Situazione gente/affollamento/orde balorde 2019

Apro questo thread per capire una cosa:

sbaglio o in questa stagione, 2018-2019 c'è un fottigliardo di gente sugli sci, anche adesso?

Parlo di italiani, famiglie, gente in giro...
Non so, sarà che l'anno scorso ho sciato un po' meno a febbraio, ma non ricordo:

1) così tanto casino in A22 (non sciavo ma arrampicavo di più in zona Garda/Arco/VR)
2) così tanto casino in Appennino, esempio Corno alle Scale che quest'anno ha le webcam piene di gente anche durante la settimana!

Il 20 gennaio a Falcade e poi Lusia era pieno di gente!


Ok giornate belle e tempo stabile, aumentano la voglia di sciare a chi ha bimbi etc... forse l'Italia non sta così male come qualcuno vuol far passare, ho visto TANTA TANTA gente principiante (a volte anche imbranati, le due cose non vanno di pari passo ovviamente)...


Insomma chiedo: avete anche voi avete la sensazione che quest'anno ci sia un botto di gente in più sulle piste?

E' un bene o un male?
Forse il discorso qui è ampio: chiaro che in Dolomiti e nei comprensori alpini ci sarà sempre tanta gente, i consorzi funzionano, ed è in cuor nostro che speriamo SEMPRE che non ci sia nessuno.
Discorso diverso per i comprensori esempio dell'Appennino che più gente hanno fuori dalle classiche festività, meglio è... anche se i nostri zigrèd spod per fare sciate in tranquillità in settimana, anche in pista ma piuttosto che veder chiudere comprensori vicini e comodi perché non campano, meglio così!

Ed a me interessa approfondire anche: "quanti parlano italiano e quanti no"? E non parlo dei tedescofoni di alto adige ma dell'Est. Si potrebbero dire un fottigliardo di considerazioni in merito partendo dalla demagoga "alcune località italiane non sono più a portata di italiani". O si potrebbe dire, l'italia non è più al passo con il resto dei paesi... le località turistiche con respiro internazionale lo mostrano fin troppo chiaramente.

Vedere schiere di veneti prendere birre piccole o addirittura non fare sosta birra è un segnale molto peggiore di quelli dati da ISTAT. Dubito sia dovuto al fatto che non ci sia più sete... temo sia dovuto a prezzi tarati sui prezzi dei "cappottini per i cani".

Tempo fa apparivano scritte del tipo:
"I vostri etilometri non fermeranno la nostra sete"
purtroppo ci stanno riuscendo i prezzi.

Fabio ha detto:

Ed a me interessa approfondire anche: "quanti parlano italiano e quanti no"?

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ieri in seggiovia ho fatto due chiacchiere con una simpatica coppia svedese (a cui non ho mancato di far notare la pessima preparazione delle piste durante i mondiali )... ma ho beccato anche altre lingue a me ignote, parlate da gente che però non ha manifestato desiderio di conversare con me...


parlando di temi importanti: allo chalet cima uomo, birra media €4,50... affrontabile...

Per la cronaca secondo me anche oltreconfine diminuiscono gli austriaci, o forse è talmente soverchiante la presenza di gente dell'est (ma non solo) che si notano di meno.

Insomma è da chiarire se diminuiscono gli indigeni o c'è un'invasione di altri popoli allucinante.

Un amico di forum ha vaticinato che quando sui Carpazi e sui Tatra svilupperanno le potenzialità sciistiche di quei luoghi per l'Italia sarà dura. Chissà.

sono stato a madonna di campiglio due settimane fa..mi sembrava di stare all'estero..sentire una parola in italiano era una rarità.
Ormai i comprensori campano grazie agli stranieri.

Io ieri all'autogrill di Campogalliano orde di gente vestita da sci e accenti del centro-sud Italia.

Ma proprio orde, idem quel 20 gennaio a Lusia era italiani e basta (Falcade più est, ma riempito nel weekend di altri italiani)

Nelle ultime due settimane al Tonale c'è il mondo, in tutti i sensi: tanta gente e di provenienza più disparata. Olandesi, tedeschi, inglesi, tantissimi cechi, ma anche tante famiglie italiane, gente che si piglia il giorno di ferie per farsi la sciata settimanale. Insomma, a me pare che quest'anno stia tirando ben più dell'anno scorso nel medesimo periodo.

p.s: la birra è sacra, piuttosto non faccio lo skipass e vado su a piedi alla prima baita a bere

A me ieri ha impressionato la quantità di non sciatori.
La salita al Nuvolao era affollata come in agosto, roba che su secondo me non si stava sulla terrazza sul retro.

Forse è anche vero, mi sono detto, che c'è un turismo alternativo che può frequentare la montana anche senza sci e che dunque le località potrebbero investire in qualcosa di meno impattante che non gli impianti da sci, ma .....

c'è un MA

Che fa una località che investe sulle cose alternative se non c'è neve? Mette i cannoni in qua ed in là sulle passeggiate?

C'è da dire che l'Italiano normalmente prende ferie dal 27 dicembre al 6 gennaio, 20 al massimo, e poi ad agosto.
40 milioni di persone si riversano sulle stesse strade e località, nello stesso periodo, diversamente UK, Germania e paesi del nord, dove intelligentemente spalmano ferie durante l'anno in modo più o meno regolare, senza paralizzare totalmente il proprio paese... quindi li vedi più frequenti per una settimana intera anche a Febbraio, rispetto agli italiani.

alfpaip ha detto:

... ma ho beccato anche altre lingue a me ignote, parlate da gente che però non ha manifestato desiderio di conversare con me...

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magari erano donne... c'é sempre un perchè se certe cose accadono...



scherzi a parte, nel weekend a Drei Zinnen più gente degli altri anni, nettamente di più.
E infatti ieri a longarone, al rientro, coda già alle 14 (gli altri anni assolutamente no)...

Io sul turismo montano alternativo sono molto scettico. Si può parlare di offerta complementare, ma i numeri, i soldi, il lavoro, l'indotto che muove lo sci è inarrivabile.
Tanta gente a piedi? ok, ma quanti magari sono amici, parenti, mogli ecc. della compagnia che intanto è impegnata sulle piste.
La gente cerca ANCHE altro, ma senza sci è dura (impossibile?). Questo è il mio umile e assolutamente soggettivo pensiero.

cleon ha detto:

Si può parlare di offerta complementare, ma i numeri, i soldi, il lavoro, l'indotto che muove lo sci è inarrivabile.

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In alcune località lo sci da discesa conta già meno del 50%. Sono piccole realtà (leggasi quelle mini località dell'Alto Adige con hotel che 4stelle che fatturano come l'ILVA di Taranto) che stanno proponendo una diversificazione molto spinta e stanno richiamando gente con precisi gusti outdoor (leggasi bavaresi).
Un giorno passeggiata, un giorno visita alle grotte di qualcosa, un giorno slittino, un giorno a mungere le mucche assieme al pastore, un giorno visita alla falegnameria e zac... hai attirato l'interesse del turista giusto (leggasi famiglia con altissima capacità di spesa, quelli che lasciano giù 1k€ al giorno o anche di più). Un settimana di questi "bavaresi" porta come tutta la mia stagione anzi di più.

Qui 2 dati dell'oservatorio Skipass Modena 2018: https://www.skiforum.it/skinews/598-analisi-turismo-montagna-italia-2018.html

Concordo però, e lo diceva anche la Presidente ANEF, che senza impianti e sci alpino non si muove nulla. Lo sci alpino è come l'accensione per tutto il resto ed anche se in futuro dovesse calare sotto il 50% per molte località è impossibile non avercelo, è fondamentale.

Queste sono le eccezioni, ma la base resta lo sci. Io ero su nell'ultima di gennaio dal 26 al 2 feb, nei primi giorni il tempo era bello ma la gente non tantissima e comunquer a gennaio c'è sempre meno gente. Gli stranieri sono comunque la maggioranza, per fortuna, portano soldi. Gli italiani si spostano di più a Natale/Capodanno o a febbraio marzo,i prezzi sono più o meno gli stessi e forse gli italiani non stanno così male come molti vogliono far credere. Anche solo per i we le stazioncine sono piene.

thefabius ha detto:

magari erano donne... c'é sempre un perchè se certe cose accadono...

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ha parlato brad pitt, ciò...


ieri, almeno al sanpe, anche tantissimi pullman di uscite organizzate...

apo ha detto:

...Un amico di forum ha vaticinato che quando sui Carpazi e sui Tatra svilupperanno le potenzialità sciistiche di quei luoghi per l'Italia sarà dura. Chissà.

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Impossibile!!!
in Italia attirano cose che loro non avranno MAI... e dico MAI!!!

Come si mangia in Italia, come si beve in Italia, i nostri rifugi, il nostro stile, la nostra ospitalità, sono fattori che non si inventano e non si comprano,
indipendentemente dalla bellezza delle Dolomiti o del Cervino