Funivie "toste" e persone anziane: ci sono controindicazioni?

Fabio

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Staff Forum
Pensiamo a funivie molto toste quali la SkyWay del Monte Bianco che fa mi pare circa 1800 m di dislivello in 2 tiri ma in in pochi minuti oppure le più piccole Pordoi e Lagazuoi che però fanno una salto di 700-800 addirittura in 4 minuti (la Funivia Sass Pordoi va da 2250 a 2950 in meno di 5 minuti :shock:). O anche la Funivia Rosetta e simili.

Ci sono precauzioni da prendere per le persone anziane? Persone in forma, che hanno al massimo problemi di pressione alta ogni tanto. Gente ancora attiva, lentamente, ma attiva (orti, zappare metri e metri di terra, e simili).
Ci sono accorgimenti utili?

Per esempio stare un'ora in quota alla partenza fermi aspettando di acclimatarsi? Una dieta particolarmente leggera la sera prima?
Prendere un'aspirina per sicurezza? Può avere un senso?

Pensiamo ai casi estremi: traversata del monte bianco con il tiro che dalla skyway va all'Aguille du Midi (lento ma si arriva a oltre 3800), alla funivia di Zermatt che sale mediamente veloce ma ad una quota "esagerata" oppure al tiro velocissimo della Sass Pordoi.

Consigli?
Grazie.
 
Se uno non ha problemi di suo, ovvero scarsa tolleranza alle alte quote o problemi cardiocircolatori, non ci sono controindicazioni per una gita giornaliera, altro discorso è fermarsi a dormire, a quote sopra i 2500 per chi va poco in montagna il consiglio è dormire 1/2 notti intorno ai 2000 metri e poi passare la notte più in quota, almeno fino a che si sta sotto i 4000.
Al limite puoi avvertire malditesta o vertigini, l'ho visto di persona su una coppia di anziani tedeschi che arrivata in cima all'aiguille era visibilmente provata e in confusione, infatti gli addetti della funivia hanno consigliato di scendere almeno all'intermedio e magari riprovare a salire più tardi.
 
ci pensavo giusto ieri a sta cosa, ma non so che controindicazioni ci siano e che eventuali precauzioni si possano prendere, arriverà Ami
 
Bere molto aiuta per l'altitudine.
Però più che l'altitudine il problema credo sia la velocità con cui si sale di quota, e per quello non ci si può fare molto.
 
Posso raccontare la mia esperienza, maturata con persone senza patologie specifiche che pero' non sono anziane (eta' compresa tra 20 e 55 anni).

Spesso andiamo a sciare a Cervinia 'in giornata', partendo da Genova (90m slm) e salendo sempre fino al Plateau Rosa (quasi 3.500m slm) e spesso anche fino al Piccolo Cervino (quasi 3.900m slm).

All'inizio prendevamo gli impianti a Cervinia e salivamo fino al Plateau Rosa, passando da 90m slm a quasi 3.500m slm in circa 3 ore e mezza (e dai 550m slm di Chatillon ai quasi 3.500m del Plateau Rosa a volte in meno di 1 ora e mezza).

Ad alcuni di noi (non a me) a volte e' capitato di svenire o di essere sul punto di svenire, sempre sulla funivia nella tratta tra Cime Bianche ed il Plateau Rosa.

Dopo averne parlato con alcuni amici medici, abbiamo adottato l'opzione di prendere gli impianti a Valtournenche (circa 1.600m slm), scollinando subito sul versante di Cervinia (e quindi arrivando fino alla quota di circa 3.000m slm) ma senza salire subito fino ai 3.500m slm e soprattutto aumentando l'altitudine con piu' gradualita'.

Da allora a nessuno del nostro gruppo e' piu' accaduto di svenire o di essere sul punto di svenire.
 

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...spesso andiamo a sciare a Cervinia 'in giornata', partendo da Genova (90m slm) e salendo sempre fino al Plateau Rosa (quasi 3.500m slm) e spesso anche fino al Piccolo Cervino (quasi 3.900m slm).

La "sindrome del ligure" è piuttosto comune, e capita anche a quote più basse, tipo la thuile, courma, o anche solo il passo dei salati.

E' comunque soggettiva, ma più comune per chi abita al livello del mare, si è abituati a quella quota e sbalzati a più di 3000m in meno di 2 ore si avvertono dei mancamenti, è una condizione temporanea, di norma basta fermarsi al rifugio delle guide, bere qualcosa di zuccherato, e passa, ma il consiglio di salire più lentamente è sensatissimo ed è bene applicarlo per chi patisce, a me un ligure è svenuto in braccio appena scesi da plateau, tanti anni fa, mi ricordo che ce l'avevo di fronte, era bianchissimo e mi aspettavo mi vomitasse addosso, appena usciti l'ho visto andar giù e l'ho preso al volo... poi mentre si riprendeva gli ho chiesto di dov'era ed ha esordito con "belin"... da li la "sindrome del ligure"!
 
la sindrome del ligure è legata alla salita verso Zermatt, perché li va fatto il giornaliero internazionale che viene quasi 70€

HIHIHI

a parte gli scherzi, anche mio figlio una volta al piccolo è stato poco bene, certamente causato da quota e velocità di salita
 
Anche io quando sono salito alla aiguille du midi per una gita in giornata e non c'era ancora la skyway ( pertanto tre funivia più la cabinovia panoramica) ho avuto mal di testa, ma solo dopo la discesa. ed è durato per tutta la sera. Tra l'altro alloggiavo in valle, Quindi ho fatto m.1000-3800 e ritorno in modo non repentino.
 
Io non guarderei il dislivello, ma la quota finale. E mi farei problemi solo se superiore ai 3000 m.
Tutti, deboli, anziani prendono l'aereo. È pressurizzato, ma praticamente mai a 0 m, di solito a 2000/2400 m. E il passaggio dalla pressione a 0/100 m, a quella di crociera avviene in pochi minuti. Se si parte dal livello del mare sono 2000 m di dislivello in pochi minuti e a parte le orecchie tappate, non succede niente di che.
Quindi più che lo sbalzo in sé, secondo me, conta la quota finale.
 
È legato all’altitudine e all’abbassamento rapido della saturazione di ossigeno nel sangue. Passare a 0 a 1500 m in due minuti non provoca nulla (ma anche di più, gli aerei sono pressurizzati a 2400 m max, sui voli intercontinentali in genere si è a 2000-2200m).
Quando si va oltre i 2500 m possono iniziare i problemi.
Il tempo intercorso, per la situazione classica dello sciatore, è ininfluente, perché l’acclimatamento si fa in tempi più lunghi. Più che altro se si sale piano e si fanno pause (parlo di quote <3500m, per persone in buona salute), è più che altro adattarsi un po’ ai sintomi.
È però vero che per persone anziane (non per l’età ma per lo stato in cui spesso versano i vasi cerebrali, polmoni ecc) possono aver problemi anche importanti alle quote >3000m (la saturazione di ossigeno a 3000m è 89-90% per un soggetto giovane e sano). Comunque argomento molto interessante che meriterebbe un momento in più.
 
Potete spiegarmi meglio la questione della saturazione della ossigeno a quote >3000 e cosa comporta?
Grazie
 
Fino a 3000 metri la pressione parziale di ossigeno non crea problemi di saturazione, ma sopra i 3000 (quando la pressione parziale di ossigeno cala sotto i 60mmHg) la saturazione dell' emoglobina cala in modo sensibile. L'emoglobina è quella componente dei globuli rossi che si occupa di legare e rilasciare l'ossigeno ai tessuti. Meno saturata è l'emoglobina, meno ossigeno è disponibile per i tessuti.
E quindi il paziente tende ad aumentare gli atti respiratori, ad avere tachicardia: in questo modo il cerca di tamponare la carenza di ossigeno. Ma è un tamponamento poco funzionale, che se si protrae può portare anche ad alcalosi respiratoria.

L'alta quota, comunque, genera il "mal di montagna" (in genere a partire dai 2500 metri).
E' presente solitamente cefalea.
Il paziente è sonnolento, poco vigile. Ci sono anche vertigini.
Gli atti respiratori sono profondi, seguiti da pause. Si può anche apprezzare una pulsazione alla tempia.
Quando apprezzate un paziente in questa situazione, meglio scendere di quota.

Occhio a dire "non guarderei il dislivello, ma la quota finale"!!!!
Sono entrambi parametri rilevanti! E' importantissimo, però, che la salita di quota sia graduale, in modo da favorire l'acclimatamento!
 
Hai ragione, non sono un medico e potrei sottovalutare il dislivello in sé.
Ma è un fatto che chiunque prende un aereo a Genova (per fare un esempio), si ritrova da 0 a 2400 m nel giro di una manciata di minuti. E in questo senso non ci sono particolari controindicazioni per anziani, bambini o altri soggetti deboli, se non in presenza di problematiche specifiche.
È anche vero che tanti medici non hanno la minima idea della cosa e credono che la presurizzazione garantisca una pressione interna paragonabile a quella della pianura.
 
Il paragone con l'aereo c'entra poco. Una cosa è stare seduti fermi immobili in aereo, un'altra camminare, magari in salita, alla stessa altitudine.
Il fabbisogno di ossigeno è molto diverso e di conseguenza i fastidi dovuti all'aria rarefatta.
Io, per dire, a 5000 metri non avverto alcun sintomo dell'altitudine, seduta su un bus. Ma se scendo e inizio a camminare ho il fiatone dopo 10 passi, anche in piano.
 
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