Ho già postato un paio di foto nella discussione adamelloski, relative al tentativo di lunedì di fare il sentiero dei fiori. Siccome avevamo dimenticato i set da ferrata abbiamo deciso di ritornare il martedì. Le temperature basse e il tempo stabile ci hanno invogliato a ritornare nella neve.
Si è aggiunto anche un altro amico (che gentilmente ci ha portato fino in camunia l’attrezzatura)
Saliamo alle 8:30 a passo paradiso, la temperatura è bassa e un’arietta sferzante fa assaggiare l’inverno
Ci incamminiamo verso passo castellaccio (2950m circa), essendo ancora irriconoscibile il sentiero tagliamo per il ghiaione innevato sulla destra dei balzi rocciosi, verso il passo del dito.
Guardando giù verso il passo
Qualche facile roccietta sotto il passo del dito
Arrivati sotto cresta tagliamo fino al passo castellaccio, maestosa la vista su cima busazza (che però si nasconde tra le nubi)
Arrivati al passo la neve inizia a farsi più profonda, i buchi in mezzo ai massi con il fil di ferro della guerra sono abbastanza ostici, e l’aria gelida.
Con molta fatica risaliamo la cresta fino all’attacco del sentiero, che risulta almeno inizialmente irriconoscibile per la neve, cavo d’acciaio e catena sepolti.
Ravanando troviamo il cavo e proseguiamo sulla cengia innevata
Vista mozzafiato sui ghiacci del pisgana
In questa prima parte in ombra il freddo si fa sentire e sembra davvero essere già inverno
Arriviamo avanzando davvero molto lentamente
(Mara aveva abbastanza paura ad appoggiare i piedi nella neve fresca senza vedere esattamente dove finisse la cengia), con il cavo da liberare dalla neve abbastanza ghiacciata e lavorata dal vento in cresta, arriviamo alla galleria sotto il gendarme di casamadre.
Nel percorrerla distruggiamo un po’ di candelotti di ghiaccio appesi qua e là (col caschetto per fortuna)
Appena usciti il sentiero si è rivelato impercettibile nel seguente tratto esposto, il vento aveva completamente sepolto sia il cavo che la cengia, e nel frattempo si sono fatte già quasi le 2.
Sbirciamo giù dal canalone ripido a sud del gendarme e decidiamo di percorrerlo in discesa puntando di nuovo a passo paradiso. Avendo preso una mezza corda di sicurezza ci leghiamo in conserva.
La neve é semplicemente spettacolare, quella polvere che anche d’inverno trovi raramente.
I miei compagni di cordata
Io mentre sogno di avere due dps spoon ai piedi
Nella parte finale del canale, sotto un punto più ripido , ci buttiamo e facciamo una bella scivolata di 30/40 mt col culo nella neve.
Il canale da sotto con le tracce
Successivamente tagliando verso nord puntiamo ai lastroni rocciosi sui quali sale il sentiero “normale” per il passo, anche qui scendiamo un po’ a sentimento cercando i pendii più dolci, fino al nevaio dal quale eravamo partiti.
In conclusione:
Abbiamo ravanato un casino
Abbiamo percorso forse 200mt di vero sentiero dei fiori
Ci siamo divertiti “fes” come diciamo noi bresciani, buttandoci nella neve e scivolando giù.
Siccome é un posto molto frequentato è decisamente “banale” come giro, spero sia piaciuto il report di un suo abito diverso, un po’ più polveroso.
Si è aggiunto anche un altro amico (che gentilmente ci ha portato fino in camunia l’attrezzatura)
Saliamo alle 8:30 a passo paradiso, la temperatura è bassa e un’arietta sferzante fa assaggiare l’inverno
Ci incamminiamo verso passo castellaccio (2950m circa), essendo ancora irriconoscibile il sentiero tagliamo per il ghiaione innevato sulla destra dei balzi rocciosi, verso il passo del dito.
Guardando giù verso il passo
Qualche facile roccietta sotto il passo del dito
Arrivati sotto cresta tagliamo fino al passo castellaccio, maestosa la vista su cima busazza (che però si nasconde tra le nubi)
Arrivati al passo la neve inizia a farsi più profonda, i buchi in mezzo ai massi con il fil di ferro della guerra sono abbastanza ostici, e l’aria gelida.
Con molta fatica risaliamo la cresta fino all’attacco del sentiero, che risulta almeno inizialmente irriconoscibile per la neve, cavo d’acciaio e catena sepolti.
Ravanando troviamo il cavo e proseguiamo sulla cengia innevata
Vista mozzafiato sui ghiacci del pisgana
In questa prima parte in ombra il freddo si fa sentire e sembra davvero essere già inverno
Arriviamo avanzando davvero molto lentamente
(Mara aveva abbastanza paura ad appoggiare i piedi nella neve fresca senza vedere esattamente dove finisse la cengia), con il cavo da liberare dalla neve abbastanza ghiacciata e lavorata dal vento in cresta, arriviamo alla galleria sotto il gendarme di casamadre.
Nel percorrerla distruggiamo un po’ di candelotti di ghiaccio appesi qua e là (col caschetto per fortuna)
Appena usciti il sentiero si è rivelato impercettibile nel seguente tratto esposto, il vento aveva completamente sepolto sia il cavo che la cengia, e nel frattempo si sono fatte già quasi le 2.
Sbirciamo giù dal canalone ripido a sud del gendarme e decidiamo di percorrerlo in discesa puntando di nuovo a passo paradiso. Avendo preso una mezza corda di sicurezza ci leghiamo in conserva.
La neve é semplicemente spettacolare, quella polvere che anche d’inverno trovi raramente.
I miei compagni di cordata
Io mentre sogno di avere due dps spoon ai piedi
Nella parte finale del canale, sotto un punto più ripido , ci buttiamo e facciamo una bella scivolata di 30/40 mt col culo nella neve.
Il canale da sotto con le tracce
Successivamente tagliando verso nord puntiamo ai lastroni rocciosi sui quali sale il sentiero “normale” per il passo, anche qui scendiamo un po’ a sentimento cercando i pendii più dolci, fino al nevaio dal quale eravamo partiti.
In conclusione:
Abbiamo ravanato un casino
Abbiamo percorso forse 200mt di vero sentiero dei fiori
Ci siamo divertiti “fes” come diciamo noi bresciani, buttandoci nella neve e scivolando giù.
Siccome é un posto molto frequentato è decisamente “banale” come giro, spero sia piaciuto il report di un suo abito diverso, un po’ più polveroso.
Ultima modifica: