PARTE 1: La pancia del Gigante: la Piella. Canale dei Cervi e Canale del Ghiacciaio
A Parma abbiamo superato i 20 gradi: i prati sono verdi, ricamati dal blu degli “occhi della Madonna” e dal giallo della colza, ma i pezzi da novanta dell'Appennino sono ancora là in fondo, bianchi come in pieno inverno, a fare da sirena a chi non si è ancora tolto la voglia di neve dopo questa stagione speciale!
Il Cusna da Monteorsaro
Sabato mattina partiamo presto, Alberto Federico ed io, destinazione Cusna. Siamo i primi a parcheggiare, verso le 8, al termine della strada asfaltata sotto Pian Vallese, poco dopo Febbio. Enormi valanghe di fondo – che con un buon binocolo forse si potevano vedere pure da Parma! - ci fanno da monito: oggi non si potrà scendere ovunque, e bisognerà rispettare un orario visto il caldo previsto nel pomeriggio.:shock:
Grossa valanga zona Passone
E' il primo weekend di chiusura degli impianti, forse i gestori non avrebbero scommesso, a inizio stagione, di restare aperti fino a Pasqua. Per noi è solo un vantaggio: più terreno vergine, meno traffico. Mettiamo subito le pelli risalendo il sentiero per il Passone, nella faggeta. A Pian Vallese (1200) l'innevamento è già abbondante. Un caratteristico cartello di divieto d'accesso con la scritta “PRETI AL MURO” ci indirizza sulla giusta traccia di salita. Usciti dal bosco, ci appare in tutta la sua severità il vallone sotto il Passone, dominato dalla parete nord ovest del Vallestrina: uno degli ultimi posti dove spiccozzare a fine stagione sul nostro Appennino.
Il Vallestrina
Ma oggi siamo qui per sciare, e dal Vallestrina – così come dal Passone – ci vogliamo tenere a debita distanza, viste le valanghe già cadute con la pioggia dei giorni scorsi e le crepe che segnano i pendii vicini. Optiamo che la soluzione più sicura sia portarci verso il crinale seguendo un costone molto ampio che scende a nord della Piella, il cosidetto “Pendio dell'Angelo” (fonte Wild Ski Appennino, di F. Gibellini).
In salita lungo il Pendio dell'Angelo
Risaliamo una valletta dolce portandoci alla base del pendio, già salito e sceso ieri. La neve è ancora abbastanza dura dopo il rigelo notturno; e specialmente nella seconda parte, dove le pendenze sono sostenute sui 35°, ci pensiamo un po' ad ogni inversione di sci... comunque siamo qui per imparare, l'esposizione non è così opprimente e riusciamo a raggiungere il crinale con le pelli senza troppi problemi. Incredibilmente, non c'è vento!
Il crinalone del Cusna, vista verso nord est
Zoommata sul gruppo Prado - Cipolla, con la "serraccata" sulla est del Cipolla
Sono quasi le 11: il canale da cui intendiamo scendere – il Fosso della Piella o canale del Ghiacciaio – è già al sole da un bel po' e sembra piuttosto pelato nella parte alta... ci riserviamo di raggiungere la vetta della Piella e valutare altre discese. Se la cima del Cusna è la testa del Gigante, la Piella allora si presta bene per il ruolo della pancia! E' da qui che si percepisce meglio la vastità di questo vero e proprio altopiano sospeso tra pianura e mare.
Vista verso la vetta del Cusna
Alla riga d'erba sul filo della spartiacque, fanno da contraltare poderose cornici sul lato nord: quassù il vento nelle giornate migliori raggiunge una forza impressionante, tanto da fare andare in tilt molto spesso la stazione meteo posta all'arrivo della seggiovia 2000 di Febbio: la webcam - quando appunto funziona! - regala immagini magnifiche.
Sullo sfondo a sinistra, la Pietra di Bismantova
Ma torniamo alla Piella, che coi suoi 2070 metri è la terza cima dell'Appennino Tosco Emiliano. Appena sotto la sommità notiamo scendere a sud ovest il bellissimo canale dei Cervi, che ci sembra in condizioni ottime d'innevamento, con qualche traccia di ieri; la neve sarà un po' dura, visto l'orientamento, ma pazienza!
La Piella vista dal Cusna col canale dei Cervi (foto scattata il giorno dopo la nostra discesa)
All'imbocco
Togliamo le pelli – che bello senza vento! - e compiendo un traverso ci portiamo allo sbocco naturale del canale: possibile anche scendere direttamente dalla cima. La neve come previsto è dura nella prima parte, ma poi molla a poco a poco regalandoci una sciata davvero divertente in questo simpatico toboga. Viste le grandi cornici sulla cresta a sinistra non ci fermiamo troppo a fare foto, ma qualcuna non resistiamo a scattarla!
Luca/Asky se la gode (foto Federico)
Arrivati in fondo al limite del bosco ci sembra di essere scesi molto poco, ma risalendo ci renderemo conto del malinteso... con un traverso nel bosco verso sinistra raggiungiamo la base del crestone a sud del canale, quello con le cornici. In un tratto un po' ripido e pelato ci tocca togliere gli sci, poi la cresta torna ampia e con la pendenza giusta, e senza troppa fatica raggiungiamo per la seconda volta la Piella. Consultando la cartina, scopriremo che il canale finiva a 1670 m!
A questo punto ci tocca rifare i conti col canale del Ghiacciaio, che nel frattempo ha preso un'altra ora molto comoda di sole. Spelliamo e decidiamo di scendere di lì, alla fine è la soluzione più facile e rapida: il pendio dell'Angelo, quello da cui siamo saliti, è un po' troppo ripido ed esposto per le nostre capacità, e non è detto la neve abbia ancora mollato; mentre scendere a Rescadore di Febbio seguendo le piste da sci, oltre a un lungo raccordo in cresta, ci costringerebbe a camminare 1 km in salita per tornare all'auto. Le cornici sopra la prima parte il canale non sono il massimo ed è quasi l'una, ma vedremo di scendere senza troppi convenevoli.
Il bellissimo canale del Ghiacciaio visto dall'alto...
...e dal basso!
L'imbocco naturale del canale è troppo pelato, così scendiamo un po' lungo il crestone verso la Mongiardonda (a nord) per poi rientrare nel canale sotto il primo muro, con un traverso bruttino su neve cotta. Per fortuna dentro il canale la neve migliora un po', e ci godiamo la sciata fermandoci qualche volta a riprendere fiato sul lato sinistro, fuori dal tiro delle cornici. Purtroppo la cuccagna non può durare... e tutta la seconda parte del canale è ormai su neve papposa, nonostante le pendenze siano via via più dolci. Arrivati al limitare del bosco, vediamo che una traccia si infila dentro la parte bassa del canale, ma onde evitare spiacevoli sorprese seguiamo le altre, che traversano in direzione del sentiero percorso all'andata.
Immagini della discesa sul Canale del Ghiacciaio (o Fosso della Piella)
Sulla sinistra il canale dell'Angelo, ancora più a sinistra il bordo del Pendio dell'Angelo
Raggiungiamo un piacevole pendio aperto nel bosco che però, naturalmente, termina nel bosco... e qui inizia il tratto chiave della discesa! Il naso ha da poco smesso di farmi male dopo un incontro ravvicinato con un faggio avuto 2 settimane fa in val Parma, quindi decido di muovermi con tutte le cautele del caso. All'inizio scendiamo più o meno dritti, poi capiamo che è meglio traversare di peso a destra per incrociare il prima possibile il sentiero per il Passone.
Alle prese col ceduo
Per fortuna il bosco si dirada un po' verso la fine, e una volta preso il sentiero la sciata torna ad essere più fluida. Da Pian Vallese i metri sulle gambe sono ormai 800 (più i 400 del canale dei Cervi!), e dopo lo slalom a rallentatore tra i faggi nella pappa, è un puro piacere lasciarsi andare sulla carrozzabile quasi pianeggiante battuta dal gatto dell'agriturismo! Non è passato praticamente nessuno e ci godiamo le millerighe con 14 gradi fino alla macchina (a parte 4 metri di strada senza neve).
Mitico gatto!
Una signora sciata, decisamente lunga per il contesto appenninico (la Piella è 2070, il parcheggio sotto pian Vallese poco più di 1000). Forse avremmo potuto giocarci diversamente le esposizioni di modo da trovare neve migliore durante le discese, ma alla fine è andata bene così, il giro ha avuto una sua logica... ad ogni modo, per essere inizio aprile c'è solo da levarsi il cappello di fronte a un Cusna così in forma!
Assaggino della seconda parte del post (uscita di domenica 8 )...
Continua...
A Parma abbiamo superato i 20 gradi: i prati sono verdi, ricamati dal blu degli “occhi della Madonna” e dal giallo della colza, ma i pezzi da novanta dell'Appennino sono ancora là in fondo, bianchi come in pieno inverno, a fare da sirena a chi non si è ancora tolto la voglia di neve dopo questa stagione speciale!
Il Cusna da Monteorsaro
Sabato mattina partiamo presto, Alberto Federico ed io, destinazione Cusna. Siamo i primi a parcheggiare, verso le 8, al termine della strada asfaltata sotto Pian Vallese, poco dopo Febbio. Enormi valanghe di fondo – che con un buon binocolo forse si potevano vedere pure da Parma! - ci fanno da monito: oggi non si potrà scendere ovunque, e bisognerà rispettare un orario visto il caldo previsto nel pomeriggio.:shock:
Grossa valanga zona Passone
E' il primo weekend di chiusura degli impianti, forse i gestori non avrebbero scommesso, a inizio stagione, di restare aperti fino a Pasqua. Per noi è solo un vantaggio: più terreno vergine, meno traffico. Mettiamo subito le pelli risalendo il sentiero per il Passone, nella faggeta. A Pian Vallese (1200) l'innevamento è già abbondante. Un caratteristico cartello di divieto d'accesso con la scritta “PRETI AL MURO” ci indirizza sulla giusta traccia di salita. Usciti dal bosco, ci appare in tutta la sua severità il vallone sotto il Passone, dominato dalla parete nord ovest del Vallestrina: uno degli ultimi posti dove spiccozzare a fine stagione sul nostro Appennino.
Il Vallestrina
Ma oggi siamo qui per sciare, e dal Vallestrina – così come dal Passone – ci vogliamo tenere a debita distanza, viste le valanghe già cadute con la pioggia dei giorni scorsi e le crepe che segnano i pendii vicini. Optiamo che la soluzione più sicura sia portarci verso il crinale seguendo un costone molto ampio che scende a nord della Piella, il cosidetto “Pendio dell'Angelo” (fonte Wild Ski Appennino, di F. Gibellini).
In salita lungo il Pendio dell'Angelo
Risaliamo una valletta dolce portandoci alla base del pendio, già salito e sceso ieri. La neve è ancora abbastanza dura dopo il rigelo notturno; e specialmente nella seconda parte, dove le pendenze sono sostenute sui 35°, ci pensiamo un po' ad ogni inversione di sci... comunque siamo qui per imparare, l'esposizione non è così opprimente e riusciamo a raggiungere il crinale con le pelli senza troppi problemi. Incredibilmente, non c'è vento!
Il crinalone del Cusna, vista verso nord est
Zoommata sul gruppo Prado - Cipolla, con la "serraccata" sulla est del Cipolla
Sono quasi le 11: il canale da cui intendiamo scendere – il Fosso della Piella o canale del Ghiacciaio – è già al sole da un bel po' e sembra piuttosto pelato nella parte alta... ci riserviamo di raggiungere la vetta della Piella e valutare altre discese. Se la cima del Cusna è la testa del Gigante, la Piella allora si presta bene per il ruolo della pancia! E' da qui che si percepisce meglio la vastità di questo vero e proprio altopiano sospeso tra pianura e mare.
Vista verso la vetta del Cusna
Alla riga d'erba sul filo della spartiacque, fanno da contraltare poderose cornici sul lato nord: quassù il vento nelle giornate migliori raggiunge una forza impressionante, tanto da fare andare in tilt molto spesso la stazione meteo posta all'arrivo della seggiovia 2000 di Febbio: la webcam - quando appunto funziona! - regala immagini magnifiche.
Sullo sfondo a sinistra, la Pietra di Bismantova
Ma torniamo alla Piella, che coi suoi 2070 metri è la terza cima dell'Appennino Tosco Emiliano. Appena sotto la sommità notiamo scendere a sud ovest il bellissimo canale dei Cervi, che ci sembra in condizioni ottime d'innevamento, con qualche traccia di ieri; la neve sarà un po' dura, visto l'orientamento, ma pazienza!
La Piella vista dal Cusna col canale dei Cervi (foto scattata il giorno dopo la nostra discesa)
All'imbocco
Togliamo le pelli – che bello senza vento! - e compiendo un traverso ci portiamo allo sbocco naturale del canale: possibile anche scendere direttamente dalla cima. La neve come previsto è dura nella prima parte, ma poi molla a poco a poco regalandoci una sciata davvero divertente in questo simpatico toboga. Viste le grandi cornici sulla cresta a sinistra non ci fermiamo troppo a fare foto, ma qualcuna non resistiamo a scattarla!
Luca/Asky se la gode (foto Federico)
Arrivati in fondo al limite del bosco ci sembra di essere scesi molto poco, ma risalendo ci renderemo conto del malinteso... con un traverso nel bosco verso sinistra raggiungiamo la base del crestone a sud del canale, quello con le cornici. In un tratto un po' ripido e pelato ci tocca togliere gli sci, poi la cresta torna ampia e con la pendenza giusta, e senza troppa fatica raggiungiamo per la seconda volta la Piella. Consultando la cartina, scopriremo che il canale finiva a 1670 m!
A questo punto ci tocca rifare i conti col canale del Ghiacciaio, che nel frattempo ha preso un'altra ora molto comoda di sole. Spelliamo e decidiamo di scendere di lì, alla fine è la soluzione più facile e rapida: il pendio dell'Angelo, quello da cui siamo saliti, è un po' troppo ripido ed esposto per le nostre capacità, e non è detto la neve abbia ancora mollato; mentre scendere a Rescadore di Febbio seguendo le piste da sci, oltre a un lungo raccordo in cresta, ci costringerebbe a camminare 1 km in salita per tornare all'auto. Le cornici sopra la prima parte il canale non sono il massimo ed è quasi l'una, ma vedremo di scendere senza troppi convenevoli.
Il bellissimo canale del Ghiacciaio visto dall'alto...
...e dal basso!
L'imbocco naturale del canale è troppo pelato, così scendiamo un po' lungo il crestone verso la Mongiardonda (a nord) per poi rientrare nel canale sotto il primo muro, con un traverso bruttino su neve cotta. Per fortuna dentro il canale la neve migliora un po', e ci godiamo la sciata fermandoci qualche volta a riprendere fiato sul lato sinistro, fuori dal tiro delle cornici. Purtroppo la cuccagna non può durare... e tutta la seconda parte del canale è ormai su neve papposa, nonostante le pendenze siano via via più dolci. Arrivati al limitare del bosco, vediamo che una traccia si infila dentro la parte bassa del canale, ma onde evitare spiacevoli sorprese seguiamo le altre, che traversano in direzione del sentiero percorso all'andata.
Immagini della discesa sul Canale del Ghiacciaio (o Fosso della Piella)
Sulla sinistra il canale dell'Angelo, ancora più a sinistra il bordo del Pendio dell'Angelo
Raggiungiamo un piacevole pendio aperto nel bosco che però, naturalmente, termina nel bosco... e qui inizia il tratto chiave della discesa! Il naso ha da poco smesso di farmi male dopo un incontro ravvicinato con un faggio avuto 2 settimane fa in val Parma, quindi decido di muovermi con tutte le cautele del caso. All'inizio scendiamo più o meno dritti, poi capiamo che è meglio traversare di peso a destra per incrociare il prima possibile il sentiero per il Passone.
Alle prese col ceduo
Per fortuna il bosco si dirada un po' verso la fine, e una volta preso il sentiero la sciata torna ad essere più fluida. Da Pian Vallese i metri sulle gambe sono ormai 800 (più i 400 del canale dei Cervi!), e dopo lo slalom a rallentatore tra i faggi nella pappa, è un puro piacere lasciarsi andare sulla carrozzabile quasi pianeggiante battuta dal gatto dell'agriturismo! Non è passato praticamente nessuno e ci godiamo le millerighe con 14 gradi fino alla macchina (a parte 4 metri di strada senza neve).
Mitico gatto!
Una signora sciata, decisamente lunga per il contesto appenninico (la Piella è 2070, il parcheggio sotto pian Vallese poco più di 1000). Forse avremmo potuto giocarci diversamente le esposizioni di modo da trovare neve migliore durante le discese, ma alla fine è andata bene così, il giro ha avuto una sua logica... ad ogni modo, per essere inizio aprile c'è solo da levarsi il cappello di fronte a un Cusna così in forma!
Assaggino della seconda parte del post (uscita di domenica 8 )...
Continua...