Orfano del weekend nelle dolomiti causa maltempo, ricerco una buona consolazione, possibilmente calcarea nella mia zona. Ed ecco rispuntare alla mente un vecchio proposito: il Pizzo Badile Camuno. Vetta sicuramente meno celebre del suo mitico omonimo, ma che non può che aver attratto lo sguardo di chiunque risalendo la Valcamonica, abbia rivolto la propria attenzione alle montagne sulla propria destra. Da sempre mi da il saluto ed il commiato nei miei andirivieni.
(dal web)
Superba scaglia calcarea svettante sopra alla gengiva tonalitica tipica dell'Adamello svetta con la propria posizione protesa verso la valle dall'alto dei suoi 2435m.
Veniamo a noi:
si risale il fianco della valle fino all'abitato di Cimbergo, lo si attraversa totalmente ed in cima si svolta decisamente a destra in una angusta ma ben asfaltata stradina, senza farsi intimorire da un 200m di sconcertante sterrato un po' sconnesso, si riprende la stradina ora perfettamente asfaltata di nuovo fino ad una piccola area di sosta posta a 1200m circa
Se si sorpassa e si giunge al bivio poco avanti
A meno di disporre di un 4x4 è buona idea fare inversione, la strada è molto sconnessa e con pendenze micidiali, risalita a piedi mi ha stroncato in partenza, in pratica risale il corso del torrente spumeggiante dritto per dritto.
Con auto adatta si può invece procedere fino al Rifugio de Marie al Volano a quota 1400m posto in una placida piana circondato da baite. A piedi circa 15 minuti
La nostra meta vista dal rifugio
Si vedono i cartelli variegati tipici della zona, indicanti le possibili direzioni
Si costeggia una chiesetta
Ci si inoltra in bellissimi e curati prati
Ma ben presto si inizia a salire con estrema decisione su traccia molto ripida a tratti sassosa e a tratti inerbita
Si supera un ponticello precario e psicologico
E ben presto il bosco cede il passo all'ontaneta, inizia la sofferenza pura, un caldo e umido micidiale su pendenza assassine ed opprimente vegetazione
D'altra parte la vista incomincia ad aprirsi alle nostre spalle, e qualche pausa obbligata ci rinfranca lo spirito
Nemmeno un'ora che si cammina e ci si imbatte in questa placconata espostissima e fradicia da traversare, aiutati da provvidenziale catenella e staffe
Da qui iniziano le prime difficoltà, un paio di diedrini sono resi non banali dalla presenza (credo costante vista l'esposizione all'ombra) di fango viscido
Il sentiero prosegue su scomodissimi roccioni che richiedo l'uso delle mani, alternati da tratti di pista esposta e sdrucciolevole (orecchie drizzate!), sempre su dritti per dritti
Si giunge alla base di un lungo risalto calcareo piuttosto erto ed esposto attrezzato con catena ma di una roccia bellissima da scalare, inizia la libidine
E in breve si svalica la cresta erbosa rimanendo ammaliati dalla grandiosa vista che ci si apre e che ci accompagnerà sempre più grandiosa sino in vetta
Si segue la cresta della "gengiva" per erba e roccette e ci si insinua a piedi della magnifica pala
Davanti alla quale incastonato come un nido d'aquila nelle roccette si trova un bivacco d'emergenza attrezzato con due panche di legno ed il libro di vetta
Proprio di fronte inizia il cavo della ferrata rimesso a nuovo un paio di anni fa, inizialmnete si tratta di un semplice sentiero seppur molto esposto che contorna la base della pala
E poi si attacca la pala vera e propria, prima più appoggiata
e poi più verticale
Si tratta di bellissimo calcare bucherellato, appigliatissimo, solido, che permette divagazioni dove più ci piace, non resisto alla tentazione di salirlo slegato godendomi la roccia e l'arrampicata
Si sbuca così in una ventina di minuti in cresta
Dove ben presto si perviene alla cima segnata dalla presenza di una madonnina
Ogni fatica è ripagata, è uno dei paesaggi più vasti, grandiosi e d'ampio respiro che abbia mai visto, sotto ai miei piedi si stende tutta la Valcamonica
Laggiù il Lago d'Iseo
Di fronte lo spettacolo del massiccio della Concarena
Là in fondo pare di poter toccare il Bernina e il Disgrazia
Ed infine i ghiacci dell'Adamello solo in parte coperti dalle creste del Tridentus
Nessuno intorno, silenzio e pace
(dal web)
Superba scaglia calcarea svettante sopra alla gengiva tonalitica tipica dell'Adamello svetta con la propria posizione protesa verso la valle dall'alto dei suoi 2435m.
Veniamo a noi:
si risale il fianco della valle fino all'abitato di Cimbergo, lo si attraversa totalmente ed in cima si svolta decisamente a destra in una angusta ma ben asfaltata stradina, senza farsi intimorire da un 200m di sconcertante sterrato un po' sconnesso, si riprende la stradina ora perfettamente asfaltata di nuovo fino ad una piccola area di sosta posta a 1200m circa
Se si sorpassa e si giunge al bivio poco avanti
A meno di disporre di un 4x4 è buona idea fare inversione, la strada è molto sconnessa e con pendenze micidiali, risalita a piedi mi ha stroncato in partenza, in pratica risale il corso del torrente spumeggiante dritto per dritto.
Con auto adatta si può invece procedere fino al Rifugio de Marie al Volano a quota 1400m posto in una placida piana circondato da baite. A piedi circa 15 minuti
La nostra meta vista dal rifugio
Si vedono i cartelli variegati tipici della zona, indicanti le possibili direzioni
Si costeggia una chiesetta
Ci si inoltra in bellissimi e curati prati
Ma ben presto si inizia a salire con estrema decisione su traccia molto ripida a tratti sassosa e a tratti inerbita
Si supera un ponticello precario e psicologico
E ben presto il bosco cede il passo all'ontaneta, inizia la sofferenza pura, un caldo e umido micidiale su pendenza assassine ed opprimente vegetazione
D'altra parte la vista incomincia ad aprirsi alle nostre spalle, e qualche pausa obbligata ci rinfranca lo spirito
Nemmeno un'ora che si cammina e ci si imbatte in questa placconata espostissima e fradicia da traversare, aiutati da provvidenziale catenella e staffe
Da qui iniziano le prime difficoltà, un paio di diedrini sono resi non banali dalla presenza (credo costante vista l'esposizione all'ombra) di fango viscido
Il sentiero prosegue su scomodissimi roccioni che richiedo l'uso delle mani, alternati da tratti di pista esposta e sdrucciolevole (orecchie drizzate!), sempre su dritti per dritti
Si giunge alla base di un lungo risalto calcareo piuttosto erto ed esposto attrezzato con catena ma di una roccia bellissima da scalare, inizia la libidine
E in breve si svalica la cresta erbosa rimanendo ammaliati dalla grandiosa vista che ci si apre e che ci accompagnerà sempre più grandiosa sino in vetta
Si segue la cresta della "gengiva" per erba e roccette e ci si insinua a piedi della magnifica pala
Davanti alla quale incastonato come un nido d'aquila nelle roccette si trova un bivacco d'emergenza attrezzato con due panche di legno ed il libro di vetta
Proprio di fronte inizia il cavo della ferrata rimesso a nuovo un paio di anni fa, inizialmnete si tratta di un semplice sentiero seppur molto esposto che contorna la base della pala
E poi si attacca la pala vera e propria, prima più appoggiata
e poi più verticale
Si tratta di bellissimo calcare bucherellato, appigliatissimo, solido, che permette divagazioni dove più ci piace, non resisto alla tentazione di salirlo slegato godendomi la roccia e l'arrampicata
Si sbuca così in una ventina di minuti in cresta
Dove ben presto si perviene alla cima segnata dalla presenza di una madonnina
Ogni fatica è ripagata, è uno dei paesaggi più vasti, grandiosi e d'ampio respiro che abbia mai visto, sotto ai miei piedi si stende tutta la Valcamonica
Laggiù il Lago d'Iseo
Di fronte lo spettacolo del massiccio della Concarena
Là in fondo pare di poter toccare il Bernina e il Disgrazia
Ed infine i ghiacci dell'Adamello solo in parte coperti dalle creste del Tridentus
Nessuno intorno, silenzio e pace
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