Ferrata Cabirol: anche in Sardegna ci sono vie ferrate!
Mi colpì moltissimo questo topic http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=85868 da cui venni a conoscenza che ci sono ferrate anche in Sardegna.
Al che mi son detto, poco costa mettere in auto anche imbrago, cordino e casco. Ed eccomi a raccontare di questa favolosa ferrata, una delle più esposte seppur breve che ho fatto.
Si trova nei pressi di Capo Caccia ad Alghero, per la precisione si parte lasciando l'auto qui: https://www.google.it/maps/place/40...e3!4m5!3m4!1s0x0:0x0!8m2!3d40.574!4d8.1593333
Ci si può vestire leggeri, basta un po' d'acqua. Consiglio vivamente di portarsi anche dei guantini in modo da far maggior presa sul cavo.
La ferrata si chiama "Ferrata del Cabirol" e purtroppo da qualche mese è sottoposta diciamo a una revisione. Pare che ci siano delle zone in cui la roccia non è del tutto stabile. Prima di partire per andare a farla informatevi sul suo stato di apertura. Questo il parere al 13 marzo 2018 delle Guide Alpine: https://www.guidealpine.it/ferrate-in-sardegna-la-perizia-delle-guide-alpine.html
Altre info su un sito dedicato alla ferrata: http://www.ferratacabirol.it/
Ora vi porto a fare la ferrata
Ecco dove si può lasciare l'auto. Arrivate presto perché penso si riempia subito.
La nostra méta è verso la quella falesia di roccia: la ferrata parte da "dopo" quel dente.
Ecco il panorama che si gode a pochi metri dal parcheggio salendo verso la Grotta dei Vasi Rotti e quindi verso l'attacco della ferrata (consiglio vivamente di farla percorrendo prima la Cengia Bassa).
Panorama poco dopo.
Isola Foradada e Grotta dei Palombi.
Inizio della via ferrata per Cengia Bassa. L'isola che si vede è la sempre presente e magnifica Isola di Foradada. La grotta che si vede è la Grotta dei Palombi.
Un cartello ci indica che la siamo sulla traccia giusta. Avanti.
Il primo assaggio è semplice: si deve scendere questo canalino, facile anche se coperto da ghiaino ma non troppo scivoloso. Si fa senza problemi.
Si prosegue per un sentiero protetto da vegetazione.
Intanto l'aria si pulisce e l'Isola Foradada inizia a prender colore.
Inizia la ferrata.
La prima cengia è molto facile. Corre lungo una serie di piazzole che però sono ricoperte di infido ghiaino. Fare attenzione soprattutto dove non c'è il cavo.
Inizio della parte più facile: la Cengia Bassa.
Come vedete l'ambiente è maestoso, indescrivibile. La roccia più "estetica" unita al mare più bello.
Foto che mostra l'ambiente della Cengia Bassa, Ferrata Cabirol.
Si passa per quell'unica "debolezza" della roccia.
Si cammina tra le "sculture" che il vento ha fatto nella roccia.
Ecco un primo passaggio un po' diverso: bisogna scendere.
E il terreno è un po' scivoloso. Nulla di impegnativo ma meglio stare attenti.
La cengia appena percorsa.
E finalmente la cosa inizia a farsi seria. La traccia si restringe e sparisce la vegetazione. Ora sulla destra non ci sono più "mughi guard-rail" ma solo il mare... centinaia di metri più in basso.
Sullo sfondo una persona.
Un cartello ci ricorda una cosa molto importante. Da seguire anche se sembra che non serva: il ghiaino è sempre in agguato.
Un escursionista sulla ferrata Cabirol di Alghero.
Wow: siamo dentro la montagna!
Che meraviglia.
Se non si fosse ancora capito, l'ambiente mi ha lasciato senza parole. Ho ritrovato le forme che mi lasciano sbalordito delle Dolomiti unite al mare più bello forse del mondo.
Ecco l'inizio "atletico-alpinistico" della ferrata. Questo è l'attacco della parete verticale che dalla Cengia Bassa porta alla Cengia Alta.
Un tratto che tecnicamente è solo difficile e un po' atletico ma come esposizione è uno dei peggiori (quindi migliori altrimenti uno non va a fare ste robe) trovato. Sarà che sotto c'è il mare o sarà l'assenza di "altro terreno" oltre l'orizzonte ma durante la scaletta il senso di vuoto è amplificato a mille. Inoltre complice il fatto di non avere i guantini, di aver le mani sudati per la "strizza", aggiungiamoci che al mattino l'acciaio è viscido e ricoperto di salsedine... beh davvero un passaggio da non sottovalutare.
Ecco come parte: dritto per dritto, verticale appunto. E con il vento del mare che ti soffia da sotto.
Escursionista alle prese con il tratto più difficile della ferrata Cabirol in Sardegna.
Ecco come prosegue: strapiombante.
Quelle scalette non sono difficili atleticamente parlando, basta avere un minimo di resistenza. Ma vi assicuro che da la sopra quando guardi giù resti senza fiato.
Vista la difficoltà e l'esposizione della parte direi premio GAC Sardegna DD
Esposizione del tratto di collegamento tra la Cengia Bassa e la Cengia Alta della ferrata Cabirol.
La fine del tratto verticale che collega le due cenge. Nessuna foto dalle scalette, avevo le mani troppo fradice.
Ed ora inizia la parte tosta e bella della ferrata: la Cengia Alta.
Si sale e continua.
Ecco il senso di esposizione amplificato dal piatto e dall'infinito del mare.
Anche la cengia alta ha tratta "scorrevoli" in cui rilassarsi ma sempre facendo molta attenzione a dove si mettono i piedi (anche per non muovere sassi visto che siamo sopra, letteralmente in alcuni punti, alla Cengia Bassa).
Uno dei passaggi più "atletici". Qui per passare bisogna buttare fuori il culo sullo strapiombo.
Chi non se la sente di buttare fuori il sedere a picco sul mare deve attorcigliarsi e raggomitolarsi facendo una specie di "passo del gatto" alla Cengia di Ball.
Uno dei tratti più impegnativi della Cengia Alta.
Ecco, qui si capisce meglio. O la fai mettendo le spalle parallele alla roccia e quindi a perpendicolo sul mare o ti devi accucciare. Io l'ho fatta buttando fuori il culo: sensazione di esposizione mooolto alta anche perché qui il cavo è leggermente meno teso rispetto ad altri passaggi.
Che ambiente e che vista. Senza parole.
Panorama dalla ferrata Cabirol di Capo Caccia, Alghero, Sardegna.
Spettacolare passaggio in Cengia Alta.
Sotto passa la prima parte di ferrata. Sull'esposizione: beh mi ri-sudano le mani stando al pc
Si vola su questo tratto di mare.
Qui la ferrata scende.
Tratto molto "hot" perchè salire per tratti esposti è un discorso "guardi in alto e vedi roccia e sei a posto". Per scendere invece devi guardare per forza il nulla sotto ai piedi
Che ferrata me-ra-vi-gli-o-sa.
Staccare le mani da un gradino per passare al successivo è molto difficile, lo assicuro! Soprattutto quando i pioli sono un po' coperti da salsedine e sembrano scivolosi.
Quando dicevo che a volte si vola verticalmente sulla prima parte dell'itinerario non ero metaforico. Sotto i miei piedi il sentiero iniziale.
Altro tratto favoloso.
La ferrata è piena di passaggi che ti costringono a buttare le spalle fuori più delle gambe e dei piedi. L'effetto strapiombo viene amplificato di mille volte in queste situazioni.
Panoramica in verticale: è l'unico modo per raccontarvi la "verticalità" della ferrata :shock:
I pezzi neri sono io che appeso per aria non sono riuscito a tenere bene la linea e ho curvato la foto... Ma penso che mi scuserete
Urca
Uno dei tratti "al volo" appena fatto, giusto per capire lo "style" della ferrata.
Ecco, quando si incontra il cavo che scende significa, adesso arriva "strizza".
E così è.
Davvero una ferrata non per tutti tutti. Nulla di estremo ma meglio andarci con qualche esperienza alle spalle. Meglio aver provato qualcosa di simile prima per capire come si reagisce all'esposizione.
E intanto la Isola Foradada esce dal momento "enrosadira" e si illumina. Iniziano ad arrivare i primi barchini.
Siamo verso la fine.
Ultimi passaggi. Da notare che ci sono anelli e catene che non so se sono per fare ulteriore sicurezza a chi la fa con la guida o se ci sono vie di arrampicata.
Ultimo canalino appena risalito.
Anche questo "sopra" la Cengia Bassa: non muovere sassi!
E siamo fuori, si torna al sole di Alghero e della Sardegna.
Ultimo sguardo dalla ferrata: esperienza bellissima. Spero possano metterla in sicurezza e tenerla aperta a tutti per sempre.
Cartellone di fine ferrata Cabirol.
La ferrata si fa in un paio di orette o anche meno. Si può fare prima che il resto della famiglia si svegli
Buone escursioni anche tra un bagno e altro.
W la Sardegna!
Qualche altra foto:
Mi colpì moltissimo questo topic http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=85868 da cui venni a conoscenza che ci sono ferrate anche in Sardegna.
Al che mi son detto, poco costa mettere in auto anche imbrago, cordino e casco. Ed eccomi a raccontare di questa favolosa ferrata, una delle più esposte seppur breve che ho fatto.
Si trova nei pressi di Capo Caccia ad Alghero, per la precisione si parte lasciando l'auto qui: https://www.google.it/maps/place/40...e3!4m5!3m4!1s0x0:0x0!8m2!3d40.574!4d8.1593333
Ci si può vestire leggeri, basta un po' d'acqua. Consiglio vivamente di portarsi anche dei guantini in modo da far maggior presa sul cavo.
La ferrata si chiama "Ferrata del Cabirol" e purtroppo da qualche mese è sottoposta diciamo a una revisione. Pare che ci siano delle zone in cui la roccia non è del tutto stabile. Prima di partire per andare a farla informatevi sul suo stato di apertura. Questo il parere al 13 marzo 2018 delle Guide Alpine: https://www.guidealpine.it/ferrate-in-sardegna-la-perizia-delle-guide-alpine.html
Altre info su un sito dedicato alla ferrata: http://www.ferratacabirol.it/
Ora vi porto a fare la ferrata
Ecco dove si può lasciare l'auto. Arrivate presto perché penso si riempia subito.
La nostra méta è verso la quella falesia di roccia: la ferrata parte da "dopo" quel dente.
Ecco il panorama che si gode a pochi metri dal parcheggio salendo verso la Grotta dei Vasi Rotti e quindi verso l'attacco della ferrata (consiglio vivamente di farla percorrendo prima la Cengia Bassa).
Panorama poco dopo.
Isola Foradada e Grotta dei Palombi.
Inizio della via ferrata per Cengia Bassa. L'isola che si vede è la sempre presente e magnifica Isola di Foradada. La grotta che si vede è la Grotta dei Palombi.
Un cartello ci indica che la siamo sulla traccia giusta. Avanti.
Il primo assaggio è semplice: si deve scendere questo canalino, facile anche se coperto da ghiaino ma non troppo scivoloso. Si fa senza problemi.
Si prosegue per un sentiero protetto da vegetazione.
Intanto l'aria si pulisce e l'Isola Foradada inizia a prender colore.
Inizia la ferrata.
La prima cengia è molto facile. Corre lungo una serie di piazzole che però sono ricoperte di infido ghiaino. Fare attenzione soprattutto dove non c'è il cavo.
Inizio della parte più facile: la Cengia Bassa.
Come vedete l'ambiente è maestoso, indescrivibile. La roccia più "estetica" unita al mare più bello.
Foto che mostra l'ambiente della Cengia Bassa, Ferrata Cabirol.
Si passa per quell'unica "debolezza" della roccia.
Si cammina tra le "sculture" che il vento ha fatto nella roccia.
Ecco un primo passaggio un po' diverso: bisogna scendere.
E il terreno è un po' scivoloso. Nulla di impegnativo ma meglio stare attenti.
La cengia appena percorsa.
E finalmente la cosa inizia a farsi seria. La traccia si restringe e sparisce la vegetazione. Ora sulla destra non ci sono più "mughi guard-rail" ma solo il mare... centinaia di metri più in basso.
Sullo sfondo una persona.
Un cartello ci ricorda una cosa molto importante. Da seguire anche se sembra che non serva: il ghiaino è sempre in agguato.
Un escursionista sulla ferrata Cabirol di Alghero.
Wow: siamo dentro la montagna!
Che meraviglia.
Se non si fosse ancora capito, l'ambiente mi ha lasciato senza parole. Ho ritrovato le forme che mi lasciano sbalordito delle Dolomiti unite al mare più bello forse del mondo.
Ecco l'inizio "atletico-alpinistico" della ferrata. Questo è l'attacco della parete verticale che dalla Cengia Bassa porta alla Cengia Alta.
Un tratto che tecnicamente è solo difficile e un po' atletico ma come esposizione è uno dei peggiori (quindi migliori altrimenti uno non va a fare ste robe) trovato. Sarà che sotto c'è il mare o sarà l'assenza di "altro terreno" oltre l'orizzonte ma durante la scaletta il senso di vuoto è amplificato a mille. Inoltre complice il fatto di non avere i guantini, di aver le mani sudati per la "strizza", aggiungiamoci che al mattino l'acciaio è viscido e ricoperto di salsedine... beh davvero un passaggio da non sottovalutare.
Ecco come parte: dritto per dritto, verticale appunto. E con il vento del mare che ti soffia da sotto.
Escursionista alle prese con il tratto più difficile della ferrata Cabirol in Sardegna.
Ecco come prosegue: strapiombante.
Quelle scalette non sono difficili atleticamente parlando, basta avere un minimo di resistenza. Ma vi assicuro che da la sopra quando guardi giù resti senza fiato.
Vista la difficoltà e l'esposizione della parte direi premio GAC Sardegna DD
Esposizione del tratto di collegamento tra la Cengia Bassa e la Cengia Alta della ferrata Cabirol.
La fine del tratto verticale che collega le due cenge. Nessuna foto dalle scalette, avevo le mani troppo fradice.
Ed ora inizia la parte tosta e bella della ferrata: la Cengia Alta.
Si sale e continua.
Ecco il senso di esposizione amplificato dal piatto e dall'infinito del mare.
Anche la cengia alta ha tratta "scorrevoli" in cui rilassarsi ma sempre facendo molta attenzione a dove si mettono i piedi (anche per non muovere sassi visto che siamo sopra, letteralmente in alcuni punti, alla Cengia Bassa).
Uno dei passaggi più "atletici". Qui per passare bisogna buttare fuori il culo sullo strapiombo.
Chi non se la sente di buttare fuori il sedere a picco sul mare deve attorcigliarsi e raggomitolarsi facendo una specie di "passo del gatto" alla Cengia di Ball.
Uno dei tratti più impegnativi della Cengia Alta.
Ecco, qui si capisce meglio. O la fai mettendo le spalle parallele alla roccia e quindi a perpendicolo sul mare o ti devi accucciare. Io l'ho fatta buttando fuori il culo: sensazione di esposizione mooolto alta anche perché qui il cavo è leggermente meno teso rispetto ad altri passaggi.
Che ambiente e che vista. Senza parole.
Panorama dalla ferrata Cabirol di Capo Caccia, Alghero, Sardegna.
Spettacolare passaggio in Cengia Alta.
Sotto passa la prima parte di ferrata. Sull'esposizione: beh mi ri-sudano le mani stando al pc
Si vola su questo tratto di mare.
Qui la ferrata scende.
Tratto molto "hot" perchè salire per tratti esposti è un discorso "guardi in alto e vedi roccia e sei a posto". Per scendere invece devi guardare per forza il nulla sotto ai piedi
Che ferrata me-ra-vi-gli-o-sa.
Staccare le mani da un gradino per passare al successivo è molto difficile, lo assicuro! Soprattutto quando i pioli sono un po' coperti da salsedine e sembrano scivolosi.
Quando dicevo che a volte si vola verticalmente sulla prima parte dell'itinerario non ero metaforico. Sotto i miei piedi il sentiero iniziale.
Altro tratto favoloso.
La ferrata è piena di passaggi che ti costringono a buttare le spalle fuori più delle gambe e dei piedi. L'effetto strapiombo viene amplificato di mille volte in queste situazioni.
Panoramica in verticale: è l'unico modo per raccontarvi la "verticalità" della ferrata :shock:
I pezzi neri sono io che appeso per aria non sono riuscito a tenere bene la linea e ho curvato la foto... Ma penso che mi scuserete
Urca
Uno dei tratti "al volo" appena fatto, giusto per capire lo "style" della ferrata.
Ecco, quando si incontra il cavo che scende significa, adesso arriva "strizza".
E così è.
Davvero una ferrata non per tutti tutti. Nulla di estremo ma meglio andarci con qualche esperienza alle spalle. Meglio aver provato qualcosa di simile prima per capire come si reagisce all'esposizione.
E intanto la Isola Foradada esce dal momento "enrosadira" e si illumina. Iniziano ad arrivare i primi barchini.
Siamo verso la fine.
Ultimi passaggi. Da notare che ci sono anelli e catene che non so se sono per fare ulteriore sicurezza a chi la fa con la guida o se ci sono vie di arrampicata.
Ultimo canalino appena risalito.
Anche questo "sopra" la Cengia Bassa: non muovere sassi!
E siamo fuori, si torna al sole di Alghero e della Sardegna.
Ultimo sguardo dalla ferrata: esperienza bellissima. Spero possano metterla in sicurezza e tenerla aperta a tutti per sempre.
Cartellone di fine ferrata Cabirol.
La ferrata si fa in un paio di orette o anche meno. Si può fare prima che il resto della famiglia si svegli
Buone escursioni anche tra un bagno e altro.
W la Sardegna!
Qualche altra foto: