Val Campo di Dentro e Gruppo dei Baranci - Dolomiti di Sesto - 09/09/2019

subsahara

Coldest Ice
I miei impegni settimanali mi offrono la possibilità, logisticamente comoda, di una giornata di svago in montagna.
Ed è così che alle 9:00, munito di zaino, maglioncino e giacca, comincio a risalire la Val Campo di Dentro dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio sterrato a 1270 m slm.
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Risalgo la stradina, felice finalmente di fare un po’ di moto (agli inizi di agosto, causa un banale incidente domestico, mi sono rotto il “mignolino” del piede sinistro, e di conseguenza nell’ultimo mese ho camminato poco e male).
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La Dreischusterspitze fa il suo ingresso in scena… intanto io, ormai scaldatomi, rimango in maglietta a maniche corte.
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La fermata di monte del bus navetta, poco oltre i 1500 m slm.
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Continuo in direzione del rifugio Tre Scarperi
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Sulla destra la “foce” dell’immane colata detritica che scende direttamente dalla testata della Kohlbrenntal (Val Carbone), proprio sotto la Rocca dei Baranci, ove riposa il gigante Haunold.
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Ancora un’immagine della meravigliosa Dreischusterspitze (Cima dei Tre Scarperi), vetta più alta delle Dolomiti di Sesto. Una delle punte sullo sfondo (non so quale) dovrebbe essere la Torre Vienna (Wiener Turm)
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Sguardo all’indietro…
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…e sguardo davanti
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Il montagnone che chiude la Innerfeldtal è il Morgenkopf. Sullo sfondo si intravede la Torre dei Tre Scarperi
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Arrivo attorno alle 10:00 ai piedi di un’altra colata detritica, a circa 1600 m slm. Mi fermo qualche minuto e ragiono sul da farsi: “che faccio? Dove vado?”.
Sono partito in realtà senza avere una meta ben precisa: se non ci fosse stata la neve avrei puntato senza indugio verso Haunold, ma la neve c’è… sarebbe meglio non salire troppo.
Comunque comincio a salire su direttamente per le ghiaie, non riuscendo a individuare il più comodo sentiero immediatamente a destra che si inerpica in mezzo ai mughi.
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Guadagnando quota il panorama si apre: chiaramente visibile il Rifugio Tre Scarperi in basso.
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L’ascesa si rivela da subito piuttosto difficoltosa: c’è una vaga traccia di sentiero, ma in alcuni punti è crollato: sono costretto a qualche passaggio non ortodosso
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Per fortuna dopo un po’ riesco a ricollegarmi con la traccia più recente, quella che sale in mezzo ai mughi. La raggiungo all’altezza di quel tronco spezzato e ormai secco.
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Dopo aver scavalcato un crinale, la traccia mi deposita sull’immane colata detritica principale, quella di cui ho parlato agli inizi della fotocronaca. Saremo più o meno tra i 1900 e i 2000 m slm
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Il panorama è dominato dal gigantesco fianco occidentale del Dreischusterspitze, ma ora si è arricchito di altri “volti noti”
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Intanto io continuo a risalire la Kohlbrenntal.
Le tracce di sentiero sono totalmente scomparse: è un immenso campo libero.
Ci sono numerosi ometti che suggeriscono una possibile via di ascesa, ma hanno solo la funzione di assicurare l’orientamento generale.
Molliche di pane che portano alla casa del Gigante…
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La salita è dura, anzi durissima.
Ghiaie, sassi, macigni… si muove tutto e ogni passo è una gran fatica.
Inoltre è molto lunga e diventa via via sempre più acclive.
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Attorno ai 2200 m mi fermo brevemente per mangiare una merendina e tirare un po’ il fiato. Un po’ di nubi ammantano il Dreischusterspitze e il suo vassallo a sinistra, lo Gsellknoten (credo monte Casella in italiano)
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Attorno ai 2300 m compare un po’ di neve.
E proprio in quel momento comincia a nevicare molto debolmente.
Certo, le previsioni da me consultate parlano di assenza di precipitazioni e tempo in via di miglioramento (e così alla fine sarà), ma le condizioni atmosferiche non mi rendono tranquillo
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In questa foto si possono apprezzare la “Orto del Toro” e la “Tre Cime”. E’ proprio in corrispondenza delle stazioni di monte delle due cabinovie che servono queste piste, che partirà l’impianto di collegamento con Sillian il quale arriverà fino alla retrostante cresta di confine
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Intanto la salita si fa sempre più erta.
Il silenzio assoluto è rotto ogni tanto da suoni secchi che assomigliano un po’ a degli spari. Sono i camosci che muovendosi fanno partire qualche sasso. Mi staranno sicuramente osservando… (più tardi, durante la discesa, ne riuscirò a vedere uno giù in mezzo ai mughi)
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Arrivo in corrispondenza di un “bivio”, attorno ai 2600 m.
Sono quasi sicuro che la via normale per Haunold passi a destra.
Ma lo dico con il senno di poi perché sul momento, non riuscendo più a scorgere gli ometti sepolti dalla neve, sono invece andato dritto (cioè a sinistra nella foto) ritenendo che la “vera” svolta a destra, quella decisiva, fosse un po’ più in alto.
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E allora sono salito ancora, su per il ripidissimo budello, fino più o meno a 2650 - 2680 m, sperando a un certo punto di vedere comparire la Gipfelkreuz alla mia destra.
La croce non compariva, però in compenso cresceva lo spessore della neve (direi una quindicina di cm).
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Guardo l’orologio: è l’una.
Dall’attacco della via sono passate ben tre ore!
E’ tempo di dichiarare conclusa l’esplorazione e di girare i tacchi.
Prima di cominciare la delicata discesa, mi concedo cinque minuti per ammirare a occhi sgranati l’ambiente che mi circonda
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E allora giù, misurando con cautela ogni passo, sempre con i Tre Scarperi davanti
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Cima Grande, Cima Piccola, Torre di Toblin, Paterno… l’uscita dal severissimo catino sommitale della Kohlbrenntal mi ripaga con un allargamento del panorama
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Scendo per la colata principale
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E poi, a differenza dell’andata, per la traccia più recente tra i mughi
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Alle 15:15 sono di nuovo sul fondovalle. Nella foto si vede l’attacco, poco evidente, della traccia tra i mughi appena discesa
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Raggiungo in cinque minuti il Dreischusterhütte, 1626 m slm
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Fetta di strudel con gelato alla vaniglia e birra, e poi un’oretta di passeggiata fino alla macchina
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Per chiudere, alcune foto scattate a San Candido, che immortalano i due principali protagonisti della giornata.
Perfettamente visibile dal paesello la croce in vetta ad Haunold
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Classico giro che torni a casa dicendo: "ho combinato poco, ma porcavacca che panorami mi son visto" :YIGO

Direi che è la classica uscita che acquista pienamente senso solo con il raggiungimento della vetta.

Avrei potuto fare un altro giro; per esempio risalire tutta la val Campo di Dentro, scendere al rifugio Locatelli, girare attorno alla torre di Toblin e poi tornare indietro. Più lungo, ma anche più facile e molto meno faticoso. Inoltre sarei salito al massimo poco oltre i 2400 m.
C’erano diversi escursionisti che puntavano in quella direzione… del resto il Locatelli è una calamita HIHIHI
Sarebbe forse stato meglio.
Ma io sono testardo… la Rocca dei Baranci è da tempo sulla mia lista. Quando ho attaccato dopo un po’ di esitazione la Normale, sapevo già che quel giorno era velleitario pensare di arrivare fino a quasi 3000 m.
Però ho voluto salire ugualmente, per esplorare la via e vedere fino a dove mi potevo spingere.

Hai ragione quando dici che tutto sommato ho combinato poco, però ho chiuso la giornata soddisfatto. Le cose erano chiare fin dall’inizio.
A inizio estate invece ho provato a salire sulla Croda del Becco. Anche in quel caso mi sono fermato a 300 m dalla cima per paura di un temporale. Quel giorno sì che sono rimasto con l’amaro in bocca, perché l’ostacolo all’ascesa è comparso all’ultimo momento!


La valle dei canaloni [emoji16]

Due passi e vedi un pendio da sciare[emoji38]

Scio solo su pista; non ho proprio pensato a scendere quei canaloni con due assi sotto i piedi. :shock:
Hai mai sciato in questa valle? :D

Che mi dici di questa “robetta” che taglia il versante ovest dei Tre Scarperi? Si può fare? Si fa?
Al mio occhio inesperto pare "tostarella" HIHIHI


Avevi una relazione di salita (tipo vienormali.it) o andavi a naso?
Velatamente, in maniera molto educata, mi stai dando dell’incosciente :DHIHIHI
Avevo la carta Tabacco (che però nella parte terminale non aiuta), avevo consultato con profitto le immagini satellitari dalle quali si evince chiaramente la traccia della parte bassa della via normale, e avevo consultato diverse relazioni tra cui una abbastanza dettagliata e ricca di fotografie scritta da un austriaco su hikr.org.
Quindi:

  1. sapevo che non bisognava prendere direttamente dal basso la colata detritica principale
  2. sapevo che c’erano due tracce che salivano dal fondovalle: una dalla colata “minore” e l’altra un po’ più discosta a destra tra i mughi
  3. sapevo che ci doveva essere un cartello con su scritto “Haunold - schwer / Rocca dei Baranci - difficile” all’inizio dell’attacco, ma questo cartello ora non c’è più
  4. sapevo che più o meno dal limite superiore dei mughi la traccia sparisce, e rimangono solo degli ometti (ma del resto la direzione generale da seguire è ovvia)
  5. sapevo che poco oltre i 2600 m bisognava svoltare a destra per un canale laterale che porta finalmente agli ultimi 250 m di roccia compatta con difficoltà di I / I+. In corrispondenza del bivio dovrebbe essere visibile la croce di vetta, che però io non ho visto perché evidentemente nascosta dalle nuvole.


Vabbè, ho fatto una ricognizione sul campo… potrà tornare utile in futuro, a me e pure magari a chi cercando informazioni su Haunold si imbatterà in questa pagina, anche se mancano gli ultimi 300 m. :D


Una cosa ho sottovalutato, o meglio, ho apprezzato compiutamente solo sul campo: il grado di impegno richiesto dalla salita tra gli sfasciumi della Kohlbrenntal. Senza esagerare, è veramente durissima.
 
li dentro ci sono entrato una volta d'estate, poi basta, è un po fuori mano per me
quello della foto dovrebbe essere il schusterlahn, che vedo in rete che viene sciato

tornando alla rocca dei baranci, è buona abitudine cercare la traccia gpx su tabaccomap community HIHIHI

https://tabaccomapp-community.it/it/percorso/15423-2-rocca-dei-baranci

ecco, a vedere la tabacco non si capiva se si saliva da li, o dal canale successivo, magari un giorno cambieranno tipo di puntinatura per sentieri e ghiaioni
però effettivamente, la traccia sulla tabacco finisce proprio dove il tizio ha lasciato il ghiaione, anche se si vede che ha fatto qualche girotondoHIHIHI

ma adesso per "colpa tua" ho dovuto mettere sta cima nella mia lista :TTTT
 
è buona abitudine cercare la traccia gpx su tabaccomap community HIHIHI

https://tabaccomapp-community.it/it/percorso/15423-2-rocca-dei-baranci

a proposito, perdonate il parziale OT... ho notato che dalla app tabacco (almeno dalla mia è così) non fanno più acquistare nessuna mappa... posso utilizzare quelle acquistate sinora ma null'altro... sul loro sito pubblicizzano una nuova tabaccomapp 2.0 perciò ho pensato che le cose fossero collegate... peccato che di questa fantomatica nuova app non c'è traccia, quantomeno nell'apple store...

qualcuno ne sa di più?
 
a proposito, perdonate il parziale OT... ho notato che dalla app tabacco (almeno dalla mia è così) non fanno più acquistare nessuna mappa... posso utilizzare quelle acquistate sinora ma null'altro... sul loro sito pubblicizzano una nuova tabaccomapp 2.0 perciò ho pensato che le cose fossero collegate... peccato che di questa fantomatica nuova app non c'è traccia, quantomeno nell'apple store...

qualcuno ne sa di più?

fai alcune prove, aggiorna l'app, o fai ripristino tiles e riprova, cancella app e reinstalla
io ho scaricato ieri tiles

ho notato che stanno aggiungendo un sacco di tiles nuove, magari può aver creato un problema temporaneo
 
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Va bene godere per ore come un porco, ma a un certo punto si dovrà pure arrivare a un liberatorio climax, no? HIHIHI

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A me vengono in mente tre tipologie generali di uscita:
1. traversata dal punto A al punto B; in mezzo ci può essere di tutto, non necessariamente una vetta
2. partenza da A e ritorno allo stesso punto A percorrendo un anello; anche in questo caso una o più vette sono opzionali
3. partenza da A e arrivo a B, con ritorno ad A per lo stesso percorso dell'andata; in questa tipologia di uscita il punto B di arrivo dovrebbe essere un obiettivo chiaro, come appunto una vetta, oppure un rifugio, o qualche altra "emergenza".

Insomma, quando ho scritto che la mia era la classica uscita che acquista pienamente senso solo con il raggiungimento della vetta, avevo in mente un quadro del genere
 
Dipende, a volte parto solo per fare foto oppure - in "determinate" zone - per fare ricognizione / osservazione / caccia di indizi ed il climax non arriva.

Al limite lo sfogo la sera poi andando a far festa quando torno giú HIHIHI
 
Ero li al rifugio proprio nell'agosto di 2 anni fa quando durante l'ora di cena si scatenò un fortissimo temporale che causò dei grossissimi smottamenti dai canaloni che scendono dalla Rocca dei baranci e dai Tre scarperi, che seppellirono nel vero senso della parola parte della strada che raggiunge il rifugio, rendendolo di fatto irraggiungibile e creando ore di apprensione per delle persone che risultavano disperse, compresa una cameriera del rifugio rimasta isolata tra due frane mentre rientrava verso casa lungo la strada, salvatesi per miracolo! Alla mattina lo spettacolo era davvero impressionante!:shock: Mai visto niente del genere a detta dei gestori che sono li da sempre!
Giusto due foto alla mattina scendendo..

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La strada faceva un paio di tornanti li in mezzo
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La sede stradale completamente invasa da 2/3mt di ghiaia
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L'auto al parcheggio dove c'era una famiglia di francesi con bambino di 10 anni che dormiva all'interno della maggiolina e miracolosamente risparmiata dalle varie colate
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A seguito di questo episodio la salita alla Croda dei Baranci mi risulta essere abbastanza compromessa, nel senso che quella traccia di sentiero, già vaga a dir la verità, che risaliva le ghiaie sopra è stata ovviamente completamente cancellata e tuttora queste sono piuttosto mobili come hai potuto constatare ;)

- - - Updated - - -

Prima era cosi :TTTT

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quasi in cima
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La rampa di salita dalla cima
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Grazie del prezioso contributo, macs.
Confrontando il prima e il dopo effettivamente si vedono chiaramente le differenze.

Comunque... ahò, basta tirar fuori una cima a caso e si può star sicuri che tu ci sei salito :shock::D
 
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