Edo
???
Buonasera,
Ecco l'ultimo réportage francese della stagione, riguardante un'altra piccola e semisconosciuta località minore d'oltralpe.
Questo comprensorio, che si trova amministrativamente all'interno del trentanovesimo dipartimento transalpino in ordine alfabetico, le cui discese si effettuano più precisamente lungo i pendii appartenenti all'ineffabile comune di "La Morte", è composto da una decina di impianti, seggiovie ad ammorsamento fisso e skilift e da un certo numero di piste che partono da un'altitudine minima di 1367 metri per raggiungere i 2184 metri della vetta più elevata del domaine.
Il plus del comprensorio è, per gli appassionati del genere, proprio la presenza di molti téléskis ad ammorsamento automatico che servono la totalità delle piste del comprensorio in altitudine, una situazione oramai sempre più rara da trovare come già ho scritto numerose volte.
E' altresì interessante notare che una volta questo comprensorietto era collegato ad un'altra località situata dall'altra parte della montagna, che però - e questo è il vero aspetto curioso della questione perché ci troviamo pur sempre nella patria delle piccole e medie località che nessuno capisce bene come facciano ad essere tutte ancora aperte ma che sembrano godere tutte di buona salute - e non nel basso Piemonte o in Appennino, è stata abbandonata. Creata negli anni ottanta e rimasta in funzione per solamente una quindicina d'anni: non credo che esistano altre situazioni del genere dai nostri cugini non troppo amati ma che, come oramai si dovrebbe essere ben capito, il turismo sanno come amministrarlo per bene.
https://stationsfantomes.wordpress.com/2016/09/23/saint-honore-1500-la-chaud/
https://monsieuretmadameshoes.com/urbex/station-de-ski-abandonnee-saint-honore-1500/
Insomma, non c'è tanto altro da dire se non che anche laddove nessuno si aspetterebbe di trovarla, perché la zona è più che altro rinomata per i due grandi comprensori che ci sono nelle vicinanze ed il 99,9 percento dei viaggiatori transitano sulla strada principale in fondovalle ignorando bellamente il bivio per questa località (come ho fatto tra l'altro io fino al mese scorso), si trova l'ennesima ed anonima località sciistica, ma che in un modo o nell'altro gode appunto ancora di sufficiente salute per essere ancora in funzione.
Adesso qualche fotografia:
L'accesso alle piste, una volta raggiunto stradalmente da una delle due direzioni possibili il colle della morta, si effettua tramite una seggiovia quadriposto fissa Poma. Un impianto del tutto comune oltralpe, e sicuramente non un motivo di attrattività per l'appassionato di sistemi funiviari. Tramite una seconda seggiovia, identica alla prima come configurazione (anche se ha subito un allungamento della linea un po' di anni fa, grazie all'utilizzo di alcuni elementi provenienti da una delle due seggiovie presenti un tempo sul versante abbandonato) si accede alle piste in altitudine. Si può dire che questo comprensorio è formato da appunto due versanti, quello basso con le piste che scendono in paese e quello alto con le piste in altitudine ma dove si trovano solamente degli skilift:
Risalita con la successiva seggiovia:
Una volta in cima alla seconda seggiovia, con una pista si può accedere alle piste "alte":
La sciovia Les Pâtres:
Una delle piste blu, a sinistra nella skimap guardando a monte:
E lo skilift Ollière, impianto che una volta permetteva di collegarsi con la località oramai abbandonata e che formava l'altra metà (in realtà sarà stata solamente un 30% del totale ad uno sguardo veloce) del comprensorio sciistico intervallivo:
Ingrandimento sulle piste di Chamrousse:
E discesa dalla cima dello skilift:
Mi sposto ora verso lo skilit opposto, il téléski du Parché, il più lungo dei téléskis presenti:
Questo è invece lo skilift Perollier, il più ripido nella seconda parte della risalita:
Un ultimo skilift si trova nel punto più panoramico del comprensorio:
Pista blu Combe Belle:
E risalita con il téléski difficile:
Dalla cima del quale partono due piste un po' corte ma piacevoli:
Una terza brutta (perché io trovo questo tipo di seggiovia il più brutto ed anonimo che sia mai stato costruito) seggiovia permette di ritornare sull'altro versante:
A questo punto è il momento di testare, come in ogni località oltremontana che si possa rispettare, la pista nera "cult" non addomesticata e lasciata allo stato brado della skiarea. Pensate per accontentare gli sciatori duri e puri, quelli che non sopportano i gingilli tecnologici e le fighetterie dello sci 2.0 e che scendono, guardando con aria di sufficienza e di superiorità il turistame che invade il muro di Portavescovo un mezzogiorno di marzo, con i completi griffati e gli sci da 1000 euro ma che arranca più di una colonia di pinguini nel deserto del Kizilkum, sbadigliando con aria annoiata e con una marlboro tra le dita perché quel giorno le gobbe non sono sufficientemente alte per i loro gusti, queste discese sono interessanti perché presentano una varietà di fondi, di pendenze e di accessori (intesi come eventuali ostacoli naturali presenti in mezzo alla pista) curiosi all'occhio del turista straniero e che la dicono lunga sulle differenze di concezione e di gestione dell'argomento in questione che intercorrono tra i due lati opposti delle Alpi. Aspetto reso ancor più curioso ad esempio dal fatto che in Francia è stata istituita negli ultimi anni una legislazione stradale così repressiva e draconiana da far impallidire le 55 miglia orarie sulle autostrade a dieci corsie americane di qualche decennio fa, partendo da una situazione del tutto opposta e simile a quella delle piste da sci. Che in futuro non accada lo stesso anche in montagna e che queste piste non saranno che un bel ricordo dei tempi passati ed al loro posto ci saranno ski-(high)ways più larghe di quelle di Livigno e con pendenze più omogenee di quelle dell'Alpe Cermis, ingabbiate in doppie reti di protezione da cinque metri d'altezza da entrambi i lati e controllate da droni volanti pronti a colpire con una scarica elettrica il temerario sciatore che osasse avventurarsi al di fuori di esse?
In ogni caso, sperando per ciò che mi riguarda che ciò non si verifichi mai, anche se vista la piega che sta prendendo la società non ci metterei del tutto la mano sul fuoco, per il momento che ci crediate o no, questa è una pista da sci regolarmente aperta:
D'altronde, sarebbe un peccato rinunciarci solo perché il primo tratto presenta qualche leggera difficoltà. Il resto della pista non sarebbe altrimenti accessibile e verrebbe meno appunto il plusvalore della località da me citato in precedenza:
In ogni caso, questa pista ad un certo punto finisce e ritorna nella civiltà, raggiungendo la partenza degli skilift Chochettes:
Con lo skilift Cochette sinistro si raggiunge di nuovo la zona centrale dove ci sono le due seggiovie e dove terminerò la giornatina di sci ripetendo un po' di volte le piste centrali fino all'ora di chiusura:
E' tutto: salutando, per questa volta ancora in vita il sinistro valico alpino, mi metto in viaggio verso l'oramai arcinota città capoluogo della regione verso il comprensorio dei sette laghi, le cui piste da discesa sono già state adeguatamente descritte.
:skiciao:
Ecco l'ultimo réportage francese della stagione, riguardante un'altra piccola e semisconosciuta località minore d'oltralpe.
Questo comprensorio, che si trova amministrativamente all'interno del trentanovesimo dipartimento transalpino in ordine alfabetico, le cui discese si effettuano più precisamente lungo i pendii appartenenti all'ineffabile comune di "La Morte", è composto da una decina di impianti, seggiovie ad ammorsamento fisso e skilift e da un certo numero di piste che partono da un'altitudine minima di 1367 metri per raggiungere i 2184 metri della vetta più elevata del domaine.
Il plus del comprensorio è, per gli appassionati del genere, proprio la presenza di molti téléskis ad ammorsamento automatico che servono la totalità delle piste del comprensorio in altitudine, una situazione oramai sempre più rara da trovare come già ho scritto numerose volte.
E' altresì interessante notare che una volta questo comprensorietto era collegato ad un'altra località situata dall'altra parte della montagna, che però - e questo è il vero aspetto curioso della questione perché ci troviamo pur sempre nella patria delle piccole e medie località che nessuno capisce bene come facciano ad essere tutte ancora aperte ma che sembrano godere tutte di buona salute - e non nel basso Piemonte o in Appennino, è stata abbandonata. Creata negli anni ottanta e rimasta in funzione per solamente una quindicina d'anni: non credo che esistano altre situazioni del genere dai nostri cugini non troppo amati ma che, come oramai si dovrebbe essere ben capito, il turismo sanno come amministrarlo per bene.
https://stationsfantomes.wordpress.com/2016/09/23/saint-honore-1500-la-chaud/
https://monsieuretmadameshoes.com/urbex/station-de-ski-abandonnee-saint-honore-1500/
Insomma, non c'è tanto altro da dire se non che anche laddove nessuno si aspetterebbe di trovarla, perché la zona è più che altro rinomata per i due grandi comprensori che ci sono nelle vicinanze ed il 99,9 percento dei viaggiatori transitano sulla strada principale in fondovalle ignorando bellamente il bivio per questa località (come ho fatto tra l'altro io fino al mese scorso), si trova l'ennesima ed anonima località sciistica, ma che in un modo o nell'altro gode appunto ancora di sufficiente salute per essere ancora in funzione.
Adesso qualche fotografia:
L'accesso alle piste, una volta raggiunto stradalmente da una delle due direzioni possibili il colle della morta, si effettua tramite una seggiovia quadriposto fissa Poma. Un impianto del tutto comune oltralpe, e sicuramente non un motivo di attrattività per l'appassionato di sistemi funiviari. Tramite una seconda seggiovia, identica alla prima come configurazione (anche se ha subito un allungamento della linea un po' di anni fa, grazie all'utilizzo di alcuni elementi provenienti da una delle due seggiovie presenti un tempo sul versante abbandonato) si accede alle piste in altitudine. Si può dire che questo comprensorio è formato da appunto due versanti, quello basso con le piste che scendono in paese e quello alto con le piste in altitudine ma dove si trovano solamente degli skilift:
Risalita con la successiva seggiovia:
Una volta in cima alla seconda seggiovia, con una pista si può accedere alle piste "alte":
La sciovia Les Pâtres:
Una delle piste blu, a sinistra nella skimap guardando a monte:
E lo skilift Ollière, impianto che una volta permetteva di collegarsi con la località oramai abbandonata e che formava l'altra metà (in realtà sarà stata solamente un 30% del totale ad uno sguardo veloce) del comprensorio sciistico intervallivo:
Ingrandimento sulle piste di Chamrousse:
E discesa dalla cima dello skilift:
Mi sposto ora verso lo skilit opposto, il téléski du Parché, il più lungo dei téléskis presenti:
Questo è invece lo skilift Perollier, il più ripido nella seconda parte della risalita:
Un ultimo skilift si trova nel punto più panoramico del comprensorio:
Pista blu Combe Belle:
E risalita con il téléski difficile:
Dalla cima del quale partono due piste un po' corte ma piacevoli:
Una terza brutta (perché io trovo questo tipo di seggiovia il più brutto ed anonimo che sia mai stato costruito) seggiovia permette di ritornare sull'altro versante:
A questo punto è il momento di testare, come in ogni località oltremontana che si possa rispettare, la pista nera "cult" non addomesticata e lasciata allo stato brado della skiarea. Pensate per accontentare gli sciatori duri e puri, quelli che non sopportano i gingilli tecnologici e le fighetterie dello sci 2.0 e che scendono, guardando con aria di sufficienza e di superiorità il turistame che invade il muro di Portavescovo un mezzogiorno di marzo, con i completi griffati e gli sci da 1000 euro ma che arranca più di una colonia di pinguini nel deserto del Kizilkum, sbadigliando con aria annoiata e con una marlboro tra le dita perché quel giorno le gobbe non sono sufficientemente alte per i loro gusti, queste discese sono interessanti perché presentano una varietà di fondi, di pendenze e di accessori (intesi come eventuali ostacoli naturali presenti in mezzo alla pista) curiosi all'occhio del turista straniero e che la dicono lunga sulle differenze di concezione e di gestione dell'argomento in questione che intercorrono tra i due lati opposti delle Alpi. Aspetto reso ancor più curioso ad esempio dal fatto che in Francia è stata istituita negli ultimi anni una legislazione stradale così repressiva e draconiana da far impallidire le 55 miglia orarie sulle autostrade a dieci corsie americane di qualche decennio fa, partendo da una situazione del tutto opposta e simile a quella delle piste da sci. Che in futuro non accada lo stesso anche in montagna e che queste piste non saranno che un bel ricordo dei tempi passati ed al loro posto ci saranno ski-(high)ways più larghe di quelle di Livigno e con pendenze più omogenee di quelle dell'Alpe Cermis, ingabbiate in doppie reti di protezione da cinque metri d'altezza da entrambi i lati e controllate da droni volanti pronti a colpire con una scarica elettrica il temerario sciatore che osasse avventurarsi al di fuori di esse?
In ogni caso, sperando per ciò che mi riguarda che ciò non si verifichi mai, anche se vista la piega che sta prendendo la società non ci metterei del tutto la mano sul fuoco, per il momento che ci crediate o no, questa è una pista da sci regolarmente aperta:
D'altronde, sarebbe un peccato rinunciarci solo perché il primo tratto presenta qualche leggera difficoltà. Il resto della pista non sarebbe altrimenti accessibile e verrebbe meno appunto il plusvalore della località da me citato in precedenza:
In ogni caso, questa pista ad un certo punto finisce e ritorna nella civiltà, raggiungendo la partenza degli skilift Chochettes:
Con lo skilift Cochette sinistro si raggiunge di nuovo la zona centrale dove ci sono le due seggiovie e dove terminerò la giornatina di sci ripetendo un po' di volte le piste centrali fino all'ora di chiusura:
E' tutto: salutando, per questa volta ancora in vita il sinistro valico alpino, mi metto in viaggio verso l'oramai arcinota città capoluogo della regione verso il comprensorio dei sette laghi, le cui piste da discesa sono già state adeguatamente descritte.
:skiciao:
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