Valanghe 2019

Childerique

un VagaMondo
Un giovane è morto sotto la valanga che si è abbattuta sul monte Spicco, in Valle Aurina.
L'incidente è avvenuto questa mattina, durante un fuoripista a circa 2.400 metri di quota.
La vittima, un ragazzo di Valdaora in Val Pusteria, era in
compagnia di un gruppo di amici quando la slavina si è staccata inghiottendo sei sciatori.
Mentre cinque sono stati estratti vivi, lui purtroppo non ce l'ha fatta, nonostante i tentativi di rianimazione del medico d'urgenza arrivato sul posto.
 
weekend movimentato dalle notizie ai tg di stamattina:PAAU

A Courmayeur 3 morti e un disperso, valanga sulla strada che porta al passo Sella blocca delle automobili (risolto), giovane di 17 anni ci ha lasciati sulla Croda Rossa (Pusteria)
 
Io questo weekend ero a casa, domenica mattina mi sono svegliato già incazzato sapendo che la sera avrebbero diramato un bollettino di guerra. Alle 16,30 ero raggiante su ANSA, poiché non avevano ancora battuto alcuna ultima'ora direttamente correlata a sciaplinismo o freeride.
Profono dolore per chi ha perso la vita. R.I.P.
Se però posso permettermi c’è qualcosa che non funziona benissimo, in primo luogo il fatto di vivere mesi d’astinenza dovuti a questa meteo sempre più balorda, per poi sentire quasi in dovere di lanciarsi ovunque, quando le condizioni sono pessime, non solo per ciò che risulta a livello mediatico, ma anche oggettivamente.
Rimango convinto del fatto che non bisogna incaponirsi ad inseguire disperatamente le condizioni nella località che si è individuata da mesi come meta, bisogna spaziare muovendosi verso le località dove la situazione è più sicura e, anche a costo di andare all'estero. Se si è impossibilitati a farlo, è meglio rimanere a casa.
E’ vero che le valanghe sono imprevedibili e che i primi ad andarci dentro sono spesso i più esperti e anche i più prudenti, ciò non toglie che l’approccio conservativo mantiene in ogni caso il suo inestimabile valore.
Al di à del rischio 1 o 4, che in alcuni casi può lasciare il tempo che trova, visto che è impossibile fare bollettini puntuali metro per metro di ogni discesa, a mio avviso buttarsi sotto al Plan de Gabba (tra l’altro da sempre vietato per gli innumerevoli morti che ha mietuto), oppure su versanti aperti e pendenti di grande sviluppo, con un metro di neve nuova a scarsa coesione, vento, tempaccio …ed in presenza di bollettini così allarmanti, non è un approccio conservativo.
 
Io questo weekend ero a casa, domenica mattina mi sono svegliato già incazzato sapendo che la sera avrebbero diramato un bollettino di guerra. Alle 16,30 ero raggiante su ANSA, poiché non avevano ancora battuto alcuna ultima'ora direttamente correlata a sciaplinismo o freeride.
Profono dolore per chi ha perso la vita. R.I.P.
Se però posso permettermi c’è qualcosa che non funziona benissimo, in primo luogo il fatto di vivere mesi d’astinenza dovuti a questa meteo sempre più balorda, per poi sentire quasi in dovere di lanciarsi ovunque, quando le condizioni sono pessime, non solo per ciò che risulta a livello mediatico, ma anche oggettivamente.
Rimango convinto del fatto che non bisogna incaponirsi ad inseguire disperatamente le condizioni nella località che si è individuata da mesi come meta, bisogna spaziare muovendosi verso le località dove la situazione è più sicura e, anche a costo di andare all'estero. Se si è impossibilitati a farlo, è meglio rimanere a casa.
E’ vero che le valanghe sono imprevedibili e che i primi ad andarci dentro sono spesso i più esperti e anche i più prudenti, ciò non toglie che l’approccio conservativo mantiene in ogni caso il suo inestimabile valore.
Al di à del rischio 1 o 4, che in alcuni casi può lasciare il tempo che trova, visto che è impossibile fare bollettini puntuali metro per metro di ogni discesa, a mio avviso buttarsi sotto al Plan de Gabba (tra l’altro da sempre vietato per gli innumerevoli morti che ha mietuto), oppure su versanti aperti e pendenti di grande sviluppo, con un metro di neve nuova a scarsa coesione, vento, tempaccio …ed in presenza di bollettini così allarmanti, non è un approccio conservativo.

Quoto e aggiungo

Ieri ero a Madesimo, zona Colmenetta chiusa con raffiche registrate fino a 100km/h, Val di lei neanche a parlarne. Mi e` capitato di stare in seggiovia con gente che si lamentava della chiusura, che "c ' e il frescone di la`ma se ci dobbiamo andare a piedi e` troppo sbatti". Ovviamente moltissima gente attrezzata e conscia della situazione, ma sappiamo che ne basta uno per causare la tragedia
 
Io questo weekend ero a casa, domenica mattina mi sono svegliato già incazzato sapendo che la sera avrebbero diramato un bollettino di guerra. Alle 16,30 ero raggiante su ANSA, poiché non avevano ancora battuto alcuna ultima'ora direttamente correlata a sciaplinismo o freeride.
Profono dolore per chi ha perso la vita. R.I.P.
Se però posso permettermi c’è qualcosa che non funziona benissimo, in primo luogo il fatto di vivere mesi d’astinenza dovuti a questa meteo sempre più balorda, per poi sentire quasi in dovere di lanciarsi ovunque, quando le condizioni sono pessime, non solo per ciò che risulta a livello mediatico, ma anche oggettivamente.
Rimango convinto del fatto che non bisogna incaponirsi ad inseguire disperatamente le condizioni nella località che si è individuata da mesi come meta, bisogna spaziare muovendosi verso le località dove la situazione è più sicura e, anche a costo di andare all'estero. Se si è impossibilitati a farlo, è meglio rimanere a casa.
E’ vero che le valanghe sono imprevedibili e che i primi ad andarci dentro sono spesso i più esperti e anche i più prudenti, ciò non toglie che l’approccio conservativo mantiene in ogni caso il suo inestimabile valore.
Al di à del rischio 1 o 4, che in alcuni casi può lasciare il tempo che trova, visto che è impossibile fare bollettini puntuali metro per metro di ogni discesa, a mio avviso buttarsi sotto al Plan de Gabba (tra l’altro da sempre vietato per gli innumerevoli morti che ha mietuto), oppure su versanti aperti e pendenti di grande sviluppo, con un metro di neve nuova a scarsa coesione, vento, tempaccio …ed in presenza di bollettini così allarmanti, non è un approccio conservativo.

Credo di essere d'accordo con te: non comprendo tanto il discorso sull'astinenza da powder (secondo me, figlio di una concezione consumistica della montagna che non approvo, e men che meno condivido), quello che osservo attorno a me è una generale e dilagante ignoranza nei confronti di una attività che è oggettivamente rischiosa, e lo diventa ancora di più in queste condizioni particolari.
Ho sentito "amici" parlare di sciate nei boschetti (in una località valdostana) per questo sabato, con un bollettino che fa spavento, e l'esplicita menzione di pericolo valanghe anche nel bosco.
Gente ex pistara che ha comprato lo sci largo ed ora è convinta che "sono un freerider".
Cosa puoi dire, o fare, di fronte a qualcuno che non ha nemmeno la buona creanza di leggersi un bollettino valanghe di 10 righe con le figurine e i colori?
Per quanto riguarda poi il discorso di approcci conservativi e non conservativi, questa gente non ha nemmeno un approccio: vede un pendio non tracciato e "pheeega questo lo traccio io".

Poi, è vero che esser esperti non ti salva... ma figuriamoci quanto possa salvarti non sapere cosa stai facendo, e dove sei.

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Quoto e aggiungo

Ieri ero a Madesimo, zona Colmenetta chiusa con raffiche registrate fino a 100km/h, Val di lei neanche a parlarne. Mi e` capitato di stare in seggiovia con gente che si lamentava della chiusura, che "c ' e il frescone di la`ma se ci dobbiamo andare a piedi e` troppo sbatti". Ovviamente moltissima gente attrezzata e conscia della situazione, ma sappiamo che ne basta uno per causare la tragedia

Roba da randellarli col bastoncino. Mi stupisco tu ti sia trattenuto.
 
Io ieri ero a casa a guardare la neve dal divano consapevole che se fossi uscito con le pelli non avrei resistito dal salire oltre il limitedel bosco.

Giovedí avevo litigato con una "guida" che stava vendendo l'evento "domenica freeride in Marmolada". No comment.
 
+21caratteridifateunpo'voi IMG_0329-1.jpegIMG_0328.jpegIMG_0330.jpeg
 
di tutti gli sciatori che conosco penso di essere l'unico davvero flessibile e che si diverte sempre: tutti gli amici o sciano solo in pista pur sapendo andare fuoripista, o cercano solo la podwer intonsa e tutto il resto è noia.


LA NEVE E SCIARE SONO BELLI SEMPRE.


Sabato uscito coi fattoni per qualche bordopista, boschetto e itinerario sicuro, neve pesante anche a 2500, ieri uscito con sci medi e fatto pista e qualche fuoripista dove mi ispirava divertimento e sicurezza.
 
... non comprendo tanto il discorso sull'astinenza da powder (secondo me, figlio di una concezione consumistica della montagna che non approvo, e men che meno condivido), quello che osservo attorno a me è una generale e dilagante ignoranza nei confronti di una attività che è oggettivamente rischiosa, e lo diventa ancora di più in queste condizioni particolari
Mi riferisco alla scimmia che in passato avevo un po' anche io, quando ero alle prime fiammate d'entusiasmo...
Si passa tutta l’estate a sognare l’inverno, e sognare di fare freeride nei pendii predestinati (generalmente quelli della propria home resort). Poi arriva l’inverno da calendario, ma non quello che ci si attendeva, tira l’aria contrario e il proprio orticello viene regolarmente saltato, per mesi!
La scimmia si trasforma in frustrazione e tutte le energie e soldi spesi a sognare, attrezzarsi e programmare ...sembrano vanificati.
Poi succede che il modello vede un cambio di circolazione, è un classico, quando una zona è sfigata questo cambiò può tradursi solo in due cose: o l’ennesima fregatura, o una nevicata immane.
Comunque vada, in queste situazioni, quella località sfigata sarà sempre il posto peggiore dove andare a cercare.
Nel caso di nevicata immane si sente come una “chiamata,” una chiamata però che sul posto traduce soprattutto nervosismo e competizione.
Non era meglio fare la prima metà stagione dove nevicava abbondantemente, un po’ alla volta e… senza vento?
 
Roba da randellarli col bastoncino. Mi stupisco tu ti sia trattenuto.

Dubito ne sarebbero usciti ragionamenti sani. D'altronde il loro argomento era: pago lo skipass (e qui bisognerebbe aprire un altra discussione su skipass pieni e 30% impianti aperti) e quindi posso fare quello che voglio.

Ma come ha detto pier, sono pochi quelli in grado di divertirsi anche con boschetti tracciati o moguls a bordo pista, piu` o meno gli stessi in grado di giudicare se la situazione di un pendio e` critica o meno
 
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