Quest'estate mi muovo poco con la macchina ma molto a piedi quindi vi dovete sorbire ancora Piccole Dolomiti. Sono però alla ricerca di varianti e sentieri dimenticati in cui si riesca a fare un giro provando un po' di "emozione in più". Sto scoprendo sentieri in cui ci passano solo camosci ed insetti, sentieri nei quali oltre a lottare con la fatica devi anche avere un tergicristallo per le ragnatele.
Grazie a questo sito ne sono riuscito a beccare uno bellissimo sul Carega: https://thed00rsofperception.wordpress.com/2018/07/06/sentiero-dei-contrabbandieri-carega/ (grazie all'autore, che bello che qualcuno ancora scriva contenuti con del testo e informazioni solide e concrete e non solo 4 foto veloci briciole di nulla).
Il sentiero dei Contrabbandieri sul Carega è uno di questi. Non si trova più sulle cartine. Forse una volta ho intuito fosse segnato con il numero 6. Chi a casa ha libri vecchi e cartine vecchie, magari genitori appassionati della zona può farsi raccontare qualcosa di questo MERAVIGLIOSO seppur breve sentiero?
Cartina del giro completo.
Il sentiero dei Contrabbandieri è uno dei tanti modi per salire in Carega. Si trova tra il Vajo Pelegatta ed il famosissimo (a ragione!) Vajo scuro (alcuni report: vajo scuro 1 e vajo scuro 2).
La prima parte è comune all'itinerario del Vajo Scuro.
Si risale faticolsamente una parte del Vajo Ghimbalte.
I tratti più scivolosi sono stati attrezzati.
Ambiente del Vajo Ghimbalte.
Il Sentiero dei Contrabbandieri vero e proprio parte dalla Sellette delle Poe, una sella che si raggiunge 5 minuti prima di iniziare la discesa nel Vajo Lovaraste nel caso si proseguisse per il Vajo Scuro. La Selletta Poe si riconosce per la bella guglia di roccia e per una croce mezza rotta.
Su un sasso in vernice nera sbiadita c'è scritto "Contrabbandieri". Nelle vicinanze si intuisce una traccia di sentiero che sale una ripida pala erbosa.
La croce che segna la Selletta Poe
Una parte della pala erbosa da salire "a caso". La parte alta è nella nebbia.
Su un sasso con una invisibile scritta c'è il nome della Selletta Poe. Si nota se ci si stacca dal sentiero per andare a far foto o per fare i bisogni.
La scritta mimetizzata sul sasso. Il sentiero parte dietro quei due alberi. Come potete vedere è non del tutto evidente.
Questa prima parte è la più difficile sia perchè non si capisce mai se si è "nel giusto" sia perchè si cammina su folta vegetazione e ciuffi di erba che potrebbero essere scivolosi. Io sono salito rimanendo circa al centro del pendio e tutto sommato tranne qualche muretto da fare arrampicando e qualche passaggio "delicato" non ho trovato altre difficoltà fatta salva quella di salire "dritto per dritto" che richiede un po' di allenamento ai sentieri "a scaletta".
Dopo i primi metri si incontra questo segno di vernice che ci rassicura che il pendio erboso appena imboccato è quello giusto. Poi non ne ho più trovati fino in forcella.
Salita ripida e "con compagnia della vegetazione".
In fondo la Selletta Poe.
Quello è il sentiero per il Vajo Scuro.
Ancora ripida salita su ciuffi d'erba. Noi sciatori con il fatto che abbiamo sensibilità e propriocettività siamo molto avvantaggiati su questi terreni,
La pendenza c'è tutta. Meglio non ruzzolare.
Quando il pendio erboso si restringe finalmente si notano alcuni segni di vernice vecchissima sulla sinistra che ci fanno capire finalmente di essere "nel giusto".
Si svolta verso sinistra e finalmente una doccia di "sicurezza": un segno di vernice!
Ultima ripida rampa prima della forcella.
Si sale fino ad una bella forcella e finalmente il sentiero torna ad essere visibile.
La forcella dovrebbe essere molto panoramica...
Finalmente il sentiero prende forma.
Ed anche i segni di vernice sono meno consumati dal sole.
Purtroppo ho fatto il giro nella nebbia ma conto di tornarci. Sinteticamente: si sale ad una seconda forcella. Si fa un traverso sopra un vajo. Si torna a salire sotto delle rocce per pendio erboso.
Forcella e poi lungo traverso.
Si arriva in una zona rocciosa molto affascinante. Sulla sinistra ci sono dei canalini di roccia. Quello segnalato da un ometto di sassi è quello da arrampicare.
Canalino da arrampicare: facile atleticamente parlando. Vietato muovere sassi nel modo più assoluto.
Il canalino è bollato con i segni. Serve una vista da falco per accorgersi dei segni
Si sale ancora per un ripido pendio di erba misto roccia e ad una forcellina ci si immette nel sentiero del Fumante, lo stesso di chi arriva dal Vajo Scuro o dal Giaron della Scala.
E poi il giro è quello che avete già visto molte volte. Ma con il gioco di nubi e cielo è stato molto affascinante.
Cima Centrale.
Il famoso passaggio esposto del Fumante.
Sentiero verso il Carega.
Proseguo verso Bocchetta Fondi.
Sentiero E5 particolarmente esposto: fare attenzione.
Cima Mosca per metà immersa nelle nubi.
Panoramica sui sentieri appena percorsi.
Panorama verso il lato Trentino da Cima Carega.
Al ritorno decido di fare la variante per Cima Plische: quella indicata nella foto.
Vetta di Cima Plische.
E da Cima Plische scendo "fuoripista" fino a reincontrare il sentiero 182 e poi già alla Gazza.
Un giro molto bello... e questo l'ho già detto cento volte anche per il Vajo Scuro, Pelegatta e tutti gli altri.
Il sentiero dei Contrabbandieri permette di salire in completa solitudine per uno dei lati più selvaggi e dimenticati del Carega... non che il Vajo Scuro sia una processione ininterrotta di persone ma sul Contrabbandieri a giudicare dalle orme e dallo stato del sentiero se ne trovano zero con assoluta certezza. Buone escursioni
Parentesi: è stato il primo trekking serio con le nuove scarpe. Buone, tengono bene, buona sensibilità ma secche. Leggere e ammortizzare a sufficienza ma meno delle Hierro 3. Al momento per me vincono le NB Hierro V3 per 3 a 1, ma prima ci faccio altri giri. Spero che i consigli su un uso max di 400 km sia stato scritto con uno 0 in meno altrimenti sono già a oltre un decimo di vita. Magari fra qualche giorno scrivo 2 impressioni organizzate bene sulle differenze che ho riscontrato, magari a qualcuno potrebbe interessare. Non è affatto brutto come sport il "trekking veloce".
Grazie a questo sito ne sono riuscito a beccare uno bellissimo sul Carega: https://thed00rsofperception.wordpress.com/2018/07/06/sentiero-dei-contrabbandieri-carega/ (grazie all'autore, che bello che qualcuno ancora scriva contenuti con del testo e informazioni solide e concrete e non solo 4 foto veloci briciole di nulla).
Il sentiero dei Contrabbandieri sul Carega è uno di questi. Non si trova più sulle cartine. Forse una volta ho intuito fosse segnato con il numero 6. Chi a casa ha libri vecchi e cartine vecchie, magari genitori appassionati della zona può farsi raccontare qualcosa di questo MERAVIGLIOSO seppur breve sentiero?
Cartina del giro completo.
Il sentiero dei Contrabbandieri è uno dei tanti modi per salire in Carega. Si trova tra il Vajo Pelegatta ed il famosissimo (a ragione!) Vajo scuro (alcuni report: vajo scuro 1 e vajo scuro 2).
La prima parte è comune all'itinerario del Vajo Scuro.
Si risale faticolsamente una parte del Vajo Ghimbalte.
I tratti più scivolosi sono stati attrezzati.
Ambiente del Vajo Ghimbalte.
Il Sentiero dei Contrabbandieri vero e proprio parte dalla Sellette delle Poe, una sella che si raggiunge 5 minuti prima di iniziare la discesa nel Vajo Lovaraste nel caso si proseguisse per il Vajo Scuro. La Selletta Poe si riconosce per la bella guglia di roccia e per una croce mezza rotta.
Su un sasso in vernice nera sbiadita c'è scritto "Contrabbandieri". Nelle vicinanze si intuisce una traccia di sentiero che sale una ripida pala erbosa.
La croce che segna la Selletta Poe
Una parte della pala erbosa da salire "a caso". La parte alta è nella nebbia.
Su un sasso con una invisibile scritta c'è il nome della Selletta Poe. Si nota se ci si stacca dal sentiero per andare a far foto o per fare i bisogni.
La scritta mimetizzata sul sasso. Il sentiero parte dietro quei due alberi. Come potete vedere è non del tutto evidente.
Questa prima parte è la più difficile sia perchè non si capisce mai se si è "nel giusto" sia perchè si cammina su folta vegetazione e ciuffi di erba che potrebbero essere scivolosi. Io sono salito rimanendo circa al centro del pendio e tutto sommato tranne qualche muretto da fare arrampicando e qualche passaggio "delicato" non ho trovato altre difficoltà fatta salva quella di salire "dritto per dritto" che richiede un po' di allenamento ai sentieri "a scaletta".
Dopo i primi metri si incontra questo segno di vernice che ci rassicura che il pendio erboso appena imboccato è quello giusto. Poi non ne ho più trovati fino in forcella.
Salita ripida e "con compagnia della vegetazione".
In fondo la Selletta Poe.
Quello è il sentiero per il Vajo Scuro.
Ancora ripida salita su ciuffi d'erba. Noi sciatori con il fatto che abbiamo sensibilità e propriocettività siamo molto avvantaggiati su questi terreni,
La pendenza c'è tutta. Meglio non ruzzolare.
Quando il pendio erboso si restringe finalmente si notano alcuni segni di vernice vecchissima sulla sinistra che ci fanno capire finalmente di essere "nel giusto".
Si svolta verso sinistra e finalmente una doccia di "sicurezza": un segno di vernice!
Ultima ripida rampa prima della forcella.
Si sale fino ad una bella forcella e finalmente il sentiero torna ad essere visibile.
La forcella dovrebbe essere molto panoramica...
Finalmente il sentiero prende forma.
Ed anche i segni di vernice sono meno consumati dal sole.
Purtroppo ho fatto il giro nella nebbia ma conto di tornarci. Sinteticamente: si sale ad una seconda forcella. Si fa un traverso sopra un vajo. Si torna a salire sotto delle rocce per pendio erboso.
Forcella e poi lungo traverso.
Si arriva in una zona rocciosa molto affascinante. Sulla sinistra ci sono dei canalini di roccia. Quello segnalato da un ometto di sassi è quello da arrampicare.
Canalino da arrampicare: facile atleticamente parlando. Vietato muovere sassi nel modo più assoluto.
Il canalino è bollato con i segni. Serve una vista da falco per accorgersi dei segni
Si sale ancora per un ripido pendio di erba misto roccia e ad una forcellina ci si immette nel sentiero del Fumante, lo stesso di chi arriva dal Vajo Scuro o dal Giaron della Scala.
E poi il giro è quello che avete già visto molte volte. Ma con il gioco di nubi e cielo è stato molto affascinante.
Cima Centrale.
Il famoso passaggio esposto del Fumante.
Sentiero verso il Carega.
Proseguo verso Bocchetta Fondi.
Sentiero E5 particolarmente esposto: fare attenzione.
Cima Mosca per metà immersa nelle nubi.
Panoramica sui sentieri appena percorsi.
Panorama verso il lato Trentino da Cima Carega.
Al ritorno decido di fare la variante per Cima Plische: quella indicata nella foto.
Vetta di Cima Plische.
E da Cima Plische scendo "fuoripista" fino a reincontrare il sentiero 182 e poi già alla Gazza.
Un giro molto bello... e questo l'ho già detto cento volte anche per il Vajo Scuro, Pelegatta e tutti gli altri.
Il sentiero dei Contrabbandieri permette di salire in completa solitudine per uno dei lati più selvaggi e dimenticati del Carega... non che il Vajo Scuro sia una processione ininterrotta di persone ma sul Contrabbandieri a giudicare dalle orme e dallo stato del sentiero se ne trovano zero con assoluta certezza. Buone escursioni
Parentesi: è stato il primo trekking serio con le nuove scarpe. Buone, tengono bene, buona sensibilità ma secche. Leggere e ammortizzare a sufficienza ma meno delle Hierro 3. Al momento per me vincono le NB Hierro V3 per 3 a 1, ma prima ci faccio altri giri. Spero che i consigli su un uso max di 400 km sia stato scritto con uno 0 in meno altrimenti sono già a oltre un decimo di vita. Magari fra qualche giorno scrivo 2 impressioni organizzate bene sulle differenze che ho riscontrato, magari a qualcuno potrebbe interessare. Non è affatto brutto come sport il "trekking veloce".