Sabato scorso mi è toccata una gita in mezzo al grigio. Ero in uno dei posti più panoramici del Trentino e tutto quel che vedevo era una campitura di grigi.
Questo fine settimana, il meteo promette un monocromatismo simile, lasciando una flebile speranza di quasi bel tempo solo per venerdì. Non ho molta voglia di tornare sul Cornetto di Folgaria, mando un paio di sms, ma giustamente la gente per bene il venerdì lavora. Mi rassegno a dirigermi nuovamente verso le vecchie piste in disuso, quando un'amica risponde al mio appello. L'indomani sarà libera. Allora si va!
Meta prescelta la Wurzer Alpenspitz, in Val Ridanna. Perché io non ho molta voglia di fare fatica e perché mi han detto che lungo la via di discesa c'è una malga interessante. Servono le motivazioni giuste per intraprendere le attività sportive, no?
Sotto un cielo grigio ci incamminiamo lungo l'A22. Prendiamo pioggia e nevischio. Forse siamo state troppo ottimiste.
Arriviamo a Enthol, in Val Ridanna, calziamo gli sci e guardiamo verso la valle. Forse apre. Forse no. Boh, tentiamo.
L'itinerario sale lungo il sentiero estivo, nel bel bosco che porta ancora i segni della nevicata della notte.
Saliamo nel bosco in compagnia delle tracce di un suo abitante. La salita è gradevole, sotto la nevicata si intuiscono vecchie tracce di salita e discesa e soprattutto si respira silenzio. Siamo solo noi due, io sempre a corto di fiato: sono una garanzia di gite silenti.
Ai vari incroci, ignoriamo la forestale, salendo sempre nel bosco, fino a che giungiamo ad un pianoro aperto.
Spunta una malga. Chiusa! :uuue:
Un po' abbacchiate, dopo una breve sosta, riprendiamo a salire, in direzione della cima. Non è passato nessuno. Siamo solo noi due, la neve che ci scende leggera in testa ma che in pochissimi istanti passa oltre, lasciandosi dietro squarci sempre pù ampi di cielo sereno.
Risaliamo un piccolo pendio per portarci sulla dorsale che ci porterà alla cima.
Giunte sopra il pendio si apre una splendida vista sulla valle sottostante, ma soprattutto sopra le nostre teste il cielo gioca con i suoi veli. Mezzo cielo è blu primavera, l'altra metà si avvolge in una coltre grigia, ma tarlata: ogni tanto un raggio la attraversa, creando giochi di luce bellissimi!
Mille foto dopo, ripartiamo alla volta della cimetta. Risaliamo la dorsale, che è l'unico punto in cui c'è pendenza, stando bene nel mezzo ed in poche inversioni ci ritroviamo sopra al panettoncino che pensiamo essere la vetta. In realtà la cima è un po' più alla nostra destra, ma decidiamo di restare serene sul nostro panettoncino.
Del resto, il panorama che abbiamo davanti agli occhi ci basta. E' un continuo aprirsi e chiudersi di quinte. Un attimo prima è tutto ammantato, un istante dopo spuntano catene di creste, cime e cimette.
Mi attardo volentieri a togliere le pelli, solo per godermi un po' di più il gioco del regista delle nuvole.
Adesso, però, è ora di scendere. Fatte poche curve sulla dorsale, è il momento delle dieci curve più belle della giornata. Dieci. Ma spettacolari. Facili, divertenti, e goduriosissime!
Puntiamo alla malga, per controllare che sia effettivamente quella che ci avevano raccomandato e, sorpresa, non è lei!
Capiamo che era quella che aavevamo itnravisto dall'altra parte del dossetto. Ci guardiamo e in 2' rimettiamo le pelli. Non sia mai che lasciamo intentata la ricerca di cibo buono.
Pochissimi minuti dopo siamo di nuovo sul pianoro, pronte a scendere verso un casottino che non promette nulla di buono. Mai valutazione fu più errata!
La malga vera e propria è dietro il casottino, è aperta, ma soprattutto è una chicca! Comincia la parte migliore della gita!
Incuranti dell'inesistente dispendio energetico della gita, dividiamo un tagliere ed un piatto di canderli.
Restiamo lì intontite dalle calorie e dal tepore della malga, in compagnia del quadrupede Charly, guardando un orologio che gira al contrario, quasi volesse permetterci di riprenderci, stando lì, un po' di tempo dimenticato fra le pieghe della fretta.
Ancora ricolme di buon cibo, usciamo e ci improvvisiamo stratigrafe. La realtà è che scavare una buca nella neve ci serve solo per sentirci meno in colpa di lì a 15', quando ordineremo il dolce.
Diamo un'occhiata veloce agli strati, fingiamo un quasi ECT e via, è il momento dello strudel!!!!
E' il colpo di grazia. Bello, buono, tiepido. Lasciatemi qui. Resterò buona buona in un angolo, a far compagnia alla mascotte di casa, in silenzio. Tutto quello che chiedo in cambio è un piatto del menù al giorno. Spalo anche la neve, se serve, giuro! Ah, non si può fare? Ah, ok, niente, vabbè... :uuue:
Usciamo, calziamo di nuovo gli sci e ci dirigiamo verso valle. Per chi, diversamente da noi, non fosse stato attento alla linea, c'è sempre la forestale che riporta alla partenza in scioltezza. Noi ci buttiamo nel bosco, dove la neve è senza infamia e senza lode.
In poche curve siamo all'auto e chiudiamo una delle giornate più rilassate della stagione. Che bello concedersi il lusso di viziarsi, ogni tanto.
Questo fine settimana, il meteo promette un monocromatismo simile, lasciando una flebile speranza di quasi bel tempo solo per venerdì. Non ho molta voglia di tornare sul Cornetto di Folgaria, mando un paio di sms, ma giustamente la gente per bene il venerdì lavora. Mi rassegno a dirigermi nuovamente verso le vecchie piste in disuso, quando un'amica risponde al mio appello. L'indomani sarà libera. Allora si va!
Meta prescelta la Wurzer Alpenspitz, in Val Ridanna. Perché io non ho molta voglia di fare fatica e perché mi han detto che lungo la via di discesa c'è una malga interessante. Servono le motivazioni giuste per intraprendere le attività sportive, no?
Sotto un cielo grigio ci incamminiamo lungo l'A22. Prendiamo pioggia e nevischio. Forse siamo state troppo ottimiste.
Arriviamo a Enthol, in Val Ridanna, calziamo gli sci e guardiamo verso la valle. Forse apre. Forse no. Boh, tentiamo.
L'itinerario sale lungo il sentiero estivo, nel bel bosco che porta ancora i segni della nevicata della notte.
Saliamo nel bosco in compagnia delle tracce di un suo abitante. La salita è gradevole, sotto la nevicata si intuiscono vecchie tracce di salita e discesa e soprattutto si respira silenzio. Siamo solo noi due, io sempre a corto di fiato: sono una garanzia di gite silenti.
Ai vari incroci, ignoriamo la forestale, salendo sempre nel bosco, fino a che giungiamo ad un pianoro aperto.
Spunta una malga. Chiusa! :uuue:
Un po' abbacchiate, dopo una breve sosta, riprendiamo a salire, in direzione della cima. Non è passato nessuno. Siamo solo noi due, la neve che ci scende leggera in testa ma che in pochissimi istanti passa oltre, lasciandosi dietro squarci sempre pù ampi di cielo sereno.
Risaliamo un piccolo pendio per portarci sulla dorsale che ci porterà alla cima.
Giunte sopra il pendio si apre una splendida vista sulla valle sottostante, ma soprattutto sopra le nostre teste il cielo gioca con i suoi veli. Mezzo cielo è blu primavera, l'altra metà si avvolge in una coltre grigia, ma tarlata: ogni tanto un raggio la attraversa, creando giochi di luce bellissimi!
Mille foto dopo, ripartiamo alla volta della cimetta. Risaliamo la dorsale, che è l'unico punto in cui c'è pendenza, stando bene nel mezzo ed in poche inversioni ci ritroviamo sopra al panettoncino che pensiamo essere la vetta. In realtà la cima è un po' più alla nostra destra, ma decidiamo di restare serene sul nostro panettoncino.
Del resto, il panorama che abbiamo davanti agli occhi ci basta. E' un continuo aprirsi e chiudersi di quinte. Un attimo prima è tutto ammantato, un istante dopo spuntano catene di creste, cime e cimette.
Mi attardo volentieri a togliere le pelli, solo per godermi un po' di più il gioco del regista delle nuvole.
Adesso, però, è ora di scendere. Fatte poche curve sulla dorsale, è il momento delle dieci curve più belle della giornata. Dieci. Ma spettacolari. Facili, divertenti, e goduriosissime!
Puntiamo alla malga, per controllare che sia effettivamente quella che ci avevano raccomandato e, sorpresa, non è lei!
Capiamo che era quella che aavevamo itnravisto dall'altra parte del dossetto. Ci guardiamo e in 2' rimettiamo le pelli. Non sia mai che lasciamo intentata la ricerca di cibo buono.
Pochissimi minuti dopo siamo di nuovo sul pianoro, pronte a scendere verso un casottino che non promette nulla di buono. Mai valutazione fu più errata!
La malga vera e propria è dietro il casottino, è aperta, ma soprattutto è una chicca! Comincia la parte migliore della gita!
Incuranti dell'inesistente dispendio energetico della gita, dividiamo un tagliere ed un piatto di canderli.
Restiamo lì intontite dalle calorie e dal tepore della malga, in compagnia del quadrupede Charly, guardando un orologio che gira al contrario, quasi volesse permetterci di riprenderci, stando lì, un po' di tempo dimenticato fra le pieghe della fretta.
Ancora ricolme di buon cibo, usciamo e ci improvvisiamo stratigrafe. La realtà è che scavare una buca nella neve ci serve solo per sentirci meno in colpa di lì a 15', quando ordineremo il dolce.
Diamo un'occhiata veloce agli strati, fingiamo un quasi ECT e via, è il momento dello strudel!!!!
E' il colpo di grazia. Bello, buono, tiepido. Lasciatemi qui. Resterò buona buona in un angolo, a far compagnia alla mascotte di casa, in silenzio. Tutto quello che chiedo in cambio è un piatto del menù al giorno. Spalo anche la neve, se serve, giuro! Ah, non si può fare? Ah, ok, niente, vabbè... :uuue:
Usciamo, calziamo di nuovo gli sci e ci dirigiamo verso valle. Per chi, diversamente da noi, non fosse stato attento alla linea, c'è sempre la forestale che riporta alla partenza in scioltezza. Noi ci buttiamo nel bosco, dove la neve è senza infamia e senza lode.
In poche curve siamo all'auto e chiudiamo una delle giornate più rilassate della stagione. Che bello concedersi il lusso di viziarsi, ogni tanto.