UN COMPLEANNO ALTERNATIVO: sentiero Bepi Zac e oltre 22/23 settembre 2018

Blitz_81

Ravanatore seriale
22 settembre: arriva la data del mio compleanno.
Compleanno che però festeggerò alcuni giorni dopo: parecchi amici infatti lavorano nel mondo della notte (promoter, dj, manager di dj, ecc.), e molti di loro questo weekend sono via, chi a Ibiza, chi a Roma, chi a Milano...
Quindi che fare?
Le previsioni danno sabato ics, domenica invece bello: probabilmente sarà uno degli ultimi weekend utili per qualche uscita lunga, cosí decido di fare un compleanno alternativo: me ne vado su per i monti a dormire in rifugio!

La scelta cade su un vecchio tarlo che avevo da anni, il sentiero attrezzato Bepi Zac con la prosecuzione verso la splendida Val di Tasca e discesa per il Rifugio Fuciade: una spettacolare cavalcata di cresta tra i 2700 ed i 2800 metri lungo un' infinita serie di postazioni della Grande Guerra.
Durante il conflitto infatti la cresta tra Passo Selle e Cima Uomo era sostanzialmente divisa a metà: a ovest i Kaiserschutzen, a est gli Alpini del Battaglione "Val Cordevole" del 7º Reggimento Alpini.

-- Piccola digressione storica --

All' epoca ogni Reggimento Alpini aveva tre Battaglioni permanenti, alimentati con personale di leva; poi in caso di guerra era previsto che - coi richiamati - da ogni btg. permanente si costituissero un btg. "Valle" e un Btg. "Monte", in base all' anzianità dei richiamati. (Dato il protrarsi della guerra poi le classi successive sono andate indifferentemente nei battaglioni permanenti ed in quelli "temporanei").
Nel caso del 7º Reggimento Alpini avevamo quindi:
  • Battaglione "Feltre" (nappina bianca), da cui sono stati costituiti i Battaglioni "Val Cismon" (riattivato poi anche nella guerra fredda) e "Monte Pavione"
  • Battaglione "Pieve di Cadore" (nappina rossa), da cui sono stati costituiti i Battaglioni "Val Piave" e "Monte Antelao"
  • Battaglione "Belluno" (nappina verde), da cui sono stati costituiti i Battaglioni "Val Cordevole" e "Monte Pelmo", piú - per pochi mesi - il Battaglione "Monte Marmolada"
Da notare che nel corso del conflitto i Reggimenti Alpini non hanno combattuto in modo unitario, ma distaccando parte dei loro battaglioni ai neocostituiti Raggruppamenti Alpini.
Il veneti del "Pieve di Cadore" per esempio sono quasi sempre stati assieme ai piemontesi del "Fenestrelle", proveniente dal 3º Reggimento Alpini.

Oltre al tarlo della cavalcata di cresta, sono anche curioso di dormire al Rifugio Passo Selle, in posizione ultrapanoramica con vista da una parte verso il Catinaccio, dall' altra verso le Pale di San Martino.

Il giro è parecchio ambizioso per le mie condizioni - sono fermo da un mese e quest' anno non è che abbia fatto molto movimento - ma almeno offre ben tre "check-point" intermedi con relative vie di fuga, dove posso fare volta per volta il punto della situazione e decidere se proseguire oppure interrompere il giro rientrando velocemente alla macchina.

Bene, chiamo in rifugio, posto ce n' è, accendiamolo!
Sabato parto con calma appena finito di pranzare: a quest' ora gente in strada ce n' è poca e la macchina se la gode :MAC:

Quando arrivo a Passo San Pellegrino è un po' piú fresco del previsto, ma le nuvole non sono ancora bassissime. Ciò che invece mi infastidisce è il venticello freddo che inizia a tirare.

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Via, scarponi, zaino, macchina chiusa, mi metto in marcia lungo il sentiero 604, che inizialmente segue la strada di servizio

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Dove in inverno scorrazziamo noi con sci e tavole, adesso sono le regine a spadroneggiare, e pare se la godano!

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In breve il sentiero si separa dalla strada, ed inizia ad attraversare i pascoli

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poi si collega alla strada di servizio del Rifugio Passo Selle, mentre le nuvole iniziano ad abbassarsi fastidiosamente

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In zona Campagnaccia il sentiero si stacca anche da questa strada, salendo un attimino piú ripidamente ma anche piú linearmente.

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L' ambiente è molto rilassante, e si presterebbe ad una piacevole passeggiata in tranquillità

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Il problema è sto cavolo di vento gelido e umido: mi taglia le gambe e, soprattutto, mi fa rendere conto - prima volta in 8 anni che giro per monti - di quale sarebbe l' utilità di uno scaldacollo.

Ormai manca poco

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Ed eccomi finalmente arrivato al bel Rifugio Passo Selle.

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(foto del giorno dopo)

Rifatto completamente una decina di anni fa, è una vera e propria bomboniera, con camerette da 4 o da 2 tutte rivestite in legno e con dei piumoni caldissimi...
Bello, veramente bello, ed il gestore è molto gentile. Complimenti!

Ma torniamo a noi: sono da rottamare, tossisco senza sosta, in dialetto si direbbe che "sbólsego come un can"...
Mi ripiglio un po' cenando e sparandomi una bella doccia calda, poi inizio a darci dentro di grappe, l' antidoto per tutto :DRUNK
Le grappe sembrano fare effetto, e prima delle 10 sono già a nanna.
La nottata me la passo davvero bene: a letto ho un bel caldino e le grappe circolano, e me la dormo di gusto
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Arriva mattina, la sveglia suona presto per vedere l' enrosadira, ma...
sono sparite le montagne! :shock:
Grigio, tutto grigio, avvolti nel grigio.
Grigio sopra, grigio sotto, grigio davanti, grigio dietro, ne tiro anche per non so dove...
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Però c' è vento, un vento della malora che sembra debba portarsi via anche il rifugio, speriamo si porti via sto schifo grigio...
Scendo a far colazione, ho una luna allucinante, dire che mi girano come una turbina è dire poco.
Torno in stanza, e dalla finestra vedo che timidamente verso il Catinaccio si sta aprendo, dai chissà che venga ad aprirsi anche qua :perlaneve:

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Mi preparo, scendo a far due chiacchere col gestore, in teoria dovrebbe aprirsi ma non mi fido: finché non vedo non credo.
Passano i minuti, dieci, venti, mezzora... inizio ad andare fuoritempo per il giro prima ancora di partire, dai muoviti! :skifrusta:

Le Pale iniziano ad aprirsi

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poi tocca alla Civetta

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Dai che forse ci siamo!
Un gruppo si avvia, io aspetto che si liberino le creste.

Eccole finalmente!!!!! :PPINK

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Bene, se già sapevo di partire con handicap per l' allenamento carente, adesso aggiungo pure il ritardo.
Se niente niente visito una postazione di troppo rischio di dover usare per davvero una delle vie di fuga.

Via! Scendo al passo e partenza! Mi avvio lungo il sentiero 637 "Altavia Bepi Zac"

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e subito comincio a salire la cresta

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Il sentiero sale piacevolmente

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mentre alle spalle i Monzoni cingono la conca di Gardecia e vanno a saldarsi con le cime della Vallaccia

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Avanzo lungo la piacevole salita

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e in basso avanza anche il mare di nuvole

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Salendo avevo iniziato a sentire un familiare "click-clack" di moschettoni, ecco da dove veniva: il primo breve attrezzato del percorso

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che mi porta in cima al Piccolo Lastei

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Da qua comincia la lunga trafila di saliscendi

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mentre sullo sfondo fa la sua apparizione il Gran Vernel, con la Regina che fa capolino al suo fianco :ad:

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Solo loro??

No, veramente ci sarebbero anche Sassopiatto e Sella, dettagli HIHIHI

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e dall' altra parte com' è?

Notevole :YIGO

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Mi rimetto in marcia, e si alza un vento fastidioso; per lo meno comincia a far pulizia delle nuvole...

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Da qua le postazioni iniziano ad essere una dietro l' altra: siamo vicini alla prima linea, e le posizioni italiane erano 3/400 metri piú in basso

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Mi giro un attimo verso la cima, e tanto per cambiare noto una traccia curiosa da investigare, strano! HIHIHI

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Il bello di questo sentiero è che spesso sfrutta le vecchie gallerie di guerra: dentro da una parte

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e fuori dall' altra

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Questa addirittura era gradinata

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poi di nuovo fuori, in cengia

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Speravo che il vento mandasse via le nuvole, ma per il momento le fa solo girare.
Anzi, sul Sassopiatto sembrano in ascensore, un momento salgono, e un momento scendono :shock:

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Proseguo lungo la piacevole cresta

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mentre alle spalle il Picol Laste si allunga a congiungersi con la muraglia de l' Ort

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Altra galleria

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e quando esco mi trovo il Vernel incorniciato: stupendo :skiamo:

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GRANDIOSO :ad:

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La venerazione però è presto interrotta: mi trovo davanti infatti ad uno dei punti clou del percorso, una baracca in caverna ristrutturata all' esterno ma il cui interno coi tavolacci per le brande è ancora quello di un secolo fa.

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Dopo la "visita" alla baracca ripiombo in venerazione HIHIHI

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accanto al Vernel infatti è comparso un Sella fumante :ad:

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Via, mi rimetto in marcia lungo un altro breve tratto attrezzato

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e raggiungo il gruppo che era partito prima di me, alle prese con un passaggio su dei ponticelli

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Verso il prosieguo del percorso la luce è qualcosa di scandaloso, osceno :evil:

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indietro fortunatamente va meglio...

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Questa è una delle parti piú divertenti dell' attrezzato: dopo il ponticello arrivano le scalette

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poi ci si infila dietro un... pistolotto

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e poi altro ponticello

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Le attrezzature proseguono ancora un po' lungo il fianco settentrionale del Gran Laste

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poi rieccoci sul filo di cresta

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sempre in mezzo alle postazioni

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Se davanti la luce continua ad essere uno schifo, verso nord le cose iniziano a farsi interessanti, ed il Sassopiatto finalmente decide di farsi vedere decentemente.

ERA ORA!!!!

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E indietro, verso ovest?
Bello limpido, ovvio! :YIGO

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è solo davanti, verso est che è na schifezza
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Adesso il cammino diventa una rilassante passeggiata sotto cresta :MUCCA

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e... di colpo mi sento come chiamare da dietro... tipo "ehi tu!"

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mi giro distratto e non capisco, poi guardo meglio, metto a fuoco i neuroni...
ORCAP... :shock: :shock: :shock: è il Latemar che mi chiama!!! :skiamo: :skiamo: :skiamo:

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Tra una postazione e l' altra sono arrivato sotto Cima Campagnaccia, dove si trova il complesso di caverne chiamato "König Ludwig Hütte"

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Il complesso di Cima Campagnaccia è uno dei principali della linea austriaca (anzi, tedesca visto che era presidiata dalle truppe d' alta montagna Bavaresi), ed abbraccia tutta la zona intorno alla cima, comprendendo sia semplici postazioni, sia veri e propri ricoveri per le truppe. E qua comincia la mia perdizione. Nonostante sappia che le giornate ormai sono corte, e che la mia forma è quel che è (leggasi velocità da bradipo) l' attrazione è troppo forte, non posso passare di qua snobbando tutta sta roba, è un vero e proprio museo a cielo aperto.

La prima che incontro è una galleria che sbuca su una feritoia con campo di tiro che copre buona parte della cresta

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poi tocca al Gronton e alle Pale finire inquadrate

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Da qua il sentiero ufficiale girerebbe a sinistra, ma si puó comunque prendere anche la traccia a destra

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e qua arriva la sorpresa: una grande caverna ricovero

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al cui interno si trova lo stornello dello Stambecco Giacometto, il guardiano della cresta

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Due passi fuori dalla caverna, e la traccia si ricongiunge in cima col sentiero ufficiale.

E qua parte un 360 gradi da paura :arf: :arf: :arf:

Lo scenario è spettacolare, sono tutti davanti a te.

Latemar :ad:

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Catinaccio :ad:

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Sassopiatto, Sella e Vernel :ad:

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La Regina è "mascherata", in compenso alla sua destra andiamo dalla Civetta alle Pale, in un' unica foto la Parete delle Pareti, e lo Spigolo degli Spigoli :ad: :arf:

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Inizio a scendere verso Banch de la Campagnacia

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ma la perdizione continua: un cartello "postazione" mi fa prendere una breve traccia sul versante nord

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eccomi all' interno

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torno sui miei passi, verso il sentiero principale, e noto un tumulo: è la tomba dello Stambecco Giacometto, quello a cui era dedicato lo stornello nell' altra caverna

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Riprendo la discesa

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ma subito arriva un' altra perdizione, forse la piú grossa: una tabella reca l' indicazione "stazione teleferica", posso tirarmi indietro? No. Ovvio.

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Qua hanno fatto un lavorone: pur trattandosi di una posizione "fuori strada" hanno ripristinato il sentiero attrezzando pure una breve ferrata

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Eccomi alla stazione: sopra la baracca ci sono due occhioni metallici a cui probabilmente erano ancorate le funi dell' impianto

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Torno indietro

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e raggiungo il bivio di Banch de la Campagnacia: primo check-point e prima via di fuga.
(notare il nuovo formato delle tabelle SAT, spero che il rosso duri di piú che su quelle degli ultimi 5 anni che si scolorivano quasi subito)
Le gambe per il momento sono ancora ok, ma le divagazioni in giro mi hanno già fatto perdere parecchio tempo, inizio ad avere l' impressione che il giro non arriverà a completarsi.

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Supero delle trincee con un ponticello

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e mi avvio a salire la Cima di Costabella, dove il gruppo di prima è già arrivato avendomi superato durante le mie digressioni

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Tra una nuvola, una nebbia, una trincea e una caverna, son riuscito pian piano ad avere delle foto decenti del Vernel, del Sella, del Sassopiatto, del Latemar...
ed il Catinaccio?

ECCOLO :skiamo: :skiamo: :skiamo: :arf: :arf: :arf:

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Ecco apparire le prime postazioni sotto la cima

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anche qua, come alla Campagnaccia, al sentiero ufficiale si affiancano le mille tracce di camminamenti e trincee, tutti percorribili ed in buone condizioni

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La cima è in vista

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ma vado ad imbucarmi in una posizione per mitragliatrice: siamo in prima linea

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E prima linea significa labirinto di postazioni e gallerie

Entro in una prima, con vista su Sella e Vernel

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Salgo alla cima

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e subito eccone un' altra

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e questa volta la vista è su un cavaliere, con la sua Regina :ad: :ad: :ad:

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Oltre al dedalo di postazioni, qua è proprio lo scenario a buttarmi via...

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Mi rimetto in marcia, ed arrivo subito all' imbocco di una galleria scavata in un cocuzzolo: era una galleria di contromina per contrastare quella che - poche decine di metri piú in la - stavano scavando gli italiani.

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Qua non vado ad indagare all' interno e proseguo lungo il sentiero

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raggiungendo le posizioni della massima espansione della linea italiana nel 1917 ed uno dei passaggi piú conosciuti di questo sentiero: una ripida scala in legno che sale alle postazioni in cresta

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La salgo ed inizio ad attraversare le postazioni piú contese di questo tratto di fronte

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Ed è ben comprensibile che fossero contesissime: oltre ad essere esattamente in mezzo tra la le due linee, erano in una posizione dominante che avrebbe potuto favorire chi le avesse avute: gli Austriaci per dominare le linee italiane, o gli Italiani per dominare le linee austriache

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Va da sè che una posizione dominante è ultrapanoramica, e qua a dominare su tutti è la vista sul Sella :ad: :ad: :ad: :skiamo: :skiamo: :skiamo:

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Da questa posizione parte la galleria piú lunga dell' intero percorso

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Non è un ricovero, ma un vero e proprio camminamento scavato nella montagna che porta ad una serie di appostamenti coi campi di osservazione e di tiro piú disparati. Date le dimensioni di alcune aperture, non mi stupirei si fosse trattato di una serie di appostamenti di artiglieria.

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Dopo la galleria arriva un tratto attrezzato in discesa

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che, dopo averne attraversata un' altra (breve) porta al pianoro di Quota 2690, dove nel primo anno di guerra si trovava un vero e proprio villaggio austro-ungarico

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Meno di un anno e mezzo durò il vilaggio in mano austriaca: il 5 ottobre 1916 infatti il Tenente Francesco Barbieri, ventiduenne milanese arruolatosi come volontario, dopo essersi distinto in azione nei mesi precedenti (in primavera durante un attacco austriaco non aveva esitato a portarsi allo scoperto con una mitragliatrice per avere un migliore campo di tiro) ed aver effettuato ardite ricognizioni - ardite soprattutto dal punto di vista alpinistico - si pose alla guida di un manipolo di volontari che avrebbe dovuto guidare l' attacco a questo villaggio: erano in diciotto, catturarono oltre 100 austriaci.
Destino beffardo il suo, terminato il combattimento fu colpito a morte da una fucilata mentre coi suoi volontari ed i plotoni giunti di rincalzo sgomberava i prigionieri.

Decorato di Medaglia d' Oro al Valor Militare alla memoria, il suo corpo è sepolto nel Sacrario di Pocol (Cortina) esattamente al centro del mausoleo, in una tomba condivisa col Generale Cantore.

Questo il testo della motivazione della medaglia
Ogni atto di fronte al nemico fu di ardimento e di valore. Tenente aiutante maggiore in seconda, si offrì spontaneamente a condurre un nucleo di arditi alla conquista di posizioni nemiche per rocce impervie e dirute, sulle quali più volte aveva già rischiata la vita. Primo sempre in tutto lo svolgersi dell’operazione, conquistò le difficili posizioni. Ferito, non volle recarsi al posto di medicazione, nè volle farsi medicare sul posto per non distrarsi dall’azione. Propostogli di farsi precedere nel labirinto dei camminamenti nemici, rifiutò sdegnosamente, e, primo sempre, con soli 17 alpini si slanciò sui baraccamenti avversari, costringendo alla resa l’intero presidio di oltre cento uomini. Ferito nuovamente e a morte, quasi a bruciapelo, mentre dava ordini per organizzare i prigionieri, spirava sul campo stesso, lanciando l’ultimo grido del suo brillante ardimento: “Avanti sempre! Evviva gli Alpini!".

Creste della Costabella, 5 - 6 ottobre 1916

Dai resti del villaggio mi rimetto in marcia verso l' ultima tappa del percorso "turistico" della bepi Zac: il Castello di Costabella

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Supero il bivio col sentiero 637b per la Val San Nicolò

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e proseguo lungo la traccia che se ne va tranquilla in falsopiano :MUCCA

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verso nord Sassopiatto e Sella continuano a giocare con le nuvole: un colpo si coprono, un colpo si librerano, tutto il giorno che vanno avanti cosí

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Sono ormai in vista del Sasso di Costabella, col suo osservatorio scavato nella montagna

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Il sentiero gli arriva esattamente sotto

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poi sale con un breve tratto attrezzato

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ed ecco la visuale - indiscreta - verso il pianoro di quota 2690 e verso la Cima di Costabella

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All' interno dell' osservatorio è stata allestita una mostra fotografica permanente: fortunatamente l' avevo già vista alcuni anni fa, perché proprio qua trovo il gruppo che mi precedeva, e sta arrivando gente salita dall' altro lato, ed il posto è piccolino.
Esco quindi subito, e mi porto in versante sud: qua siamo sulle linee Italiane, e l' esposizione a sud non era un problema come lo sarebbe stato - invece per gli austriaci

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Da qua parte una breve discesa attrezzata

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che porta all' ultimo punto caratteristico del sentiero "turistico": una galleria in discesa che termina dritta su delle scale un po'... ecco, ripidine HIHIHI

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Da qua il sentiero riprende in falsopiano, stupendamente scavato sul fianco della montagna

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passando sotto a delle postazioni blindate

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ed arriva a Forcella Ciadín, secondo check-point e seconda via di fuga.

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Qua faccio il punto della situazione: le gambe danno segni di stanchezza, e le divagazioni per caverne, gallerie e postazioni varie, anche lontane dal percorso principale, mi hanno fatto perdere parecchio tempo.
Con le gambe che ho, quasi sicuramente non sarò in grado di completare il giro, ma vorrei almeno provare ad arrivare a Forcella Uomo.
Mi avvio cosí lungo la traccia P02, in origine parte integrante della Bepi Zac, poi dismessa per molti anni, ed infine ripristinata in anni recenti.
Qua avviene anche la metamorfosi del sentiero: la traccia ha dei tratti un po' meno banali, le postazioni - pur restando sempre presenti - si diradano visto che ci allontaniamo dalla prima linea, mentre l' ambiente diventerà sempre piú spettacolare, trovandosi a viaggiare intorno ai 2800 metri :YIGO

Avanti dunque!

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Il sentiero si avvia sempre in versante sud, mirando a Punta de le Valàte

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Inizialmente non si riesce a capire come il sentiero ci salga, poi avvicinandosi si vede che è preceduta da un contrafforte e che il sentiero va ad aggirarlo, probabilmente ci sarà un canalone che da qua non si vede...

E infatti il sentiero comincia ad infilarsi nel "ruvido"

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fino ad infilarsi in un canale/camino che zaino e caschetto fanno fatica a passarci :shock:

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Ah ecco, adesso ho capito come si sale: si sbudella un po' e poi via per la ferrata

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La forcelletta è vicina, ma è solo un' illusione

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a seguire infatti c' è un altro canale, che presenta due opzioni: o si seguono le attrezzature sulla parete di sinistra, o si risale il vecchio ravanamento, e qua seguendo la mia indole faccio una gran cappella, scelgo il ravanamento.

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Oddio, di per se non sarebbe eccessivo, ho fatto ben di peggio, ma brutto pirla che non sono altro, non con le gambe spompe e fermo da un mese! :MM

Quando arrivo in forcelletta cedono di schianto, gli ho dato il colpo di grazia con sto budello :ARR

Il grosso del dislivello ormai è finito, ormai non mi resta che arrivare con calma a Forcella Uomo e di là tornare giú. Senza fretta, senza consumarle ulteriormente.

Intanto mi godo il panorama verso la solita coppia :YIGO

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Il martellamento là in basso - si, avete capito dove - raddoppia, anzi triplica, perché proprio qua comincia la parte piú spettacolare del giro: l' ambiente diventa quello lunare dell' alta quota, una brulleria estrema :arf:

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il contrasto coi colori della Valle San Nicolò, in fondo, è qualcosa di unico

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Con tutta calma mi avvio verso la cima ghiaiosa

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e - per la prima volta - mi si para davanti la Punta del Ciadin :ad:

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La guardo meglio da sopra: SONO SULLA LUNA :arf: :arf: :arf:

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L' ambiente lunare mi rida energia, e mi avvio in discesa verso l' Om Gran (Il gruppo dell' Uomo è costituito da Om Picol dove arriva la seggiovia, Om Gran o Col Bel la cima sovrastante, e Cima dell' Uomo la principale)

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ma subito resto paralizzato: in lontananza è nato un nuovo mare, un mare dominato da un' isola che poderosa si innalza dai flutti. Un' isola che si chiama AGNER :ad: :ad: :ad:

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Ho quasi raggiunto l' Om Gran, e suo fratello Picol è giusto sotto di me

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Mi avvio verso la tormentata cima, valorizzata da una luce che finalmente è diventata decente anche davanti, alla buon' ora!!!

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Poi proseguo verso Punta del Cadin: qua però mi fermo nuovamente. Il giro ormai è compromesso, ne approfitto per cogliere qualche "spunto" interessante :pERF

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Se la prima parte del percorso era caratterizzata dalle infrastrutture belliche, la seconda parte è caratterizzata dall' ambiente e dalle morfologie piú strane.
Uno degli elementi piú significativi è la Torre California, una sorta di dentone piatto che si separa da Punta Cadin

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La supero, non male questo insieme di torri e pinnacoli :YIGO

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e mi preparo ad affrontare gli ultimi saliscendi della giornata

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mentre davanti compare la temibile Cima Uomo :PAAU

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Perché temibile?
Tecnicamente è facile, arriva al massimo al I, ma è marcia che piú marcia non si può

Intanto il mare si sta espandendo, e va a ricoprire nuove terre

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Ultimi sbudellini

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e arrivo ai 2840 metri di Forcella Uomo: ultimo check-point

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Ormai qua c' è ben poco da fare "check": le gambe son quello che sono, le ore di luce idem, ormai avevo già deciso da un pezzo: la mia avventura finisce qua, e mi avvio verso il bivio per la discesa

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Mi affaccio al canalone. Ok, mi perdo lo spettacolo di Val della Tasca (ovvio che l' anno prossimo vedrò di recuperarla), ma anche questo canalone è poco bello?

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Ehm... forse ho parlato troppo presto: ERA DA UNA VITA CHE NON TROVAVO UNA PORCHERIA DEL GENERE!!! :sbonk:

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È l' infamia piú totale, non riesci a regolarti perché passa continuamente dal fondo morbido e gestibile al fondo duro e secco dove se non stai attento ti cappotti rischiando anche di farti male, un macello :shock:

In qualche modo riesco a venirne fuori, appena arrivo su terreno gestibile mi fermo a fumare una :sig: e resto imbambolato: le Pale stanno dando spettacolo :skiamo: :skiamo: :skiamo:

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Finalmente sono in vista dell' Om Picol

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da qua in breve, lungo le piste da sci, arrivo al Passo e alla macchina.

Finisce il giro, in modo un po' balordo, e finisce anche la stagione, balorda pure lei.

Anzi no, il giro non è finito, ne riparliamo l' anno prossimo.
Adesso vado a preparare gli sci :YIGO :MONKEY
 
Ancora una volta non ci sono aggettivi per definire il tuo Giro. Unici , i tuoi report sono unici.
Grazie per volerli condividere.

p.s. Posso chiederti da dove trai le notizie riguardanti le vicende belliche?
Se mai volessi accettare polenta, spezzatino e funghi mandami un MP, ben lieto di offrire ( scegli però tu il posto HIHIHI, va bene ovunque, metti in conto che un’ora del tuo camminare equivale ad un’ora e mezza mia :PAAU )
 
Ciao Blitz!
Molto belle le foto soprattutto perche si vede molto bene sia il primo piano, che il secondo, terzo etc. cosa non scontata, poi anche le zoomate molto belle considerata la distanza.
condire con la storia, inutile dirlo, è molto scenografico! concordo con sperem :)

ma una cosa tua che proprio non capisco, anche in altri reportage, chiami sempre il gruppo del Sassolungo col nome del Sassopiatto. Ma come mai???
 
non avrai avuto l'azzurro da cartolina, ma secondo me quelle nuvole ti hanno regalato degli scatti molto belli e suggestivi, direi quasi "comunicativi" e in perfetta sintonia con il tema del report... voto 10 as usual...


sull'escursione, che dire che non sia già stato detto?! la bipi zac è un museo a cielo aperto con pochi eguali e il lavoro di recupero che è stato fatto è veramente encomiabile...


ah, un appunto su cima uomo... nel complesso la montagna è marcia come poche, ma lungo la via normale la roccia è sorprendentemente buona e merita assolutamente una visita (avendone le capacità tecniche, ovvio)...
 
report come sempre meraviglioso.....meglio di un professionista!

per curiosità....ma quanto è durato il giro???? la mia escursione/ferrata più lunga è stata circa 7 ore (Montasio) ed ero morto (mi ricordo ancora benissimo che sulla via del ritorno mancavano 20 minuti al parcheggio e son scivolato praticamente da fermo finendo disteso....e ridevo come un ******** incapace di rialzarmi....HIHIHIHIHIHIHIHIHI)
 

.

Pur se in ritardo, Buon Compleanno!

E grazie per il regalo di condivisione che ci hai fatto.
Ora pero' potresti fartene uno anche a te, e smettere di fumare!! :fumato:
 
Grazie ragazzi!

Posso chiederti da dove trai le notizie riguardanti le vicende belliche?
Ho varie fonti in base alle zone e all' argomento...
Sulla storia dell' Esercito e dei suoi reparti (più Finanza e Carabinieri) ho più di cinquanta libri, sulle vicende belliche nelle Dolomiti ne avrò almeno una ventina, ma poi dipende dagli episodi.
Mentre ad esempio sulla zona da Cortina al Comelico ho parecchio materiale (tra cui i libri di Antonio Berti, che ha fatto la guerra nel 7° Alpini), qua ho poco niente, quindi vado in cerca su internet, dove si trova parecchio materiale.
Nel caso specifico dell' episodio di Barbieri, non ne sapevo niente fino a quando ho fatto questo report: mi son trovato una breve indicazione su una tabella lungo il percorso e da la ho fatto ricerca.
Un sito dove si trova parecchio materiale è www.frontedolomitico.it ma comunque ce ne sono tanti altri, dove per esempio puoi trovare addirittura la sintesi dei diari dei vari reparti in guerra, dai battaglioni fino alle brigate.

Se mai volessi accettare polenta, spezzatino e funghi mandami un MP, ben lieto di offrire ( scegli però tu il posto HIHIHI, va bene ovunque, metti in conto che un’ora del tuo camminare equivale ad un’ora e mezza mia :PAAU )
Sappi che in questo periodo è un' ora tua a corrispondere a due mie HIHIHI

ma una cosa tua che proprio non capisco, anche in altri reportage, chiami sempre il gruppo del Sassolungo col nome del Sassopiatto. Ma come mai???
Cattive abitudini.
Per non so quale motivo, ancora nella notte dei tempi avevo preso l' abitudine di chiamare Sassolungo la parte visibile da Passo Sella e dalla Val Gardena, e Sassopiatto la parte visibile dalla Val di Fassa.
Effettivamente però non è corretto. Grazie per avermelo segnalato perché non ci avevo mai pensato :oops:

non avrai avuto l'azzurro da cartolina, ma secondo me quelle nuvole ti hanno regalato degli scatti molto belli e suggestivi, direi quasi "comunicativi" e in perfetta sintonia con il tema del report... voto 10 as usual...
Grazie alf! per le nuvole ok, il problema è stato la non-luce nella prima parte della mattinata che mi ha tirato scemo...

per curiositÃ*....ma quanto è durato il giro????
Lascia perdere, troppo!
Mezzo acciaccato e fermo da un mese, sono andato fuoritempo di gusto...
Considera che in condizioni normali, facendo anche tutte le divagazioni tra trincee e postazioni in giro danno 8 ore da Passo Selle al bivio col sentiero che scende da Passo Cirelle

Pur se in ritardo, Buon Compleanno!

E grazie per il regalo di condivisione che ci hai fatto.
Ora pero' potresti fartene uno anche a te, e smettere di fumare!! :fumato:

Grazie HIHIHI
chiedere di non fumare ad un commerciale lunatico? a volte mi fumerei pure la scrivania dell' ufficio :rotlf:
 
Cattive abitudini.
Per non so quale motivo, ancora nella notte dei tempi avevo preso l' abitudine di chiamare Sassolungo la parte visibile da Passo Sella e dalla Val Gardena, e Sassopiatto la parte visibile dalla Val di Fassa.
Effettivamente però non è corretto. Grazie per avermelo segnalato perchÃ[emoji767] non ci avevo mai pensato :oops:

non era assolutamente un problema nominare solo il sassopiatto. ci mancherebbe.

ora che ci penso effettivamente in questa tua foto sembra essere più piatto anche il sassolungo.
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Bravo, come sempre bel giro. Secondo me è una delle creste più belle e fattibili della zona: grandissimi panorami su praticamente tutti i gruppi principali, innumerevoli postazioni da visitare e mai difficile se ci si ferma alla Forcella Ciadin.

p.s.

sei sceso dalla forcella di Cima Uomo, giusto? Se non sbaglio venendo giù dalla punta ero sceso pure io di lì ma era stato fantastico: mega ghiaione da sciare a fuoco
 
Grazie!

Guarda il ghiaione 2 settimane fa era una porcheria perché aveva tratti dove ti illudevi di correre sul morbido e magari un metro dopo avevi la strisciata dura e secca.
Secondo me è stato rovinato dal diluvio di inizio estate, quello che ha allagato Moena, isolato il Taramelli e fatto saltare alcuni cavi della Bepi Zac
 
Una parte del percorso l'ho fatto, al contrario, con famiglia moglie e 3 figli, forse una ventina di anni addietro. Partendo da malga crocifisso (?) o giù di li (la malga era chiusa in attesa di adeguamento alle nuove norme, di allora, della UE), passando per il rifuggio Taramelli (vado a memoria scusare se sbaglio i nomi), ex postazione comando austriaca, e salendo al Selle. Lasciata famiglia al rifugio, io ed il mio amico saliti su di una sella, con notevoli postazioni di guerra. Scesi al Passo San Pellegrino, dove ci attendeva auto per il ritorno,
 
vediamo se oggi mi lasciano vedere il report...buon compleanno intanto

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bella blitz, mi ha rilassato leggere questo post, peccato che per me sia lontano, quando ero stato li in zona era un po' nuvolo, e mi son perso quasi tutto il ben di dio
però il percorso è proprio affascinante con tutte quelle postazioni, quindi me lo segno lo stesso :TTTT


per lo scadacollo, io ce l'ho di default, tutto l'anno...posso uscire in pantaloncini e maglietta a 5°C, ma guai se non ho lo scaldacollo....
ps: chiedi a fabio che ne ha fatto fare uno bello per il forum

tutto molto bello! ma mi raccomando.. non avvisare che vieni a fare un giro qui "dietro casa".. :evil:

dobbiamo tenercelo così, è un po' selvatico quando va in montagnaHIHIHI
 
bellssimo report :CC :CC

...è da anni che frequento assiduamente la zona ma il Bepi Zac mi manca ancora (e penso che possa dare anche qualche bello spunto per gite invernali ;) )
 
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