dall'escursione all'alpinismo : com'è giusto approcciasi?

Cocojambo

Ski & Beer
Secondo voi, com'è giusto approcciasi dalla semplice escursione all'alpinismo estremo?

Alcuni quesiti banali ad esempio

Posso fare un'escursione in scarpe da ginnastica o dove avere sempre almeno i Nepal ai piedi?

Se faccio dell'estremo il mio mestiere, è giusto che affronti sfide tendenzialmente mortali o c'è un limite?


Devo avere una attrezzatura minima per svolgere attività escursionistiche e/o alpinistiche ? in Caso affermativo, chi dovrebbe decidere qual'è l'attrezzatura minima indispensabile?

Chi ha il diritto di commentare sulle attività altrui?

Ovviamente questi sono solo esempi, puoi porre o disquisire su altri quesiti che ti garbano, sempre riferito all'argomento

Mi raccomando, non rispondere mentre guidi che è pericoloso
 
Conoscenza
Preparazione
Consapevolezza
Umiltà
Esperienza

E ricominciare.


C'è poi sempre il fattore C.
A volte passi su un V+ senza pensare al chiodo che hai 20m sotto, a volte voli su un III perché ti salta via un appoggio.
A volte passi tranquillo su un sentiero con un cavo d'acciaio o su roccette, a volte scivoli su un sentiero facile.

Non sei tu che decidi o scegli tutto al 100%, non metti la freccia e cambi strada.

Non ci sono scorciatoie, non è la montagna pret-a-porter, non è moda, è sacrificio in tutte le sue forme (tempo, impegno fisico, impegno mentale), non significa che devi soffrire come un cane, significa che ogni cosa ha il suo tempo e glielo devi dedicare.
E in un momento storico in cui si vuole tutto subito, tutto facile, tutto in mostra, tutto per tutti, TUTTO.... bisogna ricordare di darsi dei freni, anche solo nel parlare.
 
Secondo voi, com'è giusto approcciasi dalla semplice escursione all'alpinismo estremo?

Alcuni quesiti banali ad esempio

Posso fare un'escursione in scarpe da ginnastica o dove avere sempre almeno i Nepal ai piedi?

Se faccio dell'estremo il mio mestiere, è giusto che affronti sfide tendenzialmente mortali o c'è un limite?


Devo avere una attrezzatura minima per svolgere attività escursionistiche e/o alpinistiche ? in Caso affermativo, chi dovrebbe decidere qual'è l'attrezzatura minima indispensabile?

Chi ha il diritto di commentare sulle attività altrui?

Ovviamente questi sono solo esempi, puoi porre o disquisire su altri quesiti che ti garbano, sempre riferito all'argomento

Mi raccomando, non rispondere mentre guidi che è pericoloso

madflyhalf ha riassunto perfettamente il concetto:

Conoscenza
Preparazione
Consapevolezza
Umiltà
Esperienza

Appurato questo, uno per me può salire anche in cima all'everest in scarpe da ginnastica se ne è capace.
 
Certamente, ricerca dell'estremo non significa ad esempio ignorare i propri limiti.
Anzi, delle due è il contrario.

Prendete un Casarotto, una persona che ha sistematicamente alzato l'asticella del proprio limite, del limite umano allora, senza mai rinunciare ad un minimo di sicurezza come ad esempio l'autosicura, che lo portò ad affrontare vie e pareti impossibili per 3 volte, con zaini di 40kg sulle spalle, in condizioni di meteo estremo tra le mille altre cose.
La sfiga ha voluto che morisse per il cedimento di un ponte di neve, cioè la cosa più banale per uno che ha affrontato in solitaria in invernale lo Huascaran, il Bianco, il Mangart, il Denali...


E' che fondamentalmente è estremamente variabile il concetto di rischio, tutto qui.

Rischio è grado?
Rischio è esposizione al pericolo?
Esposizione come? Nella difficoltà, nell'ambiente, nel clima?

Il rischio è tutto questo e anche di più, l'umiltà è la capacità di gestirSI, purtroppo sappiamo che in alpinismo la storia non è scritta solo da questi 2 aspetti.

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madflyhalf ha riassunto perfettamente il concetto:

Conoscenza
Preparazione
Consapevolezza
Umiltà
Esperienza

Appurato questo, uno per me può salire anche in cima all'everest in scarpe da ginnastica se ne è capace.

Paradosso: cosa che non farà mai proprio per quei 5 aspetti che ha divorato prima.
 

.

ma l'umiltà può andare a braccetto con la ricerca dell'estremo?

L'umiltà è una cosa che serve sempre, anche in una partita a briscola. Tanto più se di mezzo c'è la pelle.

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E' che fondamentalmente è estremamente variabile il concetto di rischio, tutto qui.

Rischio è grado?
Rischio è esposizione al pericolo?
Esposizione come? Nella difficoltà, nell'ambiente, nel clima?

Il rischio è tutto questo e anche di più, l'umiltà è la capacità di gestirSI, purtroppo sappiamo che in alpinismo la storia non è scritta solo da questi 2 aspetti.

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Mah...bella domanda. Il rischio è molto soggettivo, percui tenderei a dire di no. Quello che tu ritieni rischioso magari per me può essere poco rischioso. Tornando alle regolette di prima il rischio lo diminuisci con conoscenza, preparazione ed esperienza. Più ne hai meno rischio corri. Anche di quelli oggettivi.


Paradosso: cosa che non farà mai proprio per quei 5 aspetti che ha divorato prima.

Mah...bella domanda. Il rischio è molto soggettivo, percui tenderei a dire di no. Quello che tu ritieni rischioso magari per me può essere poco rischioso. Tornando alle regolette di prima il rischio lo diminuisci con conoscenza, preparazione ed esperienza. Più ne hai meno rischio corri. Anche di quelli oggettivi.
 
c'è il solito rischio oggettivo, in primavera quando le neve si scioglie è facile che cadano sassi, mentre il rischio soggettivo è quello che mi creo/non creo con mie conoscenze e come mi comporto, non ho fiato e corro in salita?
devo fare una calata, so fare tutte le manovre di corda, ma non ho la corda, quindi torno indietro o scendo in altra maniera?
 
c'è il solito rischio oggettivo, in primavera quando le neve si scioglie è facile che cadano sassi, mentre il rischio soggettivo è quello che mi creo/non creo con mie conoscenze e come mi comporto, non ho fiato e corro in salita?
devo fare una calata, so fare tutte le manovre di corda, ma non ho la corda, quindi torno indietro o scendo in altra maniera?

Premesso che bisogna partire dal fatto che i rischi in montagna(come in tanti altri campi) non sono azzerabili, la conoscenza+l'esperienza+la preparazione sono quelli che ci permettono di ridurli il più possibile. Più il rischio è oggettivamente alto più devo prepararmi. Più lo conosco più lo riduco perchè meglio saprò affrontarlo.
Soprattutto in alpinismo l'estremo è una scala aperta senza limiti...ci sarà sempre qualcuno domani, che anche grazie alle esperienze o forse soprattutto grazie alle esperienze di quelli di oggi, saprà fare meglio.
Per questo i discorsi sull'altro topic sono sbagliati. Lo sperone mummery non è impossibile. Tra qualche anno qualcuno lo farà statene certi, e lo saliranno anche grazie alle esperienze di nardi. E' solo questione di tempo e conoscenze.
Anche la parete nord dell'eiger all'epoca sembrava impossibile per i rischi oggettivi a cui ti esponeva quella parete. Oggi la salgono in 2h. E si è imparato che è meglio farle d'inverno piuttosto che d'estate.
 
Premesso che bisogna partire dal fatto che i rischi in montagna(come in tanti altri campi) non sono azzerabili, la conoscenza+l'esperienza+la preparazione sono quelli che ci permettono di ridurli il più possibile. Più il rischio è oggettivamente alto più devo prepararmi. Più lo conosco più lo riduco perchè meglio saprò affrontarlo.
Soprattutto in alpinismo l'estremo è una scala aperta senza limiti...ci sarà sempre qualcuno domani, anche grazie alle esperienze di quelli di oggi, che saprà fare meglio.
Per questo i discorsi sull'altro topic sono sbagliati. Lo sperone mummery non è impossibile. Tra qualche anno qualcuno lo farà statene certi, e lo saliranno anche grazie alle esperienze di nardi. E' solo questione di tempo e conoscenze.
Anche la parete nord dell'eiger all'epoca sembrava impossibile per i rischi oggettivi a cui ti esponeva quella parete. Oggi la salgono in 2h. E si è imparato che è meglio farle d'inverno piuttosto che d'estate.

il succo del mio quesito è un po' questo, se nessuno rischia di restarci, l'alpinismo estremo (ritenuto estremo in quell'era) non esisterebbe.

E' giusto che qualcuno rischi di restarci per propria gloria/ricompensa? O l'alpinismo estremo non dovrebbe esistere?
 
E' giusto che qualcuno rischi di restarci per propria gloria/ricompensa? O l'alpinismo estremo non dovrebbe esistere?

Più che giusto è normale. L'esplorazione verso l'ignoto è insito nell'istinto dell'uomo dalla notte dei tempi. E vale per tutti i campi. Se non ci fosse qualcuno che osa e spinge il limite attuale un passo più in là, staremmo ancora alle caverne e ai cavalli.
 
Parlando dei rischi oggettivi e del fattore sfiga:
tarda primavera 2014, vado a fare un giro sul Corno battisti, sentiero praticamente da nonne, banale: due camosci si mettono a correre, in alto, e mi arrivano giú dei sassi grandi come la mia faccia, mi ritengo miracolato a non averli presi in testa.

Parlando di alpinismo estremo e Nanga: quello non è alpinismo estremo, quello è stato sfidare qualcosa di praticamente matematico.
Se l' unico al mondo ad esserci passato (e c' ha perso il fratello) ti dice che è un suicidio, ci sarà un perché.

PROVOCAZIONE
Secondo voi partire per salire una cima, magari isolata, sotto un temporale della madonna, con fulmini che arrivano da ogni parte e la croce di vetta che se n' è già beccati un paio, ecco secondo voi quello è alpinismo estremo?
 
Parlando dei rischi oggettivi e del fattore sfiga:
tarda primavera 2014, vado a fare un giro sul Corno battisti, sentiero praticamente da nonne, banale: due camosci si mettono a correre, in alto, e mi arrivano giú dei sassi grandi come la mia faccia, mi ritengo miracolato a non averli presi in testa.

Parlando di alpinismo estremo e Nanga: quello non è alpinismo estremo, quello è stato sfidare qualcosa di praticamente matematico.
Se l' unico al mondo ad esserci passato (e c' ha perso il fratello) ti dice che è un suicidio, ci sarà un perché.

PROVOCAZIONE
Secondo voi partire per salire una cima, magari isolata, sotto un temporale della madonna, con fulmini che arrivano da ogni parte e la croce di vetta che se n' è già beccati un paio, ecco secondo voi quello è alpinismo estremo?
Il discorso della cima con i fulmini è un discorso diverso, vale per noi facciamo un'attivitá ricreativa, non per chi pratica altri livelli di alpinismo.

Cmq il fatto che messner ci sia passato sopravvivendo, anche se in discesa, limita già molto l'affermazione che ha fatto, ovvero che è un suicidio.
 
Il fratello c' ha lasciato le penne però...

Qua la difficoltà non era alpinistica, era ambientale.

Ecco, mi hai appena fatto venire in mente la risposta al quesito originario:
Alpinismo estremo è sfidare le difficoltà della montagna, ben diverso dal tirare ai dadi con la morte.

Il problema di quella via non è "tecnicamente posso farcela o no" (che potrebbe rientrare in alpinismo estremo), il problema di quella via è "mentre salgo viene giú una valanga o no" (che rientra nella sfida alla sorte).
 
È che è tutto così aleatorio e... in una zona grigia, che la definizione di alpinismo non è così Chiara e anzi, ha già dentro di sè una componente di estremo non trascurabile.

È più facile dire cosa alpinismo NON è...

È un'attività (Non uno sport, nonostante qualcuno provi a farlo passare per tale) che è legata profondamente all'animo umano, al subconscio del singolo e collettivo che sta dentro ognuno di noi, che in qualcuno esce più che in altri, che fa andare verso l'esplorazione dell'ignoto, sia esso ambientale o personale.

Basta leggere 2-3 righe dei più grandi alpinisti al mondo (3 a caso: Bonatti, Messner, Casarotto) per capire che non si può ridurre tutto al difficile/facile, impossibile/possibile... Ma a qualcosa di molto più profondo e di una motivazione ancestrale in ciò che alcuni hanno fatto, fanno e faranno sempre...

Senza considerare la pura motivazione personale, specifica per ciascun singolo che infila un paio di scarponi ai piedi e inizia a camminare/scalare...


In ogni caso tali motivazioni, siano esse personali o presenti nel subconscio sono sacrosante per ciascuno.

Non condivido nemmeno io l'esempio del salire su una montagna in mezzo ad un temporale.. Non È calzante
 
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