Ci sono gite che anche senza una curva soddisfacente ti restano impresse nell'anima per sempre. Gite di una noia mortale che causano mastodontiche vesciche le quali però nulla possono contro la magia e l'atmosfera dell'ambiente. Ancora con plantari e talloni quasi sanguinanti voglio raccontarvi di questa immersione nello spazio photoshoppato delle Dolomiti a cavallo tra Cortina e Dobbiaco.
Per chi mette gli sci con le pelli di foca, per chi vuole fare una passeggiata per chiacchierare, per un facile allenamento o per chi è alla ricerca di un itinerario con rischio zero assoluto la salita al Monte Specie (Strudelkopf in tedesco) è la scelta giusta.
Una lunga, lunghissima e banale salita per strada forestale (penso oltre 7 km) seguita da un secondo tratto incredibile, inarrivabile, inenarrabile... un ultimo chilometro in cui i panorami si aprono via via ma lentamente dando vita ad un climax montano che sfocia nella comparsa delle Tre Cime di Lavaredo viste dal loro lato più maestoso.
Un Bolero di Ravel di architetture dolomitiche, non so come altro descriverlo, che sfuma, partendo dopo il Rifugio Vallandro in un Carmina Burana ed esplode dalla forcella pre-vetta fino alla Croce.
Avevo già ammirato il Monte Specie con la mountain bike ma con queste condizioni di innevamento e luce è tutta un'altra cosa #wowDolomiti.
C'è poco da dire "tecnicamente" parlando. Si parcheggia poco oltre Carbonin, si prende la strada militare, si arriva al Rifugio Vallandro, si seguono le indicazioni per il Monte Specie. Strava dice che sono 17,8 km per 889 m di dislivello. Carbonin è a circa 1450 m slm mentre il Monte Specie è a 2307 m slm (differenza di 857 m, mettici un paio di saliscendi e sui 900 m ci siamo). Sciisticamente parlando si fanno zero curve in discesa, durante la salita zero inversioni. Più che sicalpinismo possiamo parlare di sci-panoramismo.
Questa è la traccia su G-Earth.
Ed ora la maratona fotografica.
Dal parcheggio di Carbonin subito la mente viaggia su una gita opposta a quella del Monte Specie: difficile, complessa e da preparare bene -> la forcella Colfiedo alla Croda Rossa d'Ampezzo. Questa si farà più avanti con altra neve.
Si parte per la lunghissima stradina con scarsa pendenza. Avevo fatto vesciche sui 2 km di piano per attraversare il Lago di Anterselva. Qui ho voluto farmi venire le stigmate (plantari e talloni divelti).
Tantissimi gli escursionisti anche a piedi e con i cani, a volte con dei simpatici cani altre volte con dei maledetti cani.
Finalmente il sole si fa spazio tra gli alberi.
Ancora Croda Rossa d'Ampezzo.
Dopo tot km finalmente si sbuca in campo aperto.
Il panorama sul Cristallo e sulle famose discese ora rese più difficili dalla mancanza dell'impianto di risalita.
Sullo sfondo i Cadini di Misurina.
Questo relax: lo potete sentire e immaginare?
Ultima pala prima del Rifugio Vallandro.
Zoommata sul Rifugio Vallandro e sul Cristallo
L'ambiente è.
Rifugio Vallandro e sole.
Picco di Vallandro: se non mi venivano le vesciche avrei provato questa cima di oltre 2800 m di quota.
In fondo c'è Prato Piazza con i suoi circuiti per lo sci di fondo.
Sentiero e affollamento per il Monte Specie.
Si poteva arrivare anche senza ciaspole o ramponi da quanto era dura e battuta la neve.
Prato Piazza.
Escursionisti.
Gente di tutte le età, abbigliamento, preparazione e forma fisica.
Ambiente da 10 e lode.
Ultima parte della salita e primi panorami sul paradiso delle Dolomiti di Sesto.
Ultimi metri prima della vetta.
Salendo si incontrano i ruderi di un fortino di guerra.
Ci sono anche altri segni della Grande Guerra.
Dietro il Cristallo ed il sole sono sempre ben presenti.
Tantissima la neve e tantissimi gli accumuli da vento. Occhio!
Picco di Vallandro.
Ed eccole apparire per la prima volta, loro, le magiche 3CDL.
Se sono così famose un motivo c'è. Anzi il motivo è più di uno: tutti gli aggettivi sinonimi di bellezza e maestosità.
Oltre a me solo altri 2 skialper in vetta e altri 10 escursionisti gridanti.
Tre Cime di Lavaredo
Picco di Vallandro e cima a lato di cui non so il nome.
Croce di Vetta del Monte Specie - Strudelkopf (Strudel significa vortice oltre che essere il nome della torta).
Panorama dalla cima a 2307 m, temperatura accettabile (avevo dimenticato i guanti pesanti in auto).
4 cime.
Tutti, anche i più insensibili "ahoooo" con le tute da film di Vanzina si fermano a contemplare il panorama.
Come non fermarsi davanti a una tale meraviglia?
Ritorno per la stessa strada. Io mi sono sbagliato e cercando il sentiero diretto sono finito sopra questo salto di roccia. Un po' di scalette al contrario e di salti tra un albero e l'altro e sono riuscito a farcela senza grossi pericoli. Però mi raccomando state attenti.
Ed infine dopo una pausa al rifugio (che non ho fatto perchè strapieno) si scende al parcheggio per la stradina con una scivolata-perdita-di-quota.
Ed ora programmiamo questa gita:
Se avete amici a cui far mettere le pelli una prima volta e non sono molto atletici allora questa è la gita giusta. La trovo invece fin troppo banale anche come prima gita per chi ha un po' di allenamento ed è atleticamente preparato. Risulta invece la gita ideale per chi vuole ammirare panorami da 5 stelle superior.
Il panorama e tutto l'ambiente della parte alta è tra i migliori di tutta la zona come rapporto appagamento/panorami.
Buon 2020 a tutti.
Per chi mette gli sci con le pelli di foca, per chi vuole fare una passeggiata per chiacchierare, per un facile allenamento o per chi è alla ricerca di un itinerario con rischio zero assoluto la salita al Monte Specie (Strudelkopf in tedesco) è la scelta giusta.
Una lunga, lunghissima e banale salita per strada forestale (penso oltre 7 km) seguita da un secondo tratto incredibile, inarrivabile, inenarrabile... un ultimo chilometro in cui i panorami si aprono via via ma lentamente dando vita ad un climax montano che sfocia nella comparsa delle Tre Cime di Lavaredo viste dal loro lato più maestoso.
Un Bolero di Ravel di architetture dolomitiche, non so come altro descriverlo, che sfuma, partendo dopo il Rifugio Vallandro in un Carmina Burana ed esplode dalla forcella pre-vetta fino alla Croce.
Avevo già ammirato il Monte Specie con la mountain bike ma con queste condizioni di innevamento e luce è tutta un'altra cosa #wowDolomiti.
C'è poco da dire "tecnicamente" parlando. Si parcheggia poco oltre Carbonin, si prende la strada militare, si arriva al Rifugio Vallandro, si seguono le indicazioni per il Monte Specie. Strava dice che sono 17,8 km per 889 m di dislivello. Carbonin è a circa 1450 m slm mentre il Monte Specie è a 2307 m slm (differenza di 857 m, mettici un paio di saliscendi e sui 900 m ci siamo). Sciisticamente parlando si fanno zero curve in discesa, durante la salita zero inversioni. Più che sicalpinismo possiamo parlare di sci-panoramismo.
Questa è la traccia su G-Earth.
Ed ora la maratona fotografica.
Dal parcheggio di Carbonin subito la mente viaggia su una gita opposta a quella del Monte Specie: difficile, complessa e da preparare bene -> la forcella Colfiedo alla Croda Rossa d'Ampezzo. Questa si farà più avanti con altra neve.
Si parte per la lunghissima stradina con scarsa pendenza. Avevo fatto vesciche sui 2 km di piano per attraversare il Lago di Anterselva. Qui ho voluto farmi venire le stigmate (plantari e talloni divelti).
Tantissimi gli escursionisti anche a piedi e con i cani, a volte con dei simpatici cani altre volte con dei maledetti cani.
Finalmente il sole si fa spazio tra gli alberi.
Ancora Croda Rossa d'Ampezzo.
Dopo tot km finalmente si sbuca in campo aperto.
Il panorama sul Cristallo e sulle famose discese ora rese più difficili dalla mancanza dell'impianto di risalita.
Sullo sfondo i Cadini di Misurina.
Questo relax: lo potete sentire e immaginare?
Ultima pala prima del Rifugio Vallandro.
Zoommata sul Rifugio Vallandro e sul Cristallo
L'ambiente è.
Rifugio Vallandro e sole.
Picco di Vallandro: se non mi venivano le vesciche avrei provato questa cima di oltre 2800 m di quota.
In fondo c'è Prato Piazza con i suoi circuiti per lo sci di fondo.
Sentiero e affollamento per il Monte Specie.
Si poteva arrivare anche senza ciaspole o ramponi da quanto era dura e battuta la neve.
Prato Piazza.
Escursionisti.
Gente di tutte le età, abbigliamento, preparazione e forma fisica.
Ambiente da 10 e lode.
Ultima parte della salita e primi panorami sul paradiso delle Dolomiti di Sesto.
Ultimi metri prima della vetta.
Salendo si incontrano i ruderi di un fortino di guerra.
Ci sono anche altri segni della Grande Guerra.
Dietro il Cristallo ed il sole sono sempre ben presenti.
Tantissima la neve e tantissimi gli accumuli da vento. Occhio!
Picco di Vallandro.
Ed eccole apparire per la prima volta, loro, le magiche 3CDL.
Se sono così famose un motivo c'è. Anzi il motivo è più di uno: tutti gli aggettivi sinonimi di bellezza e maestosità.
Oltre a me solo altri 2 skialper in vetta e altri 10 escursionisti gridanti.
Tre Cime di Lavaredo
Picco di Vallandro e cima a lato di cui non so il nome.
Croce di Vetta del Monte Specie - Strudelkopf (Strudel significa vortice oltre che essere il nome della torta).
Panorama dalla cima a 2307 m, temperatura accettabile (avevo dimenticato i guanti pesanti in auto).
4 cime.
Tutti, anche i più insensibili "ahoooo" con le tute da film di Vanzina si fermano a contemplare il panorama.
Come non fermarsi davanti a una tale meraviglia?
Ritorno per la stessa strada. Io mi sono sbagliato e cercando il sentiero diretto sono finito sopra questo salto di roccia. Un po' di scalette al contrario e di salti tra un albero e l'altro e sono riuscito a farcela senza grossi pericoli. Però mi raccomando state attenti.
Ed infine dopo una pausa al rifugio (che non ho fatto perchè strapieno) si scende al parcheggio per la stradina con una scivolata-perdita-di-quota.
Ed ora programmiamo questa gita:
Se avete amici a cui far mettere le pelli una prima volta e non sono molto atletici allora questa è la gita giusta. La trovo invece fin troppo banale anche come prima gita per chi ha un po' di allenamento ed è atleticamente preparato. Risulta invece la gita ideale per chi vuole ammirare panorami da 5 stelle superior.
Il panorama e tutto l'ambiente della parte alta è tra i migliori di tutta la zona come rapporto appagamento/panorami.
Buon 2020 a tutti.