima di salire finalmente in altitudine è necessario premettere che i più accorti avranno già sentito il nome del paesino che ho attraversato, e che tra l'altro forma la seconda parte di quello del domaine skiable, in quanto trattasi di un celebre prodotto caseario francese. Purtroppo la repellenza che provoca al sottoscritto questo genere di latticini fa sì che egli non si possa fornire un giudizio credibile a riguardo. In ogni caso l'importante è comunicare al mondo che questo è anche l'appellativo non solo di un centro abitato bensì di un luogo dove si può praticare l'attività che permette a questo forum di esistere, e da quanto si legge in rete, si tratta altresì di una delle più antiche stazioni sciistiche francesi. Sapevatelo!
Comunque;
Il domaine è formato da due piccole skiarea distanti qualche chilometro in linea d'aria tra di loro, fortunatamente unite per gravità sci-ai-piedi, in un solo senso e tramite una pista standard da discesa all'andata ed una stradina in fondovalle al ritorno (o viceversa, naturalmente). Questo equilibrio potrebbe venire modificato per la prossima stagione grazie ad una telecabina che verrà costruita per permettere un collegamento più diretto. Collegamento del quale il sottoscritto non ha sicuramente sentito la mancanza, visto anche il modesto affollamento delle piste nonostante il periodo di alta stagione. E' in ogni caso possibile che con l'avanzare della stagione la stradina bassa non sia più praticabile per carenza d'innevamento e che, suppongo, venga istituito un servizio di skibus per ovviare a questo disguido. In questo caso un notevole investimento in termini economici in un modesto ambiente montano come quello in questione acquisterebbe un maggiore senso agli occhi del forestiero. In ogni caso, chi vivrà, vedrà. Probabilmente saranno i numerosi utenti del forum che si recheranno in questa località la prossima stagione, dopo aver visto la fotocronaca a riportare la loro opinione in merito perché lo scrivente non prevede un imminente ritorno, visto il numero di località concorrenti che ancora aspettano di essere esplorate.
Dunque;
Una volta arrivati al termine della seggiovia Piapolay non c'è granché da fare: o si ridiscende in fondovalle o si prende anche la seconda seggiovia per raggiungere la sommità di questo versante:
Una volta in cima, si può scendere alla partenza dello skilift presente su questo versante:
Per raggiungere la parte più esterna della skiarea dove si sviluppa una bella pista rossa con due varianti più difficili:
Prima di proseguire con l'esplorazione del demanio, qualche ingrandimento sulla skiarea di Les Saisies, presente a poca distanza ma che è parte di un comprensorio smisuratamente più grande di quello nel quale mi trovo:
Pista rossa "non mucche" (cit.):
Visto che effettivamente non è stata riscontrata la presenza di bovini, lo sciatore annoiato potrebbe disannoiarsi testando anche per questa volta le immancabili piste nere, senza le quali una sciata transalpina, tanto più nei succitati bassifondi, non si può dire completa.
Ordunque, tramite le due piste nere masochistiche immortalate nelle prossime fotografie:
Si ritorna in fondovalle:
Prima di spostarsi di skiarea è però d'uopo testare anche la pista principale della skiarea, che ritorna in fondovalle ma che scorre parallela alla seggiovia:
Come preannunciato, l'esplorazione della prima metà del comprensorio è terminata ed è ora di spostarsi verso l'altra metà, utilizzando la stradina in fondovalle:
L'attenzione dello sciatore curioso non può non essere attirata da questo curioso punto di ristoro sulle piste:
Anche su questo versante una seggiovia automatica, anche se parecchio più obsoleta e meno confortevole della sorella sull'altro, permette di raggiungere le piste in altitudine:
In questo caso però solamente una pista ripida e non battuta permette di ritornare in fondovalle, motivo per il quale la seggiovia è abilitata al trasporto in discesa degli sciatori:
Ritornato in altitudine è il momento di proseguire fino ai restanti angoli inesplorati della skiarea. L'affollamento presente alla seggiovia non sta ad indicare un improvviso risveglio degli sciatori, bensì che la seggiovia, in un primo momento data per guasta visto che non venivano fornite informazioni esaurienti a riguardo, è stata ferma per oltre venti minuti per permettere ad un elicottero di atterrare e ripartire in prossimità della stazione d'arrivo. Nemmeno il presunto incidente infine si è rivelato essere reale, in quanto informandosi successivamente è stato possibile capire che si trattava di una semplice esercitazione di soccorso:
Prima di tutto però, altri due ingrandimenti. Uno sull'inconfondibile altura che domina la vista di questa parte della catena alpina:
E poi, seggiovia dei berretti rossi:
Panorama alla vetta della seggiovia:
Un'immagine che avrebbe potuto essere proposta come indovinello, solamente che nemmeno il sottoscritto è riuscito a capire a quale impianto appartengano i due piloni..... Se fosse presente un esperto dei luoghi, si faccia avanti senza timore!
Di nuovo panorama ed ingrandimento sull'elicottero:
Le ultime piste della giornata sono quelle a parere del fotoreporter più belle, poiché egli apprezza particolarmente i pascoli d'altitudine, i pendii dolci, soprattutto quando essi sono attrezzati solamente di skilift che danno quel tocco vintage alla sciata, oramai sempre più difficile da trovare, e hanno una vista panoramica e molto aperta sulle montagne circostanti:
Con lo skilift Forclaz si raggiunge la sommità del comprensorio a 2320 metri d'altitudine. Una pista rossa, non battuta nel primo tratto e battuta nel secondo, permette di ritornare alla base degli skilift sulla parte più esterna della skiarea:
Bene, la giornata sciistica sta per terminare e non resta che ritornare in fondovalle, stando ben attenti a non farsi falciare da uno dei numerosi principianti che si avventurano sulla pista rossa che ritorna sull'altro versante. Ed anche in quest'ottica sì che la telecabina potrebbe avere un suo perché, anche se conoscendo un po' lo spirito degli sciatori locali, dubito fortemente che molti di essi possano coscienziosamente rinunciare all'ultima sciata ritornando in sicurezza in basso con l'impianto.....
La probabile linea di risalita del futuro nuovo impianto:
E l'ultima pista rossa di collegamento:
Bene, per il momento è tutto.
:skiciao:
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