Jam Session Corso di sci Check Point 2018 - 10 Pennelli

jeanabbetto

Well-known member
ragazzi ecco l'ultimo aggiornamento

mi sembra un modo diverso di spiegare il video con il tappeto, ora lascio agli esperti il commento!!
 
Passano gli anni ma la passione per lo sci che questi video riescono a trasmettere è sempre incredibile.
 
Mi resta un dubbio: ma alla fine, questa azione che ti porta i talloni a spingere internamente agli scarponi e a far tenere le code, non è il *risultato* di una presa di spigolo (tipping) fatta sfruttando i movimenti di eversione (per il piede esterno) e inversione (per il piede interno), movimenti che comportano di loro natura una controrotazione rispetto alla direzione degli sci?

216606-inversion-and-eversion-of-the-foot.jpg


Se è così, dirigendo l'attenzione sui talloni, non si rischia di indurre a fare un movimento non corretto, magari portandoti a "spingere" con i talloni e a "dimenticarti" di fare tipping attivamente con piedi e caviglie?

In questo senso, per me il video più efficace resta "Sterzo e controsterzo", dove si vede bene il movimento dei piedi (in "Opposte direzioni" viene fatta vedere la posizione dei piedi ma non il movimento che ti porta a quella posizione).

Cosa ne pensate?
 
Mi resta un dubbio: ma alla fine, questa azione che ti porta i talloni a spingere internamente agli scarponi e a far tenere le code, non è il *risultato* di una presa di spigolo (tipping) fatta sfruttando i movimenti di eversione (per il piede esterno) e inversione (per il piede interno), movimenti che comportano di loro natura una controrotazione rispetto alla direzione degli sci?

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Se è così, dirigendo l'attenzione sui talloni, non si rischia di indurre a fare un movimento non corretto, magari portandoti a "spingere" con i talloni e a "dimenticarti" di fare tipping attivamente con piedi e caviglie?

In questo senso, per me il video più efficace resta "Sterzo e controsterzo", dove si vede bene il movimento dei piedi (in "Opposte direzioni" viene fatta vedere la posizione dei piedi ma non il movimento che ti porta a quella posizione).

Cosa ne pensate?

Vedo con dispiacere che i nostri onlinemaestri non intervengono mai sulle questioni o " proposte " Jam, mi piacerebbe sapere se non sono d'accordo , se lo sono teoricamente ma poi al lato pratico non hanno avuto riscontri , oppure semplicemente Valerio parla una lingua diversa , a volte incomprensibile. Mentre molto si dice e si scrive in giro per il mondo , dall'Australia al Canada , passando per la Korea , con idee che spesso traggono spunto da analisi biomeccaniche di come il nostro corpo lavora e di conseguenza cercando di far fare allo sciatore dei gesti " possibili" e RIPETIBILI (rendendo sempre tutto accessibile al pubblico), qui da noi ovviamente tutto tace , quanto meno al grande pubblico , sempre in nome di quella autoreferenzialità che da sempre ha contraddistinto la scuola di sci italiana. Io spesso ho cercato di capire se le idee di Valerio e della Jam , le loro proposte didattiche , siano interessanti per il resto dei maestri , e spesso ho trovato titubanze e perplessità,tranne in quelli (maestri) che con molta umiltà si sono poi fatti 3 giorni di full immersion , insieme ad altri sciatori normali , traendone poi grandi benefici. C'è una progressione logica nei video check point , anche l'ultimo ( movimenti di massa) è collegato al precedente , ma secondo me , se ti vuoi avvicinare a questo pensiero , devi interpretare i video più in senso ideologico ( come concezione di un modo di sciare diverso ) piuttosto che puramente didattico ( quello lo fai poi sul campo) . Quindi , ed è solamente il mio pensiero, bisogna fare un atto di fede , provare e non farsi troppe domande.
 
....Vedo con dispiacere che i nostri onlinemaestri non intervengono mai sulle questioni o " proposte " Jam.....


Per me è una questione professionale, non entro nel merito di quanto proposto da colleghi.
Condivido, in questo caso, che gli spunti debbano essere interpretati più in senso ideologico che puramente didattico.
 

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Per me è una questione professionale, non entro nel merito di quanto proposto da colleghi.
Condivido, in questo caso, che gli spunti debbano essere interpretati più in senso ideologico che puramente didattico.

Ma certo hai ragione , anche se a Valerio uno scambio di opinioni piacerebbe tanto da parte di qualcuno che non fa parte del gruppone Jam ,tempo fà c'erano state delle critiche da un sito americano
gestito da un maestro di sci kinesiologo , che obbiettava sul fatto che il lavoro con i piedi proposto da Valerio provoca una flessione plantare e questa innesca una catena cinetica dei muscoli posteriori
di coscia e schiena provocando un inevitabile arretramento in " back seat" ....A Valerio sta cosa era molto piaciuta ..... io ero curioso di sapere se chi insegna aveva mai provato quantomeno su di se le cose proposte nei video , in particolare quelle dei piedi che controsterzano. Io che sono un fautore della pronazione fatta bene , da little toe to big toe per creare una piattaforma " to stand against" sul nuovo esterno , l'idea di partire con i talloni che spingono in dentro , lo ammetto mi ha sempre messo in difficoltà, "proprio per le attivazioni muscolari richieste che mi " distraggono " negli equilibri.... però magari quelli con il manico ci si son ritrovati.....
 
Ma nello scarpone qualcuno riesce a tenere queste angolazioni? Io forse ci riesco con le scarpe da ginnastica e stando seduto sulla sedia...
 
visivamente si..poi bisognerebbe chiedere a lui se attua muscolarmente una controsterzata...per noi è invisibile.
 
Nella mia esperienza ho notato che mi è venuto più semplice controsterzare con l'interno, con tutti e due c'è la faccio ma effettivamente ho la sensazione di arretrare, in qualche modo mi rimetto centrale, ma ci devo lavorare
 
visivamente si..poi bisognerebbe chiedere a lui se attua muscolarmente una controsterzata...per noi è invisibile.

Nei video dei miei figli, soprattutto in slalom, lo fanno spesso e lo fanno naturalmente anche se credo che la tecnica sia quella illustrata dalla Jam che però per insegnarla ad allievi meno progrediti sono indotti a spiegarla nei fondamenti motori in modo che l'allievo ne sia consapevole.
Almeno così credo.
 
Nella mia esperienza ho notato che mi è venuto più semplice controsterzare con l'interno, con tutti e due c'è la faccio ma effettivamente ho la sensazione di arretrare, in qualche modo mi rimetto centrale, ma ci devo lavorare

Anch'io ho avuto la stessa sensazione lavorandoci un po' nel finale di stagione. Parlando dell'esterno, se cercavo di controsterzare pensando solo al piede, finivo arretrato con il peso sul tallone. L'impressione che ne ho tratto è che forse non conviene pensare di controsterzare solo col piede e che potrebbe essere più efficace aggiungere la controrotazione del busto, a patto che la caviglia venga tenuta bella solida in "tipping" in modo che l'effetto torsionante della controrotazione del busto si trasmetta fino al piede. Che le due azioni debbano lavorare in sinergia? :PAAU

Bel tema su cui lavorare la prossima stagione, assieme alla gestione dell'interno come strumento per il controllo degli equilibri.

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Io che sono un fautore della pronazione fatta bene , da little toe to big toe per creare una piattaforma " to stand against" sul nuovo esterno.....

Fausto, una curiosità: quando fai "tipping" del piede esterno, provando anche semplicemente in scarpe da ginnastica, il piede si porta sull'"arco mediale" (come mostrato qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Pianta_del_piede).

Secondo te dentro lo scarpone è una sensazione da ricercare quella di sentire un appoggio solido e stabile sui due punti di questo arco?
 
Anch'io ho avuto la stessa sensazione lavorandoci un po' nel finale di stagione. Parlando dell'esterno, se cercavo di controsterzare pensando solo al piede, finivo arretrato con il peso sul tallone. L'impressione che ne ho tratto è che forse non conviene pensare di controsterzare solo col piede e che potrebbe essere più efficace aggiungere la controrotazione del busto, a patto che la caviglia venga tenuta bella solida in "tipping" in modo che l'effetto torsionante della controrotazione del busto si trasmetta fino al piede. Che le due azioni debbano lavorare in sinergia? :PAAU

Bel tema su cui lavorare la prossima stagione, assieme alla gestione dell'interno come strumento per il controllo degli equilibri.

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Fausto, una curiosità: quando fai "tipping" del piede esterno, provando anche semplicemente in scarpe da ginnastica, il piede si porta sull'"arco mediale" (come mostrato qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Pianta_del_piede).

Secondo te dentro lo scarpone è una sensazione da ricercare quella di sentire un appoggio solido e stabile sui due punti di questo arco?

Partiamo dal presupposto che la regola generale è quella che sciando bisogna fare dei movimenti " necessari " , ne più ne meno, in base a quello che sentiamo sotto il piede . Ora alcuni di noi possono avere una buona sensibilità e agire di conseguenza , altri molto meno ( sordi) e quindi non trovare mai la quadra per un equilibrio adeguato . Mi spiego : siccome ogni volta che mettiamo
lo sci sullo spigolo questo cambia direzione , la rotazione di quello che gli sta sopra è inevitabile ( nel senso della curva ) , ovvero senza azioni particolari andiamo in rotazione verso monte .... se controlliamo questa rotazione vincoliamo lo sci e riusciamo , bene o male a condurre una curva di raggio e velocità che naturalmente varia. L'azione di opposizione a questa rotazione ( che è presente anche con gli sci moderni) è gestita muscolarmente dallo sciatore , con i vari distretti caviglia , bacino ,spalle ,testa, braccia , nella misura necessaria , ovvero sufficente a controllarla...o meglio, a non innescarla . Quindi può essere anche minima o invece molto accentuata . A livello di ? Se uno ha due caviglie d'acciaio ( e c'è ne) l'azione di controllo dell'innesco della rotazione e dello sbandamento dello sci ( con le adeguate inclinazioni) può essere gestita a livello di piede caviglia ( con una opposizione che è fisiologicamente una controsterzata come descritta da Valerio), consciamente ma spesso inconsciamente ( qualità neuromuscolare) ... ( cito per tutti Ligety ai tempi d'oro ...poca controrotazione di bacino , grande piega e caviglie stellari) , se invece la caviglia non basta , specie a certi livelli , la sensibilità renderà necessaria una azione di controllo della rotazione che coinvolge più marcatamente altri distretti , bacino spalle braccia, ( vedi Hirscher ) ....
per concludere e rispondere : caviglia -bacino -spalle lavorano sempre in sinergia on demand attivandosi in base a quello che lo sciatore ( parliamo di chi scia veramente) sente di aver bisogno di fare per andare dove vuole alla velocità stabilità ( raggio stretto , lungo ecc. ecc.) . Questa sensibilità ( abitudine , addestramento , esercizio , sensi e equilibri) parte dal piede perchè è l'unico riferimento per capire , in parole povere se lo sci tiene o terrà in un determinato percorso , obbligato o meno . Quando camminiamo l'appoggio è ( in parole povere ) sempre su tre punti a formare un triangolo come descritto dal link. ..e così va riprodotto nello sci , o meglio dentro lo scarpone....iniziando l'appoggio sulla parte esterna dello piede che sta diventando il piede che sosterrà la maggior parte del lavoro (esterno) per finire sui due punti dell'arco mediale ( parte interna ) ..inevitabilmente.
Questo è il pane e il salame .... non si può fare senza a meno di non diventare sciatori incompleti..... tutto quello che viene dopo o durante , sul come arrivarci (didattica) lasciamolo ai maestri delle varie scuole....che magari non ti spieganop questo ma ti ci fanno arrivare con esercizi dedicati di progressione e sviluppo.
 
Pur condividendo quello che dici scendo di livello.
Quel movimento è utilissimo per chi ha i piedi sordi. Se, facendo perno sui talloni, le dita dei piedi puntano verso l'esterno curva le tibie, le ginocchia andranno nell'interno. Provateci pure a secco.
Per me è una grande intuizione. Poi ovviamente, come dicevi, serve anche ad alto livello per controllare le rotazioni.
 
Grazie Fausto per la risposta ben argomentata, condivido praticamente parola per parola quello che hai scritto.
 
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