Val Zoldana, Val Fiorentina, Val di Livinallongo Domenica 4 novembre 2018

Sperem

Mare,montagna, campo da tennis
Chiedo ai moderatori di spostare in altra sezione forse più consona o di cancellare questo 3D qualora lo ritenessero più opportuno.


Quello che è successo in Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige è qualcosa di inimmaginabile, qualcosa che mai avrei pensato di vedere, interi boschi sono stati cancellati dalla furia del vento, piccoli torrenti si sono trasformati quasi in fiumi e la loro forza ha modificato in pochi giorni un ecosistema che esisteva da centinaia di anni . Dal primo giorno che i miei passi hanno percorso i sentieri della Val di Zoldo e della Val Fiorentina ho sentito mie quelle valli dolomitiche misconosciute ai più; ho percorso sentieri che probabilmente non ci sono più, ho goduto di paesaggi che al momento sono scomparsi in parte o purtroppo anche completamente. Quelle valli sono state la mia meta di tantissime escursioni ed ho imparato a conoscerle camminando, ciaspolando ed anche sciando sulle piste dello Ski Civetta. Sono valli selvagge, poco consone a chi ama un turismo facile, un turismo mordi e fuggi , son più adatte a chi ha un passo lento, a chi un po’ selvatico dentro lo è come il sottoscritto.
Il vedere quelle immagini al telegiornale mi ha fatto sobbalzare,mi ha ricordato scenari visti tanti anni fa in un posto che neanche fa parte del nostro continente. Quelle immagini mi hanno rattristato , mi hanno trasmesso una cert’uggia che fatica ancora adesso ad andar via. Domenica ho deciso di salire per vedere di persona quello che era successo e se quello che era successo non fosse un veramente degno di un bollettino di guerra.Ma salire perché ? Per farmi male o forse per metabolizzare più velocemente possibile la triste realtà. Nella buia mattina mentre guidavo il malessere che provavo mi ha riportato veramente indietro di tanti anni a ricordi che domenica sono apparsi più vivi probabilmente a causa di quanto stavo per vedere. Non son tanto capace di scrivere e trasmettere emozioni è cosa ardua per chi scrive. Quello che segue è il filo logico dei miei pensieri così come sono venuti nella mia mente, nient’altro.
Scusate se provo a postare un thread siffatto, ma forse è anche un modo per riuscire ad esternare il malessere che ho ancora dentro.


Parto presto da casa direzione Val Zoldana , devo salire su per pagare l’affitto stagionale dell’appartamento e voglio vedere anche cosa è successo. Viaggio che ho fatto centinaia di volte eppure oggi è diverso e non so perché .
Arrivo poco prima di Longarone davanti a me una colonna lunga di mezzi di soccorso: Protezione Civile, Vigili del Fuoco e quattro mezzi dell’Esercito, probabilmente del 7^.La colonna procede lentamente ed io mi accodo è la prima volta che non ho fretta di salire.

Prendo il caricatore, lo batto sull’elmetto poi lo innesto sull’AR e lo blocco con la lametta del rasoio. Prendo la mappa e mi avvicino al mezzo, accendo la luce e guardo il percorso…spengo la luce ed abbasso il visore notturno e controllo la mappa…tutto a posto. Guardo i mezzi, guardo gli uomini ed un pugno mi colpisce lo stomaco…Tenente tutto a posto? Andiamo? È la voce del maresciallo……Una lacrima mi scende sul viso l’asciugo subito..nessuno deve vedere. Salgo sul mezzo…Andiamo! Questa che mi giunge invece è la mia voce, strano sembra più baritonale.

A Longarone la colonna rallenta ancora di più, si blocca e poi svolta verso la Val Zoldana…metto la freccia, svolto a sinistra e la seguo. Attraverso il paese e tutto sembra uguale, passiamo la galleria questa volta non illuminata ed appena usciamo la luce sembra dare una visione diversa alla valle ; guardo i pendii della montagna e già noto qualche zona dove il bosco ha subito i danni, gli alberi caduti non sono poi molti eppure, eppure ho una strana sensazione

Sono sul secondo mezzo, visore notturno abbassato e mappa in mano, guardo fuori alla luce verde mi appaiono prima le umili case che costituiscono il paese dove facciamo base poi man mano che usciamo si vedono i primi segni dei combattimenti, di quella guerra vigliacca che sta dilaniando un bellissimo paese. Mi appaiono i primi muri rotti ma soprattutto i primi piccoli crateri causati dai proiettili di artiglieria: è la prima volta che li vedo così da vicino in zona operativa.

Arrivo alla rotonda di Igne e lì sul fianco sinistro della valle s’iniziano a vedere i primi grandi danni, le zone di alberi caduti sono più grandi, alzo la testa e guardo su, non so perché ma noto subito che il ricovero delle pecore è caduto, non c’è più. Non scendo dall’auto e proseguo, potrei anche non guardare la strada tanto la conosco ma mi sforzo di guardare davanti; guido pianissimo e gli occhi guardano e scrutano la valle che conosco benissimo. Ogni tanto scendo, osservo e cerco di capire cosa è successo, cosa hanno provato uomini ed animali in una situazione simile. È desolante sapere e conoscere cosa era e cosa è adesso, se non vedi di persona non si può immaginare anche se bisogna ammettere che forse tutto sommato poteva andare peggio se penso alle immagini al TG. Ogni tanto guardo giù verso il fondo della Valle e vedo un Maé che mai avevo visto, il torrente gorgoglia fragorosamente come non mai le sue acque sono piene ancora detriti, dalle pendici dei Monti sgorgano mille rivoli e si vedono decine di cascate più o meno grandi.

Procediamo piano, molto piano con luci di combattimento accese e null’altro, passiamo le ultime case ed arriviamo al primo bivio, la colonna rallenta….troppo anzi quasi si ferma. *****! Anticipare ! Sono in ritardo! A destra, a destra ! comunico nell’interfono e dentro di me una vocina mi dice : calmo! È come in esercitazione…stai calmo….Avanti così cento metri e poi ci blocchiamo: faccio scendere una pattuglia ed avanziamo altri duecento metri e scende la seconda pattuglia ; controllano le umili baracche una ad una , gli uomini alla ralla sono tesi e guardano intorno io stesso guardo intorno e vedo solo una campagna povera con i segni della guerra ben presenti : una auto bruciata…verificare, crateri di bombe ….verificare ; stranamente il paesaggio mi trasmette un senso di calma irreale che faccio fatica a comprendere.
Tutto a posto qui, lasciamo comunque un segno per il 9^ che non si sa mai……..Andiamo avanti così per dieci chilometri; ogni duecento - trecento metri ci fermiamo , verifichiamo lasciamo indietro una pattuglia ed avanziamo …recuperiamo la pattuglia ed avanti così…

Arrivo a Soffranco guardando vedo il vero disastro, inizio a vedere i primi grandi buchi nei boschi sembra quasi che un gigante abbia schiacciato a terra calpestandoli e rompendoli centinaia di alberi; la valle si stringe ma nulla cambia…anzi. Mi fermo e guardo su nelle piccole valli di cui ora non ricordo il nome ecco lì sembra che non sia successo nulla , anche qui lungo la strada rivoli d’acqua dappertutto e fango, tanto fango sulla strada. Proseguo ed arrivo alla diga, mai visto il livello così alto e mai visto un acqua così torbida e carica di detriti. Passo oltre e arrivo al camping, strano sembra quasi che il vento abbia evitato le tettoie delle roulotte, sembra che non vi siano danni; supero la galleria anche questa non illuminata ed arrivo a Forno…il torrente è in piena, massi e ghiaia hanno riempito l’alveo del torrente e lo strano ponte di cemento sembra collassato..un cartello indica chiuse le strade per Cibiana e per Zoppé, sulla strada una grande copertura di lamiera probabilmente di una parte del Palaghiaccio. Arrivo in paese, pieno di gente del posto e pieno di Volontari e Vigili del Fuoco ; scendo ed entro nel bar prendo un cappuccio e visto che stranamente ho fame una brioche. Mi fermo un po’ a guardare ed osservare quelle facce che già alle otto e mezza sembrano stanche, vado a pagare e al barista prima di uscire do cinquanta euro << li tenga, pago io il conto ai Volontari e ai Vigili>> Mi guarda basito, un volontario mi dice <<grazie..>> Grazie? Grazie a voi è la mia risposta , esco e me ne vado in fretta.

Arriviamo alle prime luci dell’alba dopo tre ore di viaggio al villaggio, prima le baracche poi le casupole e poi le case…i segni della guerra son magicamente scomparsi quasi tutti, vedo in fondo al viale la Bandiera Italiana…dai che siamo arrivati, la tensione sta scemando e quando arrivo alle barriere e vedo l’alpino dietro la MG sorrido: ho fatto tutto, sono arrivato al primo check del mio viaggio e la colonna di cui sono la testa esplorante è a buon punto dietro di noi, solo qualche chilometro. Scendo dal mezzo e mi presento alla tenda di comando, il capitano quando mi vede strabuzza gli occhi e mi chiede nome e grado non si aspettava sicuramente un ragazzo di neanche diciannove anni poi mi sorride e mi offre caffè ed una fetta di pane e marmellata che accetto ; chiedo che anche i miei uomini possano prendere caffè e pane. Pausa di un’ora soltanto poi arrivata la colonna risalgo sul mezzo, io ed i miei uomini dobbiamo proseguire.



Passo Zoldo e risalgo la Valle, guardo ed osservo i fianchi delle montagne e guardo in alto la Cima del Pelmo e della Moiazza innevate , i larici gialli e gli abeti verdi…sembra che qui non sia successo nulla se non qualche piccolo smottamento. Mi fermo a guardare gli impianti di risalita e non vedo danni, nessuna pianta caduta sugli impianti solo fango e sassi sul parcheggio ed un piccolo rivolo che taglia la parte terminale della Lendina e della Cristelin. Proseguo oltre e passo il Palafavera ed anche qui pare che nulla sia successo se non qualche abete a terra, fango sulla strada. Nel campeggio stanno spalando ma anche qui sembra che il vento abbia risparmiato le roulotte. Arrivo a Passo Staulanza ed iniziano a vedersi sempre più alberi caduti, gard rail divelti, tronchi segati al limite della strada….rivoli di acqua e fango misti a pietrisco invadono in parte la strada; più scendo in Val Fiorentina più la situazione peggiora e noto anche i tralicci elettrici e telefonici abbattuti…..poi all’improvviso tutto si trasforma, tutto torna a posto magicamente. Mi fermo alla Chiesa di Santa Fosca ed osservo la Marmolada innevata, il Monte Fertazza innevato a metà con tutti i suoi boschi ..guardo a destra verso le montagne che portano al Mondeval sembra un paesaggio bucolico senza difetti. Mi accorgo che è passata l’una ..mi è venuta voglia di un panino..torno indietro e vado al Pub. Mangio in silenzio ed una voce dentro mi dice almeno di sorridere ai ragazzi del bar, prendo un caffè e mi sforzo di essere il più solare possibile con loro che apprezzano, scappa persino una risata.Si alza per pagare una coppia di Rovigo e dicono ai ragazzi che dispiace di aver dovuto disdire l’appartamento visto che lo Ski Civetta non aprirà per questa stagione…il buonumore se ne va. Pago ringrazio, sorrido ed esco; voglio arrivare in cima al Pordoi.

La sbarra si alza, zig-zag tra i muri e siamo fuori, davanti nella luce della mattina le case , le baracche e le casupole che costituiscono questo paese di circa mille anime. Lo attraversiamo o meglio avanziamo sull’unica strada dell’agglomerato urbano. Gli uomini alla ralla sono attenti e scrutano in ogni direzione pure io guardo davanti, di lato e nello specchietto retrovisore….tutto tace, qualche bimbo qualche cane e qualche adulto. Le auto sono poche, andiamo avanti così per circa venti minuti, poi usciamo e ci lasciamo le ultime baracche alle spalle ora a sinistra e destra una pianura, una savana sconfinata erba alta e nessun albero….tutto tranquillo. Raggiungo il check point , mi fermo giusto due minuti e do ordine di continuare

Guido lungo la statale ed arrivo Selva di Cadore, vedo pochi mezzi di soccorso e montagne che sono indenni; passo il paese e prendo per Arabba ed arrivo al bivio per Passo Giau….già si nota una realtà diversa: la strada è piena di aghi e di fango gli alberi tagliati arrivano al bordo della strada sia a destra che a sinistra ad uno slargo mi fermo e guardo giù in Valle ed è un salto nel buio: la valle ed i pendii sono massacrati, distrutti dal vento che in vastissime zone ha abbattuto come fuscello migliaia di abeti però resistono stranamente alcuni boschetti come se nulla fosse; guardo le case più avanti che hanno avuto i tetti scoperchiati i vecchi Tabià che sono crollati.I prati zuppi di acqua presentano profonde ferite ed in mezzo a tutto questo uomini, donne , ragazzi, Volontari, Vigili del Fuoco che lavorano alacremente come se non vi fosse un domani .Salgo in macchina e procedo piano piano ad ogni curva lo scenario cambia, cento metri ed è disastro poi faccio una curva e sono in mezzo al bosco come se nulla fosse ed è così sino alle propaggini di Colle Santa Lucia e qui veramente si vede la Grande Devastazione della Valle, qui in per qualche chilometro è come se ci fosse stata una battaglia a colpi di cannone…Arrivo al paese e per fortuna tante case hanno resistito, la piazza è gremita di mezzi di soccorso e in una stanza al pianterreno del Comune delle donne hanno attrezzato un punto di ristoro.

Passo il check point ed entriamo nella zona calda, qui bisogna stare attenti veramente attenti. La mia piccola colonna avanza e gli occhi di tutti guardano attorno e tutti pregano che non ci sia nessuno, che non succeda niente…..poi dopo dieci minuti all’improvviso si vedono i crateri delle bombe, due resti bruciati di pick-up , un muro crollato i resti di capanne bruciate e le carcasse di qualche animale….Una voce dentro di me si chiede che ***** ci faccio qui? Potrei essere al mare con gli amici ed invece no testa di ***** sei qui e ti ci sei ficcato tu….Bang! Bumm! Colpi di fucile e colpo di mortaio…..Do ordini all’interfono al primo mezzo e poi agli altri , salto giù …posizione! Una voce mi guida nella lettura della mappa, confronto col GPS..ho definito perfettamente dove ***** sono….do ordini agli uomini , chiedo dei feriti ….grazie a Dio nessuno….
Mi muovo e faccio muovere gli uomini.........chiedo l’autorizzazione al fuoco....Sgancio due squadre, chissà com’è la mia voce che il comando sta registrando? E' lo stupido pensiero che mi passa per una frazione di secondo nella mente. Avanziamo, ci allarghiamo... tempo venti minuti ed è tutto finito…Ne abbiamo preso uno solo ma va bene così.Risalgo sul mezzo e faccio risalire tutti e ci avviamo di nuovo con gli occhi che scrutano ed il cuore che prega e ringrazia…..

Passo il paese e mi avvio verso colle Santa Lucia, lungo la strada tanti volontari ed anche qualche imbecille che fa foto ai volontari e si fa persino i selfie…no comment. Più vado verso Arabba più la situazione lungo la strada si normalizza, il fianco opposto della Valle è sempre meno martoriato, le zone distrutte sempre più piccole. Sul fianco sinistro i prati hanno tanti smottamenti, ma gli alberi son sempre più in piedi; in paese le strade son sporche di fango, l’officina meccanica è invasa dal fango e degli uomini la stanno pulendo e togliendo lo smottamento. Il paese è stranamente vuoto, sembra che non vi sia nessuno tranne gli uomini sugli escavatori e sui camion ; imbocco la strada che sale al Passo Pordoi piena di acqua che cola dalla montagna e di sassi portati a valle dal fianco sinistro privo di alberi e privo anche di pascoli, piccoli smottamenti l’hanno interessata mentre sul fianco opposto sotto la strada che porta al Sacrario Tedesco mille piccoli smottamenti sembrano mille fori di proiettile, come ad una esercitazione di tiro . Ad un certo punto diventa tutto bianco e la temperatura scende a cinque gradi, arrivo in cima e mi fermo a guardare le valli e le montagne con le loro cime imbiancate da qui sembra che nulla sia accaduto. Entro nel rifugio e prendo un thé caldo ho bisogno di scaldare corpo e mente. Venti minuti e salgo in macchina pronto a tornare indietro.

Pattuglia Charlie Delta …a Alpha Lima sento la mia voce che comunica il contatto e la pulizia alla colonna che ci segue. Siamo tutti attenti, guardo fuori e guardo in maniera diversa come se nulla fosse come prima ; la mia attenzione è per tutto ciò che vedo ed ogni singolo elemento viene analizzato ma è come se lo facesse qualcun altro. Andiamo avanti ma i crateri, le carcasse i resti di auto non sono più visti per quello che sono ma solo come se possibili minacce o meno. Arriviamo alle prime capanne e alle prime casupole, vedo la Bandiera Italiana siamo arrivati e vedo due mezzi venirci incontro e proseguire verso la colonna tre chilometri dietro. È fatta, entro nel campo e faccio scendere gli uomini e mi presento al Capitano.

A Livinallongo, sulla piazza ci sono mezzi e uomini che hanno lavorato tutta la giornata, alcuni sono seduti a terra, altri sui pick up, alcuni ai tavolini del bar ; la stanchezza , la tensione si vedono ma si vede anche la serenità di chi sa di aver dato tutto e che domani si dovrà iniziare di nuovo. Chiudo i finestrini, accendo la musica e mi sforzo di non pensare a nulla se non a domani e mi avvio verso casa. Una giornata così erano anni che non la vivevo e forse era meglio non farlo. Una giornata di struggente amarezza che mi ha portato ricordi che saranno sempre con me.Oggi ho visto cosa può fare la natura, ho capito che abbiamo sbagliato tutti qualcosa ed io non posso fare nulla di grande ma solo il mio piccolo sperando che basti. Davide Van de Sfross canta Yanez.

Sono seduto su un muretto, sono pieno di polvere prendo una bottiglia di acqua poi bevo e mi bagno le mani per pulirmi il viso, sbatto i guanti sul giubbetto e sui pantaloni ed esce una nuvola di polvere. Guardo i miei uomini, i miei ragazzi l’unico veramente grande è il Maresciallo che ha trent’anni gli altri son più giovani penso che io sono il più piccolo e mentre sorrido una mano mi tocca sulla spalla e vedo il colonnello che mi guarda…faccio per scattare ma la sua voce mi dice : << seduto tenente, buon lavoro oggi se l’è cavata egregiamente…un solo consiglio si faccia crescere la barba la renderà più maturo >> Sorrido e mi sorride perché potrebbe essere mio padre, quello che non ha voluto venire al mio giuramento e lui lo sa.
<< Un’altra cosa tenente, tornate indietro con gli elicotteri ve lo siete meritato…faccia preparare gli uomini>> Do gli ordini ai ragazzi, salgo per ultimo sull’elicottero che si alza in volo, tolgo l’elmetto e me lo metto sul volto perché mi vien da piangere , la tensione mi fa sta facendo crollare …sono stanchissimo.
So che non ho nemmeno diciannove anni, li compio fra due settimane, ma so che sono diventato grande.Si torna tutti alla base, li riporto tutti alla base.
Il rumore delle pale mi stacca dal mondo, posso riposare…..me lo merito.

Guido per due ore, la musica porta via i miei pensieri, non riesco a pensare mi trovo solo a ripetere gli automatismi del guidare. Arrivo a casa, non ho fatto nulla eppure per le emozioni provate ed anche per i ricordi affiorati son stanchissimo. Apro la porta di casa e la prima cosa che mia figlia mi chiede è se la cabinovia aprirà perché la sua scimmia agonistica è tanta ....le rispondo che sì apriranno, mia moglie mi assilla con domande sul tipo di pizza che voglio….biascico qualcosa , siedo sul divano e chiudo gli occhi e mi addormento.
 
Ultima modifica:
Grazie per il tuo report. Anche io ero tentato di salire con un amico su a Colle Santa Lucia ad aiutare nei lavori, ma una famiglia che conosciamo del paese ci ha detto che per ora stanno ricevendo molti aiuti e non sarebbe stato il momento migliore.
Che dire, rompe il cuore vedere le immagini di tale devastazione in TV, ma noi del nordest siamo caparbi, forti, grandi lavoratori e non temiamo di fronte alle calamità.
Ci siamo sempre rialzati con doppia forza rispetto al prima.
Porterò il mio aiuto anche continuando a scegliere queste stupende montagne e la loro gente per le mie gite e vacanze, perché sappiamo tutti che a noi l'unica cosa che spaventa è che ci manchi il lavoro. E non sarà questo il caso.

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Non ti dò lo skife, perchè mi sembrerebbe riduttivo, quasi offensivo.
E meno male che dici di non saper scrivere! Un post indimenticabile il tuo.
Non ci crederai, ma sei riuscito a trasmettermi sensazioni davvero forti
 
Grazie a tutti per aver avuto la pazienza di aver letto il treahd ed aver compreso.
Heinz, grazie di cuore ma se son riuscito a trasmettere qualcosa lo devo più all’amore ed al rispetto che ho per quelle montagne che alla capacità di scrittura.
 

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Il tuo post mi ha fatto quasi commuovere, veramente intenso, si sente il tuo legame non le zone.

Per quello che può valere conosco a pieno la sensazione avendo passato la stessa situazione con il terremoto del centro italia, ricorderò sempre la prima volta che tornai in quelle zone dopo l'evento, qualcosa di indescrivibile che impiegai settimane per metabolizzarlo.
 
Grazie per lo splendoido racconto, molto toccante, soprattutto i ricordi in parallelo con... Somalia? Afghanistan?
Mi hai fatto venire un groppo, grazie
 
Alleghe pure sta messa male...il lago è esondato, il Cordevole pure, moltissimi alberi sono caduti o stati sradicati dal vento, la spiaggia e il parcheggio sotto il ponte vicino all’ufficio skipass sono stati distrutti, e il torrente accanto alla pista di rientro è esondato pure quello e ha portato giù detriti...
 
Ciao, mi pare di capire che sei andato al pub dei Nat, sai mica se hanno avuto danni al garni? (la rondine)
la strada che passa sopra mi pare sia parecchio compromessa. bravissime persone, il padre Mansueto una persona speciale.

saluti
 
Grazie per lo splendoido racconto, molto toccante, soprattutto i ricordi in parallelo con... Somalia? Afghanistan?
Mi hai fatto venire un groppo, grazie

Nessuna delle due anche se in Somalia ed in Mozambico ho fatto le altre due missioni prima del congedo.

Ciao, mi pare di capire che sei andato al pub dei Nat, sai mica se hanno avuto danni al garni? (la rondine)
la strada che passa sopra mi pare sia parecchio compromessa. bravissime persone, il padre Mansueto una persona speciale.

saluti

Come compromessa la strada? Santa Fosca è un isola felice, sulla strada principale è venuta giù tanta acqua, qualche piccolo smottamento ma sembra veramente che non sia successo nulla a parte nel parcheggio della cabinovia dove il fiume si è allargato mangiando argine e una piccola parte del parcheggio. A quanto ne so i danni, a parte quelli dovuti alla mancanza di energi elettrica sono stati blandi, molto in quella zona .
 
Nessuna delle due anche se in Somalia ed in Mozambico ho fatto le altre due missioni prima del congedo.



Come compromessa la strada? Santa Fosca è un isola felice, sulla strada principale è venuta giù tanta acqua, qualche piccolo smottamento ma sembra veramente che non sia successo nulla a parte nel parcheggio della cabinovia dove il fiume si è allargato mangiando argine e una piccola parte del parcheggio. A quanto ne so i danni, a parte quelli dovuti alla mancanza di energi elettrica sono stati blandi, molto in quella zona .

meglio cosi, una delle foto che erano girata mi sembrava riferita alla strada sopra il garni, che ha una riva piuttosto scoscesa, ma mi saro' sbagliato allora!

saluti
 
Il bellissimo parallelo che hai fatto con i tratti in corsivo da dove è preso?

Dai ricordi belli e brutti che ogni tanto affiorano nella mia mente, nel mio cuore. Scompaiono spesso ma a volte ritornano lucidi come se li vivessi ancora.

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Quindi sperem non c'entra con speriamo, se capisco bene. Acronimi ?

Sperem è in dialetto lombardo occidentale, l’accento cade sulla prima “e” che risulta più chiusa nell’areale lombardo prealpino occidentale. Il dialetto delle mie origini è il dialetto varesotto o bosino . “Sperem ben “sta ad indicare un’espressione tipica che significa “speriamo bene “HIHIHI.
 
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